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n° 64 - Eco della Brigna

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Bimestrale di informazione religiosa,<br />

cultura e attualità<br />

Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata<br />

Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (Pa) - Italia - ecobrigna@libero.it<br />

Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo<br />

Numero <strong>64</strong><br />

Luglio 2008<br />

• Dormizione ed Assunzione al cielo <strong>della</strong> Madre di Dio • Chi-Amati per strada<br />

• In questa storia entro anch’io • Statua, icona e mosaico dell’Odigitria a Contessa Entellina<br />

• 350° anniversario <strong>della</strong> nascita di Pietro Marcellino Corradini • Strade da percorrere<br />

• I suoi occhi • Una scuola per Padre Luca Gattuso • Restauri • L’Adrasto in Toscana


don Enzo Cosentino<br />

editoriale di<br />

e2<br />

Buone vacanze a tutti<br />

In questo periodo, molti di voi si preparano<br />

per il meritato riposo, dopo un<br />

anno di intenso lavoro. Per molti le<br />

vacanze saranno un’evasione, un tempo<br />

libero da impegni. Aver trascorso<br />

“buone vacanze” vuol dire aver potuto<br />

realizzare il programma di riposo che<br />

era stato tracciato. Anche Gesù sapeva<br />

procurarsi i suoi tempi di riposo e<br />

meglio ancora, sapeva pure far riposare<br />

tutti quegli che gli stavano attorno. Ma<br />

dedicava anche buona parte del tempo<br />

di riposo, per trascorrere da solo lunghi<br />

momenti di preghiera. Le vacanze che<br />

molti inizieranno fra non molto, se non<br />

si sprecano nel semplice divertimento,<br />

possono diventare un’opportunità per<br />

crescere nell’amicizia con Cristo e per<br />

intensificare i tempi dedicati alla preghiera.<br />

Le vacanze sono anche un’occasione<br />

per riscoprire la famiglia. Forse<br />

durante l’anno, gli impegni di lavoro<br />

sempre più intensi, non ci permettono<br />

di vivere la famiglia come dovremmo<br />

con i nostri cari. Le prossime vacanze<br />

estive devono servire anche per aiutarci<br />

ad impegnarci per gli altri, per gli ultimi.<br />

Il riposo riesce quando ci preoccupiamo<br />

di far riposare gli altri, di pensare<br />

agli altri più che a noi stessi. A voi<br />

tutti carissimi amici, che ci seguite tramite<br />

l’<strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>, auguro ottime<br />

ferie, meritato riposo nella serenità. A<br />

tutti il mio più cordiale saluto.<br />

AVVISO<br />

Invitiamo i lettori a comunicare sia<br />

eventuali cambiamenti relativi agli<br />

indirizzi in nostro possesso, sia nuovi<br />

indirizzi di parenti e/o amici ai quali<br />

inviare “<strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>”, utilizzando<br />

i recapiti in retrocopertina.<br />

Le vostre offerte tramite Bancoposta<br />

potete inviarle invece a:<br />

Parrocchia Maria SS. Annunziata,<br />

Mezzojuso (Pa).<br />

Codice IBAN: IT41 F076 0104<br />

6000 0002 0148 904<br />

15 AGOSTO<br />

DORMIZIONE ED ASSUNZIONE AL CIELO<br />

DELLA MADRE DI DIO<br />

Il 15 Agosto forse siamo troppo presi dal<br />

“Ferragosto” e ci si preoccupa di come<br />

passarlo, quale spiaggia scegliere, trascurando<br />

l’aspetto religioso del giorno; la più<br />

grande delle feste teomitoriche (mariane):<br />

quella che ancora oggi nel mondo bizantino<br />

si chiama “Dormizione <strong>della</strong> Madre di<br />

Dio” (Kimisis tis Theotoku) e fino ad un<br />

po’ di tempo fa in Occidente si chiamava<br />

la “Dormitio Virginis”. La festa, sia in<br />

oriente che in occidente è la stessa; ci<br />

ricorda la morte e l’assunzione in cielo<br />

con tutto il corpo, <strong>della</strong> Madre di Dio. Una<br />

verità di fede già propugnata dai Padri<br />

<strong>della</strong> Chiesa e rappresentata anche dall’iconografia<br />

antica. Verità di fede promulgata<br />

come dogma (l’ultimo dogma<br />

<strong>della</strong> chiesa cattolica fino ad oggi) da Papa<br />

Pio XII (1939-1958) il I Novembre 1950,<br />

motivandolo come Maria sia compartecipe<br />

<strong>della</strong> redenzione e quindi compartecipe<br />

di Cristo, (morto, risorto ed asceso in<br />

cielo) e quindi morta (addormentata), ed<br />

assunta in cielo, e, in antitesi ad Eva,<br />

Madre dei “perduti”, “Madre dei redenti”.<br />

Dopo la proclamazione del dogma, in<br />

occidente prevalse l’uso di festeggiare tale<br />

festa (di precetto sia in oriente che in occidente)<br />

come Assunzione di Maria Vergine,<br />

sostituendo quello di “Dormitio Virginis”<br />

(Dormizione <strong>della</strong> Vergine). Non è facile<br />

riassumere in poco spazio tutta la letteratura<br />

apocrifa che riguarda tale avvenimento,<br />

per la sua vastità. Cercherò di fare una<br />

sintesi accorpando i vari testi, e di ciò mi<br />

scuso con i lettori.<br />

Ci dicono i testi apocrifi che l’Arcangelo<br />

Gabriele, lo stesso che le aveva annunziato<br />

la divina maternità, apparve a Maria per<br />

annunziarle l’imminente morte. Maria si<br />

recò all’Orto degli ulivi per pregare e prepararsi<br />

all’evento. All’arrivo all’Orto, gli<br />

alberi, per renderle onore, piegarono i loro<br />

rami. Tornata a casa avvisò parenti e vicini<br />

di ciò che di lì a poco sarebbe successo,<br />

invitandoli a pregare. Preceduti da<br />

Giovanni, arrivarono a Gerusalemme, da<br />

tutte le parti del mondo, gli altri Apostoli,<br />

trasportati da una nube, per fare corona<br />

alla Madre di Dio ed essere presenti alla<br />

sua morte. Per ultimo giunse anche il<br />

Signore; al vederlo, Maria lo benedisse e<br />

lo ringraziò per aver mantenuto la promessa<br />

fattale, che sarebbe stato Egli stesso a<br />

venire a prendere la sua anima, e quindi<br />

pose fine alla sua vita terrena. Gli apostoli,<br />

simbolo di tutta la Chiesa, dopo aver<br />

vegliato il corpo, lo condussero al sepol-<br />

Kymisis - Museo Suore Collegine di Piana degli Albanesi<br />

cro per la sepoltura. Tra di loro mancava<br />

Tommaso che giunse tre giorni dopo la<br />

sepoltura di Maria. Volendo venerare il<br />

suo corpo, fu accompagnato dagli altri<br />

Apostoli presso il sepolcro; aprendo la<br />

tomba, la trovarono vuota e Maria stessa,<br />

in visione, apparve loro annunciando che<br />

era stata assunta con tutto il corpo in cielo,<br />

per essere per sempre accanto a suo Figlio.<br />

L’iconografia classica <strong>della</strong> festa ci presenta<br />

Maria distesa sul letto, attorniata<br />

dagli Apostoli e da tre Vescovi: sono<br />

l’Apostolo Giacomo, primo Vescovo di<br />

Gerusalemme; San Ieroteo, che in un trattato<br />

dello Pseudo-Dionigi si dice fosse<br />

presente all’avvenimento; e San Dionigi,<br />

primo Vescovo di Atene. In certe icone è<br />

raffigurato anche l’empio Gefonia che<br />

tenta di profanare il corpo <strong>della</strong> Madre di<br />

Dio e al quale vengono tagliate le mani da<br />

un Angelo. Dietro la salma di Maria si<br />

vede Cristo che tiene in mano l’anima di<br />

sua Madre, mentre in alto è raffigurata la<br />

Madre di Dio accompagnata in cielo dagli<br />

Angeli.<br />

La festa, originariamente festeggiata il 15<br />

Gennaio a Gerusalemme e in altre parti, fu<br />

fissata al 15 Agosto e resa obbligatoria in<br />

tutto l’Impero Bizantino dall’Imperatore<br />

Maurizio (582-602), originario dell’Asia<br />

Minore. A Roma fu introdotta dal Papa<br />

Teodoro I (<strong>64</strong>2-<strong>64</strong>9), papa di origine<br />

greca, nativo di Gerusalemme.<br />

Papàs Jani Stassi


PRIME COMUNIONI E CRESIME<br />

Domenica 18 Maggio, alle 11.00, in Parrocchia Maria SS. Annunziata, un primo gruppo di 15 bambini riceve i<br />

Sacramenti <strong>della</strong> Comunione e Cresima. Celebrano la S. Messa don Enzo e don Salvatore Ruffino.<br />

Domenica 25 Maggio, alle 11.00, nella Parrocchia Maria SS. Annunziata, un secondo gruppo di 15 bambini riceve<br />

la Prima Comunione e Cresima.<br />

e3


e4<br />

Chi-Amati per Strada!<br />

Anche quest‘anno l’Azione<br />

Cattolica dei Ragazzi si è apprestata<br />

a vivere con grande gioia ed entusiasmo<br />

l’esperienza <strong>della</strong> Festa degli<br />

Incontri. Per me che sono da qualche<br />

mese la Responsabile Diocesana ACR,<br />

la Festa degli Incontri 2008 è stato un<br />

bel “trampolino di lancio” nella scoperta<br />

sempre rinnovata di un AC che proprio<br />

nell’Incontro si fa famiglia.<br />

Ricambiando l’invito fatto l’anno<br />

scorso a Mezzojuso e continuando, in<br />

spirito di amicizia e di collaborazione,<br />

le iniziative che l’AC propone a<br />

Giovani e Ragazzi, Domenica 20<br />

Aprile, siamo stati accolti dall’A.C.R.<br />

dell’Arcidiocesi di Palermo che ha<br />

pensato l’evento in un paese a noi<br />

vicino: Lercara Friddi. Il tema guida<br />

<strong>della</strong> giornata è stato quello <strong>della</strong><br />

“chiamata“.. ma la chiamata che ci<br />

viene rivolta non si realizza in Chiesa o<br />

a casa, bensì per strada! Ecco perché il<br />

“cammino” nell’anno che l’A.C.R.<br />

dedica alla Compagnia ha lo slogan<br />

“SuPerStrada con Te!”. I ragazzi dopo<br />

aver trascorso una giornata di giochi, e<br />

aver adornato le strade di Lercara con<br />

bandierine e segnali stradali con “obblighi<br />

di gioia” e “co-inversione del<br />

cuore”, e avendo affrontato faticose<br />

staffette sotto un caldo sole di inizio primavera,<br />

hanno compreso che “loro”<br />

devono essere i primi testimoni di<br />

Gesù. La Strada diventa<br />

così<br />

di Lorena Lascari<br />

Responsabile Diocesana A.C.R.<br />

luogo di Incontro ma a volte anche di<br />

scontro, diventa luogo di condivisione,<br />

di ascolto ma soprattutto luogo in cui si<br />

incontra Gesù attraverso una sincera e<br />

disinteressata apertura verso “l’altro”. È<br />

nella Strada che Gesù ci incontra, e nei<br />

fratelli che si lascia incontrare, annuncia<br />

la salvezza e ci chi-Ama a diventare<br />

“operai” e “testimoni“ <strong>della</strong> sua<br />

Resurrezione. In questo cammino Gesù<br />

stesso si fa compagno di viaggio così<br />

come fece con i due discepoli di<br />

Emmaus. E così anche noi nel celebrare<br />

l’Eucaristia lo abbiamo riconosciuto<br />

nei gesti dello spezzare il pane, che<br />

oltre ogni campanile di provenienza ci<br />

riportano a Lui e ci rendono Chiesa<br />

Universale.<br />

Nonostante le tante difficoltà che l’ambito<br />

educativo ci pone dinanzi, in A.C. ,<br />

vogliamo continuare a spendere i talenti<br />

che ci sono stati affidati nelle nostre<br />

comunità parrocchiali, (i nostri<br />

Ragazzi!) consapevoli <strong>della</strong> possibilità<br />

e <strong>della</strong> bellezza di una vita pienamente<br />

umana e cristiana (senza limiti di età!),<br />

vogliamo porci al servizio di un<br />

Incontro sempre possibile “tra fede e<br />

intelligenza, tra l’altezza dell’infinito e<br />

l’ordinarietà del quotidiano”; ma per<br />

fare questo oggi c’è davvero necessità<br />

di persone, genitori, catechisti, educatori-animatori,<br />

che con sacrificio e senso<br />

di responsabilità e appartenenza alle<br />

comunità parrocchiali, aiutino i Parroci<br />

e quanti si dedicano in questa bella missione<br />

educativa. Don Bosco diceva:<br />

”educare è cosa del cuore!”<br />

Alcuni momenti <strong>della</strong> “Festa degli Incontri”<br />

2008 a Lercara Friddi


100 e 40 Anni di AC<br />

“In questa storia entro anch’io!<br />

Il gruppo A.C.G. <strong>della</strong> Parrocchia a Roma<br />

Lo scorso 2 maggio, otto rappresentanti<br />

del gruppo<br />

“Giovanissimi” del nostro paese, guidati<br />

da un educatore ed un accompagnatore,<br />

sostenuti e incoraggiati dal<br />

parroco don Enzo Cosentino, ci siamo<br />

recati a Roma per prendere parte agli<br />

incontri organizzati dall’Azione<br />

Cattolica nei giorni 3 e 4 maggio in<br />

occasione del 140° anniversario dalla<br />

fondazione dell’A.C. (a quarant’anni<br />

dal Concilio Vaticano II).<br />

Atterrati alle 7.30, siamo stati accolti<br />

in Capitale da una nostra gentile<br />

compaesana, (la signora Nunzia<br />

Figlia) la quale, oltre ad essersi occupata<br />

nelle settimane precedenti di trovarci<br />

un alloggio, ci ha offerto anche<br />

un dolce risveglio con una ricchissima<br />

colazione!<br />

Il sabato sera, superate diverse peregrinazioni,<br />

finalmente tutti in Piazza<br />

San Giovanni per partecipare alla<br />

Veglia di Preghiera e ascoltare le letture<br />

di alcuni scritti dei beati e santi<br />

testimoni in A.C., le parole del Card.<br />

Ruini e, importante occasione, per<br />

conoscere responsabili nazionali,<br />

quali il Presidente uscente Luigi Alici,<br />

il Resp. Nazionale ACR Mirko<br />

Campoli e l’Assistente Nazionale don<br />

Claudio Nora.<br />

E, a fine di una giornata molto inten-<br />

sa e un lungo e ricco tour romano…<br />

a nanna!<br />

Domenica mattina alle 6.00 tutti giù<br />

dal letto…e a qualche fermata di<br />

metrò eccoci a Piazza San Pietro!<br />

La festa ha inizio sotto un sole picchiante<br />

con la proiezione di un filmato<br />

sull’A.C. e degli uomini-protagonisti<br />

che ne hanno segnato la storia,<br />

come Armida Barelli, Mario Fani,<br />

Giuseppe Toniolo, Vittorio Bachelet,<br />

Alberto Marvelli, Pina Suriano, la pic-<br />

cola Nennnolina e molti altri testimoni<br />

di Fede.<br />

Lo staff che animava ha poi fatto rotolare<br />

per la piazza tra le mani festanti<br />

dei tanti soci radunati per il grande<br />

incontro dei giganteschi palloni, che<br />

passando da una mano all’altra, sono<br />

stati simbolo del compito di cui ciascuno<br />

deve farsi portatore: l’annunzio<br />

del Vangelo agli altri.<br />

Una vastissima famiglia, disposta già<br />

da tempo ad accogliere ed ad adempire<br />

a questo compito, “Tra piazze e<br />

campanili”; in più di centocinquantamila<br />

per celebrare il Banchetto<br />

Eucaristico e rendere Gloria a Dio.<br />

Così, accogliendo Benedetto XVI con<br />

un applauso festoso, l’A.C. ha ricevuto<br />

la consegna, che in continuità con<br />

quelle ricevute da Giovanni Paolo II a<br />

Loreto nel 2004 (Contemplazione,<br />

Comunione e Missione), la guiderà in<br />

questo triennio associativo: “Siate<br />

testimoni coraggiosi e profeti di radicalità<br />

evangelica”.<br />

Pellegrini provenienti da ogni regione<br />

d’Italia e rappresentanti dell’A.C.<br />

internazionale con un’unica meta:<br />

entrare in questa storia come<br />

“Cittadini degni del Vangelo”.<br />

Gruppo A.C.G. Parrocchia Maria<br />

SS. Annunziata - Mezzojuso<br />

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e6<br />

Icona dell’Odigitria<br />

Simulacro <strong>della</strong> Madonna<br />

<strong>della</strong> Favara<br />

Odigitria di Calatamauro<br />

Statua, icona e mosaico<br />

dell’Odigitria a Contessa Entellina<br />

Chi partecipa alla “Paraclisis”,<br />

celebrata nella chiesa parrocchiale<br />

latina dal 1° al 15 agosto, osservando<br />

attentamente sia la statua <strong>della</strong><br />

Madonna <strong>della</strong> Favara (dentro la nicchia<br />

sopra l’altare centrale), sia il<br />

mosaico dell’Odigitria di Calatamauro<br />

(copertina del libretto), sia l’icona<br />

dell’Odigitria (esposta davanti alla<br />

balaustra), può riscontrare una straordinaria<br />

rispondenza dell’immagine<br />

(espressione, dimensioni, posizione<br />

delle mani, ecc. <strong>della</strong> Madonna e del<br />

Bambino): le tre opere d’arte (statua,<br />

icona e mosaico) sono quindi espressione<br />

dell’immagine <strong>della</strong> Madonna<br />

Odigitria, l’icona più nota<br />

dell’Oriente bizantino.<br />

Le peculiari caratteristiche iconografiche<br />

<strong>della</strong> statua <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong><br />

Favara pertanto, anche se opera di un<br />

artista di formazione tecnica, religiosa<br />

e culturale occidentale, sono tipicamente<br />

orientali. La statua, tipica<br />

immagine sacra dell’Occidente romano,<br />

riproduce infatti la Madonna <strong>della</strong><br />

Favara con le tipiche sembianze<br />

dell’Odigitria.<br />

La straordinaria somiglianza tra l’immagine<br />

del mosaico e quella <strong>della</strong> statua,<br />

possono attendibilmente suggerire<br />

l’ipotesi che la lastra di pietra con<br />

l’immagine <strong>della</strong> Madonna, trovata<br />

nella fontana Favara e custodita nella<br />

cappella <strong>della</strong> Madonna del Muro, sia<br />

il mosaico custodito nel museo di<br />

Palermo, e che l’artista Marabitti scolpì<br />

nel 1652 la statua <strong>della</strong> Madonna<br />

<strong>della</strong> Favara, certamente secondo le<br />

aspettative dei fedeli, con le sembianze<br />

<strong>della</strong> Madonna del Muro, venerata<br />

a Contessa fino all’inizio del 1800,<br />

quando fu misteriosamente sottratta<br />

dalla sua cappella (l’attuale dedicata a<br />

S. Francesco nella chiesa parrocchiale<br />

latina).<br />

Paraclisis - Originale inno di supplica<br />

e bellissima composizione poetica in<br />

onore <strong>della</strong> Madre di Dio, la<br />

“Paraclisis” viene cantata nella quare-<br />

di Calogero Raviotta<br />

sima <strong>della</strong> Dormizione (1-15 agosto) e<br />

recitata “in ogni afflizione spirituale e<br />

difficoltà”. Molto conosciuta e praticata<br />

nelle Chiese d’Oriente, come il<br />

“Rosario” nella Chiesa d’Occidente,<br />

dai fedeli di rito orientale a Contessa<br />

viene cantata, nella chiesa <strong>della</strong><br />

Madonna <strong>della</strong> Favara, dal 1° al 15<br />

agosto, ogni giorno nel tardo pomeriggio.<br />

Forse in passato questa antica<br />

ufficiatura, era recitata la sera e per<br />

questo a Contessa è nota anche col<br />

nome di “Compieta”.<br />

Anche nella chiesa di rito romano, in<br />

particolare in Sicilia, nella quindicina<br />

<strong>della</strong> festa dell’Assunzione <strong>della</strong><br />

Madonna, vengono recitate delle particolari<br />

preghiere, come il “Rosario”<br />

in dialetto siciliano, recitato nella cappella<br />

<strong>della</strong> Madonna del Balzo a<br />

Contessa (via S. Nicolò).<br />

Madonna <strong>della</strong> Favara - La<br />

“Paraclisis” quindi è una ufficiatura<br />

tipicamente orientale ed è stata a<br />

Contessa sempre praticata dai fedeli di<br />

rito bizantino nella chiesa <strong>della</strong><br />

Madonna <strong>della</strong> Favara, sia prima che<br />

dopo l’anno 1698, quando fu istituita<br />

la parrocchia latina. Inizialmente gli<br />

Albanesi, che ripopolarono il casale di<br />

Contessa, cantavano la “Paraclisis”<br />

dinanzi all’immagine <strong>della</strong> Madonna,<br />

dipinta su una lastra di pietra, trovata,<br />

secondo la tradizione, vicino alla fontana<br />

Favara. L’immagine predetta,<br />

chiamata anche Madonna del Muro,<br />

non va confusa con la statua ancor<br />

oggi venerata, scolpita da Benedetto<br />

Marabitti di Chiusa Sclafani nel 1652.<br />

Odigitria di Calatamauro - E’ un<br />

mosaico del XIII secolo, proveniente<br />

da Contessa e conservato presso la<br />

Galleria Regionale <strong>della</strong> Sicilia<br />

(Palermo, palazzo Abatellis, via<br />

Alloro, 4). Questa immagine <strong>della</strong><br />

Madonna è riprodotta sulla copertina<br />

del libretto <strong>della</strong> “Paraclisis”, oggi<br />

usato per seguire l’ufficiatura celebrata<br />

nella chiesa <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong><br />

Favara.


XX FESTA<br />

REGIONALE ASAD<br />

PER GLI ALUNNI<br />

DEL “BAMBINO<br />

GESÚ” DI<br />

MEZZOJUSO<br />

Lo scorso 24 Maggio, i 15 alunni<br />

dell’asilo “Bambino Gesù” del<br />

Collegio di Maria di Mezzojuso si sono<br />

recati a Palermo per partecipare alla XX<br />

Festa Regionale ASAD. Da sette anni,<br />

il Collegio di Maria prende parte alle<br />

manifestazioni organizzate dall’ASAD:<br />

Associazione Sport Attività Didattiche,<br />

senza scopo di lucro, nata per diffondere<br />

la pratica dell’attività motoria tra i<br />

giovanissimi e che mette a disposizione<br />

dei bambini insegnanti per le discipline<br />

di lingua inglese, di musica e di arte.<br />

L’evento ha avuto come palcoscenico il<br />

velodromo P. Borsellino di Palermo<br />

dove il prof. Giuseppe Raiti, presidente<br />

dell’ASAD regionale, ha accolto con il<br />

suo saluto tutti i partecipanti alla manifestazione.<br />

Una festa di sport, di musica<br />

e di altre discipline, i cui protagonisti<br />

sono stati gli alunni di 37 istituti<br />

scolastici di tutta la Sicilia. Per tutto il<br />

pomeriggio lo stadio ha brulicato di<br />

bambini in trepidazione, che nonostante<br />

la calda giornata, hanno saputo<br />

meravigliare con la loro semplicità i<br />

genitori, le insegnanti e tutto il pubblico<br />

presente, dimostrando loro che lo<br />

stadio può ancora essere un luogo d’in-<br />

Il Presidente dell’ASAD Raiti, con Suor Colomba e Ina Cangelosi. In basso, alcuni alunni del “Bambino Gesù”<br />

durante l’esibizione al velodromo<br />

contro e di divertimento.<br />

La manifestazione è stata aperta da un<br />

ospite d’eccezione, il tedoforo<br />

Antonio Rossi, campione mondiale di<br />

canoa, che con la fiaccola olimpica ha<br />

dato inizio ai giochi. Come sempre la<br />

manifestazione annuale porta con sé<br />

un tema, che quest’anno è stato la<br />

Fraternità, un valore che i bambini<br />

dell’asilo hanno sperimentato durante<br />

l’anno scolastico attraverso i giochi e<br />

lo stare insieme, giorno dopo giorno, e<br />

che ora hanno potuto scrivere sul<br />

prato verde dello stadio formando<br />

un’enorme scritta che si muoveva al<br />

ritmo di musica.<br />

Durante il pomeriggio, tutte le classi<br />

dei vari Istituti si sono esibite in varie<br />

discipline, e i bambini dell’asilo<br />

“Bambino Gesù” hanno realizzato un<br />

piccolo saggio di danza ginnica contemporaneamente<br />

ad altre classi, che<br />

ha ripagato dalla fatica e dalla stanchezza<br />

l’insegnate di attività motoria,<br />

Ina Cangelosi, e la responsabile<br />

dell’Istituto, suor Colomba.<br />

L’appuntamento è per il prossimo<br />

anno con altri temi da sviluppare e da<br />

insegnare ai bambini come veri valori<br />

<strong>della</strong> vita.<br />

Gaudenzia Muscarello<br />

e7


e8<br />

Il servo di Dio<br />

Pietro Marcellino Corradini<br />

Il ricordo del fondatore dei Collegi di Maria<br />

nel 350° anniversario <strong>della</strong> nascita<br />

Nella ricorrenza del 350° anniversario<br />

<strong>della</strong> nascita del servo di<br />

Dio, Pietro Marcellino Corradini<br />

abbiamo la grazia di poter celebrare<br />

un anno giubilare con la possibilità di<br />

lucrare l’indulgenza plenaria.<br />

Qualcuno si chiederà: chi è Pietro<br />

Marcellino Corradini?<br />

Il servo di Dio Pietro Marcellino<br />

Corradini è il Fondatore dei Collegi<br />

di Maria. Nacque a Sezze il 2 giugno<br />

1658 - morì a Roma l’8 febbraio 1743.<br />

Fu cardinale di santa Romana<br />

Chiesa, vescovo di Frascati, fondatore<br />

<strong>della</strong> Congregazione delle Suore<br />

Collegine <strong>della</strong> S. Famiglia.<br />

Ecco come vide il servo di Dio un suo<br />

contemporaneo, mons. Domenico<br />

Giorgi:<br />

Era di bassa statura e di corporatura<br />

esile, aveva la fronte ampia, gli occhi<br />

vivaci e dotati di uno sguardo penetrante,<br />

era di ingegno acuto e sveglio,<br />

nella conversazione era cordiale ed<br />

autorevole, concreto piuttosto che<br />

lusingatore, senza affettazione ed adulazione;<br />

nell’esprimere il proprio<br />

parere era franco.<br />

All’università “la Sapienza” di Roma<br />

consegue la laurea di giurisprudenza.<br />

Sebbene giovane esercita la professione<br />

di avvocato con vero successo,con-<br />

tinuando nel frattempo a coltivare gli<br />

studi di storia e di archeologia.<br />

A Roma si fa presto conoscere per<br />

l’onestà intellettuale che lo caratterizza:<br />

sono in molti quelli che si rivolgono,<br />

a Lui, stimandolo degno di fiducia<br />

ed ammirandone la preparazione e la<br />

competenza in ogni genere di questioni<br />

giuridiche.<br />

Il papa Innocenzo XI lo tiene in grande<br />

considerazione e lo assume negli<br />

Uffici <strong>della</strong> Curia Romana.<br />

Il 10 Giugno nel 1702, all’età di 44<br />

anni, viene ordinato sacerdote nella<br />

basilica del Laterano.<br />

Nel 1707 viene consacrato vescovo,<br />

nel 1712 è creato cardinale e nel 1734<br />

diventa vescovo di Frascati.<br />

Durante tutta la sua carriera ecclesiastica,<br />

egli serve la Chiesa e la Sede<br />

Apostolica con intelligenza e versatilità<br />

particolari, dimostrando in ogni occasione,<br />

anche le più difficili ed intricate,<br />

carattere forte ed aperto, integrità di<br />

costumi, rettitudine e cultura straordinaria.<br />

Prende parte a ben 4 Conclavi per<br />

l’elezione del Sommo Pontefice e si<br />

mantiene sempre dalla parte <strong>della</strong><br />

Chiesa nella difesa <strong>della</strong> sua libertà spirituale<br />

e delle sue prerogative nel trattare<br />

affari di natura prettamente religiosa.<br />

“Fino alla fine dei suoi giorni si distinse<br />

per costumi irreprensibili, per grande<br />

intelligenza e memoria, per integrità<br />

delle sue facoltà di corpo e di spirito:<br />

Inclinato per natura alla comprensione,<br />

alla gratitudine, alla rettitudine,<br />

alla generosità, all’ospitalità, al mecenatismo,<br />

gareggiava in fedeltà, in servizi<br />

ed affettuosità”.<br />

Il 15 Dicembre 1734 fu promosso alla<br />

Chiesa di Frascati, che fece rifiorire<br />

con sanzioni, decreti e istituzioni<br />

molto opportune e particolarmente<br />

con frequenti visite pastorali e missioni<br />

per incrementare la vita cristiana<br />

nel clero e nei fedeli; resse questa diocesi<br />

con amore e prudenza, soccorse<br />

con larghezza i poveri, gli indigenti e i<br />

miseri di ogni parte <strong>della</strong> diocesi.<br />

San Vincenzo Maria Strambi scrisse<br />

di Lui:<br />

Fu il Corradini, come ognun sa, uomo<br />

di vera pietà, di grande discernimento,<br />

di rettitudine inalterabile, d’incorrotta<br />

giustizia, di carità sviscerata,<br />

onde poteva chiamarsi Protettore e<br />

Padre dei poveri.


Mons. Fabi Montani lo elogia in questi<br />

termini:<br />

Com’era commovente vedere un<br />

Cardinale di tanto sapere… correre<br />

verso l’ospedale di S. Gallicano, da lui<br />

diretto, tra gli ammalati più incurabili e<br />

contagiosi, avvicinarsi ai loro letti, a<br />

prestar loro di sua stessa mano soccorso.<br />

La porpora del Corradini non<br />

mandò mai luce più sfolgorante e bella.<br />

Fu apostolo delle vocazioni: tra le<br />

altre seppe intuire, incoraggiare,<br />

sostenere, aiutare le vocazioni di S.<br />

Paolo <strong>della</strong> Croce e del suo fratello<br />

Giovanni Battista fino al sacerdozio e<br />

all’approvazione delle Regole <strong>della</strong><br />

Congregazione dei Padri Passionisti:<br />

Si fece “ Tutto a tutti”, dimostrando a<br />

ciascuno la ricchezza del suo cuore.<br />

La sua paternità si irradiava su tutte<br />

le anime.<br />

Amò ogni persona col cuore stesso di<br />

Dio.<br />

Pienamente inserito nelle vicende del<br />

suo tempo, specie per ciò che concerne<br />

le relazioni con i regnanti e con i<br />

loro rappresentanti, il Corradini non<br />

dimentica però di orientare coerentemente<br />

la sua vita nella direzione del<br />

servizio e <strong>della</strong> carità senza confini.<br />

La fondazione <strong>della</strong> Congregazione<br />

delle Suore collegine <strong>della</strong> Santa<br />

Famiglia, come di altre benemerite<br />

istituzioni da lui volute, è il frutto del<br />

suo cuore generoso, docile agli impulsi<br />

dello Spirito Santo ed attento alle<br />

necessità dei più poveri.<br />

Per le ragazze bisognose di istruzione<br />

e di educazione di Sezze, infatti, egli<br />

trasforma la sua casa in un nuovo<br />

Istituto allo scopo di preparare il loro<br />

avvenire di madri, capaci di vivere<br />

dignitosamente e di trasmettere la fede<br />

cristiana insieme alla morale e ai valori<br />

più nobili ed imperituri tanto necessari<br />

alla convivenza civile.<br />

Dio gli donò il carisma <strong>della</strong> carità<br />

educativa come particolare esperienza<br />

dello Spirito.<br />

Il fondatore l’ha trasmessa a noi suoi<br />

discepoli per essere custodita, approfondita,<br />

sviluppata in sintonia con il<br />

Corpo di Cristo in perenne crescita.<br />

Il Carisma è forza che si dona senza<br />

misura che non conosce ostacoli nel<br />

tempo, che si propone sempre e si configura<br />

con il messaggio evangelico.<br />

Il Corradini uomo del suo tempo<br />

colto, umile, nobile, impegnato nei<br />

problemi e negli affari <strong>della</strong> Curia<br />

Romana, trovò tempo e modi per vivere<br />

il comandamento del Signore.<br />

AMA IL PROSSIMO TUO<br />

Era il 1717. Sentì l’amore per le anime<br />

e il servizio <strong>della</strong> Chiesa come un’esigenza<br />

profonda di tutta la sua vita.<br />

La sua opera di evangelizzazione percorse<br />

la via <strong>della</strong> Carità non a parole<br />

ma con la manifestazione delle opere.<br />

Egli credette nell’amore che rigenera<br />

la vita. Per questo nel nome <strong>della</strong> carità<br />

fondò la nostra Congregazione, e le<br />

affidò il compito costante dell’annuncio<br />

del Vangelo quale unico tesoro.<br />

Sono passati 291 anni, quasi tre secoli<br />

di storia, segnati da eventi rilevanti,<br />

talvolta drammatici, che testimoniano<br />

il cammino di una Comunità, che si<br />

moltiplica e si espande con lo spirito<br />

missionario.<br />

L’attività missionaria è una delle<br />

espressioni vitali dell’essere<br />

Collegine:<br />

AMARE - ELEVARE - ISTRUIRE -<br />

TENDERE LA MANO ANCHE AI<br />

LONTANI.<br />

E’ in corso la causa per la sua canonizzazione.<br />

Noi lo invochiamo come<br />

PADRE: la sua paternità si irradiava<br />

su tutte le anime;<br />

PASTORE: si fece “tutto a tutti”,<br />

dimostrando a ciascuno la ricchezza<br />

del suo cuore.<br />

FONDATORE: dispose che le sue<br />

figlie spirituali si santificassero come<br />

educatrici e come “madri nel<br />

Signore”.<br />

Suor Maria Lo Pinto<br />

COLLEGIO DI MARIA - MEZZOJUSO<br />

30 MAGGIO 2008<br />

Solennità del<br />

Sacro Cuore<br />

La solennità del Sacro Cuore di Gesù<br />

ha avuto una celebrazione solenne: la<br />

riflessione sull’amore di Gesù ha<br />

messo in luce il valore e il senso di<br />

questa giornata liturgica tutta incentrata<br />

sulla contemplazione di quel che<br />

ha fatto il nostro Salvatore Gesù<br />

Cristo e quel che dobbiamo fare noi.<br />

E’ facile comprendere anzitutto che il<br />

cuore è un simbolo molto ricco <strong>della</strong><br />

capacità umana di volere e di amare.<br />

La sensibilità umana ha la sua sede nel<br />

cuore, Dio solo ne conosce i battiti e<br />

sa ispirarne gli orientamenti: Dio<br />

infatti ci ha amato per primo sin dall’eternità:<br />

Gesù il suo Figlio unigenito<br />

con l’incarnazione ha reso visibile e<br />

concreto, fino a farcelo sperimentare<br />

in tanti modi, questo amore divino,<br />

infinito, misterioso. Perciò Egli ci<br />

invita a imparare da Lui, che è mite e<br />

umile di cuore. Alla sua scuola noi<br />

impariamo ad amare secondo dimensioni<br />

completamente nuove.<br />

e9


e10<br />

E<br />

’ il 28 maggio 2008, la silenziosa<br />

piazzetta di Padre Pio (Fontana<br />

Vecchia) viene invasa da un coretto di<br />

vocine di bimbi e dal suono solerte del<br />

fischietto del vigile urbano: è arrivato<br />

il momento, tanto atteso dai piccoli<br />

automobilisti, dell’esame di “scuola<br />

guida dell’ infanzia”.<br />

Educare fin dalla più tenera età al<br />

rispetto di alcune semplici regole farà<br />

crescere adulti più responsabili. Un<br />

bambino ben formato ed informato<br />

diventerà, senza dubbio, un adulto<br />

cosciente del mondo in cui vive e si<br />

muove.<br />

L’educazione stradale si colloca benissimo<br />

nel contesto formativo <strong>della</strong><br />

scuola dell’infanzia, occupa una posizione<br />

trasversale a tutte le aree di<br />

apprendimento, rientrando pienamente<br />

nel più vasto compito che la scuola<br />

è chiamata a svolgere.<br />

Il progetto “AMICA STRADA” è stato<br />

avviato i primi giorni di maggio con<br />

l’esplorazione dei cartelli stradali<br />

(obbligo, pericolo e indicazione) e con<br />

di Liana La Gattuta<br />

la visita al semaforo. Durante l’ uscita i<br />

segnali sono stati debitamente fotografati.<br />

Visionando le foto <strong>della</strong> passeggiata,<br />

i bambini hanno ripassato il significato<br />

dei segnali stradali ed hanno, poi,<br />

disegnato i loro segnali preferiti partecipando<br />

così all’allestimento dei materiali<br />

da utilizzare per il percorso stradale<br />

realizzato con le transenne, gentilmente<br />

messe a disposizione dal Comune di<br />

Mezzojuso. Il percorso creato è stato<br />

sicuramente alla portata dei bambini,<br />

che saliti sulle loro automobili e motociclette<br />

hanno iniziato a “scorrazzare”<br />

rispettando le regole apprese in precedenza:<br />

fermandosi davanti allo stop,<br />

aspettando davanti al semaforo rosso,<br />

non imboccando strade in presenza di<br />

divieti di accesso, non sostando sotto i<br />

divieti di sosta, rallentando in prossimità<br />

di pericoli vari. Alla fine del percorso<br />

tutti gli alunni sono stati promossi e<br />

hanno ricevuto dall’ufficiale di Polizia<br />

Municipale, il sig. Spata Giuseppe, a<br />

cui va un particolare ringraziamento per<br />

la collaborazione, la “baby patente” con<br />

tanto di firma e timbro.<br />

Il giorno dell’esame di guida è stato<br />

solo uno dei tanti momenti che hanno<br />

reso particolarmente intensa ed impegnata<br />

questa parte finale dell’anno<br />

scolastico. Il 6 giugno i bambini<br />

hanno salutato la scuola con il recital<br />

“un anno in musica”, nello stesso giorno<br />

si è avuta la cerimonia di consegna<br />

dei diplomi, avvenuta alla presenza<br />

del Dirigente Scolastico che ha reso<br />

più “ufficiale” il momento, e la proiezione<br />

del D.V.D. “un sorriso lungo un<br />

anno” che è stato omaggiato agli alunni<br />

per ricordare i momenti più importanti<br />

dell’anno scolastico appena trascorso.<br />

La festa è stata allietata dal<br />

buffet organizzato dai genitori, che si<br />

sono anche premurati di portare un<br />

regalo alle insegnanti; al tutto si è<br />

aggiunto il gelato offerto dal signor<br />

Pietro Napoli, che ha voluto festeggiare,<br />

con i bambini, la conclusione del<br />

suo “percorso di guida” con lo scuolabus:<br />

allo “zio Pietro” un augurio speciale!


Isuoi occhi. Non il viso tumefatto, il corpo nudo, segnato…<br />

Ricordo chiaramente i suoi occhi.<br />

Camminava a stento, con le braccia staccate dai fianchi,<br />

forse per impedire alle stesse di strofinare sulle ferite o<br />

forse per cercare il calore di un abbraccio.<br />

I suoi occhi neri, profondi, incastonati su un viso da bambina<br />

raccontavano storie di un orrore inaudito, parlavano<br />

di sofferenze e di terrore, di crudeltà e cinismo, ma, nello<br />

stesso tempo, sprigionavano amore per la vita di prima.<br />

Prima <strong>della</strong> guerra.<br />

La casa dove era nata era stata costruita da suo padre con<br />

grosse assi di legno stagionate incastrate ortogonalmente<br />

le une sulle altre e rifinite da un solido tavolato interno.<br />

Il tetto a spioventi, in legno e tegole scure e resina di<br />

pino, era l’orgoglio di suo padre. “Non fa una goccia<br />

d’acqua”, diceva guardandolo compiaciuto nelle serate<br />

piovose.<br />

Il colore delle pareti era stato velato dalla pioggia e dal<br />

muschio.<br />

Sotto il porticato d’edera, davanti all’uscio, due grossi<br />

tronchi mo<strong>della</strong>ti dall’uso, ove sedersi a godere <strong>della</strong> frescura<br />

serale.<br />

Vittoriano Gebbia<br />

I suoi occhi<br />

Pubblichiamo a partire da questo numero la prima delle quattro puntate del romanzo di Vittoriano Gebbia.<br />

Vittoriano, menzijusaro d’origine, nasce, vive ed opera a Palermo, senza interrompere assolutamente i rapporti con l’ambiente<br />

di provenienza. Esercita la professione di Architetto ma non ha mai abbandonato la sua passione per la narrativa, ed è<br />

autore di diversi romanzi. Le descrizioni ben definite e particolareggiate degli spazi e dei contesti fantasiosi descritti nei suoi<br />

racconti sono orientati ad identificarsi con sceneggiature comunemente percepite nei nostri ambienti. Ecco perché la lettura<br />

diventa scorrevole e appassionata, semplice ma non manchevole di profondi significati.<br />

Il pavimento, povero, fatto di tavole, emanava un odore<br />

fruttato e di miele d’acacia ed era piacevole calpestarlo a<br />

piedi nudi.<br />

Dentro, un camino in pietra calcarea sprigionava calore<br />

anche quando era spento.<br />

La casa sembrava fosse stata costruita, e forse era così,<br />

attorno ad un lastrone di pietra sul quale sua madre<br />

cucinava.<br />

C’era da molto tempo la sua casa in quella vallata, tanto da<br />

essersi integrata con la natura in un rapporto simbiotico.<br />

A pochi passi un bosco fitto per molto tempo vietato a lei<br />

e a suo fratello, dall’altro lato il recinto e la capanna di<br />

Bettina dalle mammelle sempre gonfie di latte.<br />

A toccare la casa, l’orto e, poco lontano, una striscia di<br />

terra colorata dalle stagioni.<br />

Suo padre era un uomo alto e corpulento. Il viso, segnato<br />

dal sole, era parzialmente nascosto dai folti baffi, tanto<br />

che non si capiva quando ridesse. Era un tipo taciturno e,<br />

a chi non lo conoscesse, poteva sembrare addirittura<br />

scontroso. Ma i suoi modi gentili e affabili, che poco si<br />

addicevano ad un omone dall’aspetto così rude, si evidenziavano<br />

immediatamente.<br />

e11


e12<br />

Illustrazioni di Ciro Muscarello<br />

Vittoriano Gebbia<br />

I suoi figli alimentavano la sua vita.<br />

Lei si sentiva protetta ed al sicuro quando gli era accanto.<br />

“Papà, vediamo se sono cresciuta”, e gli si accostava<br />

segnando su di lui con la mano il punto in cui le arrivava<br />

la testa. Ma accanto a suo padre sarebbe sembrata<br />

sempre troppo piccola.<br />

Non sempre il destino permette a due persone fatte l’una<br />

per l’altra di incontrarsi, ma suo padre e sua madre erano<br />

stati fortunati: sembrava che un unico essere vivente si<br />

fosse sdoppiato in due entità apparentemente separate<br />

ma unite da un legame invisibile e percettibile.<br />

Aveva compiuto diciotto anni da qualche giorno, quando,<br />

una mattina, decise di entrare nel bosco vicino per<br />

scoprire quali misteri nascondesse.<br />

“Ormai sono grande”, pensò, “e papà non può impedirmi<br />

di allontanarmi per qualche ora da casa”.<br />

Camminò poche centinaia di metri e si trovò davanti alla<br />

fila di pini che aveva sempre visto da lontano e che, così<br />

da vicino, sembravano più alti di quanto avesse mai<br />

immaginato.<br />

Al di là il buio, l’apparente disordine del bosco e il sole<br />

che a tratti disegnava strisce di luce per terra.<br />

Non ebbe paura e si addentrò fra il verde con il naso<br />

all’insù cercando di scorgere il cielo azzurro rassicurante<br />

fra le cime degli alberi che si piegavano attraversate<br />

dal vento invernale.<br />

Fu allora che arrivarono, ma non li vide.<br />

Sentì solo il rombo dei motori, un boato sordo e suo<br />

padre che gridava: “Fermatevi, noi non c’entriamo!”.<br />

Ma le bombe erano sorde e continuavano a scendere ed<br />

a distruggere.<br />

Si piegò sulle gambe e, socchiudendo gli occhi, si strinse<br />

la testa fra le mani. Restò così, ferma, fino a quando<br />

non sentì più nulla.<br />

Si alzò di scatto e corse verso la sua casa cercando di<br />

scorgerla fra un tronco e l’altro.<br />

Immediatamente si rese conto che tutto quello che c’era<br />

stato non c’era più. La sua casa era ridotta ad un cumulo<br />

di legna arsa.<br />

Scavò con le mani. “Papà, Mamma, Francesco…” continuava<br />

a ripetere, quando si accorse che i vestiti le bruciavano<br />

addosso, ma non provava dolore o, forse, il dolore che<br />

aveva dentro superava quello provocato dalle bruciature.<br />

Si strappò i vestiti di dosso e continuò a scavare fino a<br />

quando, esausta, non si accasciò per terra.<br />

Il bosco vietato le aveva salvato la vita.<br />

Si ritrovò a vagare senza meta fino a quando non mi si<br />

parò davanti.<br />

Le andai incontro d’istinto e l’avvolsi con il mio pastrano,<br />

enorme rispetto a lei, appesantito dalla pioggia e dal<br />

fango.<br />

La sua faccia trasfigurò in una smorfia assurda di dolore,<br />

ma subito dopo la sua bocca accennò ad un sorriso fuori<br />

luogo.<br />

La sorressi e ci allontanammo lungo la strada.<br />

Nessuno del drappello degli uomini che comandavo mi<br />

fermò. Forse perché ero il più alto in grado, forse perché<br />

tutti pensavano che stessi facendo la cosa giusta o forse,<br />

semplicemente, perché non si accorsero di me.<br />

La sorreggevo, camminavamo vicini, ma si sentiva solo<br />

il rumore dei miei passi amplificato dai pesanti scarponi.<br />

Camminammo fino a che non fece buio e ci trovammo<br />

davanti ad una piccola chiesetta di campagna.<br />

Era costruita di solida pietra arenaria ed era chiusa da un<br />

imponente portone di castagno.<br />

Le bombe l’avevano risparmiata anche se ci erano andate<br />

molto vicine. Una buca enorme, provocata da<br />

un’esplosione, aveva fatto inclinare paurosamente il<br />

campanile, ma questo, quasi a dispetto, rimaneva in piedi<br />

aggrappato tenacemente alla terra.<br />

Spinsi il portone, credendolo più pesante di quanto non<br />

fosse, con una forza fuori misura, facendolo battere violentemente<br />

sugli stipiti. Entrammo.<br />

La chiesa non doveva essere più frequentata da tanto<br />

tempo. Le panche di legno erano diventate alimento per<br />

i tarli; i pavimenti erano stati dissestati dalle radici degli<br />

alberi vicini; i muri macchiati dall’umidità del tempo.<br />

Doveva essere sicuramente una chiesa sconsacrata ma,<br />

entrandoci, ebbi l’impressione che Dio non fosse andato<br />

mai via.<br />

Feci sedere la ragazza su una panca traballante e richiusi<br />

il portone alle mie spalle bloccandolo con delle tavole.<br />

In un angolo, vicino all’altare in marmo bianco, un<br />

cumulo di abiti usati.<br />

Non so perché fossero là. Forse erano stati donati da un<br />

ricco benefattore per i poveri <strong>della</strong> parrocchia, ma ci<br />

furono utili: ci potemmo vestire con indumenti asciutti.<br />

Parte li adoperammo per fare un comodo e caldo giaciglio.


“Vieni, ragazza” le dissi e, aiutandola ad alzarsi, la feci<br />

adagiare sul letto improvvisato.<br />

“Grazie, soldato” e socchiuse gli occhi.<br />

Mi sedetti per terra ed appoggiai la schiena all’altare,<br />

guardando il portone: era quello l’unico punto d’accesso.<br />

Mi appostai con il fucile fra le gambe, così come mi<br />

aveva addestrato il capitano. Il mio capitano.<br />

Strano uomo, lui. Un tipo tarchiato, biondiccio ed<br />

occhialuto. In quell’inferno un vero amico.<br />

Non mi chiamò mai per nome, anche quando ci sedevamo<br />

assieme a consumare un pasto approssimato, mi chiamava<br />

sempre “tenente”, anzi, a dire il vero, abbreviava in<br />

“tenè”. Ed io, per rispondergli a tono, ma scherzosamente:<br />

“Agli ordini, capità”.<br />

La cosa che mi mancava di più, in quella guerra che non<br />

capivo, era di non sentirmi chiamare col mio nome di<br />

battesimo.<br />

Per tutti ero “tenente”, “Tenè” per “Capità”.<br />

In quella guerra, mi ci avevano trascinato mio malgrado;<br />

ma per Capità, fare la guerra, era il suo mestiere.<br />

Lui aveva delle personalissime teorie filosofiche sulla<br />

guerra. “La guerra serve…” mi ripeteva spesso. “Serve a<br />

fare diminuire gli uomini sulla terra, altrimenti non c’entreremmo<br />

più”. O tirava fuori la trita “Se vuoi la pace,<br />

prepara la guerra”.<br />

“Per la legge del tempo” un giorno mi disse “tutto ha un<br />

inizio e tutto ha una fine. Ed allora perché sprecare tante<br />

energie per sopravvivere se alla fine ciò non porterà a nessun<br />

risultato positivo? Stando così le cose” concluse “preferisco<br />

morire così come sono vissuto: combattendo”.<br />

Non riuscivo a capirlo. Potevamo dissertare sull’argomento<br />

all’infinito con parole altisonanti fino ad abusarne,<br />

lavorare intellettualmente sul tema fino a confonderci<br />

i pensieri, studiare come rendere la guerra una dottrina<br />

filosofica..., ma restava il fatto che quello che mi spaventava<br />

di più non era morire, ma essere costretto ad<br />

uccidere per sopravvivere.<br />

I suoi occhi<br />

Strano tipo, Capità.<br />

A qualcuno che gli chiedesse il suo nome, rispondeva di<br />

chiamarsi Juri.<br />

Una sera, davanti ad una bottiglia di vino, con la mente<br />

annebbiata e la lingua sciolta dall’alcool mi confessò che<br />

il suo nome di battesimo era Pasqualino. Poco si addiceva<br />

quel nome ad un “guerriero”, così come amava definirsi.<br />

Penso che non mi abbia mai chiamato per nome per evitare<br />

che gli chiedessi il suo.<br />

Un vero amico, Capità. Devo a lui la mia vita ed ai suoi<br />

insegnamenti “sull’arte <strong>della</strong> guerra”.<br />

Ero lì, in quella chiesa, con una ragazza sconosciuta alla<br />

quale stavo cercando di salvare la vita ed ero un disertore.<br />

Non avevo più compagni.<br />

Erano diventati tutti miei nemici, indipendentemente dal<br />

colore <strong>della</strong> loro divisa.<br />

Mi appostai, così come mi aveva insegnato Capità,<br />

appoggiato all’altare.<br />

Mi tirai addosso un po’ di quegli stracci bisunti e mi preparai<br />

per la notte. “Ragazza” sussurrai “dormi?” non mi<br />

rispose e pensai che fosse morta, ma la vidi respirare.<br />

La notte trascorse fra improvvisi sussulti per rumori lontani<br />

e assopimenti repentini per la stanchezza.<br />

La mattina fu lei a svegliarmi. “Soldato”, disse “hai niente<br />

da mangiare?”<br />

Aprii gli occhi, mi guardai intorno e ci volle qualche<br />

secondo per capire dove fossi.<br />

Frugai nervosamente dentro il mio zaino e tirai fuori<br />

tutto ciò che avevo: qualche scatola di carne, due pagnotte,<br />

due scatole di fagioli, tre mele. Nient’altro.<br />

Facendo economia potevano bastarci per tre giorni.<br />

Ragazza prese una mela e mi fece segno di passarle il<br />

pugnale che avevo alla cintola. Tagliò la mela e me ne<br />

offrì la metà.<br />

Mi sembrò che stesse meglio rispetto al giorno prima, ma<br />

non aveva la forza di alzarsi, e soprattutto, per non irritare<br />

le sue ferite, cercava di muoversi il meno possibile.<br />

Fu allora che cominciò a raccontarmi la sua vita. Di suo<br />

padre, sua madre, suo fratello, <strong>della</strong> sua casa.<br />

Il suo racconto era spesso intercalato da “sai, Soldato?<br />

Ero felice prima.”<br />

Il suo modo di parlare era pacato. L’ascoltavo con piacere<br />

perché mi ricordava il tepore di una famiglia del quale<br />

da troppo tempo non godevo.<br />

Durante il suo racconto pensavo spesso a mia madre ed<br />

alla sua disperazione nel vedermi partire. Ed a mio padre<br />

che contraeva le labbra nel tentativo di non piangere.<br />

Pensavo alla manina di mio fratello che accennava un<br />

saluto mentre il treno inesorabilmente cominciava a<br />

muoversi.<br />

Troppo tempo era passato.<br />

Mi trovavo in quel posto irreale a succhiare svogliatamente<br />

mezza mela, ascoltando il racconto dell’esistenza<br />

di una ragazza sconosciuta, ma stavo bene.<br />

Era come se chiudendo il portone di quella chiesa avessi<br />

e13


e14<br />

Vittoriano Gebbia<br />

tagliato fuori dalla mia vita l’assurdità <strong>della</strong> guerra.<br />

Mi resi conto, improvvisamente, che non si sentiva più la<br />

pioggia battere, né il vento sulle foglie.<br />

Alzai la mano per chiedere silenzio, e Ragazza ammutolì.<br />

“Che c’è, Soldato?”. Non le risposi, mi alzai ed impugnando<br />

il mio fucile mi accostai ad origliare al portone.<br />

Niente. Un silenzio irreale. Lentamente sbloccai il portone<br />

e aprii uno spiraglio.<br />

Mi investì un profumo di pulito, di resina di pino e di<br />

foglie sminuzzate. Aveva nevicato.<br />

Spalancai il portone affinché Ragazza vedesse e respirai<br />

una boccata di quell’aria che mi ripulì i polmoni e l’anima.<br />

Ero poco abituato ad un simile paesaggio.<br />

“Da me, nella mia terra” dissi “non nevica mai”.<br />

Stavo per uscire ma mi resi conto che avrei lasciato le<br />

mie impronte sul quel mare bianco.<br />

Nessuno doveva capire che ci potesse essere qualcuno<br />

dentro.<br />

“Acqua”, pensai e racimolai con le<br />

mani un po’ di neve sull’uscio e la<br />

spinsi a forza nella mia borraccia.<br />

Richiusi e bloccai il portone.<br />

Ragazza ricominciò a raccontare.<br />

Passammo l’intera giornata a scambiarci<br />

le nostre vite. Ci addormentammo<br />

presto. Io crollai, spossato, in<br />

un sonno profondo.<br />

Ma quella notte non trascorse come la<br />

precedente.<br />

Fui svegliato di soprassalto da un<br />

vociare di uomini. Non capivo che<br />

lingua parlassero, non capivo chi fossero,<br />

ma aveva poca importanza.<br />

Imbracciai il fucile e spinsi l’otturatore.<br />

“Non sparare se non sei sicuro di colpire”<br />

diceva Capità.<br />

E io rimasi lì, fermo.<br />

Il fucile appoggiato su un ginocchio.<br />

L’indice <strong>della</strong> mano destra sfiorava il grilletto. I battiti<br />

del cuore mi rimbalzavano nella testa e mi bruciavano le<br />

tempie.<br />

Me la cavavo a sparare e da quella distanza non avrei<br />

potuto mancare il bersaglio.<br />

Il cinismo <strong>della</strong> guerra ormai da tempo mi aveva contagiato,<br />

ma non avevo mai ucciso nessuno.<br />

Si sentivano le voci avvicinarsi e in me si concretizzava<br />

l’idea di uccidere per non essere ucciso. E quest’idea<br />

diventava sempre più reale fino a trasformarsi in desiderio.<br />

Sparare e farla finita. O io o tu.<br />

Una spinta violenta al portone mi fece fermare il cuore,<br />

ma non per paura.<br />

La tensione che si percepiva nell’aria era intensa, forte, e<br />

il cuore si fermò per non sprecare energie e permettere<br />

al cervello, ai tendini, ai muscoli di essere immediatamente<br />

reattivi. L’indice si contrasse sul grilletto, ma non<br />

Il cinismo <strong>della</strong> guerra ormai<br />

da tempo mi aveva<br />

contagiato, ma non avevo<br />

mai ucciso nessuno.<br />

Si sentivano le voci<br />

avvicinarsi e in me si<br />

concretizzava l’idea di<br />

uccidere per non essere<br />

ucciso.<br />

E quest’idea diventava<br />

sempre più reale fino<br />

a trasformarsi in desiderio.<br />

Sparare e farla finita.<br />

O io o tu.<br />

lo fece scattare. Un altro respiro sarebbe bastato.<br />

Gli uomini si allontanarono. Sentii i loro passi scricchiolare<br />

sulla neve fresca.<br />

L’acido lattico impediva ai muscoli di rilassarsi ed io<br />

rimanevo fermo, con le mani serrate sul fucile.<br />

Mi spostai poco in avanti e scorsi, con la coda dell’occhio,<br />

la sagoma di un uomo sulla mia destra.<br />

Scattai in piedi con un guizzo felino che mi meravigliò e<br />

gli puntai il fucile alla testa. Mi resi conto che non c’era<br />

nessuno. Una vecchia lastra di vetro lineata rifletteva la<br />

mia immagine illuminata dalla luna bianca.<br />

Mi guardai e non mi riconobbi. Ma non per il mio aspetto<br />

fisico turbato dagli eventi, ma per l’espressione dei<br />

miei occhi: freddi, spietati.<br />

Fu allora che ebbi veramente paura, paura di quello che<br />

ero diventato.<br />

Il mio viso abbandonò la smorfia nervosa provocata<br />

dalla tensione, i miei muscoli comin-<br />

ciarono ad allentarsi, il mio cuore<br />

ricominciò a battere. Guardavo riflessa<br />

la mia immagine non mia, ipnotizzato<br />

e incredulo.<br />

“Soldato”, mi risuonò dentro dandomi<br />

un brivido alla schiena, “coraggio,<br />

sono andati via”.<br />

Ragazza mi rassicurava. Lei… rassicurava<br />

me.<br />

Non le risposi. Mi sedetti accanto a<br />

lei e la invitai a raccontarmi di quando<br />

giocava con suo fratello nella sua<br />

casa di legno vicino al bosco di pini.<br />

I suoi occhi neri, profondi mi avevano<br />

trasmesso il suo orrore per la guerra,<br />

che, sommato alla mia sofferenza,<br />

mi avevano dato la forza di abbandonare<br />

tutto e andare via.<br />

I suoi occhi mi rassicuravano e mi<br />

davano la forza di continuare quello<br />

che avevo incominciato: la mia guerra<br />

privata contro tutto e tutti.<br />

I suoi racconti, i racconti <strong>della</strong> vita di prima, diventavano<br />

sempre più particolareggiati, ma spesso innescava-no<br />

i miei ricordi che mi inebriavano la mente fino al punto<br />

di non percepire più quello che dicesse.<br />

Lei capiva dalla mia espressione che la mia anima non<br />

era più presente e si fermava.<br />

Il mio cervello, intorpidito dalle sue parole, aveva un<br />

sussulto e mi riportava alla realtà. Sbattevo le palpebre<br />

ripetutamente e la guardavo con una luce diversa negli<br />

occhi. Soltanto allora lei si rendeva conto che ero tornato<br />

e ricominciava a raccontare.<br />

Capii che non voleva che perdessi niente <strong>della</strong> sua storia.<br />

Capii che non sarebbe bastato alla sua vita il ricordo dei<br />

suoi cari, ma che aveva bisogno che qualcun altro li<br />

conoscesse e li ricordasse.


Nel pomeriggio di venerdì 16 maggio<br />

2008, alle ore 16,30, si è tenuta<br />

a Cantinella, con grande concorso di<br />

pubblico, la cerimonia di intitolazione<br />

dell’Istituto Comprensivo di Cantinella<br />

di Corigliano Calabro a “Don Giovanni<br />

Bosco”, nonché del Plesso <strong>della</strong> Scuola<br />

Primaria a “Padre Luca Gattuso”.<br />

Organizzatore <strong>della</strong> manifestazione è<br />

stato il Dirigente scolastico dell’Istituto<br />

Comprensivo Agostino Guzzo; all’iniziativa<br />

sono intervenute numerose personalità<br />

scolastiche, civili, militari e<br />

religiose: il presidente del Consiglio di<br />

Istituto Luigi Caputo, il Commissario<br />

del Distretto scolastico n. 20 Adriana<br />

Grispo, il Direttore del Centro salesiano<br />

di Corigliano don Angelo Draisci. E<br />

ancora l’ispettore salesiano per l’Italia<br />

meridionale don Pasquale Martino, il<br />

comandante <strong>della</strong> locale Compagnia<br />

dei Carabinieri capitano Raffaele<br />

Ruocco, il tenente di vascello<br />

Francesco Stagira, il Dirigente tecnico<br />

del Ministero <strong>della</strong> Pubblica Istruzione<br />

Francesco Branca, il Dirigente<br />

dell’Ufficio Scolastico provinciale<br />

Antonio Santagada, il responsabile del<br />

settore Pubblica Istruzione di<br />

Corigliano Enzo Viteritti, il Vescovo<br />

<strong>della</strong> Diocesi di Lungro mons. Ercole<br />

Lupinacci.<br />

Alcuni parenti di Padre Luca Gattuso,<br />

Cantinella:Venerdì 16 maggio<br />

2008 cerimonia di<br />

intitolazione del Plesso <strong>della</strong><br />

Scuola Primaria a<br />

“Padre Luca Gattuso”<br />

le sorelle Maria e Giuseppina ed alcuni<br />

nipoti hanno presenziato all’evento,<br />

profondamente commossi e riconoscenti<br />

verso la cittadinanza tutta del<br />

grande onore dato al loro familiare.<br />

Gli alunni delle scuole elementari e<br />

medie, accompagnati dai loro docenti e<br />

dai genitori, hanno riempito la piazza<br />

di Cantinella, davanti alla scuola dove<br />

è avvenuta l’intitolazione ed hanno trasformato<br />

coi loro canti e recite l’evento<br />

in una festa.<br />

Per tutti i convenuti la cerimonia si è<br />

rivelata senza dubbio il momento più<br />

importante per dare significato al forte<br />

messaggio insito nella scelta di mettere<br />

a guida dell’istituto scolastico un uomo<br />

che ha fatto dell’azione educativa lo<br />

scopo di tutta la propria vita.<br />

Dopo che sua Ecc. mons. Lupinacci ha<br />

ricordato la figura di Padre Luca, il<br />

Dirigente scolastico dott. Guzzo lo ha<br />

invitato a procedere, assieme alle sorelle<br />

di Padre Luca, alla scopertura <strong>della</strong><br />

tabella recante la scritta <strong>della</strong> intitolazione<br />

del Plesso.<br />

Successivamente nell’aula magna <strong>della</strong><br />

Scuola media, poco distante, dopo la<br />

nuova cerimonia dell’intitolazione<br />

dell’Istituto Comprensivo a Don<br />

Bosco, si è tenuto un incontro durante<br />

il quale le personalità ed autorità presenti<br />

hanno ricordato l’importanza<br />

di Antonino Perniciaro<br />

<strong>della</strong> Scuola e dell’educazione scolastica<br />

nella formazione dei giovani ed<br />

hanno dato grande risalto all’opera<br />

missionaria e sociale dei due grandi<br />

uomini ai quali sono state dedicate le<br />

scuole di Cantinella.<br />

Non poteva non riempire di giusto<br />

orgoglio i parenti il pensiero che l’opera<br />

di Padre Luca Gattuso venisse paragonata<br />

a quella di Don Bosco. E’ stato<br />

messo in evidenza dai relatori, infatti,<br />

che si trattava di due uomini che hanno<br />

sacrificato la loro vita per l’educazione<br />

dei giovani e per la loro elevazione<br />

morale.<br />

Alla fine <strong>della</strong> manifestazione la nipote<br />

di Padre Luca, Rosa La Gattuta, ha<br />

voluto ringraziare, a nome dei familiari,<br />

gli organizzatori e la cittadinanza<br />

dell’onore fatto a Padre Luca, il cui<br />

ricordo vive ancora dopo oltre trent’anni<br />

dalla sua morte nei cuori di quanti lo<br />

hanno conosciuto.<br />

Un vivo senso di gratitudine va all’attuale<br />

parroco <strong>della</strong> Parrocchia greca di<br />

San Mauro di Cantinella, padre<br />

Domenico Randelli, che si è interessato<br />

perché l’iter burocratico <strong>della</strong> proposta<br />

<strong>della</strong> intitolazione <strong>della</strong> Scuola elementare<br />

a Padre Luca trovasse accoglimento<br />

presso l’Amministrazione<br />

comunale di Corigliano e presso le<br />

autorità scolastiche del Distretto.<br />

e15


e16<br />

Eccellenza reverendissima, signor<br />

Preside, autorità religiose e civili<br />

e militari, gentili signore e signori.<br />

Ringrazio anzitutto i promotori di<br />

questo lieto evento organizzato in<br />

riconoscimento dell’opera svolta da<br />

padre Luca Gattuso durante la sua permanenza<br />

presso questa Comunità.<br />

E’ per noi parenti un grande onore che<br />

la sua attività sociale e religiosa sia<br />

stata talmente apprezzata da ricevere<br />

la ricompensa <strong>della</strong> intitolazione di<br />

una scuola, che tanto lustro darà al suo<br />

nome.<br />

L’aver voluto dare un riconoscimento<br />

perenne al nostro caro parente ci riempie<br />

di giusto orgoglio, perché significa<br />

che egli ha agito in maniera tale da<br />

meritarsi l’amore delle persone verso<br />

le quali ha profuso le sue cure e le sue<br />

attenzioni.<br />

Cose tutte queste che sono state<br />

ricambiate con l’affetto <strong>della</strong> gente<br />

non solo durante la sua permanenza in<br />

questa cittadina ma anche oltre, perché<br />

hanno lasciato frutti che sono<br />

maturati nel tempo ed un ricordo<br />

perenne nelle persone.<br />

Oggi, infatti, questi frutti si traducono<br />

nella volontà di rendere imperitura la<br />

sua memoria a Cantinella.<br />

Personalmente ricordo che da ragazzina,<br />

mentre ero ospite dello zio qui a<br />

Cantinella durante l’estate, sono rimasta<br />

positivamente impressionata di<br />

come la gente amasse padre Luca per<br />

Ritengo che la scuola con tale scelta<br />

abbia saputo interpretare la<br />

volontà unanime di tutta la popolazione<br />

di Cantinella.<br />

Padre Luca Gattuso è stato un parroco<br />

che si è molto adoperato per la formazione<br />

delle giovani generazioni di<br />

Cantinella, soprattutto dei giovani più<br />

bisognosi.<br />

Molti ritengono che la sua opera educativa<br />

e formativa, oltre che pastorale,<br />

abbia avuto un’importanza notevole<br />

per il futuro delle giovani generazioni<br />

degli anni sessanta e settanta di<br />

Cantinella.<br />

Con la scelta di intitolare il plesso<br />

L’intervento <strong>della</strong> nipote Rosa La Gattuta<br />

la sua bontà d’animo e per tutto quanto<br />

si prodigava di fare per essa.<br />

In canonica era un continuo via vai di<br />

persone che lo venivano a trovare per<br />

ascoltare qualche parola di conforto e<br />

gli regalavano per lo più frutta o altri<br />

generi alimentari, a confermare il profondo<br />

rispetto che nutrivano per lui.<br />

Quando passavamo con l’automobile<br />

per le stradine attraverso le campagne<br />

le persone lo chiamavano da lontano<br />

per donargli qualcosa delle loro coltivazioni,<br />

ed ancora oggi nel ricordo mi<br />

sembra di sentire rimbombare quelle<br />

voci come un’eco lontana.<br />

Di quel periodo mi è rimasto un ricor-<br />

<strong>della</strong> Scuola Primaria a Padre Luca si<br />

è voluto dare una testimonianza forte<br />

dell’opera educativa di un religioso<br />

che ha aperto le porte dell’oratorio a<br />

do “mitico”, che ho sempre conservato<br />

nel cuore e di cui ho tanto parlato ai<br />

miei familiari.<br />

Mi ripromettevo sempre di tornare<br />

qualche volta a rivedere la gente e gli<br />

amici di questi luoghi che hanno<br />

segnato positivamente la mia gioventù.<br />

E per la verità tre anni fa ci sono tornata,<br />

trovandomi qui vicino in vacanza,<br />

e arrivata nel piazzale mi è sembrato<br />

di percepire la presenza dello zio<br />

che mi accoglieva come quando arrivavo<br />

da ragazza, e rivisitando questi<br />

posti a me tanto cari ho rivissuto nella<br />

memoria come in un flash-back i bei<br />

momenti passati da tempo.<br />

Oggi sono venuta qui, insieme alle<br />

mie zie Maria e Giuseppina, per questa<br />

bella occasione. Siamo solo alcuni<br />

dei parenti di padre Luca, le due sorelle<br />

ed alcuni nipoti. Non tutti hanno<br />

potuto essere presenti sia per motivi di<br />

salute, sia per impegni precedentemente<br />

assunti.<br />

Ringrazio a nome <strong>della</strong> famiglia tutta<br />

la vostra Comunità per l’invito fattoci<br />

a partecipare a questa solenne cerimonia<br />

e per l’onore dato a padre Luca ed<br />

a noi stessi, dedicandogli questa<br />

Istituzione, che avrà il compito di dare<br />

cultura ed amore a tanti ragazzi.<br />

Sono lusingata nel constatare come il<br />

ricordo di padre Luca viva a tutt’oggi<br />

nei vostri cuori.<br />

Grazie a tutti, grazie di cuore<br />

Cantinella.<br />

L’intervento del Dott. Agostino Guzzo, Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo<br />

“Don Giovanni Bosco” di Cantinella (CS)<br />

tutti, facendolo diventare un punto di<br />

riferimento per la crescita educativa e<br />

culturale dell’intera popolazione di<br />

Cantinella.


Biografia di padre Luca Gattuso<br />

Padre Luca Gattuso è nato a<br />

Mezzojuso il 17 maggio 1915, terzogenito<br />

di undici figli, da Salvatore e<br />

Rosa Buccola. Da ragazzo manifestò ai<br />

genitori la volontà di seguire la vita<br />

ecclesiastica e, dopo gli studi primari, il<br />

26 agosto del 1930 a quindici anni entrò<br />

nel Monastero basiliano di<br />

Grottaferrata, presso Roma. L’anno<br />

dopo nel mese di ottobre si avviò al<br />

noviziato. Prese i voti temporanei l’11<br />

novembre 1933 e tre anni dopo professò<br />

quelli perpetui. Venne ordinato<br />

sacerdote basiliano, jeromonaco, il 30<br />

gennaio 1938. Da allora si spostò nelle<br />

varie sedi, tra la Sicilia e la Calabria,<br />

ove esistevano monasteri dei Basiliani:<br />

andò a S. Basile, in provincia di<br />

Cosenza nel settembre del 1940; due<br />

anni tornò nel monastero di Mezzojuso<br />

ed alla fine <strong>della</strong> seconda Guerra mondiale<br />

fu di nuovo a Grottaferrata.<br />

Dopo l’estate del 1948 risiedette<br />

per qualche tempo<br />

nuovamente a<br />

Mezzojuso, ma col 1°<br />

settembre 1953 venne<br />

mandato a dirigere il<br />

Seminario Italo-albanese<br />

di S. Basile da<br />

poco istituito, dove<br />

per alcuni anni diede<br />

mostra di tutta la sua<br />

profonda cultura e<br />

capacità di insegnamento.<br />

La svolta <strong>della</strong> sua vita<br />

avvenne però quando si recò<br />

volontariamente, con lo spirito del<br />

missionario, a Cantinella, una frazione<br />

del comune di Corigliano Calabro, per<br />

aiutare le popolazioni del luogo.<br />

Divenuto così il primo parroco di<br />

Cantinella, Archidiocesi di Rossano,<br />

resse la Parrocchia di S. Mauro, istituita<br />

dall’Arcivescovo S. Ecc. Mons.<br />

Rizzo con il consenso del clero e del<br />

popolo, dal 1966 al 31 maggio 1975.<br />

Si rese benemerito presso quella gente<br />

per la quale si adoperò per l’istituzione<br />

di asilo, scuola, chiesa, ufficio postale<br />

ed altri servizi essenziali. Morì a<br />

Grottaferrata, colpito da un male insidioso<br />

che lo macerava, il 23 luglio 1975<br />

all’età di 60 anni, dopo quasi 9 anni di<br />

missione pastorale nell’Archidiocesi di<br />

Rossano.<br />

Di seguito si riportano alcuni passi <strong>della</strong><br />

breve e bella biografia di Padre Luca<br />

scritta qualche giorno dopo la sua morte<br />

da Don Ciro Santoro di Rossano, in<br />

commemorazione <strong>della</strong> sua figura di<br />

uomo e di religioso, ricordando il tributo<br />

di venerazione e di amore datogli<br />

dalla gente di Cantinella la sera del 28<br />

luglio 1975 nella “sua” Chiesa, Casa del<br />

popolo di Dio.<br />

Fu un sacerdote di una semplicità estrema,<br />

accoppiata ad una umiltà e ad una<br />

prudenza che in pochi solamente trova<br />

il suo equilibrio. Ha seminato largamente<br />

e a piene mani, lieto di lasciare<br />

ad altri la festa del raccolto e la gioia<br />

<strong>della</strong> riuscita.<br />

Ricco <strong>della</strong> formazione monastica<br />

esprimeva ininterrottamente la disponibilità<br />

verso Dio e i fratelli come atteggiamento<br />

di fondo. Non saprei se tale<br />

atteggiamento fosse più rilevante nella<br />

preghiera o nell’esercizio <strong>della</strong> carità.<br />

Ma credo si possa affermare<br />

che la sua spiritualità era<br />

una cosa sola col senso<br />

religioso del suo servizio<br />

al prossimo e ne costituiva<br />

la più autentica e<br />

invisibile dimensione.<br />

Padre Luca Gattuso<br />

era veramente l’uomo<br />

di tutti, e se è vero<br />

che “il prete non<br />

s’appartiene”, è<br />

altrettanto vero che lui<br />

ha sempre vissuto come<br />

se appartenesse non a se<br />

stesso ma agli altri, soprattutto<br />

ai poveri, ai bambini, ai<br />

lontani, ai sofferenti…<br />

Padre Gattuso seppe incontrare Dio nel<br />

prossimo e visse la sua esperienza<br />

pastorale a S. Mauro, una zona in via di<br />

accelerata espansione, in questa luce.<br />

Si impegnò responsabilmente per il crescere<br />

armonico e per la formazione dell’infanzia<br />

con l’istituzione di 4 scuole<br />

materne, spiegò la sua opera di educatore<br />

nelle elementari e nella media, fu<br />

padre e seppe condividere le gioie e le<br />

sofferenze <strong>della</strong> gente dei campi, amò il<br />

decoro <strong>della</strong> Casa di Dio che abbellì<br />

con arte e proprietà liturgica, secondo<br />

il rito greco-bizantino.<br />

Questo religioso basiliano, minuto nel<br />

fisico ed infermo nel corpo, seppe andare<br />

agli uomini attraverso Dio e realizzò<br />

il suo sacerdozio non come una professione<br />

o un’arte o una scienza, ma come<br />

una grazia.<br />

Suor Melania<br />

riposa nel Signore<br />

Beati coloro che hai scelto vicino<br />

dimoreranno nei tuoi atri Signore<br />

Sr. Melania Brancato, al secolo<br />

Marianna, nata a Campofelice di Fitalia<br />

il 04.11.1921, è entrata a far parte <strong>della</strong><br />

Congregazione Suore Basiliane di S.<br />

Macrina nel 1939 e ha emesso la sua<br />

Professione religiosa nel 1942.<br />

Ha conseguito il diploma all’insegnamento<br />

nelle Scuole Materne nel 1946, e<br />

fino al 2001 ha svolto l’attività di insegnante<br />

in diversi asili delle nostre comunità:<br />

S. Sofia, Palermo, Mezzojuso,<br />

Frascineto, Palazzo Adriano, Cantinella.<br />

Ha avuto diversi incarichi di responsabilità<br />

e ha operato nelle varie parrocchie<br />

curando la catechesi e l’evangelizzazione<br />

tra i poveri e gli umili. Si è distinta<br />

per una fedele appartenenza alla<br />

Congregazione che ha sempre amato e<br />

ha avuto a cuore il suo sviluppo, infatti,<br />

ha portato avanti, negli anni giovanili,<br />

la pastorale vocazionale. Fu<br />

un’anima generosa e caritatevole con<br />

tutti, e ha praticato l’ospitalità accogliendo<br />

sempre con gioia ogni sorella<br />

e chiunque si presentava alla sua<br />

comunità.<br />

Trascorse gli ultimi anni <strong>della</strong> sua vita a<br />

Mezzojuso, tra sofferenze e malattie<br />

che la costrinsero immobile nel letto.<br />

Ha accettato tutto senza lamentarsi e<br />

con il sorriso, sempre pronta a fare la<br />

volontà di Dio. Il 17 maggio 2008, dopo<br />

aver ricevuto i santi sacramenti e circondata<br />

dall’affetto delle consorelle, si<br />

è addormentata nel Signore.<br />

Sr. Emiliana Schillizzi<br />

e17


e18<br />

Il restauro del CROCIFISSO LIGNEO<br />

prima<br />

dopo<br />

prima<br />

dopo<br />

Sabato 17 Maggio, nella Chiesa<br />

dell’Annunziata sono ritornati<br />

alle loro cappelle il Crocifisso<br />

ligneo seicentesco e il tabernacolo<br />

con gli Angeli dopo gli<br />

interventi di restauro.<br />

Pubblichiamo di seguito alcune<br />

informazioni tratte dalle schede<br />

tecniche del restauro.<br />

Soggetto: Crocifisso<br />

Oggetto: Scultura lignea policroma<br />

Tecnica esecutiva: Legno intagliato<br />

e dipinto<br />

Dimensioni: h. 190 x 60 cm<br />

Autore: Ignoto<br />

Datazione: XVIII sec.<br />

Collocazione: Chiesa Maria SS.<br />

Annunziata<br />

Note storico-artistiche<br />

La scultura lignea raffigura Gesù Cristo<br />

morto sulla croce. Il Cristo patiens con il<br />

capo reclino sulla spalla destra, le gambe<br />

quasi diritte nel gelo <strong>della</strong> morte, i piedi<br />

incrociati trafitti da un chiodo e le braccia<br />

distese lungo il legno <strong>della</strong> croce. La<br />

scultura riprende un’iconografia alquanto<br />

consueta in questo genere di rappresentazioni<br />

plastiche e che del resto subisce<br />

ben poche varianti nel corso dei<br />

secoli. Tuttavia una attenta analisi dell’immagine,<br />

rende possibile una puntuale<br />

messa a fuoco delle caratteristiche formali.<br />

Le linee distese e plastiche del<br />

Crocifisso, sembrano riallacciarsi ad una<br />

cultura artistica di marca michelangiolesca,<br />

addolcita però, nella sacralità delle<br />

sue forme, dal filtro <strong>della</strong> cultura classica<br />

seicentesca non priva di un certo<br />

accademismo. Nell’ambito <strong>della</strong> temperie<br />

artistica locale, all’interno <strong>della</strong> quale<br />

l’opera comunque si colloca, è bene evidenziare<br />

il netto distacco dalle forme<br />

contratte ed espressionistiche di frate<br />

Umile da Petraia, in virtù di una ricerca<br />

formale che, volgendo verso l’impianto<br />

equilibrato e a un tempo rocaille di fra<br />

Benedetto da Trapani, sarebbe poi<br />

approdata al fare più rigoroso e devozionale<br />

propriamente ottocentesco. Per le<br />

caratteristiche sopra evidenziate, l’opera<br />

può collocarsi verisimilmente entro la<br />

prima metà del XVII secolo.<br />

Stato di conservazione<br />

La struttura lignea sembra essere in<br />

discrete condizioni, ha subito un restauro<br />

negli anni Settanta. La vernice risulta<br />

molto ossidata e rende la superficie poco<br />

leggibile. Il perizoma sembra essere<br />

stato oggetto di un rifacimento pittorico.<br />

Progetto d’intervento<br />

L’intervento conservativo seguirà le<br />

metodologie correnti adottate dagli<br />

Istituti Centrali per il restauro, I.C.R. di<br />

Roma e O.P.D. di Firenze, prevedendo le<br />

seguenti operazioni:<br />

Interventi conoscitivi e di documentazione:<br />

Documentazione fotografica dell’intervento<br />

da effettuarsi prima, durante e<br />

dopo l’intervento;<br />

Documentazione grafica <strong>della</strong> mappatura<br />

di degrado;<br />

Test di solubilità per definizione delle<br />

miscele idonee di sostanze solventi da<br />

utilizzare nella pulitura chimica delle<br />

superfici dipinte per l’individuazione<br />

degli strati sottostanti le ridipinture.<br />

Interventi di pronto intervento e consolidamento:<br />

Rimozione dei depositi superficiali<br />

incoerenti tramite pennello di setole<br />

morbide e aspiratore;<br />

Consolidamento del legno di supporto<br />

con resina acrilica in soluzione (Paraloid<br />

B72), con soluzioni variabili tra il 3 ed il<br />

5% stese in più mani;<br />

Disinfestazione tramite imbibizione<br />

delle fibre lignee con liquido antitarlo a<br />

base di permetrina.<br />

Intervento di pulitura <strong>della</strong> superficie<br />

pittorica:<br />

Rimozione delle vernici ossidate, dei<br />

ritocchi alterati, delle ridipinture tramite<br />

applicazione di miscele solventi organici<br />

da calibrare e testare nei saggi preliminari.<br />

Intervento di stuccatura e reintegrazione<br />

pittorica delle lacune e delle abrasioni<br />

<strong>della</strong> superficie pittorica:<br />

Stuccatura delle lacune con gesso di<br />

Bologna e colla di coniglio;<br />

Reintegrazione pittorica delle lacune<br />

con colori ad acquerello e vernice con<br />

tecnica riconoscibile;<br />

Reintegrazione pittorica a tono delle piccole<br />

lacune e delle abrasione <strong>della</strong> superficie<br />

pittorica.<br />

Intervento di verniciatura <strong>della</strong> pellicola<br />

pittorica:<br />

Applicazione sulla superficie pittorica di<br />

vernice a pennello e per nebulizzazione.


Il restauro del TABERNACOLO foto di Danilo Figlia<br />

Soggetto: Angeli<br />

Oggetto: Scultura lignea dorata<br />

Tecnica esecutiva: Legno intagliato,<br />

dipinto e dorato<br />

Dimensioni: h 120 x 75 cm<br />

Autore: Ignoto<br />

Datazione: XVIII secolo<br />

Collocazione: Chiesa Maria SS.<br />

Annunziata<br />

Note storico-artistiche<br />

L’opera, facente parte probabilmente di<br />

un contesto più ampio e articolato, è<br />

composta da due angeli che, in ginocchio,<br />

reggono una ghirlanda con il<br />

cuore, simbolo <strong>della</strong> passione di Cristo,<br />

coronata da testine di cherubini a mo di<br />

ghirlanda. Si tratta di un manufatto<br />

che, collocandosi nel pieno Settecento,<br />

sembra esprimere perfettamente il tratto<br />

variegato dello spirito di tale epoca,<br />

capace di fondere in un’unica espressione<br />

artistica, cultura sacra e cultura<br />

laica, profana, come si evince nello<br />

specifico, da un certo gusto per i preziosismi<br />

formali e lineari. Non è casuale<br />

quindi, che la tipologia dell’opera di<br />

Mezzojuso trovi un puntuale riscontro<br />

nella produzione manifatturiera, coeva<br />

e di poco successiva, specializzata<br />

nella fabbrica di preziosi oggetti destinati<br />

ad uso personale e finalizzati al<br />

decoro degli ambienti domestici. Il<br />

paragone più appropriato, sembra<br />

riguardare , nello specifico, la produzione<br />

di orologi a pendolo da appoggio<br />

di manifattura francese, che riprendono<br />

la composizione formale dell’opera di<br />

Mezzojuso, sostituendo a figure immagini<br />

allegoriche o mitologiche.<br />

Stato di conservazione<br />

La struttura lignea sembra essere in<br />

discrete condizioni, ha subito un attacco<br />

da insetti silofagi di recente, infatti i fori<br />

di farfallamento si presentano netti. La<br />

doratura, ottenuta con la tecnica dell’argento<br />

meccato, mostra lacune sia <strong>della</strong><br />

foglia che degli strati preparatori, in particolare<br />

sul viso dell’angelo sinistro e<br />

sui visi dei putti. La vernice a mecca è<br />

opaca e stesa in modo disomogeneo.<br />

Progetto d’intervento<br />

L’intervento conservativo seguirà le<br />

metodologie correnti adottate dagli<br />

Istituti Centrali per il restauro, I.C.R. di<br />

Roma e O.P.D. di Firenze, prevedendo<br />

le seguenti operazioni:<br />

Interventi conoscitivi e di documentazione:<br />

Documentazione fotografica dell’intervento<br />

da effettuarsi prima, durante e<br />

dopo l’intervento;<br />

Documentazione grafica <strong>della</strong> mappatura<br />

di degrado;<br />

Test di solubilità per definizione delle<br />

miscele idonee di sostanze solventi da<br />

utilizzare nella pulitura chimica delle<br />

superfici dipinte per l’individuazione<br />

degli strati sottostanti le ridipinture.<br />

Interventi di pronto intervento e consolidamento:<br />

Rimozione dei depositi superficiali<br />

incoerenti tramite pennello di setole<br />

morbide e aspiratore;<br />

Disinfestazione tramite imbibizione<br />

delle fibre lignee con liquido antitarlo a<br />

base di permetrina.<br />

Intervento di pulitura <strong>della</strong> superficie<br />

pittorica:<br />

Pulitura delle vernici ossidate, tramite<br />

applicazione di miscele solventi organici<br />

da calibrare e testare nei saggi preliminari.<br />

Intervento di stuccatura e reintegrazione<br />

pittorica delle lacune e delle abrasioni<br />

<strong>della</strong> superficie pittorica:<br />

Stuccatura delle lacune con gesso di<br />

Bologna e colla di coniglio;<br />

Reintegrazione pittorica delle lacune<br />

con colori ad acquerello e vernice con<br />

tecnica riconoscibile;<br />

Reintegrazione pittorica a tono delle<br />

piccole lacune e dele abrasioni <strong>della</strong><br />

superficie pittorica.<br />

Intervento di verniciatura <strong>della</strong> pellicola<br />

pittorica:<br />

Applicazione sulla superficie pittorica di<br />

vernice a pennello e per nebulizzazione.<br />

prima<br />

dopo<br />

prima<br />

dopo<br />

e19


e20<br />

L’Adrasto in Toscana<br />

È stata un’esperienza esaltante per i ragazzi “catapultati” in magnifiche<br />

strutture sportive con manti erbosi ben curati che hanno dato quella<br />

marcia in più nello sviluppare il gioco del calcio.<br />

L<br />

’Associazione Adrasto Mezzojuso,<br />

con il consueto modo disinteressato<br />

e propositivo che la contraddistingue,<br />

dal 30 maggio al 3 giugno ha partecipato<br />

e ben figurato all’“XI° Torneo<br />

di calcio giovanile delle terre Toscane”,<br />

svoltosi nei campi di Montepulciano,<br />

Torrita di Siena e Castiglion del Lago<br />

(Trasimeno). L’iniziativa, che ha coinvolto<br />

56 persone, nata per premiare i<br />

ragazzi per l’impegno profuso durante<br />

l’attività federale invernale ed anche<br />

per l’impegno che gli stessi hanno<br />

dimostrato durante l’anno scolastico,<br />

ha coinvolto la squadra degli allievi e<br />

degli esordienti, questi ultimi unitamente<br />

ad alcuni coetanei<br />

di<br />

Bolognetta hanno vinto il torneo nella<br />

loro categoria, battendo in finale il<br />

Casazza di Bergamo ed inoltre ricevendo<br />

il premio come miglior calciatore<br />

assegnato al ns. Giuseppe De<br />

Biasi; mentre gli allievi hanno perso la<br />

finale contro la società “Golfo” di<br />

Imperia, solo perché questa si è svolta<br />

nell’unico giorno <strong>della</strong> nostra permanenza<br />

in cui ha piovuto ed i nostri<br />

ragazzi non erano attrezzati di scarpette<br />

“bullonate” tipiche per i campi in<br />

erba scivolosi. È stata un’esperienza<br />

esaltante per i ragazzi “catapultati” in<br />

magnifiche strutture sportive con<br />

manti erbosi ben curati che hanno dato<br />

quella marcia in più nello sviluppare<br />

il gioco del calcio.<br />

Oltre all’aspetto tecnico-sportivo, è<br />

stato interessante come l’hotel “S.<br />

Chiara” di Chianciano Terme, che<br />

ci ospitava, diventasse il fulcro<br />

d’incontro di tanti Mezzojusari<br />

che venuti a conoscenza dell’evento<br />

sportivo affettuosa-<br />

mente<br />

sono venuti ad<br />

abbracciare “la causa sportiva<br />

mezzojusara” come la famiglia<br />

Burriesci (Pino, Raffaele, Franca,<br />

Maria, Sauro, Flavio) residente nella<br />

zona, o come Mimmo Visocaro con il<br />

figlio Mariano provenienti da<br />

Castagnole Lanze in Piemonte o come<br />

Carmelo La Gattuta proveniente da<br />

Rovigo.<br />

In un clima festoso e cordiale siamo<br />

stati premiati dall’Assessore allo<br />

Sport Turismo e Spettacolo di<br />

Montepulciano che non ha mancato di<br />

evidenziare l’importanza che rivestono<br />

questi eventi per la crescita culturale-sportiva<br />

dei ragazzi.<br />

Ci ha accompagnato in questa avventura<br />

con il pullman Pino Terrano a cui<br />

va un (ap)plauso come autista per la<br />

sua disponibilità.<br />

Tutta l’iniziativa è stata autogestita e<br />

regolata dall’associazione che ha chiesto<br />

un contributo economico e collaborazione<br />

alle famiglie dei partecipanti,<br />

per il materiale di rappresentanza la<br />

parte economica è stata supportata<br />

dagli sponsors, considerato che purtroppo<br />

per quanto riguarda questa iniziativa<br />

non è stato possibile accedere<br />

ad alcun contributo comunale per<br />

mancanza di fondi, ma ciò nonostante<br />

l’immagine di Mezzojuso sportiva e<br />

non, è stata oltremodo garantita e rappresentata.<br />

Pino Como


I nostri lettori ci scrivono<br />

Gentile Direttore,<br />

a scriverLe è un’attenta lettrice del Suo<br />

giornale, (che considero uno strumento<br />

efficace di divulgazione di notizie e<br />

riflessioni, valido a lasciare testimonianza<br />

scritta del nostro tempo), sorpresa<br />

di non aver trovato, nel numero di<br />

maggio scorso, che una breve notizia<br />

dello splendido lavoro teatrale <strong>della</strong><br />

comunità “Trinità <strong>della</strong> pace” di<br />

Contessa Entellina, rappresentato nella<br />

Chiesa dell’Immacolata presso l’ex<br />

Convento Latino, lo scorso 19 marzo,<br />

Mercoledì Santo.<br />

“Passione di Cristo (Festa dell’amore)”<br />

questi rispettivamente il titolo ed il sottotitolo<br />

di quello che, a mio parere, può<br />

essere considerato uno degli eventi culturali<br />

di maggiore rilevanza svoltisi in questo<br />

ultimo periodo a Mezzojuso.<br />

Una splendida sintesi di arte, cultura religiosa<br />

e “atto” evangelico.<br />

Giochi di luci, colori, musiche, danze e<br />

toccanti testi poetici si sono avvicendati<br />

su uno speciale palcoscenico che<br />

aveva come scenografia il Tabernacolo,<br />

“cuore <strong>della</strong> Passione”, che rimanda<br />

alla testimonianza ancora viva e presente<br />

dell’immenso Amore di Dio per l’uomo.<br />

Suggestioni sensoriali e spirituali,<br />

che allontanavano lo spettatore dalla<br />

realtà contingente, che spesso ci porta<br />

ad interessarci solo di ciò che ci accade<br />

attorno senza, a volte, neanche lasciarci<br />

coinvolgere più di tanto, per fargli abitare,<br />

per qualche ora, i “luoghi” dell’anima,<br />

le profondità.<br />

Il racconto <strong>della</strong> Passione di Cristo a fare<br />

da trama all’interno <strong>della</strong> quale si inserivano<br />

personaggi rappresentanti “chiunque”<br />

che, rivolgendosi alla “Madre del<br />

figlio azzurro e benedetto <strong>della</strong> Pace”,<br />

presentavano le tipologie più comuni di<br />

uomo, incapace di abbandonarsi all’amore<br />

di Dio senza riserve e bisognoso di un<br />

modello individuabile proprio in quella<br />

Madre al cui dolore e alla cui forza, l’autore<br />

dei testi, Sac. Pietro Gullo, ha saputo<br />

dare voce, permettendo allo spettatore di<br />

sentirne il dramma. Come restare, infatti,<br />

indifferenti alle parole: ”Avrei voluto<br />

essere Io l’arrugginita accozzaglia dei<br />

chiodi affilati per ferire in dolcezza braccia<br />

e petto, mani e pelle e risparmiarti la<br />

vergogna dell’Amore annientato”. Non è<br />

necessario essere madri, basta solo aver<br />

amato anche una pianta per capire e sentire<br />

la forza e il dolore. Se non è arte questa<br />

e se non è evangelizzazione, proprio<br />

non so cosa altro può essere!<br />

I piani <strong>della</strong> narrazione sembravano muoversi<br />

dall’ora al prima e viceversa, ed<br />

aprire al poi sollecitando un maggiore<br />

impegno e responsabilità nell’amare Dio<br />

in risposta al suo immenso amore, per il<br />

quale non si sarà grati mai abbastanza, su<br />

modello <strong>della</strong> Madre.<br />

Il senso <strong>della</strong> rappresentazione, dichiarato<br />

dagli artisti già nella presentazione,<br />

era di “accompagnare il Cristo <strong>della</strong><br />

Passione offrendo consolazione e il<br />

meglio di noi per testimoniare che il suo<br />

amore non è andato perduto”, io direi<br />

che ci sono riusciti! E se non si è stati<br />

spettatori disattenti, questa “fatica teatrale”<br />

ha sicuramente permesso a ciascuno<br />

di noi di riflettere sulle modalità<br />

e la quantità di amore ed impegno che<br />

concediamo al “nostro” Dio. Una consistente<br />

“onda d’urto”, tra l’altro data in<br />

un periodo, il giorno prima dell’inizio<br />

del Triduo Pasquale, che i Cristiani<br />

vivono intensamente.<br />

Sembra proprio essere stato un richiamo<br />

“raffinato” e deciso ad essere Cristiani<br />

autentici!<br />

In linea, dunque, con le finalità dello<br />

“strumento giornale” e <strong>della</strong> rubrica riservata<br />

ai lettori, ho voluto comunicare<br />

quanto sopra scritto per “impedire” che<br />

venga dimenticata un’esperienza vissuta<br />

dalla comunità che ritengo veramente<br />

valida, sicura che la mancata pubblicazione<br />

di recensioni non sia certo da attribuire<br />

alla disattenzione e/o alla poca rilevanza<br />

riconosciuta all’evento.<br />

Auguro a Lei e alla redazione tutta di<br />

continuare il buon lavoro svolto e invio<br />

cordiali saluti.<br />

Anna Canzoneri<br />

Ciao a tutti, sono il vs. compaesano<br />

Nicolò Terrano, spero vi ricordiate di me,<br />

visto che la redazione è “giovanile” puntualmente<br />

ricevo sempre “l’<strong>Eco</strong> <strong>della</strong><br />

<strong>Brigna</strong>” grazie. Vorrei fare un salutone a<br />

tutta la redazione, in particolare padre<br />

Enzo (lui mi conosce bene), a lui manda<br />

tantissimi cari saluti don Filippo Di<br />

Giorgio, (ns. assistente spirituale) chiedendomi<br />

se qualche volta è intenzionato<br />

a venire a L’Aquila. Ancora un salutone<br />

per tutti e arrivederci a questa estate.<br />

Nicolò Terrano<br />

OFFERTE RICEVUTE<br />

Muscarello Antonina € 50,00<br />

Lala Dora Maria, Milazzo € 20,00<br />

Gattuso Giuseppe, Augusta € 20,00<br />

Di Chiara G., Australia $ 50,00<br />

Reres Victor, U.S.A. € 50,00<br />

D’Orsa Antonino, Leinì € 25,00<br />

Magnate Antonino, Argentina € 20,00<br />

Santacroce Paolo, Svizzera € 15,00<br />

Santacroce Antonina, Firenze € 15,00<br />

NN, Mezzojuso € 5,00<br />

Schirò Emilia, Palermo € 20,00<br />

D’Urso Rosa, Palermo € 20,00<br />

Fisco Sergio, Palermo € 30,00<br />

La Barbera Domenico, PA € 50,00<br />

La Gattuta Giuseppe, Verbania € 20,00<br />

Livaccari Domenico, Australia $ 50,00<br />

Di Chiara G. fu Vinc., Austr. $ 60,00<br />

D’Orsa Nicolò, Palermo € 20,00<br />

Meli Giuseppa, Mezzojuso € 25,00<br />

La Gattuta Carmelo, Rovigo € 20,00<br />

Raimondi Maria Russo, PA € 20,00<br />

Napoli Irene/Gioacchina € 20,00<br />

I NUOVI ARRIVATI<br />

FABRIZIO COSTA<br />

di Vincenzo e Caterina Dispensa<br />

SALVATORE BISULCA<br />

di Giuseppe e Paola D’orsa<br />

LUDOVICA LA GATTUTA<br />

di Giuseppe e Francesca La Gattuta<br />

CRISTOFORO CANINO<br />

di Antonino e Franca Pecoraro<br />

RIPOSANO NEL SIGNORE<br />

CARMELA CUSINTINO<br />

19/03/1922 - 11/05/2008<br />

MARIANNA BRANCATO<br />

Suor Metodia<br />

04/06/1921 - 17/05/2008<br />

GIUSEPPE VALENTI<br />

25/04/1924 - 26/05/2008<br />

GIACOMO BUA (Germania)<br />

02/12/1932 - 07/06/2008<br />

GIUSEPPA SFERRINO in Sclafani<br />

29/07/1922 - 08/06/2008<br />

ANTONINA ACHILLE<br />

26/05/1921 - 12/06/2008<br />

CATERINA DIVONO<br />

08/05/1922 - 19/06/2008<br />

MATTEO GIAMMANCO<br />

21/01/1929 - 21/06/2008<br />

e21


e22<br />

BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREV<br />

MAGGIO<br />

Giovedì 1<br />

Inizio mese mariano<br />

Ogni sera, alle 21.00, presso la chiesa<br />

di S. Maria di Tutte le Grazie, papàs<br />

Marco Sirchia celebra la S. Messa.<br />

Venerdì 2<br />

Nel pomeriggio, alle 17.30, un gruppo<br />

di fedeli <strong>della</strong> Parrocchia Maria SS.<br />

Annunziata si reca a Godrano in occasione<br />

<strong>della</strong> visita del simulacro <strong>della</strong><br />

Madonna di Fatima. Celebra la S.<br />

Messa don S. Ruffino.<br />

Sabato 3<br />

In serata, alcuni fedeli <strong>della</strong><br />

Parrocchia S. Nicolò di Mira si recano<br />

a Godrano per il pellegrinaggio alla<br />

Madonna di Fatima; alle 21.00, papàs<br />

Sirchia celebra l’inno Akatistos dedicato<br />

alla Vergine.<br />

Mercoledì 7<br />

Alle 23.00, viene trasmessa sull’emittente<br />

TGS, la prima delle cinque puntate<br />

del magazine quindicinale “Il<br />

ritorno al passato è il nostro presente:<br />

recuperiamo lingua e tradizioni”.<br />

Giovedì 8<br />

Nel pomeriggio iniziano i lavori di<br />

scavo per la sostituzione dei lampioni<br />

in piazza Umberto I°.<br />

Sabato 10<br />

Vigilia di Pentecoste<br />

Alle 17.00, papàs Marco Sirchia celebra<br />

la S. Messa al cimitero in suffragio<br />

delle anime dei defunti.<br />

Domenica 11<br />

Presso la Cattedrale S. Demetrio<br />

Megalomartire di Piana degli<br />

Albanesi, Rosario Caruso, insegnante<br />

di religione dell’Istituto G. Buccola di<br />

Mezzojuso, riceve da S.E. Mons. Sotir<br />

Ferrara la Chirotonia diaconale.<br />

Alle 17.00, in Parrocchia, i bambini<br />

delle classi terze elementari ricevono<br />

il Sacramento <strong>della</strong> Confessione.<br />

Sabato 17<br />

Alle 18.00, presso il salone del<br />

Castello Comunale, viene inaugurata<br />

la mostra “Dar corpo all’Ombra”, a<br />

cura dell’Accademia di Belle Arti di<br />

Palermo, dell’Associazione Culturale<br />

Prospettive e del Comune di<br />

Mezzojuso. La mostra rimarrà aperta<br />

fino a domenica 25 maggio.<br />

In serata, in piazza Umberto I°, si<br />

svolge uno spettacolo di musica leggera<br />

in occasione dei festeggiamenti<br />

in onore del SS.mo Crocifisso.<br />

Domenica 18<br />

Festa del SS. Crocifisso Alle 11.30,<br />

presso la Chiesa del SS. Crocifisso, i<br />

bambini <strong>della</strong> Parrocchia di San<br />

Nicolò di Mira ricevono la Prima<br />

comunione e Cresima. Al termine<br />

<strong>della</strong> Messa si svolge la tradizionale<br />

cunnutta per le vie del paese con i<br />

muli bardati. In serata alle 21.00, si<br />

svolge la processione con la Vara del<br />

SS. Crocifisso. Alle 21.00 di ogni<br />

sera, per tutta la settimana successiva,<br />

viene celebrata la S. Messa per<br />

“L’Ottavario al SS. Crocifisso”.<br />

Giovedì 22<br />

Festa di S. Rita da Cascia<br />

Alle 17.00, don Enzo celebra la S.<br />

Messa al termine <strong>della</strong> quale si svolge<br />

per le vie del paese la processione<br />

delle rose con il simulacro <strong>della</strong> Santa.<br />

L’ordinazione del Diacono Rosario Caruso<br />

Venerdì 23<br />

Don Enzo partecipa, in qualità di<br />

Referente Regionale dell’Area<br />

Educazione alla Mondialità, a Terra<br />

Futura 2008 - Firenze Fortezza da<br />

Basso.<br />

Sabato 24<br />

Ottava del SS. Crocifisso<br />

Alle 21.00, si svolge la processione<br />

dell’Ottava del SS. Crocifisso, che<br />

quest’anno è stata anticipata al sabato<br />

per via <strong>della</strong> coincidenza con la festività<br />

del Corpus Domini. Al termine,<br />

spettacolo di giochi pirotecnici.<br />

Domenica 25<br />

Festa del Corpus Domini<br />

In serata, alle 21.00, dalla chiesa<br />

dell’Annunziata, ha inizio la processione<br />

del SS. Sacramento per le vie<br />

del paese, con la partecipazione del<br />

clero, delle religiose, delle autorità<br />

civili e militari e di tutte le confraternite<br />

religiose. Durante la settimana,<br />

fino al 30, ogni sera, si svolge la processione<br />

del Corpus Domini nei vari<br />

quartieri del paese, con la benedizione<br />

degli altari.<br />

Lunedì 26<br />

Alle 21.00, dopo la Divina Liturgia,<br />

nella Chiesa del SS. Crocifisso si svolge<br />

la tradizionale “chiusura <strong>della</strong> Vara”.<br />

Sabato 31<br />

In serata, dalla Chiesa di S. Nicola,<br />

esce la processione del Corpus<br />

Domini per le vie del paese.


BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBRE<br />

GIUGNO<br />

Domenica 1<br />

Nella chiesa dell’Immacolata, inizia la<br />

“Tredicina di S. Antonio” in preparazione<br />

alla festa del 13; dall’1 al 13<br />

giugno, ogni sera, è celebrata la S.<br />

Messa preceduta dal rosario in onore<br />

di S. Antonio.<br />

Nel pomeriggio, alle 18.00, presso il<br />

salone del Castello Comunale, si svolge<br />

la presentazione <strong>della</strong> candidatura<br />

di Franco Nuccio nella lista del PD<br />

per le elezioni provinciali del 15 e del<br />

16 giugno.<br />

Martedì 3<br />

In mattinata, presso i locali del<br />

Castello Comunale, si svolge un corso<br />

di formazione antincendio per i componenti<br />

del corpo forestale. Il corso si<br />

è concluso con la seconda giornata di<br />

mercoledì 4.<br />

L’A.S.D. Adrasto di Mezzojuso, rientra<br />

in paese dopo la trasferta a<br />

Montepulciano.<br />

Dal 6 al 13 giugno, a Godrano, si svolge<br />

la mostra collettiva d’arte contemporanea<br />

“Irresistibile voglia dello spirito<br />

creatore”, alla quale partecipano<br />

alcuni compaesani.<br />

Sabato 7<br />

Nel pomeriggio, in piazza Umberto I°,<br />

arrivano le prime jeep fuoristrada, per<br />

la tappa dell’8 giugno a Mezzojuso<br />

del torneo regionale di rally.<br />

Giovedì 12<br />

Alle 20.30, in piazza Umberto I°, il<br />

candidato regionale del PD, Franco<br />

Nuccio, chiude la campagna elettorale<br />

con l’ultimo comizio prima delle elezioni.<br />

Venerdì 13<br />

Festa di S. Antonio da Padova<br />

Alle 11.30, presso la chiesa<br />

dell’Immacolata, don Enzo, don<br />

Salvatore Ruffino e papàs Marco<br />

Sirchia, concelebrano la S. Messa al<br />

termine <strong>della</strong> quale benedicono le<br />

tunichette ed affidano i bambini al<br />

Santo padovano.<br />

Nel pomeriggio, si svolge il tradizionale<br />

jocu ri pignateddi (gioco delle<br />

pentole). In serata, alle 21.00, dopo la<br />

Celebrazione Eucaristica, si svolge la<br />

I compaesani in pellegrinaggio alla Basilica Maggiore - Santuario Madonna del Mazzaro<br />

processione per le vie del paese con il<br />

simulacro di S. Antonio. Al termine,<br />

giochi pirotecnici.<br />

Domenica 15<br />

Urne aperte a Mezzojuso per l’elezione<br />

del Presidente <strong>della</strong> Provincia di<br />

Palermo. I seggi rimarranno aperti<br />

fino alle ore 15.00 di lunedì 16.<br />

Venerdì 20<br />

In mattinata, gli alunni dell’asilo<br />

“Bambin Gesù”, del Collegio di Maria<br />

concludono l’anno scolastico con uno<br />

spettacolo tratto dal film - cartone<br />

Azzur e Asmar di Micelle Ocelot.<br />

Domenica 29<br />

In mattinata, alle 06.45, un pullman di<br />

fedeli parte per Mazzarino (CL) e<br />

Caltagirone (CT), per l’annuale pelle-<br />

Al quartiere Macello piccoli e grandi impegnati nella “squagghiatina ru chjummu”<br />

grinaggio organizzato dalla Parrocchia<br />

Maria SS. Annunziata e dalla<br />

Confraternita di Maria SS. dei Miracoli.<br />

Quest’anno i fedeli hanno pregato<br />

all’interno <strong>della</strong> Basilica Maggiore -<br />

Santuario Madonna di Mazzaro assieme<br />

don S. Ruffino che ha celebrato la S.<br />

Messa per la comunità.<br />

Alle 17.30, al campo sportivo, si è<br />

svolto il IV° memorial “Pino Cuttitta”.<br />

Festa dei SS. Pietro e Paolo<br />

Nel pomeriggio, in occasione <strong>della</strong><br />

festa dei Santi Pietro e Paolo, alcuni<br />

bambini, aiutati dai genitori, hanno<br />

fuso il piombo, riprendendo un’antica<br />

tradizione popolare ormai quasi in<br />

disuso per sugellare un patto di vera<br />

amicizia.<br />

e23


13 Giugno 2008<br />

Festa di S. Antonio da Padova<br />

Elenco dei Monacheddi<br />

Battaglia Dario<br />

Billone Antonio Nicolò<br />

Burriesci Emilia<br />

Crispiniano Ferdinando<br />

D’Orsa Liborio<br />

Farini Giuseppe<br />

La Barbera Antonino Ignazio<br />

La Barbera Maria Stella<br />

Morales Gabriele<br />

Moscarello Margaret Pia<br />

Nuccio Stefania<br />

Sagrì Silvia<br />

Schirò Giuseppe<br />

Visocaro Paolo<br />

Zito Emanuele<br />

(foto Domenico Brancato)<br />

eECO<br />

BRIGNA<br />

<strong>della</strong><br />

In copertina:<br />

“Riflessione estiva”<br />

(foto Danilo Figlia)<br />

PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSO<br />

Nuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97<br />

Direttore Responsabile: Vincenzo Cosentino<br />

Condirettore: Carlo Parisi<br />

Redazione: Francesca Brancato, Doriana Bua, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello<br />

Indirizzo: Piazza Francesco Spallitta - 90030 Mezzojuso (Pa) - Tel e fax 091.8203179 - E-mail: ecobrigna@libero.it - Codice IBAN: IT41 F076 0104 6000 0002 0148 904<br />

Grafica ed impaginazione: Gianni Schillizzi<br />

Stampa: Consorzio ASTER Stampa - Roccapalumba (Pa)

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