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Marco Castellari La presenza di Hölderlin nell'“Antigone” di Brecht

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<strong>La</strong> <strong>presenza</strong> <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> nell’“Antigone” <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> 173<br />

<strong>La</strong> grande prevalenza dei testi hölderliniani come riferimento <strong>di</strong> citazione<br />

e rielaborazione non esclude la <strong>presenza</strong> <strong>di</strong> altre fonti: la prima battuta<br />

<strong>di</strong> Creonte ad esempio, menzognero annuncio al coro della <strong>di</strong>sfatta<br />

del nemico argivo (<strong>Brecht</strong>, vv. 119-138), è costruita su una trama<br />

goethiana. Anche in questo caso si tratta <strong>di</strong> una traduzione: <strong>Brecht</strong> recupera<br />

infatti un carme arabo nella versione <strong>di</strong> Goethe 99 e lo incastona nel<br />

<strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Creonte secondo modalità <strong>di</strong> trasformazione che si muovono<br />

una volta <strong>di</strong> più sul doppio binario della citazione e dell’imitazione, condotta<br />

attraverso scelte lessicali e stilistiche volutamente arcaizzanti 100 . Il testo<br />

goethiano, dunque, subisce un trattamento simile a quello analizzato<br />

per le fonti hölderliniane, e simile appare anche il motivo per il quale<br />

<strong>Brecht</strong> ricorre ad esso: l’affinità tematica e la somma qualità stilistica offrono<br />

ampio campo d’azione al drammaturgo, che può sfruttare <strong>di</strong>aletticamente<br />

ogni angolo dell’ipotesto e fonderlo senza soluzione <strong>di</strong> continuità<br />

nella rielaborazione 101 .<br />

tico, peraltro fortemente rielaborato, che sia più adatto <strong>di</strong> quelli ampiamente <strong>di</strong>sponibili<br />

negli stasimi sofoclei a segnare la lettura moderna <strong>di</strong> Antigone: la vicenda <strong>di</strong> Giasone, in<br />

particolare la sua figura <strong>di</strong> reduce sui generis, e quella <strong>di</strong> Pelia, re illegittimo, potrebbero<br />

avere attirato l’attenzione del rielaboratore per la loro affinità con tratti attualizzabili della<br />

trage<strong>di</strong>a sofoclea. <strong>La</strong> seconda citazione ricorre alla conclusione encomiastica della Pitica I,<br />

lunga esaltazione della grandezza morale e politica <strong>di</strong> Ierone <strong>di</strong> Siracusa. <strong>Brecht</strong> opera qui<br />

in maniera <strong>di</strong>fferente, sottoponendo il testo a una doppia trasformazione palesemente<br />

straniante: posta in bocca ad Emone nel celebre scontro con Creonte e rovesciata nella<br />

sua portata semantica, la lode al tiranno del poeta greco si tramuta in un invito ad abbandonare<br />

il timone dello stato. <strong>La</strong> medesima rifunzionalizzazione del canone, seppure come<br />

accennato sopra in un regime intertestuale <strong>di</strong>fferente, caratterizza la citazione della sentenza<br />

«Am lügenlosen Amboß stähle <strong>di</strong>e Zunge»: con queste parole Emone mostra, nel<br />

senso brechtiano dello Zeigen come gesto fondamentale del teatro epico, il coacervo <strong>di</strong><br />

menzogne sul quale Creonte ha fondato il suo potere.<br />

99 Johann Wolfgang von Goethe, Noten und Abhandlungen zu besserem Verständnis des<br />

West-östlichen Divans. Nelle Noten, pubblicate assieme alla raccolta <strong>di</strong> liriche nel 1819,<br />

Goethe inserisce Unter dem Felsen am Wege, sua traduzione in ritmi liberi attraverso una<br />

versione latina <strong>di</strong> un testo del poeta arabo Ta’abbata Scharran. <strong>La</strong> poesia, come commenta<br />

lo stesso Goethe, narra «düster, ja finster [...] glühend, rachlustig und von Rache<br />

gesättigt» una vicenda <strong>di</strong> torti e <strong>di</strong> sanguinarie vendette fra tribù <strong>di</strong> beduini. Per i testi <strong>di</strong><br />

Goethe si è fatto ricorso a Goethes Werke. Hamburger Ausgabe, herausgegeben von Erich<br />

Trunz, Hamburg/München 1949-1960 [abbr.: GW]; qui GW II: 130sgg.<br />

100 Si veda ad esempio il sostantivo «Stadtschaften» (<strong>Brecht</strong>, v. 121), oppure, da un<br />

punto <strong>di</strong> vista sintattico, l’insistenza sull’inversione (vv. 120-122) o la complessa costruzione<br />

della relativa al v. 130.<br />

101 <strong>La</strong> battuta <strong>di</strong> Creonte risulta così perfettamente in tono con la caratterizzazione <strong>di</strong>spotica<br />

del personaggio nella versione brechtiana. A legare il passo alla pièce nel suo complesso<br />

è anche l’accorta inserzione dell’aggettivo «grablos» (<strong>Brecht</strong>, v. 129), qui riferito<br />

agli Argivi ma inevitabile eco <strong>di</strong> un passo fra i più celebri della trage<strong>di</strong>a sofoclea nella lettera<br />

hölderliniana: «grablos» è lì naturalmente in primo luogo Polinice, e la sua con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> insepoltura è il fulcro linguistico e tematico della trage<strong>di</strong>a tutta (Sofocle, v. 29: ἄταφον<br />

«insepolto»).

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