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Marco Castellari La presenza di Hölderlin nell'“Antigone” di Brecht

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172 <strong>Marco</strong> <strong>Castellari</strong><br />

le parole <strong>di</strong> Pindaro, ancora un volta me<strong>di</strong>ate dalla versione hölderliniana:<br />

nel primo caso si tratta <strong>di</strong> una ripresa con variazioni <strong>di</strong> una similitu<strong>di</strong>ne fra<br />

capo politico e timoniere <strong>di</strong> una nave:<br />

Von vielem Verwalter bist du. Wenn etwa du liebst<br />

Gerüchte lieblich immer zu hören, nicht<br />

Mühe zu sehr <strong>di</strong>ch mit Aufwand: löse<br />

Gleich wie ein nicht mehr steuernder Mann das Segel und treibe! 96<br />

(vv. 595-598)<br />

Nella seconda occorrenza, invece, la citazione è letterale e limitata a<br />

una breve gnome:<br />

Heißt es nicht:<br />

Am lügenlosen Amboß stähle <strong>di</strong>e Zunge? 97<br />

(v. 623sg.)<br />

Molto interessante è il regime intertestuale nel quale è gestita l’ultima<br />

citazione pindarica: qui, infatti, il poeta antico non è sottoposto a un riuso<br />

con variazioni <strong>di</strong> maggiore o minore portata, bensì, per mezzo della formula<br />

introduttiva «Heißt es nicht:», espressamente citato come patrimonio<br />

culturale e linguistico al quale Emone fa riferimento. L’ultima occorrenza<br />

pindarico-hölderliniana è dunque per così <strong>di</strong>re “esterna” al tessuto del testo:<br />

è questa un’ulteriore prova della varietà <strong>di</strong> regimi, funzioni e stratificazioni<br />

che caratterizza la <strong>presenza</strong> degli ipotesti <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> nell’Antigone <strong>di</strong><br />

<strong>Brecht</strong> 98 .<br />

96 Si confronti la traduzione hölderliniana della Pitica I, vv. 166-172: «Von vielem<br />

Verwalter / Bist: [...] Wenn etwa du liebst Gerüchte lieblich immer / Hören, nicht mühe<br />

zu sehr <strong>di</strong>ch mit Aufwand, / Und löse wie ein steuernder Mann / Das Seegel, das wehende»<br />

(Hell. V: 32; StA V: 68). In questo caso <strong>Brecht</strong> riprende più ampiamente il testo<br />

hölderliniano, facendo seguire a una citazione quasi letterale un ribaltamento semantico<br />

attraverso l’aggiunta della particella negativa «nicht» e dell’imperativo «treibe». Giocando<br />

a un livello evidentemente non percepibile al pubblico della pièce, il drammaturgo pare<br />

voler recuperare e assieme rifunzionalizzare nelle intercape<strong>di</strong>ni del testo un patrimonio<br />

linguistico e politico-morale: la scelta <strong>di</strong> Pindaro potrebbe dunque essere spiegata da un<br />

lato come rinvio a un canone locale, dall’altro come riferimento <strong>di</strong>alettico a un poeta encomiastico<br />

e cortigiano. <strong>La</strong> me<strong>di</strong>azione hölderliniana, come nel caso <strong>di</strong> Sofocle, è motivata<br />

alla sua origine da motivi eminentemente pratici ma si rivela poi, come nel caso <strong>di</strong><br />

Sofocle, particolarmente stimolante per la sua doppia <strong>di</strong>rettrice, arcaizzante e straniante.<br />

97 Si confronti la traduzione hölderliniana della Pitica I, vv. 162sg.: «Am lügenlosen<br />

Amboss / Stähle <strong>di</strong>e Zunge!» (Hell. V: 32; StA V: 68).<br />

98 Per quanto concerne la possibilità che <strong>Brecht</strong> scelga <strong>di</strong> inserire questi pochi brani<br />

pindarici per ragioni <strong>di</strong> contenuto, va detto che le tre citazioni hanno anche da questo<br />

punto <strong>di</strong> vista statuti <strong>di</strong>fferenti. Il brano tratto dalla Pitica IV presenta lo stralcio <strong>di</strong> una<br />

narrazione mitica: Giasone racconta <strong>di</strong> quando, ancora infante, fu mandato a Chirone<br />

perché fosse educato e strappato alle trame omicide dello zio Pelia, tiranno usurpatore <strong>di</strong><br />

Iolco timoroso <strong>di</strong> una riven<strong>di</strong>cazione del trono da parte del nipote. <strong>La</strong> funzione della citazione<br />

pindarica nel coro brechtiano potrebbe essere quella <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care un exemplum mi-

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