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Marco Castellari La presenza di Hölderlin nell'“Antigone” di Brecht

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160 <strong>Marco</strong> <strong>Castellari</strong><br />

rismen sono ad<strong>di</strong>rittura più ampie, per quanto <strong>di</strong>versamente localizzate 68 ;<br />

l’eventualità che <strong>Brecht</strong> abbia potuto servirsi delle e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Böhm e <strong>di</strong><br />

Zinkernagel in parallelo, comunque scarsamente probabile per ragioni <strong>di</strong><br />

agilità e <strong>di</strong> reperibilità, è da rigettare poiché anche una faticosa collazione<br />

fra i due testi non permette <strong>di</strong> giungere alla versione presentata nel Programmheft.<br />

A costituire invece certamente il principale testo <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong><br />

<strong>Brecht</strong> fu la più celebre e più influente e<strong>di</strong>zione storico-critica delle opere<br />

<strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> della prima metà del Novecento, iniziata da Norbert von<br />

Hellingrath e conclusa, dopo la morte in guerra <strong>di</strong> quest’ultimo, da Ludwig<br />

von Pigenot e da Friedrich Seebass 69 (1913-1923). Dal terzo e dal quinto<br />

volume, in particolare, <strong>Brecht</strong> ha potuto trarre tutti i testi variamente utilizzati<br />

per la sua rielaborazione. Ancora una volta, sono gli Aphorismen a<br />

fungere da prova <strong>di</strong>scriminante: è quella <strong>di</strong> Hellingrath infatti l’unica e<strong>di</strong>zione<br />

a proporli con il titolo, nell’or<strong>di</strong>ne e nella forma che ritroviamo in<br />

<strong>Brecht</strong>, fatte salve le scelte ortografiche per le quali si può ben supporre<br />

un intervento a posteriori del drammaturgo stesso 70 .<br />

Stabilita con certezza l’e<strong>di</strong>zione principale dalla quale <strong>Brecht</strong> trasse i testi<br />

<strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong>, resta da valutare l’ipotesi che essa non sia stata l’unica utilizzata.<br />

Se, come vedremo più avanti, alcuni passaggi della rielaborazione<br />

<strong>di</strong> Antigone sono spiegabili solo ipotizzando il ricorso a un’altra traduzione<br />

ovvero il confronto <strong>di</strong>retto o me<strong>di</strong>ato con il testo greco, l’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Hellingrath<br />

è invece <strong>di</strong> per sé necessaria e sufficiente per quello che concerne<br />

le citazioni hölderliniane. Più che ragioni strettamente testuali, dunque, sarebbero<br />

piuttosto altre considerazioni a far ponderare l’eventualità che<br />

sulla scrivania <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong>, prima dell’impegnativa e<strong>di</strong>zione storico-critica, o<br />

accanto ad essa, si sia trovata una pubblicazione più agile. Pensiamo in<br />

particolare, come il lettore avrà già in parte inteso, al volume nato in concomitanza<br />

con la messa in scena amburghese del 1946, un testo che, specie<br />

grazie alla postfazione <strong>di</strong> Ludwig Benninghaus, avrebbe potuto fornire<br />

a <strong>Brecht</strong> anche una collocazione culturale della traduzione hölderliniana<br />

più attuale e più vicina alle sue intenzioni.<br />

2.4 Modalità della trasformazione<br />

Motivata da ragioni sostanzialmente pratiche 71 e non me<strong>di</strong>ata da una<br />

68 Innanzitutto, lievemente <strong>di</strong>verso è il titolo sotto il quale Zinkernagel raccoglie questi<br />

testi: «Aphoristisches» (Zink. II: 427); inoltre, in questa e<strong>di</strong>zione non sono raccolti il<br />

secondo, il terzo e il quarto brano utilizzato da <strong>Brecht</strong> nel Programmheft («Aus Freude [...]<br />

einseitig schief», «Da hingegen [...] dafür leben» e «Vortreffliche Menschen [...] verlernt»,<br />

HECHT 1988: 179sg.), mentre compare l’ultimo passo, non riportato da Böhm («Meist<br />

haben sich Dichter [...] zur Natur», HECHT 1988: 180; Zink. II: 430).<br />

69 Si veda supra, nota 5.<br />

70 Aphorismen (Hell. III: 241-247), da confrontarsi con HECHT 1988: 179sg.<br />

71 Se la scelta della traduzione <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong>, e non altrui, pare essere stata dettata soltanto<br />

dal consiglio <strong>di</strong> Neher, la decisione <strong>di</strong> mettere in scena Antigone, e non un’altra pièce,

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