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Marco Castellari La presenza di Hölderlin nell'“Antigone” di Brecht

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<strong>La</strong> <strong>presenza</strong> <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> nell’“Antigone” <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> 153<br />

<strong>di</strong> queste considerazioni in sede interpretativa 40 , mancando <strong>di</strong> compiere<br />

però, a parere <strong>di</strong> chi scrive, un passo fondamentale per definire con precisione<br />

l’importanza dell’ipotesto hölderliniano nella trasformazione brechtiana:<br />

anche gli stu<strong>di</strong> filologicamente più accorti non hanno infatti analizzato<br />

fino in fondo la stratificazione e la pluralità del ricorso <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> ai<br />

testi hölderliniani, dando spesso per scontato un approccio superficiale e<br />

“materiale” del rielaboratore moderno alle fonti; a ciò la critica è stata in<br />

parte indotta dal drammaturgo stesso, che con il consueto compiacimento<br />

sviava <strong>di</strong> continuo i suoi interpreti da un’analisi serrata dei riferimenti testuali<br />

41 . Il rinvenimento <strong>di</strong> fonti fino ad oggi ignote alla critica e la descrizione<br />

completa del “problema-<strong>Hölderlin</strong>” nel lavoro brechtiano ad Antigone<br />

saranno l’oggetto delle considerazioni che seguono: alla presentazione<br />

preliminare del gruppo <strong>di</strong> testi brechtiani sui quali concentreremo la nostra<br />

attenzione (2.1) seguiranno l’analisi delle motivazioni che spinsero <strong>Brecht</strong><br />

a optare per la traduzione <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> (2.2), la determinazione precisa<br />

dell’e<strong>di</strong>zione dalla quale egli attinse i testi hölderliniani (2.3) e una dettagliata<br />

<strong>di</strong>samina delle modalità secondo le quali egli li forgiò e li fuse con<br />

altre fonti (2.4).<br />

2.1 Descrizione dei testi<br />

<strong>La</strong> rielaborazione brechtiana dell’Antigone <strong>di</strong> Sofocle sulla base della<br />

traduzione <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> si compone <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> testi i quali, affiancati a<br />

fotografie <strong>di</strong> scena, <strong>di</strong>dascalie <strong>di</strong> carattere registico e annotazioni <strong>di</strong> varia<br />

mano, furono riuniti in un Modellbuch, pubblicato nel 1949 42 . Assieme alle<br />

rale, mentre considerando tutti i punti in cui si trovano tracce anche vaghe del testo <strong>di</strong> riferimento<br />

si giunge al 32,1% (BUNGE 1957: 131).<br />

40 Fra gli stu<strong>di</strong> che più hanno approfon<strong>di</strong>to il rapporto stilistico fra i due testi ancora<br />

utilissimi POHL 1969 e WEISSTEIN 1973. Parte della critica più recente tende a considerare<br />

la scelta della traduzione <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> e la sua modalità <strong>di</strong> trasformazione come tratti<br />

in contrasto con la tendenza complessiva della rielaborazione: su questa posizione in particolare<br />

BARNER 1987, FLASHAR 1988b, FRICK 1998, PRIMAVESI 2000 e JOOST 2001, secondo<br />

i quali l’ipotesto hölderliniano finisce per essere un ostacolo alla «Durchrationalisierung»<br />

cui <strong>Brecht</strong> <strong>di</strong>chiarava <strong>di</strong> volere sottoporre la trage<strong>di</strong>a sofoclea (Vorwort, in Antigonemodell<br />

1948; BW XXV: 74). Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> vecchi stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> chiara impronta ideologica, che<br />

ravvisavano nella trasformazione ad<strong>di</strong>rittura un miglioramento della versione ottocentesca<br />

(RILLA 1950, ma si confrontino anche GRIMM 1961 e MITTENZWEI 1973), altre voci<br />

hanno recentemente valutato positivamente l’operazione brechtiana proprio da un punto<br />

<strong>di</strong> vista linguistico e stilistico: si leggano fra gli altri BUCK 1990, FRITSCH 1990, PHILIPSEN<br />

2001 e CHIARLONI 2004.<br />

41 «Philologische Interessen konnten nicht be<strong>di</strong>ent werden» scriveva <strong>Brecht</strong> nel Vorwort<br />

dell’Antigonemodell 1948 (BW XXV: 75).<br />

42 Bertolt <strong>Brecht</strong>, Caspar Neher: Antigonemodell 1948, re<strong>di</strong>giert von Ruth Berlau, Berlin<br />

1949. Il testo drammatico pubblicato in questa e<strong>di</strong>zione presenta <strong>di</strong>fferenze minime rispetto<br />

a quello portato in scena a Coira, <strong>di</strong> cui abbiamo testimonianza attraverso due dattiloscritti,<br />

il quaderno <strong>di</strong> regia <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> e il copione della Weigel. Per un elenco delle va-

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