ARIMINUM sett/ottobre - Rotary Club Rimini
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Riccione, <strong>sett</strong>embre 1933.<br />
Silvio Lombardini e la figlia Teresa.<br />
Sotto. Silvio Lombardini con<br />
i membri della sua Giunta<br />
e (a sx) ai pozzi di Fogliano.<br />
lungo e poi rimasto nei desiderata (e<br />
nei sogni degli inguaribili nostalgici<br />
delle strade ferrate abbandonate o perdute,<br />
tanto più nell’era della presunta<br />
Alta Velocità). Una tipica storia italiana<br />
di ‘grandi opere’ iniziate e mai<br />
completate, nonostante l’impegno dei<br />
promotori, e che forse meriterebbe un<br />
ulteriore approfondimento storiografico<br />
(se non addirittura una monografia<br />
ad hoc). E ancora, per onorare la<br />
memoria del figlio Mario, Lombardini<br />
sollecita, attraverso la raccolta di<br />
fondi, la creazione di una colonia per<br />
fanciulli di debole costituzione sul<br />
Monte Ercole, vicino a Sant’Agata<br />
Feltria, diventando così precursore,<br />
almeno a livello locale, di tutta una<br />
politica di assistenza per l’infanzia, di<br />
cui è ancora agevole trovare le tracce,<br />
o meglio le rovine, nella Romagna<br />
solatìa.<br />
Ma, a parte ciò, è soprattutto all’attività svolta a Riccione che<br />
Masini dedica la sua attenzione, riservandole una buona metà del<br />
libro. Abituato a frequentare il borgo romagnolo da semplice<br />
turista o tutt’al più facoltoso proprietario di un villino al mare<br />
(nonostante il fuggi fuggi dovuto al terremoto del 1916),<br />
Lombardini col tempo diventa un ‘pendolare’, dividendo a metà<br />
il suo tempo tra il lavoro a Forlì e la nuova occupazione nell’amministrazione<br />
pubblica. In questa parte del volume il ritmo narrativo<br />
si fa ancora più serrato. Possiamo seguire l’opera di<br />
Lombardini pressoché quotidianamente, osservando il suo tentativo<br />
di districarsi e di mantenere il Comune in un non facile equilibrio,<br />
sottraendosi per quanto possibile alle pressioni delle forze<br />
politiche dell’epoca, a cominciare dai fascisti. Inutile redigere in<br />
questa sede un elenco completo di quanto fatto dal sindaco ‘forlivese’,<br />
ripetendo in toto le pagine di Masini. Basti solo ricordare<br />
come ancora oggi si possano trovare le tracce dell’intervento<br />
di Lombardini: così è per i ponti sul Rio Melo e sul Marano: oggi<br />
semplici punti di passaggio sulla via litoranea per orde di vacan-<br />
LIBRI<br />
«Come Aristide, soprannominato<br />
il Giusto, fu ostracizzato nell’Atene<br />
del V secolo a.C. perché inviso agli<br />
Ateniesi per il suo noto se non<br />
sbandierato amore per la giustizia,<br />
così anche Lombardini, nonostante<br />
i suoi meriti, divenne a Riccione<br />
un personaggio scomodo; scomodo<br />
soprattutto per i fascisti, che trovarono in<br />
lui un uomo difficilmente ‘gestibile’…»<br />
zieri e annoiati routiers invernali, ma<br />
all’epoca snodi fondamentali per i trasporti<br />
e i collegamenti, negli anni<br />
Venti, quando quella zona era romanticamente<br />
solo dune, polvere e sabbia.<br />
E non va trascurata neppure l’opera di<br />
rimboschimento del litorale (vd. i pini<br />
di viale Ceccarini, che ancora oggi<br />
troneggiano al di sopra delle orde turistiche),<br />
che nelle intenzioni di<br />
Lombardini doveva far parte di un più<br />
ampio progetto di rimboschimento da<br />
Cervia a Cattolica. E non si può inoltre<br />
passare sotto silenzio la sua attività<br />
per avviare il collegamento con il tram<br />
elettrico su rotaia tra <strong>Rimini</strong> e<br />
Riccione, collegamento finalmente<br />
attuato nel giugno 1927.<br />
Ma il volume di Masini non è solo un<br />
ritratto inserito nella microstoria locale.<br />
Anzi, l’autore non manca di calare<br />
costantemente il suo protagonista nel<br />
contesto più generale della Grande<br />
Storia, italica e non. E ciò già a cominciare<br />
dall’incipit, in cui, con uno stratagemma<br />
tipicamente narrativo, fa iniziare<br />
la sua monografia dalla fine, dall’assassinio<br />
del cancelliere austriaco<br />
Dollfuss nell’estate del 1934, che coincide anche con l’ultima<br />
estate di Lombardini in vacanza a Riccione, ormai libero da ogni<br />
incarico pubblico (la morte lo coglierà l’anno successivo, a<br />
Forlì).<br />
Chi scrive una biografia corre sovente il rischio di schierarsi a<br />
favore o contro il personaggio, e dunque di cadere o scivolare<br />
nell’agiografia o nella critica insistita. Si può senz’altro affermare<br />
che tale pericolo è accuratamente evitato da Masini. Questi<br />
mette in luce l’assoluta incorruttibilità dell’uomo e la libertà di<br />
manovra, sostenuta da una propria deontologia umana e professionale.<br />
Anche dove si può intravedere una certa sintonia tra biografo<br />
e protagonista, la ‘simpatia’ nei confronti di Lombardini<br />
non inficia certo l’equilibrio della ricerca e della valutazione del<br />
personaggio.<br />
Come Aristide, soprannominato il Giusto, fu ostracizzato<br />
nell’Atene del V secolo a.C. perché inviso agli Ateniesi per il suo<br />
noto se non sbandierato amore per la giustizia (secondo un aned-<br />
Segue a pag. 52<br />
SETTEMBRE-OTTOBRE 2011 /ARIMINVM .43