ARIMINUM sett/ottobre - Rotary Club Rimini
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i dice e si scrive di una drammatica<br />
sorte per il mondo: è<br />
scoppiata la terza guerra mondiale.<br />
E’ una metafora naturalmente, un<br />
linguaggio simbolico ma densamente<br />
rappresentativo. Si fa riferimento<br />
alla possibile e deprecabile<br />
guerra globale della recessione<br />
economica. Nessuna popolazione,<br />
fatta eccezione per quelle che marciscono<br />
nella disperazione endemica<br />
di fame e malattie, se la può<br />
scampare. Al posto delle trincee<br />
militari mettete le fabbriche, i<br />
commerci import-export, l’occupazione<br />
lavorativa, eccetera, e il<br />
discorso fa quadrato. La pandemia<br />
che rode e divora la ricchezza virtuale<br />
e reale, è quella megera<br />
ingorda che si chiama speculazione.<br />
Sono truppe altrettanto mimetizzate<br />
quanto deleterie; reggimenti<br />
di assalto alla ricchezza comune<br />
e ai beni di tutti. Agiscono come<br />
ladri di notte. Sono i figli delle<br />
tenebre. Sono i nemici giurati della<br />
società progredita, tecnica, cibernetica<br />
e digitale. Chi sono e dove si<br />
nascondono è impossibile indovinarlo.<br />
La loro missione è aggredire<br />
il benessere dei popoli, la serenità e la<br />
speranza universale.<br />
Mentre scrivo, oggi 18 agosto, i mercati<br />
dell’Occidente solo in Europa si sono<br />
fumati 300 miliardi di euro. L’Italia, che<br />
arranca per racimolare 50 miliardi in due<br />
anni, ne lascia sul terreno 19 in ventiquattro<br />
ore. Questo assalto all’arma bianca,<br />
che affonda la lama nella materia sanguinante<br />
della finanza, avrà il merito di<br />
spedire l’economia mondiale nella sala<br />
di rianimazione?<br />
E’ una storia squallida a raccontarla. Una<br />
sequenza di fatti che fastidiano e deprimono.<br />
La telenovela muove i primi passi<br />
nel <strong>sett</strong>embre 2007 con il crac dei fondi<br />
d’investimento (“i mutui subprime”). Si<br />
parte dal fallimento della Leheman nel<br />
2008. Sbanda e affonda Wall Street<br />
OSSERVATORIO<br />
LA RECESSIONE ECONOMICA CHE INCOMBE SU RIMINI<br />
«HO VISTO LA CITTÀ CAMBIARE IMMAGINE E TEMPERAMENTO»<br />
S<br />
36.<br />
ARIMINVM/<br />
La sede della Caritas<br />
di <strong>Rimini</strong>.<br />
SETTEMBRE-OTTOBRE 2011<br />
Aldo Magnani<br />
«Per verificare il barometro<br />
del disagio che investe la città,<br />
basta frequentare la Caritas cittadina:<br />
un crocevia di gente, di urgenze<br />
e di emergenze plurietniche<br />
e plurinazionali.<br />
Ci vanno residenti riminesi<br />
e stranieri per questuare cibo, vestito,<br />
un letto e qualche spicciolo di elemosina»<br />
involgendo nel rosso profondo anche i<br />
mercati dell’Occidente. Tutto questo perché<br />
i cittadini statunitensi si davano alla<br />
bella vita con lo sfarzo superiore alle disponibilità<br />
oggettive. Quindi la deriva<br />
economica con lo sbando della collettività.<br />
Nella scia americana arranca e boccheggia<br />
l’Europa. Sono inghiottite nella bolla<br />
d’aria rispettivamente l’Inghilterra, la<br />
Francia, la Germania e soprattutto la<br />
Spagna. Si hanno mesi d’incubo per gli<br />
stati sovrani che si precipitano a puntellare<br />
banche pubbliche e private.<br />
Concretamente era come gettare manciate<br />
di gioielli nella voragine marina,<br />
oppure gocce di olio balsamico<br />
nell’Oceano Pacifico....<br />
E l’Italia? Nella primavera 2008 le votazioni<br />
politiche assegnavano alla destra il<br />
governo nazionale. Nei mesi estivi il<br />
superministro dell’economia Giulio<br />
Tremonti esibiva agli italiani una<br />
finanziaria che glissava il ciclone<br />
europeo mostrandosi caparbiamente<br />
ottimista. Alle riserve mentali<br />
dei migliori economisti nazionali,<br />
la maggioranza governativa<br />
replicava che nella Repubblica<br />
transalpina crisi finanziaria e<br />
depressione economica non<br />
avrebbero messo piede, tuttalpiù<br />
avrebbero sfiorato il nostro Paese.<br />
Nel frattempo che il potere dormiva<br />
sugli allori la domanda produttiva<br />
(ordinazioni estere e interne)<br />
colava a picco nel tratto di<br />
pochi mesi. I talk-show mostravano<br />
sequenze di capannoni del<br />
Nord-Est chiusi e desolati. Gli<br />
indicatori della cassa integrazione<br />
s’impennavano vertiginosamente.<br />
La linea Tremonti, tardiva e<br />
incompleta, si presentava una<br />
guerra di trincea senza le fanterie<br />
d’attacco e di conquista. Le finanziarie<br />
che nascevano e morivano<br />
erano medicine fiscali idonee<br />
appena per edulcorare o rimarginare<br />
le ferite del passato e del presente.<br />
Finì che l’Italia veniva considerata<br />
un pericolo incombente<br />
per le economie sane e in fase di ripresa.<br />
Caduti a vuoto i consigli e le ammonizioni<br />
della Commissione europea e della<br />
Banca centrale, all’Italia veniva “precettato”<br />
il pareggio del bilancio entro il<br />
2013. Praticamente il governo<br />
Berlusconi veniva commissariato. A confermare<br />
le ragioni dell’Unione europea ci<br />
pensavano i mercati mondiali che seminavano<br />
panico e costernazione presso i<br />
risparmiatori. Oggi in quanto oggi<br />
impossibile preconizzare il futuro che ci<br />
aspetta. E’ da contare che qualche santo<br />
del cielo ci dia una mano perché l’azienda<br />
Italiana resti a galla. E’ successo sempre<br />
nelle intemperie passate. E’ scritta<br />
nel nostro DNA la caratteristica di non<br />
precedere le sciagure ma di subirle. Ci<br />
servono le ossa rotte per farci ragionare.<br />
Di <strong>Rimini</strong> ricordo la sorpresa e lo smar-<br />
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