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ARIMINUM sett/ottobre - Rotary Club Rimini

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l mondo della notte era ai miei<br />

tempi, negli anni Sessanta, estremamente<br />

variegato e frizzante; un mosaico<br />

di personaggi simpatici e divertenti,<br />

diversi per tipologia, ma tutti già accomunati<br />

dalla cultura del divertimento,<br />

cultura assorbita non in masters, bensì<br />

attraverso l’aria che si respirava, che ne<br />

era satura come per la salsedine del<br />

mare. Pochi i giovani che risultavano<br />

immuni da questa iniziazione ambientale.<br />

L’Embassy era il locale alla moda,<br />

più raffinato, dove ci si dava appuntamento<br />

per l’aperitivo o dopo cena per<br />

programmare la serata. Vitelloni, studenti<br />

e turisti a una cert’ora della sera<br />

affollavano l’elegante locale. Si arrivava<br />

in ordine sparso e si organizzava il<br />

programma serale. La meta abituale<br />

erano i bellissimi locali notturni situati<br />

sulle colline che circondano <strong>Rimini</strong>.<br />

Invidiatissimi quelli che arrivavano già<br />

in compagnia femminile, frutto di un<br />

“imbarco” fortunato. Nel momento<br />

cruciale della serata, quando il brusio<br />

era al massimo, arrivava Lelo, personaggio<br />

della notte, a passi lenti, come<br />

sempre in un impeccabile completo<br />

doppio petto di lino bianco. Da quel<br />

periodo giovanile in poi, era emerso<br />

come ottimo collaboratore nella<br />

Reception di rinomati Locali come<br />

l’Embassy, il Paradiso e il Savioli. Il<br />

gossip riferiva che nel suo albero<br />

genealogico figurasse la Beccasecca,<br />

macchietta femminile zingaresca, di<br />

una certa età, che si aggirava a quei<br />

tempi con un bastone, pronta a rintuzzare<br />

con male parole i giovinastri che<br />

da dietro le colonne di piazza Tre<br />

Martiri le facevano versi di dileggio,<br />

ma tale sussurro gli dispiaceva. Lelo<br />

era un personaggio distinto e cordiale,<br />

ma amava mantenere sempre nel gruppo<br />

un certo distacco, preferiva rimanere<br />

un po’ ai margini e aspettare gli<br />

eventi della serata, sempre con occhio<br />

attento rivolto alle novità dell’ambiente<br />

specie in campo femminile. Parlava<br />

anche inglese, che ogni tanto sfoggiava<br />

anche quando non c’erano interlocutori<br />

british, a sottolineare con una punta<br />

snob, la differenza di casta che si frapponeva<br />

tra lui e i presenti. Il lino bianco<br />

ne rappresentava la garanzia!<br />

AMARCORD<br />

LELO / “GIORNALISTA” DI PIAZZA TRE MARTIRI<br />

A LUI TOCCAVA SEMPRE IL “MACCHERONE”<br />

I<br />

Gian Maria Catrani<br />

«Nel momento cruciale della serata,<br />

quando il brusio era al massimo,<br />

arrivava Lelo, personaggio della notte,<br />

a passi lenti, come sempre<br />

in un impeccabile completo<br />

doppio petto di lino bianco»<br />

Gestiva una edicola di giornali nella<br />

centralissima piazza Tre Martiri, e si<br />

sentiva pertanto autorizzato a spacciarsi<br />

per giornalista negli incontri galanti<br />

della notte, salvo poi essere obbligato<br />

giorni dopo, nell’edicola, ad allungare<br />

fatalmente il giornale alla cliente frequentata,<br />

in posizione genuflessa e a<br />

testa bassa, per non farsi riconoscere<br />

nelle vesti di giornalaio. Si lamentava<br />

sempre, con chi era più in confidenza,<br />

utilizzando perfino espressioni dialettali<br />

colorite, che nel gruppo gli appioppassero<br />

sempre il “maccherone”, cioè<br />

la meno bella della compagnia. Le sue<br />

frequentazioni femminili, per reazione,<br />

erano sempre caratterizzate da<br />

grande riservatezza fino al mistero. Si<br />

favoleggiava allora di un suo rapporto<br />

stabile, ma nessuno forniva la documentazione<br />

inoppugnabile.<br />

Finalmente arrivava all’Embassy<br />

Panto, il suo partner abituale nelle battute<br />

di caccia. Rappresentavano un<br />

coppia mitica della notte. Alto, bruno,<br />

con lineamenti marcati Panto si contrapponeva<br />

a Lelo che era piccolo,<br />

biondastro, con il naso aquilino. Il<br />

sodalizio operativo consisteva nel percorrere<br />

la strada che fiancheggiava la<br />

passeggiata verso Riccione alla ricerca<br />

dell’“imbarco”; Panto guidava la macchina<br />

e Lelo al suo fianco era l’avvistatore.<br />

Quando Lelo segnalava una<br />

coppia meritevole, Panto rallentava per<br />

valutare la qualità dell’avvistamento;<br />

si rivolgeva quindi a Lelo e senza<br />

rispetto infieriva dicendogli in dialetto<br />

“la tua non mi piace tanto!” Povero<br />

Lelo, il destino del maccherone aveva<br />

fatto ancora una volta inesorabilmente<br />

il suo corso! Gli anni sono passati e<br />

Lelo si è felicemente sposato con<br />

Mara. Purtroppo è venuto a mancare<br />

da alcuni mesi nel grande dolore di<br />

Mara e nel corale cordoglio di tutti gli<br />

amici che gli volevano bene. Narrano<br />

gli antichi che i Campi Elisi, dimora<br />

eterna di anime virtuose in una perenne<br />

primavera, sono anche pieni di belle<br />

ragazze e che nei ricchi banchetti, permeati<br />

dal profumo degli asfodeli, non<br />

servono mai piatti di indigesti “maccheroni”!<br />

SETTEMBRE-OTTOBRE 2011 /ARIMINVM .35

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