ARIMINUM sett/ottobre - Rotary Club Rimini
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on capita tutti i giorni<br />
di camminare sospesi<br />
sugli antichi travi che formano<br />
le capriate di una<br />
chiesa. Capriate, per di più,<br />
nascoste alla vista e di fatto<br />
inaccessibili, custodi di<br />
memorie del tardo<br />
Medioevo riminese.<br />
Durante la scorsa estate,<br />
insieme a Giovanni<br />
Rimondini e a un incaricato<br />
che ci ha guidato lungo<br />
una vera e propria arrampicata<br />
a ritroso nella storia,<br />
ho avuto la fortuna di salire<br />
fino al sottotetto della chiesa<br />
di Sant’Agostino. Lì ho<br />
fotografato quello che resta<br />
delle tre ruote dipinte sull’intonaco<br />
originale di controfacciata<br />
(1) .<br />
Si tratta di tre affreschi che<br />
per le loro dimensioni, e<br />
soprattutto per la particolarità<br />
delle forme che contengono,<br />
sembrano rappresentare un unicum tra gli apparati decorativi<br />
nelle architetture sacre del XIII e XIV secolo. Ma proviamo<br />
a capire meglio di cosa si tratta.<br />
Le due ruote che si sono conservate – di una terza centrale, posizionata<br />
in corrispondenza dell’oculo sommitale della chiesa, è<br />
rimasta solo qualche traccia – sono racchiuse in un cerchio a<br />
doppia bordatura, simile alla cornice lineare che segue l’inclinazione<br />
del tetto. Al loro interno si sovrappongono motivi concentrici<br />
a stella o a ro<strong>sett</strong>a, con raggi o petali simmetrici, centrati su<br />
un’articolata partizione a sedici raggi. La luce fioca del sottotetto<br />
le rivela lentamente all’occhio, ma permette di distinguere con<br />
precisione le sfaccettature in chiaro scuro e i pigmenti rosso-ruggine,<br />
verde e giallo con cui furono dipinte. Quella di destra, per<br />
quanto molto rovinata, presenta anche tracce di colore scuro, e<br />
punte arrotondate o polilobate, di più evidente linguaggio gotico.<br />
Ma a quando risalgono e cosa potevano significare queste decorazioni?<br />
E il loro aspetto, così particolare, di quali influenze ha<br />
risentito? Anzitutto collochiamole nello spazio della chiesa.<br />
Immaginiamo di entrare in Sant’Agostino prima della ristrutturazione<br />
seicentesca, e soprattutto proviamo a muoverci nella grande<br />
aula senza l’elegante controsoffitto “scenografico” del<br />
Bibiena, costruito dopo il 1719. La navata unica, di derivazione<br />
STORIA DELL’ARCHITETTURA<br />
I COLORI DELLA CITTÀ<br />
LE TRE RUOTE DEL SOTTOTETTO DELLA CHIESA DI SANT’AGOSTINO<br />
CURIOSITÀ SIMBOLICHE, DECORATIVE E MISTICHE<br />
N<br />
18.<br />
ARIMINVM/<br />
SETTEMBRE-OTTOBRE 2011<br />
Gianni Donati<br />
cistercense, si sarebbe rivelata<br />
in tutta la sua essenziale<br />
imponenza, dominata<br />
alla sommità da una<br />
sequenza di travi a vista.<br />
Là, in alto, in controfacciata,<br />
avremmo visto campeggiare<br />
le tre ruote, ognuna<br />
con un diametro di oltre<br />
due metri e dai colori vividi<br />
e chiari. Non potevano passare<br />
inosservate.<br />
La loro regolare disposizione<br />
a triangolo non replicava<br />
solo l’andamento della<br />
copertura, ma probabilmente<br />
rispecchiava anche le tre<br />
finestre circolari della facciata<br />
originale di<br />
Sant’Agostino. Infatti quella<br />
visibile oggi non è che<br />
una terza versione della facciata.<br />
Sul palinsesto murario<br />
si vedono abbastanza<br />
chiaramente le tracce non<br />
solo di lunghe finestre verticali,<br />
verosimilmente di epoca tardo gotica o Quattrocentesca, ma<br />
tracce dei tamponamenti dei primi tre oculi posti alla sommità<br />
del portale odierno. Probabilmente sono state queste le aperture<br />
previste in origine dal progettista. Le tre ruote affrescate hanno<br />
quasi certamente ripreso, all’interno, quelle tre finestre circolari,<br />
oppure ne hanno conservato la memoria dopo che furono murate.<br />
Questo fatto ci aiuta anche ipotizzare qualche data: potrebbero<br />
essere state affrescate dopo il completamento della nuova chiesa<br />
per l’ordine degli Eremitani di Sant’Agostino, quindi alcuni<br />
decenni dopo il 1247, o nel corso del Trecento, contemporaneamente<br />
o in seguito alla magnifica avventura pittorica dei cicli di<br />
scuola riminese realizzati nell’abside.<br />
Eppure è il loro significato formale, oltre a quello simbolico, a<br />
incuriosire di più. Anzitutto una considerazione: la loro posizione,<br />
in grande evidenza all’interno di uno spazio così importante<br />
per la città, esclude un valore semplicemente decorativo. E inoltre<br />
da dove provengono motivi simili, sovrapposti secondo abbinamenti<br />
così precisi e inconsueti?<br />
La ruota stellata o a fiore è un elemento che, variamente stilizzato,<br />
ricorre in molte culture e in diverse epoche, con un numero<br />
infinito di varianti. Dal Duecento in poi questa decorazione<br />
astratta tornò ad avere una larga diffusione. Ciò è dovuto in parte<br />
al recupero di eredità romane e bizantine (ad esempio a Ravenna,<br />
sul pavimento di San Vitale, sono presenti raffinate decorazioni a<br />
stella) e in parte all’influenza esercitata dal XII secolo in poi<br />
dalla diffusione di motivi geometrici islamici e orientali.<br />
«La ruota stellata o a fiore è un elemento che,<br />
variamente stilizzato, ricorre in molte culture e in diverse<br />
epoche, con un numero infinito di varianti.<br />
Dal Duecento in poi questa decorazione astratta tornò<br />
ad avere una larga diffusione.<br />
Ciò è dovuto in parte al recupero di eredità romane<br />
e bizantine e in parte all’influenza esercitata<br />
dal XII secolo in poi dalla diffusione di motivi<br />
geometrici islamici e orientali»<br />
In alto a sx. La ruota di sinistra affrescata sulla controfacciata di<br />
Sant’Agostino, la meglio conservata delle tre originali.<br />
A dx. La ruota di destra affrescata sulla controfacciata di<br />
Sant’Agostino, con punte polilobate. Al centro è visibile il foro<br />
necessario per costruire il tracciato geometrico.<br />
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