Tecnica Chirurgica rHead™ RECON - Small Bone Innovations
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TECNICA CHIRURGICA<br />
Sistema di Protesi<br />
Radiale rHead<br />
<strong>RECON</strong>
Sistema Protesi Radiale rHead <strong>RECON</strong><br />
TECNICA CHIRURGICA<br />
CONTENUTO<br />
Introduzione 1<br />
Preferenze del chirurgo 2<br />
Anatomia del capitello radiale 3<br />
Disturbi dell’articolazione radio-ulnare prossimale 4<br />
Procedura <strong>Chirurgica</strong><br />
1. Incisione cutanea 5<br />
2. Exposizione della capsula 6<br />
3. Utilizzo della guida di resezione del capitello 7<br />
4. Resezione del capitello 8<br />
5. Preparazione del canale endomidollare 9<br />
6. Uso dello stelo e capitello di prova 10<br />
7. Impianto delle componenti definitive 11<br />
8. Chiusura 12<br />
9. Cure post-intervento 12<br />
Indications and Contraindications 13<br />
Avvertenze, precauzioni ed informazioni al paziente 13
Introduzione<br />
Il capitello radiale è una componente importante della funzional-<br />
ità normale sia del gomito che dell’avambraccio facendo esso<br />
parte sia dell’articolazione omero-capitellare che quella radio-<br />
ulnare prossimale. Prove di stabilità hanno dimostrato che il<br />
capitello radiale ha un’importante funzione secondaria di oppo-<br />
sizione a carichi valgizzanti (dopo il legamento collaterale medi-<br />
ale).<br />
La resezione del capitello radiale a seguito di frattura, osteocon-<br />
drosi, o artrosi secondaria, non è scevra da effetti negativi sulla<br />
funzione sia del gomito che dell’avambraccio. Studi di laboratorio<br />
approfonditi hanno dimostrato l’importante ruolo del capitello<br />
radiale nella cinematica del gomito, nella distribuzione della forze,<br />
e nel trasferimento del carico dall’avambraccio attraverso l’artico-<br />
lazione del gomito.<br />
La resezione del capitello radiale è spesso stata causa di persis-<br />
tente instabilità in fratture-lussazioni del gomito, nelle lesioni con<br />
instabilità rotatoria, e lesioni con traslazione medio-laterale. Una<br />
instabilità assiale dell’avambraccio può risultare da una resezione<br />
del capitello radiale se sono stati compromessi gli altri stabilizza-<br />
tori del gomito (lesione di Essex-Lopresti). Il filo comune di tutte le<br />
instabilità dell’avambraccio e gomito è quello di lesioni legamen-<br />
tose associate a perdita di sostanza ossea. Una volta che lo stabi-<br />
lizzatore secondario è stato rimosso (p.e. il capitello) e elementi dei<br />
tessuti molli ( legamenti collaterali, membrana interossea del-<br />
l’avambraccio e/o articolazioni radio-ulnari prossimale e distale)<br />
sono compromessi, si nota un aumento dell’instabilità articolare.<br />
La sostituzione del capitello radiale è una soluzione anatomica e<br />
funzionale per l’instabilità acuta del gomito ed dell’avambraccio<br />
quando non sia possibile effettuare una fissazione interna delle<br />
fratture del capitello radiale. E’inoltre indicata nei casi in cui residui<br />
sintomi quali dolore o instabilità suggeriscono l’uso di una prote-<br />
si per ricostruire il capitello radiale in un secondo tempo.<br />
1
Preferenze del chirurgo<br />
In generale la protesi rHead <strong>RECON</strong> è stata ideata per i<br />
casi in cui non sia possibile allineare anatomicamente il<br />
radio prossimale sul condilo omerale.<br />
Situazioni cliniche in cui sia raccomandabile il potenziale<br />
utilizzo della protesi rHead <strong>RECON</strong> sono le seguenti:<br />
Traumatismi acuti<br />
1. Fratture comminute del capitello radiale che neces-<br />
sitano di una sua resezione associate a lesioni lega-<br />
mentose<br />
a) lussazioni del gomito<br />
b) lesioni radio-ulnari distali associate a frattura<br />
del capitello e lesione della membrana<br />
2. Fratture comminute del capitello radiale che<br />
necessitano di una sua resezione associate ad altre<br />
fratture<br />
a) Fratture della coronoide tipo II e III (semplici o<br />
con più della metà del processo coronoide<br />
comminuto)<br />
b) Fratture del processo olecranico tipo III<br />
(scomposte o comminute ed instabili).<br />
Ricostruzione<br />
Malallineamenti del radio prossimale resecato nelle con-<br />
dizioni seguenti:<br />
1. Instabilità dopo resezione del capitello radiale nel<br />
contesto di:<br />
a) insufficienza o ricostruzione del legamento<br />
collaterale mediale<br />
b) insufficienza o ricostruzione del legamento<br />
collaterale laterale<br />
c) stabilizzazione assiale (Essex-Lopresti)<br />
2. Fallimento di precedente protesi del capitello<br />
radiale.<br />
3. Con una artroplastica d’interposizione qualora il<br />
capitello radiale sia rimosso e la lassità residua del<br />
gomito sia aumentata dalla presenza della<br />
protesi.<br />
2 Sistema protesi radiale rHead <strong>RECON</strong> <strong>Tecnica</strong> <strong>Chirurgica</strong><br />
Situazioni cliniche in cui si deve evitare l’uso della protesi<br />
del capitello radiale:<br />
Traumatismi acuti<br />
1. Pazienti anziani con fratture comminute del capitello<br />
radiale senza lassità evidenti del gomito o lesioni<br />
associate (al di sopra dei 65 anni).<br />
2. Fratture esposte del capitello radiale, olecrano o con<br />
lussazione di gomito associata con alto rischio di<br />
infezione<br />
3. Fratture del capitello radiale tipo Mason I o II<br />
4. Fratture tipo Mason II senza instabilità di gomito o<br />
avambraccio.<br />
Ricostruzione<br />
1. Importanti disassiamenti dell’avambraccio, radio<br />
ulna prossimale (p.e. lussazione congenita del<br />
capitello radiale o frattura di Monteggia non<br />
consolidata)<br />
2. Impossibilità ad ottenere un corretto allineamento<br />
con la protesi di prova<br />
3. Malattia o lesione del condilo omerale (p.e. osteocondrosi<br />
del condilo).<br />
Generalità<br />
1. Precedente sepsi o preoccupazioni di contaminazione<br />
della ferita<br />
2. Nota allergia ai componenti della protesi<br />
3. Immaturità scheletrica<br />
4. Osso, tendine o muscolo, oppure tessuto molle<br />
adiacente compromessi da malattia, trauma o<br />
precedenti protesizzazioni che non forniscono<br />
adeguata stabilità o fissazione alla protesi.
Anatomia del capitello radiale<br />
1. Il capitello radiale articola con il condilo omerale e con<br />
l’intaccatura radiale (intaccatura maggiore) dell’ulna<br />
(FIG. A) .<br />
2. Il capitello radiale presenta un angolo di 15° rispetto la<br />
diafisi radiale allontanandosi dalla tuberosità (FIG. B)<br />
3. I legamenti attorno al capitello radiale danno un<br />
importante supporto ai tessuti molli e sono essenziali alla<br />
stabilità del gomito dopo protesizzazione del capitello<br />
radiale (FIG. C).<br />
4. La distribuzione degli stress varia da pronato a supinato<br />
ma in media è del 60% a livello radio-omerale e 40% a<br />
livello ulno-omerale<br />
5. La stabilita del gomito è condizionata dalla geometria<br />
articolare e dai vincoli legamentosi.<br />
6. La perdita del legamento collaterale mediale e/o del<br />
capitello radiale induce una instabilità primaria o<br />
secondaria del gomito. La sostituzione del capitello radiale<br />
aiuta a restituire la stabilità del gomito (FIG. D).<br />
7. Dopo la resezione del capitello radiale, o in seguito ad una<br />
frattura dell’ulna, l’epifisi prossimale del radio potrebbe<br />
non allinearsi con il condilo omerale.<br />
FIG. A FIG. B<br />
FIG. C<br />
FIG. D<br />
Legamento collaterale<br />
radiale<br />
capsula<br />
Legamento anulare<br />
15º<br />
Legamento collaterale<br />
laterale ulnare<br />
3
Disturbi dell’articolazione radio-ulnare prossimale<br />
Le articolazioni radio-ulnare e radio-omerale possono<br />
essere coinvolte da disturbi traumatici ed acquisiti. La<br />
causa traumatica è frequente. Le lesioni comprendono:<br />
1. Fratture del capitello radiale (Mason I-III) e<br />
Mason IV- frattura complessa del capitello<br />
associata a lesioni legamentose.<br />
2. Frattura combinata dell’ulna prossimale con<br />
lussazione del capitello o sua frattura (lesioni di<br />
Monteggia I-IV).<br />
3. Frattura del capitello radiale associata a<br />
lussazione del gomito (anteriore, posteriore o a<br />
lato)<br />
4. Lesioni dell’avambraccio e gomito (frattura del<br />
capitello radiale e lesione della membrana<br />
interossea )- lesione di Essex-Lopresti.<br />
Instabilità del gomito<br />
Tutte all’infuori di una delle lesioni sopra elencate com-<br />
portano una instabilità del gomito e sono classificate<br />
come segue:<br />
1. Lussazione del gomito con frattura del capitello<br />
radiale<br />
2. Variante di Monteggia con frattura dell’olecrano<br />
e del capitello radiale<br />
3.Contemporanea lesione del legamento<br />
collaterale mediale<br />
4. Frattura di gran parte della coronide.<br />
Trattamento in un secondo tempo<br />
Se la lesione non è stata trattata con successo all’inizio,<br />
può rendersi necessaria una ricostruzione della artico-<br />
lazione radio-omerale in un secondo tempo. Questo è<br />
ancora più evidente nei casi in cui residua una instabil-<br />
ità angolare o assiale.<br />
4 Sistema protesi radiale rHead <strong>RECON</strong> <strong>Tecnica</strong> <strong>Chirurgica</strong><br />
Lesione di Essex-Lopresti<br />
La dissociazione dell’avambraccio (lesione di Essex-<br />
Lopresti) richiede un’attenta diagnosi e stabilizzazione<br />
iniziale o in secondo tempo del capitello radiale.<br />
Si deve tenere in considerazione:<br />
1. La storia della lesione in carico assiale dell’<br />
avambraccio<br />
2. La frattura del capitello radiale (spesso comminuta)<br />
3. Tumefazione e dolorabilità sull’articolazione<br />
radio-ulnare distale e sull’avambraccio.<br />
Trattamento:<br />
1. Stabilizzazione del capitello radiale con<br />
a) riduzione cruenta e fissazione interna<br />
b) protesi di capitello radiale<br />
2. Immobilizzazione dell’avambraccio<br />
3.Riparazione chirurgica della frattura del<br />
processo coronoide<br />
4.Riparazione, o ricostruzione in seconda battuta,<br />
della membrana interossea.<br />
La sostituzione del capitello radiale è indicata nel<br />
ripristinare la stabilità del gomito ed avambraccio<br />
nelle sopraesposte condizioni.<br />
FIG. E<br />
Mason III
Sistema Protesi Radiale rHead <strong>RECON</strong> <strong>Tecnica</strong> <strong>Chirurgica</strong><br />
PROCEDURA CHIRURGICA<br />
1<br />
Incizione cutanea<br />
Si effettua l’intervento in anestesia generale o periferica.<br />
L’estremità viene preparata e disinfettata secondo le nor-<br />
mali abitudini. L’uso di un laccio emostatico sterile è una<br />
valida opzione. Si può utilizzare un tavolino reggibraccio<br />
se il paziente è in posizione supina oppure il braccio può<br />
essere appoggiato sul torace.<br />
FIG. 1<br />
Tricipite brachiale<br />
Olecranno<br />
Estensore lungo radiale<br />
del carpo<br />
Si utilizza la cicatrice esistente, oppure si pratica la classica<br />
incisione di Kocher, identificando l’intervallo tra l’anconeo<br />
e l’estensore ulnare del carpo (FIG. 1).<br />
L’incisione si prolunga per circa 6-7 cm. La dissezione dei<br />
tessuti viene portata fino alla capsula articolare.<br />
L’inserzione dell’anconeo può essere staccata per via sot-<br />
toperiostale e retratta posteriormente per ottenere un’es-<br />
posizione adeguata.<br />
Tendine dell’estensore<br />
comune<br />
Estensore breve radiale<br />
del carpo<br />
Estensore delle dita<br />
Estensore ulnare del<br />
carpo<br />
Flessore ulnare del<br />
carpo<br />
Anconeo<br />
5
2<br />
Esposizione della capsula<br />
Se il gomito è stabile, si espone la capsula staccando una<br />
porzione dell’estensore ulnare del carpo in modo da identifi-<br />
care il complesso legamentoso del collaterale laterale (FIG.<br />
2A). In alternativa, si può aprire longitudinalmente l’esten-<br />
sore ulnare del carpo in direzione delle fibre restando anteri-<br />
ori all’inserzione del legamento collaterale laterale. La capsu-<br />
la laterale viene divisa appena anteriormente al legamento<br />
collaterale ed il legamento anulare e la capsula sono retratti<br />
anteriormente e posteriormente per esporre il capitello radi-<br />
ale.<br />
FIG. 2A<br />
FIG. 2B<br />
Legamento collaterale<br />
laterale<br />
Legamento anulare<br />
6 Sistema protesi radiale rHead <strong>RECON</strong> <strong>Tecnica</strong> <strong>Chirurgica</strong><br />
Una parte del legamento collaterale laterale e capsula ante-<br />
riore possono essere retratte dall’epicondilo laterale e dal-<br />
l’omero anteriore per esporre la superficie articolare omerale<br />
qualora fosse necessario. Il legamento ulno-omerale laterale<br />
non deve essere intaccato. Se il legamento è già stato inter-<br />
rotto, allora si passa attraverso la lesione per esporre il tratto<br />
prossimale del radio. Il tendine dell’estensore comune e la<br />
capsula articolare del gomito sono divaricate per ottenere<br />
l’esposizione necessaria (FIG. 2B).<br />
Estensore ulnare del carpo<br />
Anconeo
3<br />
Utilizzo della guida di resezione del capitello<br />
Se vi è sufficiente osso presente, il collo del capitello è rese-<br />
cato con la guida di resezione. Lo strumento è posto sopra il<br />
condilo omerale laterale con l’asse dell’asta di allineamento<br />
centrato sulla stiloide ulnare (FIG. 3A). Questo allineamento<br />
rispecchia l’asse anatomico di rotazione dell’avambraccio. Si<br />
devono eseguire alcune manovre di rotazione dell’avam-<br />
braccio con la guida posizionata per assicurarsi del corretto<br />
allineamento. La flangia prossimale della guida è appoggiata<br />
alla superficie articolare del condilo omerale laterale e l’asta<br />
con flangia di resezione è posta in posizione distale o prossi-<br />
FIG. 3A<br />
FIG. 3B<br />
Dado di chiusura<br />
Misura 4 3 2<br />
male per determinare la lunghezza della resezione radiale<br />
(FIG. 3B).<br />
Ogni tacca sulla porzione filettata dell’asta corrisponde ad<br />
una misura diversa di capitello. La flangia di resezione deve<br />
essere posizionata sulla tacca della misura di capitello decisa<br />
precedentemente e sull’asse di rotazione dell’avambraccio.<br />
Una volta decisa la lunghezza desiderata, la flangia prossi-<br />
male viene fissata avvitando a fondo il dado di chiusura. La<br />
guida deve essere allineata sulla stiloide ulnare (asse di<br />
rotazione dell’avambraccio) e non sull’asse del radio.<br />
Le tacche corrispondono<br />
a misure di testa diverse<br />
Flangia prossimale<br />
L’asta di allineamento in corrispondenza<br />
della stiloide ulnare<br />
Flangia di resezione<br />
rotante/Asta di allineamento<br />
7
4<br />
Resezione del capitello<br />
Utilizzando la guida di resezione, la lama della sega deve<br />
appoggiarsi alla superficie distale della flangia di resezione.<br />
Durante la resezione, l’avambraccio viene pronato e supina-<br />
to mentre la flangia di resezione viene usata per mantenere<br />
la lama della sega perpendicolare all’asse di rotazione (FIG.<br />
4A). Una volta segnato sull’osso la linea di resezione la guida<br />
viene tolta e si completa la resezione del radio. L’entità della<br />
resezione deve essere la quantità minima necessaria per<br />
ripristinare la funzione (FIG. 4B).<br />
FIG. 4B<br />
FIG. 4A<br />
8 Sistema protesi radiale rHead <strong>RECON</strong> <strong>Tecnica</strong> <strong>Chirurgica</strong><br />
Questa comprende almeno il margine che articola con l’ulna<br />
a livello dell’intaccatura radiale.<br />
Qualora si dovesse applicare la protesi rHead <strong>RECON</strong> in<br />
seguito ad una pregressa resezione del capitello radiale, la<br />
guida viene utilizzata per cruentare la resezione precedente.<br />
Se il canale endomidollare non fosse evidente dopo la cruen-<br />
tazione della resezione si può utilizzare una mini-fresa per<br />
riaprire il canale.<br />
Inoltre si deve ripristinare la lunghezza radiale (trazione<br />
assiale) con un divaricalamine se vi fosse una prevalenza<br />
ulnare positiva.
5<br />
Preparazione del canale endomidollare<br />
Se il gomito fosse instabile, uno stress in varo e rotazione del-<br />
l’avambraccio in supinazione permette un migliore accesso<br />
al canale endomidollare. Se il gomito è stabile ma l’espo-<br />
sizione insufficiente per l’accesso al canale endomidollare, si<br />
può utilizzare una divaricazione delicata con distacco<br />
parziale dell’origine del legamento collaterale dall’epicondi-<br />
lo onde consentire una sublussazione che evidenzia l’acces-<br />
so al canale. Si accede al canale con una lesina in rotazione<br />
(FIG. 5A) o con una mini-fresa da osso. Si utilizzano quindi le<br />
raspe secondo le possibilità concesse dalla anatomia del<br />
radio prossimale (FIG. 5B).<br />
FIG. 5A<br />
FIG. 5B<br />
La curva della raspa dovrebbe essere diretta allontanandosi<br />
dalla tuberosità (vedi FIG. 6A, a di pagina 9). Qualora non<br />
fosse individuabile la tuberosità, si tenga conto che essa è<br />
normalmente dalla parte opposta della stiloide radiale. Si<br />
dovrebbe quindi tenere la curvatura della raspa in direzione<br />
della stiloide radiale. Idealmente l’avambraccio dovrebbe<br />
essere a metà rotazione con la tuberosità diretta posterior-<br />
mente. Le raspe vengono inserite in successione crescente<br />
finché si ottiene una tenuta valida nel canale ad una profon-<br />
dità adeguata.<br />
9
6<br />
Uso dello stelo e capitello di prova<br />
Si inserisce la componente di prova della misura corrispon-<br />
dente con un movimento ad arco, facilitato dalla curvatura<br />
dello stelo (FIG. 6A). Assicurarsi che il colletto sia a filo della<br />
resezione.<br />
Si inserisce la testa di prova sullo stelo di prova (FIG. 6B), e si<br />
controlla la mobilità ed i rapporti condilo-testa in flesso-<br />
estensione e prono-supinazione combinate. Un malallinea-<br />
mento dell’osteotomia causerà un movimento anomalo<br />
durante la prono-supinazione e la flesso-estensione.<br />
FIG. 6B<br />
FIG. 6A<br />
10 Sistema protesi radiale rHead <strong>RECON</strong> <strong>Tecnica</strong> <strong>Chirurgica</strong><br />
NOTE: In alcuni casi non è possibile ottenere una motilità<br />
adeguata. In questi casi l’impianto non dovrebbe essere uti-<br />
lizzato.<br />
Testa di prova Stelo radiale di prova
7<br />
Impianto delle componenti definitive<br />
Una volta ottenuto un allineamento adeguato, le componen-<br />
ti di prova vengono rimosse e la protesi definitiva viene<br />
impiantata in due tempi. Prima, usando la stessa manovra di<br />
movimento ad arco vista in FIG. 6 (pagina 9), lo stelo definiti-<br />
vo viene inserito en el canale endomidollare e battuto con<br />
l’impattatore (FIG. 7A). Qualora l’impianto non risultasse ben<br />
stabile già al momento dell’uso della componente di prova<br />
(lo stelo può essere facilmente rimosso o ruotato nel canale),<br />
si raccomanda l’uso di cemento da osso (PMMA).<br />
Successivamente si assembla la testa del capitello sullo stelo<br />
inserito. Questo si ottiene mettendo la testa nella pinza<br />
apposita e stringendo il dado di chiusura (FIG. 7B).<br />
FIG. 7A FIG. 7B<br />
FIG. 7C FIG. 7D<br />
Mentre si applica una distrazione longitudinale e/o uno<br />
stress in varo per allargare lo spazio tra condilo e capitello, si<br />
inserisce la testa tra il condilo e la sfera sullo stelo impianta-<br />
to (FIG. 7C). Usando la pinza si fa scattare la testa sulla sfera.<br />
Si rimuove con attenzione la pinza per evitare di danneggia-<br />
re l’impianto. Il gomito viene ridotto (FIG. 7D) e nuovamente<br />
valutato in flesso-estensione e prono-supinazione.<br />
NOTE: Si deve porre molta attenzione a non danneggiare le<br />
superfici articolari tra testa e stelo, compreso graffi e contat-<br />
to con il cemento.<br />
11
8<br />
9<br />
Chiusura<br />
Si può effettuare una chiusura semplice se il legamento col-<br />
laterale si presenta valido. Qualora il legamento collaterale<br />
fosse leso, si utilizza una sutura con punto di Krakow. Una<br />
sutura No.5 è posta distalmente, in corrispondenza dell’in-<br />
serzione del legamento collaterale ulnare e la si estende<br />
prossimamente.<br />
Ambo i capi della sutura vengono fatti attraversare un foro in<br />
corrispondenza dell’inserzione anatomica del legamento<br />
collaterale laterale e recuperati posteriormente.<br />
FIG. 8<br />
Chiusura della capsula<br />
(punto di Krakow)<br />
Capsula laterale<br />
Cure post-intervento<br />
Si concede la flessione e l’estensione passiva in seconda gior-<br />
nata nei casi in cui si presume che il gomito sia stabile. Lo<br />
scopo della sostituzione del capitello radiale e della<br />
riparazione dei tessuti molli è quello di ottenere un gomito<br />
stabile. Sia la flesso-estensione che la prono-supinazione<br />
sono concesse senza restrizioni. Il movimento attivo può<br />
iniziare in quinta giornata.<br />
12 Sistema protesi radiale rHead <strong>RECON</strong> <strong>Tecnica</strong> <strong>Chirurgica</strong><br />
L’avambraccio viene mantenuto in pronazione completa o<br />
parziale e la sutura annodata (FIG. 8). Il gomito viene posto<br />
in una ferula a 90° di flessione in pronazione completa o in<br />
neutro. Qualora il tessuto legamentoso fosse insufficiente, si<br />
deve procedere ad una ricostruzione del legamento collat-<br />
erale laterale.<br />
Dettaglio punto di Krakow<br />
Radio prossimale<br />
Estensore ulnare del carpo<br />
Ulna prossimale<br />
Anconeo<br />
Come per ogni procedura di protesizzazione articolare, il<br />
decorso postoperatorio a distanza richiede controlli continui.<br />
Se l’impianto è asintomatico e si articola in modo corretto e<br />
soddisfacente, non sarà necessaria la rimozione.
INDICAZIONI CONTROINDICAZIONI<br />
L’impianto SBi Radial Head è da utilizzarsi nella sosti-<br />
tuzione del capitello radiale:<br />
> Sostituzione primaria nei casi di fratture complesse<br />
(comminute) del capitello radiale<br />
> Postumi sintomatici dopo resezione del capitello<br />
radiale<br />
> Instabilità assiale dell’avambraccio<br />
> Fallimento di protesi in silicone del capitello radiale<br />
> Instabilità di gomito associata a frattura o<br />
asportazione del capitello radiale<br />
> Sostituzione del capitello radiale per patologie<br />
degenerative o post-traumatiche che danno dolore<br />
e ridotta articolarità a livello dell’articolazione<br />
radio-omerale e/o radio-ulnare prossimale.<br />
AVVERTENZE, PRECAUZIONI E CONSIGLI AL PAZIENTE<br />
Avvertenze (vedi anche la sezione Consigli al paziente)<br />
> Carichi eccessivi, mobilità accentuata e instabilità articolare possono portare ad una<br />
usura precoce della protesi ed eventuale fallimento per mobilizzazione, frattura o lus-<br />
sazione della protesi. I pazienti devono essere informati dell’aumento della possibilità di<br />
fallimento della protesi se vi si richiede una prestazione eccessiva.<br />
> Notificazione in accordo al California Safe Drinking Water and Toxic Enforcement Act of<br />
1986 (Proposition 65): Questo prodotto contiene una sostanza(e) note allo Stato di<br />
California causare cancro, e/o difetti congeniti e altra tossicità riproducibile.<br />
Precauzioni<br />
> L’impianto è fornito sterile in una confezione indenne. Qualora l’impianto o la confezione<br />
appaiono danneggiati, sia stata superata la data di scadenza, o se la sterilità sia messa in<br />
discussione per qualsiasi motivo, l’impianto non deve essere utilizzato. Non ri-sterilizzare.<br />
> Una preparazione meticolosa della sede d’impianto e la selezione della misura<br />
d’impianto corretta aumentano la potenzialità di un risultato favorevole.<br />
> L’impianto deve essere rimosso dalla confezione solo quando la sede sia stata preparata<br />
e misurata.<br />
> Gli impianti devono essere maneggiati solo con strumenti smussi per evitare graffi, tagli<br />
ed intaccature sulla protesi onde non inficiare il corretto funzionamento dell’impianto. Le<br />
superfici articolari e di snodo lucide non devono entrare in contatto con materiali duri o<br />
abrasivi.<br />
> La testa e lo stelo non devono essere impiantati qualora la sfera e la coppa fossero dan-<br />
neggiate, compreso il ripetuto assemblaggio e disassemblaggio.<br />
> La testa della protesi è assemblata sul capo dello stelo. Prima di assemblarlo verificare<br />
che le superfici della sfera e della coppa siano pulite e prive di contaminanti.<br />
> Patologie dell’osso, muscoli, tendini, o tessuti molli<br />
vicini affetti da malattia, infezione o precedente<br />
impianto che non garantiscono adeguato supporto<br />
o fissazione alla protesi.<br />
> Qualsiasi caso in cui vi sia, o viene sospettata, un<br />
infezione nell’articolazione o nelle sue vicinanze<br />
> Immaturità scheletrica<br />
> Paziente non adatto da un punto di vista fisiologico<br />
o psicologico<br />
> Note intolleranze ai materiali della protesi<br />
> Possibilità di effettuare un trattamento conservativo.<br />
Informazioni sui Consigli ai Pazienti (See also Avvertenze)<br />
In aggiunta alle notizie fornite al paziente nei capitoli avvertenze ed eventi avversi, si<br />
devono comunicare al paziente le seguenti informazioni.<br />
> Mentre sia difficile stimare l’aspettativa di durata di una protesi, essa ha un limite. Le componenti<br />
sono fatte di materiali estranei posti nell’organismo per la potenziale resti-<br />
tuzione del movimento e la riduzione del dolore. Comunque, a causa dei molteplici fat-<br />
tori biologici, meccanici e chimico-fisici che condizionano questi impianti, non ci si può<br />
aspettare che le componenti sopportino gli elevati livelli di attività e carico dell’osso nor-<br />
male per un periodo di tempo illimitato.<br />
> Effetti avversi potrebbero portare alla necessità di re-intervento, revisione o fusione del-<br />
l’articolazione coinvolta.<br />
Fare riferimento al foglietto illustrativo nella confezione per ulteriori informazioni ed<br />
avvertenze sul prodotto<br />
Video chirurgico<br />
Per un video del prodotto contattare <strong>Small</strong> <strong>Bone</strong> <strong>Innovations</strong> International.<br />
Proper surgical procedures and techniques are necessarily the responsibility of the medical professional. Each surgeon must evaluate the appropriateness of the surgical technique used based on<br />
personal medical training and experience.<br />
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may be obtained by contacting <strong>Small</strong> <strong>Bone</strong> <strong>Innovations</strong>, Inc.<br />
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<strong>Small</strong> <strong>Bone</strong> <strong>Innovations</strong>, Inc.<br />
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