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n° 3 - Marzo 2011 Scarica il PDF - Mosaico

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4<br />

PRISMA<br />

notizie a cura di Ilaria Myr<br />

Usa / Moda e politica con contorno di polemiche<br />

Le donne ortodosse fanno tendenza<br />

È<br />

<strong>il</strong> caso di dirlo: la religione va di moda. Lo dimostra<br />

chiaramente <strong>il</strong> catalogo per la primavera <strong>2011</strong><br />

di Urban Outfitters, nota industria di abbigliamento<br />

americana che vende i suoi prodotti su internet.<br />

Non passa inosservato <strong>il</strong> fatto che molte delle donne<br />

ritratte indossano <strong>il</strong> foulard in testa alla maniera delle<br />

donne ebree ultra-ortodosse: non però le ricche signore<br />

dell’Upper West Side, bensì la classica mamma ebrea<br />

indaffarata, attorniata da bambini, sempre occupata<br />

nelle faccende domestiche. Il tichel (parola yiddish usata<br />

per indicare <strong>il</strong> copricapo), così come anche le camiciette<br />

abbottonate fino al collo, svelano dunque la fonte di<br />

ispirazione ortodossa. Non è la prima volta che Urban<br />

Outfitters guarda al mondo ebraico, anche se questa<br />

volta l’occhio è benevolo e non polemico, come è invece<br />

accaduto nel passato. Alcuni anni fa, giocando sullo<br />

Notizie in breve<br />

In Iran, stop a<br />

pasta e pizza in<br />

televisione<br />

La crociata antioccidentalista<br />

di Ahmadinejad in Iran<br />

passa anche per <strong>il</strong> cibo, e<br />

stavolta colpisce direttamente<br />

anche l’Italia. L’autorità<br />

di broadcasting nazionale<br />

ha proibito ai canali televisivi di trasmettere<br />

programmi di cucina in cui compaiono<br />

piatti “occidentali”. Con l’inevitab<strong>il</strong>e<br />

risultato che le prelibatezze italiane, oltre<br />

a quelle francesi, spariranno dagli schermi<br />

degli iraniani.<br />

In Israele arriva<br />

<strong>il</strong> McFalafel<br />

Strano che non ci avessero<br />

pensato prima. Ma,<br />

comunque, <strong>il</strong> McFalafel è<br />

oggi una realtà. La catena<br />

di fast food più famosa al<br />

mondo ha pensato bene<br />

di soddisfare con <strong>il</strong> tipico piatto locale la<br />

clientela israeliana adulta, che spesso porta<br />

i figli a mangiare hamburger senza però<br />

consumare altro.<br />

stereotipo della Jewish american princess, aveva messo in<br />

vendita delle magliette con la scritta “Everybody Loves a<br />

Jewish Girl”, con tutto intorno simboli del dollaro e borse<br />

da shopping. Nel 2007, poi, l’attenzione si era spostata sul<br />

conflitto israelo-palestinese, con la vendita della keffiah<br />

proposta come “sciarpa anti-guerra”. Inevitab<strong>il</strong>i le accuse<br />

di sostegno alla causa palestinese e al terrorismo da<br />

parte ebraica. Dopo solo un anno, però, si riaccendono<br />

le polemiche: questa volta è una t-shirt, venduta a 25<br />

dollari, che ritrae un giovane palestinese con un fuc<strong>il</strong>e<br />

AK 47 in mano, con sopra la scritta “vittimizzato”. A<br />

questo si aggiunge la bandiera palestinese, una mappa<br />

dei territori palestinesi e una piccola colomba bianca.<br />

Per <strong>il</strong> momento, però, <strong>il</strong> tichel sembra essere solo una<br />

innocua fonte di ispirazione e, almeno per ora, non<br />

soffia vento di polemiche.<br />

F<strong>il</strong>adelfia / Un nuovo museo<br />

dedicato all’ebraismo americano<br />

Un edificio di 3 piani e mezzo<br />

nel cuore di F<strong>il</strong>adelfia ospita <strong>il</strong><br />

nuovo National Museum of American<br />

Jewish History, nato con l’obiettivo di<br />

presentare la storia americana vista<br />

attraverso “lenti ebraiche”. Protagonista<br />

è la ricca e complessa vita degli<br />

ebrei d’America negli ultimi 350 anni,<br />

fatta di persone comuni ma anche di<br />

personaggi diventati famosi in diversi<br />

campi. Non a caso, ospita anche una<br />

Hall of Fame ebraica: si tratta di una<br />

galleria multimediale, chiamata “the<br />

only in America Gallery”, in cui sono<br />

esposte immagini e opere di 18 ebrei<br />

americani di tutte le epoche eletti dagli<br />

internauti sul web (http://survey.<br />

nmajh.org/index.php), fra cui Leonard<br />

Bernstein, Albert Einstein, Isaac<br />

Bashevis Singer, Steven Spielberg e<br />

Barbara Streisand. Non accidentale<br />

è anche la scelta di F<strong>il</strong>adelfia come<br />

sede di questo nuovo importante<br />

Museo: l’obiettivo infatti<br />

era quello di mostrare<br />

come l’ebraismo si sia sv<strong>il</strong>uppato<br />

in un “mondo di<br />

libertà”. E quale luogo mi-<br />

gliore dunque della città della Dichiarazione<br />

di Indipendenza e della<br />

Costituzione americana? La storia<br />

dell’ebraismo americano è presentata<br />

attraverso un percorso temporale,<br />

dal 1650 ad oggi, strutturato in tre<br />

tappe principali e di cui la libertà è<br />

<strong>il</strong> f<strong>il</strong> rouge di fondo: la “Fondazione<br />

della Libertà” (1654-1880), “Sogni<br />

di Libertà” (1880-1945), e “Scelte e<br />

sfide di libertà” (1945-oggi). Documenti<br />

ufficiali, preghiere, oggetti e<br />

tante immagini, in fotografie e video,<br />

testimoniano la ricchezza e anche la<br />

diversità dell’ebraismo sv<strong>il</strong>uppatosi<br />

in tutti gli Stati d’America. E nei<br />

25.000 metri quadrati di superficie,<br />

si viene a contatto con testimonianze<br />

di migrazione, assim<strong>il</strong>azione e invenzione,<br />

come le immagini degli<br />

insediamenti ebraici in Texas e in<br />

New Mexico, o i costumi dei balli<br />

di beneficenza ebraici del 1800. Per<br />

i giorni nostri, video di<br />

attori famosi e star note<br />

fra i giovani di oggi, tutti<br />

accomunati dal fatto di<br />

essere ebrei americani.<br />

Bollettino <strong>Marzo</strong> • <strong>2011</strong><br />

Ricordami<br />

Una lunga chiacchierata, un forte abbraccio, una risata<br />

fam<strong>il</strong>iare, <strong>il</strong> tempo che trascorre insieme non ha prezzo.<br />

L’esempio che tu gli dai non è meno importante.<br />

Disponi di un lascito testamentario<br />

a favore di Israele<br />

Crea un Fondo di Dotazione<br />

del Keren Hayesod<br />

Per ulteriori informazioni, rivolgersi a:<br />

G<strong>il</strong>iana Ruth Malki<br />

Tel. 02 48021027 KEREN HAYESOD<br />

Cell. 335 5900891 Appello Unificato per Israele<br />

Partner Istituzionali:<br />

Banca Popolare di Crema - Carbotermo - Credito Artigiano - Gruppo MultiMedica - Sparkasse - Totaro Assicurazioni

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