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Ottobre - Fondazione Europea Dragan

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Fig. 6 – L’edizione inglese, <strong>Europea</strong>n Ecumenical Action,<br />

numero dell’agosto 1968.<br />

In altri termini, per <strong>Dragan</strong> parlare di<br />

radici cristiane dell’Europa, senza prospettare<br />

un dialogo ecumenico e senza<br />

agire nella direzione di un’auspicata unità<br />

delle Chiese cristiane, significa limitarsi a<br />

fare esternazioni propagandistiche vaghe<br />

e, quindi, vuote.<br />

Allorché <strong>Dragan</strong> cominciava a porsi e a<br />

confrontarsi con la questione dell’ecumenismo,<br />

il vero problema e la reale debolezza<br />

dell’Europa risiedeva, come in parte<br />

ancora risiedono, nel fatto che “l’Europa è<br />

dilaniata da interessi contrastanti e disunita<br />

spiritualmente”.<br />

Divisa in tal modo, l’Europa per <strong>Dragan</strong><br />

non poteva sperare di incidere nella<br />

storia ed era destinata a rimanere in balia<br />

di potenze e fattori esterni, oltre che in<br />

una situazione di “capitolazione morale”<br />

come denuncia l’editoriale già ricordato<br />

8<br />

di Azione Ecumenica <strong>Europea</strong> 9 . L’unione<br />

di un continente non può essere raggiunta<br />

esclusivamente con accordi economici o<br />

con patti politici, “poiché l’unità è soprattutto<br />

comunione spirituale di aspirazioni,<br />

di ideali, di fede. Soprattutto di fede.<br />

Fintanto che l’Europa non avrà raggiunto<br />

questa unità nella fede, ogni tentativo di<br />

stringere le righe intorno ad un’idea politica<br />

o economica sarà un effimero gioco delle<br />

opportunità, condizionato da contingenze<br />

mutevoli.”<br />

Questa idea, profondamente radicata<br />

nel Nostro e costantemente presente nel<br />

suo pensiero e nella sua azione per l’Europa<br />

unita e per l’unità delle Chiese, trae<br />

il suo alimento nella straordinaria sensibilità<br />

dell’uomo, nella sua vicinanza alle<br />

questioni dello spirito – apparentemente<br />

così lontane in un operatore economico – e<br />

nella condivisione del destino di un intero<br />

popolo, in primis quello romeno, soggetto<br />

ad un’influenza perniciosa (dell’imperialismo<br />

sovietico), e quello europeo in senso<br />

lato, di cui egli si sente parte integrante<br />

prefigurando già nei primi anni Cinquanta<br />

il concetto di cittadinanza non solo in<br />

termini nazionali, ma comunitari.<br />

Ricostruendo e analizzando il pensiero e<br />

i programmi di <strong>Dragan</strong> in quest’ambito, si<br />

rimane sorpresi, perfino spiazzati, dal constatare<br />

come in un operatore economico, in<br />

un uomo di affari, in un industriale quale<br />

egli è, nonché in un teorico e studioso di<br />

marketing, sia in realtà nitidamente presente<br />

e ben operante una visione generale<br />

delle cose e una concezione dell’Europa in<br />

cui vi è, senza ombra di dubbio, un primato<br />

della sfera culturale 10 e, specificatamente,<br />

9 Ibidem.<br />

10 Non stupisce che, in ambito economico, in<br />

veste di industriale e di presidente della Federazione<br />

Internazionale di Marketing, <strong>Dragan</strong><br />

abbia sostenuto che “non solo nella mia qualità<br />

di professore, ma anche di operatore economico,<br />

che ha intrapreso delle iniziative e ha creato

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