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Ottobre - Fondazione Europea Dragan

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Fig. 2 – L’edizione inglese, Romanian Catholic Monitor,<br />

prima pagina del numero 128 (aprile 1967).<br />

questo periodo, <strong>Dragan</strong> fonda Pro Azione<br />

Cattolica Romena, nel cui sottotitolo – Tri-<br />

l’obiettivo di una riunificazione pacifica dell’intera<br />

Europa. Il primo numero della Rivista si<br />

apre con un articolo di Mircea Eliade dal titolo<br />

paradigmatico Cultural Murder in Eastern Europe.<br />

Nel gennaio del 1956 la rivista modifica<br />

leggermente il titolo, che diventa Eastern Europe’s<br />

Monitor, e al sottotitolo A Monthly Review<br />

of Affairs relating to the “Other Half” of Europe<br />

si aggiunge Published by the <strong>Dragan</strong> Foundation.<br />

Il periodico non avrà, tuttavia, vita lunga<br />

chiudendo alla fine del 1956, contemporaneamente<br />

allo smantellamento degli uffici di redazione<br />

in Germania, ma per circa tre anni pubblicherà<br />

articoli di numerosi intellettuali esuli<br />

da Paesi dell’Europa centro-orientale. Questa<br />

produzione, se allora testimoniava una grande<br />

e coraggiosa vitalità intellettuale dei loro autori<br />

e promotori, ora costituisce una fonte documentaria<br />

di straordinaria importanza.<br />

4<br />

buna libera per la discussione dei problemi<br />

spirituali in relazione all’unione con Roma<br />

– è significativamente evidenziata la natura<br />

ecumenica del periodico.<br />

Nell’agosto del 1955 appare il primo<br />

numero di Pro Azione Cattolica Romena.<br />

La rivista, che ha la redazione a Roma,<br />

conosce una certa vitalità, anche se non<br />

può circolare liberamente in Romania. Di<br />

periodicità mensile, esce regolarmente dal<br />

1955 al 1968 in tre edizioni: oltre a quella<br />

in lingua italiana, viene stampata anche<br />

un’edizione in lingua inglese con il titolo<br />

di Romanian Catholic Monitor e un’altra<br />

in lingua romena, Pro Acţiunea Catolicǎ<br />

Românǎ. Anche la veste grafica è singolare<br />

e si fa notare per le pagine di grande formato<br />

e l’abbondanza d’illustrazioni e fotografie.<br />

In ogni caso, la rilevanza del periodico è<br />

ben altra. Si tratta di un’opera che testimonia<br />

l’impegno per un dialogo tra le Chiese<br />

cristiane, tra il Cristianesimo orientale e<br />

occidentale, in particolare, ma non solo, tra<br />

quello romeno e quello cattolico romano.<br />

Merito della rivista è anche quello di aver<br />

contribuito a dar voce al Cristianesimo<br />

e alla spiritualità dell’Europa orientale,<br />

sottoposta a persecuzione politica da parte<br />

del regime e dell’ateismo di Stato. Pro<br />

Azione Cattolica Romena, in effetti, si fa<br />

interprete della voce della Chiesa Cattolica<br />

Unita Romena, soppressa con decreto<br />

legge del 1948 nel Paese. Con quel decreto,<br />

e altri simili successivi, veniva dichiarata<br />

fuorilegge la Chiesa Cattolica Unita di Romania,<br />

proibita altresì qualsiasi pubblicazione<br />

religiosa cattolica in terra romena,<br />

mentre sacerdoti e ministri del culto cattolico<br />

conoscevano progressivamente varie<br />

forme di persecuzione, dalla carcerazione<br />

sino all’eliminazione fisica. Per lo storico<br />

e lo studioso di oggi, l’importanza di Pro<br />

Azione Cattolica Romena e delle sue varie<br />

edizioni in lingua – Romanian Catholic<br />

Monitor e Pro Acţiunea Catolicǎ Românǎ<br />

– risiede non solo nella loro preziosa documentazione<br />

storica di quegli anni difficili

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