Ottobre - Fondazione Europea Dragan

Fig. 23 – L’incontro con uno dei grandi del nostro tempo:
Giovanni Paolo II.
In apertura a questo capitolo ho accennato
anche all’impegno per onorare
Inocenţiu Micu-Klein 62 , tra cui anche la
traslazione delle sue vestigia da un cimitero
a Roma a Blaj, la sua città natale, in
Romania.
In tal modo – come ricorda Giovanni
Paolo II nella sua omelia nel corso del suo
viaggio apostolico in Romania – “ai piedi
della splendida iconostasi della vostra cattedrale
hanno trovato finalmente riposo
le spoglie del venerato Vescovo Inochentie
Micu Klein, altra figura che amò e difese
con generosità e coraggio la sua cattolici-
ropea, “Quaderni di Studi Italiani e Romeni”, n.
3, 2007, pp. 197-216 con bibliografia selettiva.
Tale studio su Dionigi il romeno, noto come Dionigi
il Piccolo (Dionysius Exiguus), era già apparso
nel Bulletin européen in due fasi. Si veda:
Dionigi il Romeno, creatore dell’era cristiana,
“Bulletin européen”, n. 607, dicembre 2000 e
Dionigi il Romeno, precursore dell’Unione culturale
europea, “Bulletin européen”, gennaio
2001. Sull’importanza, non solo scientifica, di
Dionysius Exiguus si veda anche Antonino Zichichi,
L’irresistibile fascino del tempo. Dalla
Resurrezione di Cristo all’universo subnucleare,
Nuove Edizioni tascabili, 2002.
62 Corneliu Albu, Pe urmele lui Ion-Inocenţiu
Micu-Klein, Patru Maior, Târgu-Mureş, 1997.
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tà, strettamente unita alla sua identità di
romeno.
Di tale feconda sintesi è una prova il
fatto che nella vostra Chiesa il bell’idioma
romeno entrò nella liturgia e che i Romeni
greco-cattolici molto operarono per il rinnovamento
intellettuale e il rinforzarsi
della stessa identità nazionale” 63 .
Anche in questo caso, non a tutti è noto
l’impegno profuso da Dragan, spesso svolto
in silenzio, senza pubblicità e sempre
con rispetto delle decisioni ecclesiastiche,
per far sì che la terra natale di Inocenţiu
Micu-Klein potesse ricevere le sue spoglie.
Non si tratta, per il Nostro, soltanto di riportare
al luogo natio un romeno, come lui
vissuto altrove.
Ma si tratta anche e soprattutto di far
in modo che la comunità di origine possa
beneficiare del ritorno in patria delle vestigia
di una personalità che rappresenta un
legame tra la Romania e Roma 64 , un ponte
tra Cristianità d’Oriente e d’Occidente,
63 Giovanni Paolo II, Celebrazione della Divina
Liturgia Bizantina con i Vescovi, il clero e i religiosi,
Cattedrale di San Giuseppe, Bucarest, 8
maggio 1999, Libreria Editrice Vaticana, 1999.
64 Si veda anche il seguente volume edito dalla
Fondazione Europea Dragan: AA.VV., Trei
sute de ani de la unirea Bisericii Româneşti din
Transilvania cu Biserica Romei, Dacia Europa
Nova, Lugoj, 2001. Nell’ambito dell’anno santo
2000, la Chiesa romena unita con la Chiesa
romana (greco-cattolica), ha festeggiato i 300
anni da quando ad Alba Iulia, il 7 maggio 1700,
si era svolto il sinodo della Chiesa romena di
Transilvania, che aveva concluso il percorso per
giungere all’unione con la sede papale di Roma,
iniziato qualche anno prima. Quell’intesa conteneva
la volontà dei vescovi, dei sacerdoti e dei
fedeli che vedevano così compiuta l’unione con
Roma, mantenendo il rito orientale, il calendario,
la lingua liturgica dei romeni e le abitudini
tradizionali. In questo volume sono raccolti gli
Atti del Simposio, tenutosi a Lugoj, città natale
di Iosif Constantin Dragan, il 16 dicembre
2000, nell’ambito delle manifestazioni in onore
di questa ricorrenza.