Ottobre - Fondazione Europea Dragan

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tre sedi operative. Nel solo 1969 vengono aperte le sedi di Atene, Monaco di Baviera e Parigi, oltre che Milano. Nel 1970 è la volta di Madrid e Salisburgo. Nel corso degli anni saranno aperte, ma in parte anche chiuse, altre sedi, tra cui anche una a Venezia e una a Boston nel 1981, oltre a quelle successive al 1990 in Romania. Sulle vicissitudini delle sedi della Fondazione Europea Dragan non ci soffermiamo qui 12 . Ciò che, invece, ci preme evidenziare in queste righe è che l’ecumenismo diventa, fin dall’inizio, uno degli interessi principali e delle attività della nuova struttura creata da Dragan, la Fondazione di carattere europeo che è intitolata al padre. Si tratta di una Fondazione per lo sviluppo di una comunità culturale europea e la formazione di una coscienza europea in cui, secondo lo spirito e l’impronta conferita del presidente-fondatore, il ruolo dell’ecumenismo costituisce un elemento irrinunciabile e decisivo 13 . Per occuparsi personalmente di questo, Dragan delega a manager di sua fiducia ampie facoltà in campo aziendale, il che gli permette di dedicarsi alle attività culturali proprie della Fondazione, all’europeismo e all’azione ecumenica europea che ne rappresenta un elemento costitutivo 14 . 12 Per un profilo sintetico si veda Fondazione Europea Dragan. Cronologia essenziale, “Bulletin européen”, n. 697, giugno 2008, pp. 13-23. 13 Per una sintesi della sua visione ecumenica si veda L’action œcumenique. Conférence donnée par le prof. Joseph Constantin Dragan. Grand Arconte Référendarie de l’Eglise ortodoxe œcumenique – Constantinopole. Athénes, le 5 février 1979. 14 “Ceea ce îmi permite sǎ mǎ ocup de Fundaţia Europeanǎ Drǎgan, de Buletinul European şi de Acţiunea ecumenicǎ europeanǎ care reprezintǎ o completare a acestora”. Iosif Constantin Dragan, Despre Succes. Convorbiri cu Josif Constantin Drǎgan, Bucarest, Rao International Publishing Company, 2006, p. 115. 10 Il ruolo che l’ecumenismo ha nella Fondazione viene subito precisato dal Nostro nel discorso inaugurale della sede di Roma che è significativamente intitolato Chiesa d’Europa, ecumenismo, europeismo 15 . Dragan precisa che, nell’iniziare l’attività della sede romana della Fondazione, ha ritenuto opportuno “incominciare con un tema che tocca una delle nostre maggiori preoccupazioni: l’unità spirituale e la coscienza religiosa europea” 16 . L’importanza di tale questione, sia per una comunione e armonia tra le confessioni e religioni in senso lato, sia, più specificatamente, per un’intesa spirituale più profonda, finalizzata ad un più solido processo di integrazione europea – e quindi funzionale all’europeismo professato dal presidente-fondatore – sono difficilmente sopravalutabili. Su questo punto Dragan è di una chiarezza inequivocabile: “Sono questi i problemi più importanti e forse più trascurati nella lotta per l’indispensabile unificazione europea in un unico Stato continentale di 400 milioni di abitanti” 17 . Il processo di integrazione europea per Dragan deve avvenire sotto profili diversi: economica e politica certamente – e quest’ultima sotto forma federale oppure 15 I testi integrali dei discorsi di Giuseppe Pella, G. Campili, Henri Brugmans, Giorgio Del Vecchio, oltre che di Iosif Constantin Dragan, e una sintesi degli interventi di Aurelio Rauta, Costantin Vereketi, Edvige Bestazzi, Matilda Sandovici, Mons. Adone Terzariol e altri, presenti il Cardinale Eugène Tisserant e Denis de Rougement, André François Poncet e altre personalità, sono pubblicati in AA.VV., Fondazione Europea Dragan. Inaugurazione della sede romana al Foro Traiano. Chiesa d’Europa, Ecumenismo, Europeismo, Roma, 29 aprile 1967. 16 AA.VV., Fondazione Europea Dragan. Inaugurazione della sede romana al Foro Traiano, op. cit., p. 23. 17 Ibidem.
confederale 18 – ma anche “unificazione spirituale” 19 . Il termine di unificazione spirituale non significa certamente livellamento o omologazione, né comporta la rimozione delle differenze e delle pluralità proprie del continente europeo, anzi esse sono da valorizzare in quanto espressione della ricchezza culturale dell’Europa, e del resto anche recentemente la stessa Unione europea parla di “diversità nell’unità”. Con l’espressione di unificazione spirituale il Nostro intende anzitutto un processo di coscienza con il quale gli europei si riconoscono partecipi di una cultura unitaria europea e, nello specifico, di una condivisa spiritualità la quale ha il suo fondamento nella Cristianità. In questa direzione anche i laici sono chiamati a dare il loro contributo, non solo i religiosi in senso stretto. Al proposito, precisa Dragan, i cittadini devono intervenire per fornire il loro contributo per una “attuazione effettiva dei princìpi dell’ecumenismo, enunciati dal tanto amato Papa Giovanni XXIII e decisi dal Concilio Vaticano II” 20 , e continua, “Tra le diverse affermazioni di verità, nelle diverse encicliche e realizzazioni di questo secolo, quella dell’ecumenismo credo sia una 18 La scelta della soluzione federale o confederale conosce formulazioni diverse nel pensiero di Dragan su cui non ci addentriamo in questa sede. 19 Op. cit., p. 24. Anche Luigi Castoldi, trattando dell’europeismo di Dragan scrive “Ogni autentica cultura non può che esser interiore. Un’Europa unita deve reggersi su valori spirituali”, Luigi Castoldi, Il romeno d’Italia. La lunga storia di Costantino Dragan, Gribaudo, 2004, pp. 199-200. 20 Op. cit., p. 25. Fig. 8 – Il Cardinale Eugène Tisserant alla cerimonia di inaugurazione della sede di Palma di Maiorca della Fondazione Europea Dragan (18 giugno 1968). delle più grandi, delle più eccelse, delle più imperative” 21 . Nel pensiero di Dragan rimane costante l’idea che in Europa, e per l’Europa stessa, l’ecumenismo può e deve giocare un ruolo irrinunciabile per superare le incomprensioni, oltrepassare le divisioni, ridestare una coscienza spirituale comunitaria, ricomporre l’unità. L’ecumenismo per Dragan è pertanto un elemento decisivo del collante della spiritualità europea: “L’unione spirituale degli europei è oggi più necessaria che mai. Circa le modalità, la risposta della Chiesa è già stata data, l’enunciazione è già stata fatta: ecumenismo” 22 . Nel suo pensiero, l’ecumenismo non è solo un confronto tra i rappresentati delle diverse confessioni cristiane e non è una mera questione teologica, ma è un processo che riguarda la coscienza dei cittadini. In questo ambito, Dragan ritorna a più riprese nell’auspicare l’apporto che possono conferire i laici: non a caso, in apertura a questo lavoro ho riportato l’affermazione seguente di Dragan: “l’ecumenismo non 21 Op. cit., pp. 25-26. 22 Op. cit., p. 30 (corsivo nostro). 11
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