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Ottobre - Fondazione Europea Dragan

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Poste italiane Spa - Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano - Poste Italiane - PP - Economy - Aut. DCO/DC/Milano N. 0032 du 28/3/2002<br />

Anno 60 EDIZIONE ITALIANA OTTOBRE 2009 n. 713<br />

Premessa<br />

TRIBUNA LIBERA FONDATA NEL 1950 DA J. CONSTANTIN DRAGAN<br />

Iosif Constantin <strong>Dragan</strong><br />

Testimone di amore senza frontiere<br />

per la vita ecumenica dei popoli<br />

Ed i z i o n E Sp E c i a l E<br />

Testimonianza al XIII Congresso Internazionale<br />

“Il Volto delle creature ad immagine e somiglianza di Cristo”<br />

Il presente lavoro circoscrive il proprio<br />

ambito di indagine ad un aspetto particolare<br />

della figura di Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>,<br />

in sintonia al titolo che mi è stato<br />

assegnato in questo XIII Congresso Internazionale<br />

dalla sensibilità di S.E. Fiorenzo<br />

Pontificia Università Urbaniana<br />

Roma, 10-11 ottobre 2009<br />

Guido Ravasi*<br />

“L’Ecumenismo e l’Europa unita rappresentano<br />

il mio sogno più grande.”<br />

Iosif Constantin <strong>Dragan</strong><br />

Cardinale Angelini, che ha avuto modo di<br />

conoscere personalmente e apprezzare sia<br />

Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> e la sua famiglia,<br />

sia la <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>, e a cui<br />

va il mio più sentito ringraziamento per<br />

questo invito.<br />

“L’Ecumenismo e l’Europa unita rappresentano<br />

il mio sogno più grande. Sia-


mo riusciti a dividere perfino Gesù Cristo!<br />

Siamo cristiani, ma abbiamo fatto di tutto<br />

per essere divisi da dogmi, eresie, dissensi…<br />

L’ecumenismo non diventerà mai una<br />

realtà se viene sostenuto soltanto dal clero,<br />

mentre noi laici non agiamo in maniera<br />

decisiva.” In questa espressione di Iosif<br />

Constantin <strong>Dragan</strong>, riprodotta nel volume<br />

Viaggio nel tempo 1 è condensato, in estrema<br />

sintesi, il pensiero – ma anche il necessario<br />

rimando all’azione – del Nostro<br />

sull’ecumenismo.<br />

Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> è conosciuto<br />

per il suo europeismo. Sui caratteri<br />

di quest’ultimo sono stati già pubblicati<br />

svariati studi. In particolare, Maria Grazia<br />

Melchionni, cattedra Jean Monnet<br />

all’Università “Sapienza” di Roma, ha recentemente<br />

dato alle stampe un agile e<br />

autorevole saggio, pubblicato sul Bulletin<br />

européen, a cui si rimanda anche per le fonti<br />

di documentazione 2 .<br />

Ciò che a noi preme evidenziare in<br />

questa sede è, invece, come l’europeismo<br />

e l’anelito alla costruzione di un’Europa<br />

unita si accompagni con l’ecumenismo di<br />

<strong>Dragan</strong>, di cui è parte integrante.<br />

A questo proposito evidenzieremo alcuni<br />

elementi e tappe essenziali di un vero<br />

e proprio “percorso ecumenico” di <strong>Dragan</strong>,<br />

che enumeriamo come segue e che costituiscono<br />

i paragrafi successivi:<br />

1. La creazione, già negli anni Cinquanta<br />

del secolo scorso, di periodici finalizzati<br />

alla diffusione di temi ecumenici, a cominciare<br />

da Pro Azione Cattolica Romena.<br />

2. Azione Ecumenica <strong>Europea</strong> (1968):<br />

il nuovo organo culturale creato da Iosif<br />

1 Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>, Cǎlǎtorie în timp.<br />

Viaggio nel tempo. Journey through time, Milano,<br />

2008, s.p.<br />

2 Maria Grazia Melchionni, Giuseppe Costantino<br />

<strong>Dragan</strong>. Il pensiero e l’azione per l’Europa,<br />

“Bulletin européen”, n. 700, settembre 2008,<br />

pp. 5-22.<br />

2<br />

Constantin <strong>Dragan</strong> nel 1968 per la promozione<br />

della coscienza ecumenica.<br />

3. La <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong><br />

(1968) al servizio dell’Europa e dell’ecumenismo.<br />

Si tratta di una <strong>Fondazione</strong> che<br />

si pone al servizio dello sviluppo di una<br />

comunità culturale europea e della formazione<br />

di una coscienza europea: <strong>Fondazione</strong><br />

in cui, secondo lo spirito e l’impronta<br />

conferita del presidente-fondatore, il ruolo<br />

dell’ecumenismo costituisce un elemento<br />

irrinunciabile e decisivo.<br />

4. Lo speciale rapporto con il Patriarcato<br />

Ecumenico di Costantinopoli e i contatti<br />

con il Vaticano.<br />

5. Les pacificateurs: un atto d’amore per<br />

la verità e per la pace.<br />

6. La proposta di concreti passi ecumenici<br />

tra Occidente e Oriente cristiano, nello<br />

specifico, il progetto per l’unificazione concordata<br />

della data della Pasqua cattolica e<br />

ortodossa.<br />

7. La promozione, svolta in ottica ecumenica,<br />

della conoscenza e della valorizzazione<br />

di personalità religiose dell’Oriente<br />

cristiano.<br />

8. L’importanza del dialogo tra le diverse<br />

culture e tra le differenti religioni, non<br />

solo dell’ecumene cristiano. Il dialogo, in<br />

quanto concepito da Iosif Constantin <strong>Dragan</strong><br />

come elemento fondamentale del consesso<br />

civile, va esteso alla maggior parte<br />

delle culture e delle fedi, presenti non solo<br />

in Europa e non limitate alle confessioni<br />

cristiane, ma alle diverse religioni, da<br />

quelle monoteistiche alle altre.<br />

Vediamo ora più da vicino gli elementi<br />

enumerati.<br />

1. Pro Azione Cattolica Romena (1955)<br />

L’impegno per la costruzione di un’Europa<br />

unita in Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> risale<br />

alla fine degli anni Quaranta e a cavallo<br />

con gli anni Cinquanta. Nel 1948 egli<br />

aderisce al Movimento europeo e, all’interno<br />

dello stesso, prende parte attiva alla


Fig. 1 – Pro Azione Cattolica Romena. Tribuna<br />

libera per l’Unione delle Chiese fondata nel 1955 da<br />

Costantin <strong>Dragan</strong>. Editoriale del dicembre 1962, n. 79.<br />

Commissione per i Paesi occupati, organo<br />

che si prende a cuore la sorte dei Paesi<br />

dell’Europa orientale. Nel novembre del<br />

1949 <strong>Dragan</strong> fonda a Roma il Movimento<br />

romeno per l’Unità dell’Europa (Mişcarea<br />

românǎ pentru Unitatea europeanǎ), a cui<br />

aderiscono intellettuali ed esponenti illustri<br />

e dei romeni all’estero, come Mircea<br />

Eliade. Nello stesso anno apre l’Agenzia<br />

di Stampa Radio Europa e nel marzo del<br />

1950 esce il primo numero del Bulletin européen<br />

che si presenta come Tribuna libera<br />

dell’europeismo 3 . L’edizione francese sarà<br />

3 Sulla stampa europeista di quel periodo si<br />

veda anche Simona Calissano, L’Europa in<br />

prima pagina. Il giornalismo europeista e federalista<br />

del secondo dopoguerra. Le riviste federaliste<br />

ed europeiste in Italia. Dalla Resisten-<br />

affiancata nel 1987 anche dall’edizione<br />

italiana. Gli anni Cinquanta vedono non<br />

solo il lancio di iniziative e periodici europeisti,<br />

tra cui, oltre al già ricordato Bulletin<br />

européen va menzionato anche Eastern<br />

Europe’s Tribune. A Monthly Review of Affairs<br />

relating to the “Other Half” of Europe<br />

fondato da <strong>Dragan</strong> nel 1954 4 . In effetti, in<br />

za sino alla fine degli anni Cinquanta, Centro<br />

Studi sul Federalismo, Csf papers, marzo 2008.<br />

In particolare, l’Autrice scrive a pp. 47-48: “Fra<br />

le iniziative più durature, non va tralasciato<br />

il Bulletin européen, definito Tribune libre de<br />

l’européisme, organo del Movimento Europeo,<br />

fondato da Constantin <strong>Dragan</strong> ed edito a Roma<br />

in lingua francese dal 1950; direttore responsabile<br />

era Giorgio Del Vecchio. Ideato da <strong>Dragan</strong>,<br />

uomo d’affari di origini romene, trasferitosi<br />

in Italia per motivi professionali e ben presto<br />

avvicinatosi alla causa europeista, il bollettino<br />

trattava non solo dell’Europa condotta dal<br />

Movimento Europeo, ma anche di politica e soprattutto<br />

di cultura. Vi collaborano i principali<br />

europeisti e uomini politici europei.”<br />

4 Si tratta, in pratica, di un mensile totalmente<br />

dedicato all’Europa ma, in particolare, alla<br />

“altra metà” d’Europa, quella centro-orientale,<br />

collocata al di là della Cortina di ferro e, in<br />

un certo modo, “dimenticata” dall’Occidente.<br />

Eastern Europe’s Tribune si presenta come “il<br />

prodotto collettivo di contributi volontari, i cui<br />

autori appartengono alla vita economica, politica<br />

e culturale di quelle nazioni oppresse e collocate<br />

oltre la Cortina di ferro” ma precisa che<br />

gli autori e i redattori del periodico sono esuli<br />

e “personalità di rilievo che hanno le loro origini<br />

in quelle nazioni e che, essendo riuscite a<br />

pervenire nel mondo libero, permettono di dar<br />

continuità al pensiero peculiare dell’Europa<br />

orientale”. Il comitato di redazione della rivista<br />

specifica che la “Tribuna” garantirà a tutti “il<br />

massimo grado di libertà d’espressione” e che si<br />

propone il compito di gettare le premesse culturali<br />

per una collaborazione tra tutte le nazioni<br />

che vivono “nell’altra metà dell’Europa”, nella<br />

consapevolezza che questi Paesi hanno una comune<br />

missione, quella di affrancarsi dai regimi<br />

dittatoriali controllati da Mosca e di pervenire,<br />

nel rispetto delle proprie peculiarità e caratteristiche<br />

nazionali, allo spirito di libertà con<br />

3


Fig. 2 – L’edizione inglese, Romanian Catholic Monitor,<br />

prima pagina del numero 128 (aprile 1967).<br />

questo periodo, <strong>Dragan</strong> fonda Pro Azione<br />

Cattolica Romena, nel cui sottotitolo – Tri-<br />

l’obiettivo di una riunificazione pacifica dell’intera<br />

Europa. Il primo numero della Rivista si<br />

apre con un articolo di Mircea Eliade dal titolo<br />

paradigmatico Cultural Murder in Eastern Europe.<br />

Nel gennaio del 1956 la rivista modifica<br />

leggermente il titolo, che diventa Eastern Europe’s<br />

Monitor, e al sottotitolo A Monthly Review<br />

of Affairs relating to the “Other Half” of Europe<br />

si aggiunge Published by the <strong>Dragan</strong> Foundation.<br />

Il periodico non avrà, tuttavia, vita lunga<br />

chiudendo alla fine del 1956, contemporaneamente<br />

allo smantellamento degli uffici di redazione<br />

in Germania, ma per circa tre anni pubblicherà<br />

articoli di numerosi intellettuali esuli<br />

da Paesi dell’Europa centro-orientale. Questa<br />

produzione, se allora testimoniava una grande<br />

e coraggiosa vitalità intellettuale dei loro autori<br />

e promotori, ora costituisce una fonte documentaria<br />

di straordinaria importanza.<br />

4<br />

buna libera per la discussione dei problemi<br />

spirituali in relazione all’unione con Roma<br />

– è significativamente evidenziata la natura<br />

ecumenica del periodico.<br />

Nell’agosto del 1955 appare il primo<br />

numero di Pro Azione Cattolica Romena.<br />

La rivista, che ha la redazione a Roma,<br />

conosce una certa vitalità, anche se non<br />

può circolare liberamente in Romania. Di<br />

periodicità mensile, esce regolarmente dal<br />

1955 al 1968 in tre edizioni: oltre a quella<br />

in lingua italiana, viene stampata anche<br />

un’edizione in lingua inglese con il titolo<br />

di Romanian Catholic Monitor e un’altra<br />

in lingua romena, Pro Acţiunea Catolicǎ<br />

Românǎ. Anche la veste grafica è singolare<br />

e si fa notare per le pagine di grande formato<br />

e l’abbondanza d’illustrazioni e fotografie.<br />

In ogni caso, la rilevanza del periodico è<br />

ben altra. Si tratta di un’opera che testimonia<br />

l’impegno per un dialogo tra le Chiese<br />

cristiane, tra il Cristianesimo orientale e<br />

occidentale, in particolare, ma non solo, tra<br />

quello romeno e quello cattolico romano.<br />

Merito della rivista è anche quello di aver<br />

contribuito a dar voce al Cristianesimo<br />

e alla spiritualità dell’Europa orientale,<br />

sottoposta a persecuzione politica da parte<br />

del regime e dell’ateismo di Stato. Pro<br />

Azione Cattolica Romena, in effetti, si fa<br />

interprete della voce della Chiesa Cattolica<br />

Unita Romena, soppressa con decreto<br />

legge del 1948 nel Paese. Con quel decreto,<br />

e altri simili successivi, veniva dichiarata<br />

fuorilegge la Chiesa Cattolica Unita di Romania,<br />

proibita altresì qualsiasi pubblicazione<br />

religiosa cattolica in terra romena,<br />

mentre sacerdoti e ministri del culto cattolico<br />

conoscevano progressivamente varie<br />

forme di persecuzione, dalla carcerazione<br />

sino all’eliminazione fisica. Per lo storico<br />

e lo studioso di oggi, l’importanza di Pro<br />

Azione Cattolica Romena e delle sue varie<br />

edizioni in lingua – Romanian Catholic<br />

Monitor e Pro Acţiunea Catolicǎ Românǎ<br />

– risiede non solo nella loro preziosa documentazione<br />

storica di quegli anni difficili


Fig. 3 – L’edizione romena, Pro Acţiunea Catolică<br />

Română, in prima pagina l’appello del Papa per<br />

l’unione delle Chiese (del n. 115, febbraio 1966).<br />

per la spiritualità dell’Europa orientale<br />

(tutt’altro che limitata a quella romena),<br />

ma anche per le proposte culturali contenute.<br />

In esse vi si ritrova una gran messe<br />

di motivi storici e culturali, oltre che di stimoli<br />

spirituali, per ricercare la strada non<br />

solo del dialogo tra le diverse confessioni<br />

cristiane, ma per pervenire ad un’unione<br />

dell’ecumene cristiano con Roma, per costruire<br />

una Europa unita con la sua parte<br />

orientale, un’Europa unita che sia fondata<br />

sulla più solida e profonda tradizione delle<br />

radici cristiane dell’Europa stessa.<br />

Il primo numero di Pro Azione Cattolica<br />

Romena si apre con un appello a tutti i “romeni<br />

di buon senso” che “si rendono conto<br />

che, per salvare l’esistenza del loro Paese e<br />

renderlo un valido baluardo dell’Europa, è<br />

necessario più che mai rinsaldare i vincoli<br />

con l’Occidente, di cui esso è parte”.<br />

E qual è il vincolo più forte e duraturo?<br />

– continua l’appello che ne è l’editoriale<br />

– “Indubbiamente quello che si richiama<br />

alla vita dello spirito, alle comuni origini. I<br />

romeni come latini appartengono a Roma,<br />

guardano al Papa e non a Mosca e al suo<br />

Patriarca. Spinti da queste considerazioni<br />

ed animati da questi propositi facciamo<br />

appello a tutti i romeni, e a tutti coloro,<br />

Fig. 4 – L’ “Appello” che compare come primo numero<br />

in Pro Azione Cattolica Romena (agosto 1955).<br />

in Europa, in America o in altre parti del<br />

mondo che sono legati a questo Paese, di<br />

aderire alla nostra azione perché sia fatto<br />

il grande passo: l’unione con Roma” 5 .<br />

In questo passaggio si possono intravedere<br />

alcune delle motivazioni che stanno<br />

all’origine dell’europeismo e dell’ecumeni-<br />

5 Pro Azione Cattolica Romena, n. 1., agosto<br />

1955, p. 1.<br />

5


smo di Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>: la volontà<br />

di sottrarre il suo Paese dall’influenza di<br />

Mosca e agganciarlo, viceversa, alla sfera<br />

occidentale, e precisamente, in ambito<br />

geopolitico, all’Europa unita il cui primo<br />

embrione si stava allora formando e, in<br />

ambito religioso-spirituale – l’ambito più<br />

duraturo e importante, secondo lo stesso<br />

<strong>Dragan</strong> – alla Chiesa di Roma.<br />

Da queste considerazioni potrebbe apparire<br />

che l’ecumenismo di <strong>Dragan</strong> si possa<br />

risolvere sic et simpliciter nell’esigenza<br />

di ricondurre l’Ortodossia alla Chiesa di<br />

Roma. In realtà, non vi è un totale sbilanciamento<br />

verso Roma, anche se talvolta si<br />

può avere questa impressione giacché per<br />

<strong>Dragan</strong> Roma rimarrà sempre un polo di<br />

attrazione insostituibile per la cultura e<br />

per la spiritualità.<br />

Non dobbiamo dimenticare, in ogni caso,<br />

che quelli sono anni difficili, non solo per la<br />

Romania, ma per tutto l’est europeo il quale,<br />

dopo il secondo conflitto mondiale, si<br />

vede diviso dal resto d’Europa dalla Cortina<br />

di ferro e sottomesso al giogo sovietico.<br />

Sono pertanto comprensibili le motivazioni<br />

e le esigenze, costantemente mostrate<br />

dal Nostro, di far sì che la Romania<br />

entri nell’orbita occidentale e nella sfera<br />

spirituale cattolica, sottraendosi a quella<br />

di Mosca, allora e per lungo tempo minacciosa<br />

per la stessa sopravvivenza dell’identità<br />

culturale e spirituale del suo Paese di<br />

origine, da lui così amato e mai dimenticato.<br />

Quando <strong>Dragan</strong> parla di unione con<br />

Roma significa che anela alla ricomposizione<br />

della Chiesa di Cristo e che “la reintegrazione<br />

della Chiesa presenta una delle<br />

preoccupazioni, degli sforzi e, più ancora,<br />

dei problemi che tormentano quei cristiani<br />

che sentono in cuore la dolorosa separazione<br />

da oltre 900 anni fra orientali e<br />

occidentali” 6 .<br />

6 Gh. Preda, Per coloro che ancora non sanno<br />

(Un’autorevole voce ortodossa), “Pro Azione<br />

6<br />

Ma su questo aspetto avremo modo di<br />

chiarire meglio il pensiero di <strong>Dragan</strong> nel<br />

prosieguo della presente esposizione, allorché<br />

toccheremo altre tappe e aspetti di<br />

ciò che abbiamo chiamato il suo “percorso<br />

ecumenico”.<br />

2. Azione Ecumenica <strong>Europea</strong> (1968):<br />

“Tribuna libera per l’unione delle Chiese<br />

fondata da Constantin <strong>Dragan</strong>”<br />

Nell’agosto del 1968, dopo 426 numeri<br />

complessivi stampati nelle tre edizioni, italiana,<br />

romena e inglese, la rivista Pro Azione<br />

Cattolica Romena (e la corrispondente<br />

edizione inglese Romanian Catholic Monitor)<br />

cambia nome e formato, diventando<br />

Azione Ecumenica <strong>Europea</strong>, anch’essa affiancata<br />

da un’edizione inglese, <strong>Europea</strong>n<br />

Ecumenical Action. La nuova edizione romena,<br />

invece, mantiene il nome precedente<br />

di Pro Acţiunea Catolicǎ Românǎ.<br />

Anche il sottotitolo muta, significativamente<br />

trasformandosi da Tribuna libera<br />

per la discussione dei problemi spirituali<br />

in relazione all’unione con Roma a quello<br />

di Tribuna libera per l’unione delle Chiese<br />

fondata nel 1955 da Constantin <strong>Dragan</strong>.<br />

Il cambiamento del titolo e del sottotitolo<br />

(il cambiamento di quest’ultimo in<br />

realtà era già stato introdotto) rendono<br />

pertanto evidente una sfumatura tutt’altro<br />

che secondaria, mostrando l’esigenza,<br />

già per altro presente ab origine nel Nostro,<br />

non solo di un rapporto reciproco tra<br />

le diverse confessioni cristiane, ma anche<br />

di un dialogo su un piano paritario.<br />

Se il nome e altri elementi della rivista<br />

cambiano, in realtà l’intento e lo spirito rimangono<br />

tuttavia gli stessi, e le tre edizioni,<br />

potendo contare anche sulla versione in<br />

lingua inglese, testimoniano l’impegno su<br />

scala continentale dell’azione editoriale e<br />

culturale promossa dal periodico e dal suo<br />

fondatore.<br />

Cattolica Romena”, dicembre 1955, p. 1.


Fig. 5 – Ecumenismo europeo come sinonimo di unità<br />

spirituale del nostro Continente è il programmatico<br />

editoriale che apre Azione Ecumenica <strong>Europea</strong>.<br />

L’editoriale del primo numero (anche se<br />

porta stampato il numero 143 perché considera<br />

la serie precedente di Pro Azione<br />

Cattolica Romena, di cui si presenta come<br />

continuazione) porta il siffatto titolo “Ecumenismo<br />

europeo”. Sinonimo di unità spirituale<br />

del nostro Continente 7 .<br />

Questo editoriale ha il pregio di esplicare<br />

la coniugazione, presente nel pensiero<br />

del fondatore, di “europeo” ed “ecumenico”.<br />

Il varo di un periodico – argomenta l’articolo<br />

– con il nome di Azione Ecumenica<br />

7 “Ecumenismo europeo”. Sinonimo di unità<br />

spirituale del nostro Continente, “Azione Ecumenica<br />

<strong>Europea</strong>. Tribuna libera per l’unione<br />

delle Chiese fondata da Constantin <strong>Dragan</strong>”,<br />

Anno XIV, agosto 1968, p. 1.<br />

<strong>Europea</strong> rappresenta, di per sé, un atto di<br />

coraggio, in quanto è accompagnato dalla<br />

consapevolezza di poter attirare le critiche<br />

dei “puristi della lingua” 8 .<br />

In effetti, europeo ed ecumenico appaiono<br />

come termini che si escludono reciprocamente,<br />

in quanto il primo circoscrive<br />

l’ambito di applicazione al vecchio continente,<br />

il secondo si riferisce all’universalità<br />

dell’azione per la ricostruzione dell’unità<br />

della Chiesa che, come tale, non ha e non<br />

si pone una limitazione spaziale.<br />

Questo accostamento tra europeo ed<br />

ecumenico, in realtà paradigmatico del<br />

pensiero di <strong>Dragan</strong>, è spiegato e determinato<br />

dalla sua “profonda convinzione che<br />

soltanto un’Europa che abbia ritrovato<br />

nella sua unità spirituale e politica la via<br />

maestra del suo destino nel mondo […]<br />

potrà integrarsi efficacemente a livello di<br />

parità di mezzi nel processo di profonda<br />

trasformazione che oggi coinvolge l’umanità”,<br />

quest’ultima considerata nella sua<br />

interezza.<br />

Per questa ragione, nel pensiero di<br />

<strong>Dragan</strong>, Europa ed ecumenismo, invece<br />

di escludersi, devono andare di pari passo<br />

giacché l’Europa deve riscoprire la sua<br />

unità spirituale profonda e non può ritrovarla<br />

senza le sue radici cristiane e senza<br />

l’unità della Chiesa di Cristo.<br />

Quello delle radici cristiane dell’Europa<br />

costituisce un tema di cui, in anni recenti,<br />

si è molto discusso, soprattutto nella fase<br />

che ha contraddistinto i lavori che hanno<br />

condotto alla formulazione del trattato che<br />

istituisce una Costituzione per l’Europa,<br />

poi non ratificato.<br />

Tuttavia, in <strong>Dragan</strong> non abbiamo un generico<br />

e vago richiamo alle radici cristiane<br />

dell’Europa, ma un’esigenza ben precisa: il<br />

processo ecumenico di avvicinamento delle<br />

Chiese cristiane il quale ritrova il suo<br />

completamento ideale nella ricomposizione<br />

dell’unità della Chiesa.<br />

8 Ibidem.<br />

7


Fig. 6 – L’edizione inglese, <strong>Europea</strong>n Ecumenical Action,<br />

numero dell’agosto 1968.<br />

In altri termini, per <strong>Dragan</strong> parlare di<br />

radici cristiane dell’Europa, senza prospettare<br />

un dialogo ecumenico e senza<br />

agire nella direzione di un’auspicata unità<br />

delle Chiese cristiane, significa limitarsi a<br />

fare esternazioni propagandistiche vaghe<br />

e, quindi, vuote.<br />

Allorché <strong>Dragan</strong> cominciava a porsi e a<br />

confrontarsi con la questione dell’ecumenismo,<br />

il vero problema e la reale debolezza<br />

dell’Europa risiedeva, come in parte<br />

ancora risiedono, nel fatto che “l’Europa è<br />

dilaniata da interessi contrastanti e disunita<br />

spiritualmente”.<br />

Divisa in tal modo, l’Europa per <strong>Dragan</strong><br />

non poteva sperare di incidere nella<br />

storia ed era destinata a rimanere in balia<br />

di potenze e fattori esterni, oltre che in<br />

una situazione di “capitolazione morale”<br />

come denuncia l’editoriale già ricordato<br />

8<br />

di Azione Ecumenica <strong>Europea</strong> 9 . L’unione<br />

di un continente non può essere raggiunta<br />

esclusivamente con accordi economici o<br />

con patti politici, “poiché l’unità è soprattutto<br />

comunione spirituale di aspirazioni,<br />

di ideali, di fede. Soprattutto di fede.<br />

Fintanto che l’Europa non avrà raggiunto<br />

questa unità nella fede, ogni tentativo di<br />

stringere le righe intorno ad un’idea politica<br />

o economica sarà un effimero gioco delle<br />

opportunità, condizionato da contingenze<br />

mutevoli.”<br />

Questa idea, profondamente radicata<br />

nel Nostro e costantemente presente nel<br />

suo pensiero e nella sua azione per l’Europa<br />

unita e per l’unità delle Chiese, trae<br />

il suo alimento nella straordinaria sensibilità<br />

dell’uomo, nella sua vicinanza alle<br />

questioni dello spirito – apparentemente<br />

così lontane in un operatore economico – e<br />

nella condivisione del destino di un intero<br />

popolo, in primis quello romeno, soggetto<br />

ad un’influenza perniciosa (dell’imperialismo<br />

sovietico), e quello europeo in senso<br />

lato, di cui egli si sente parte integrante<br />

prefigurando già nei primi anni Cinquanta<br />

il concetto di cittadinanza non solo in<br />

termini nazionali, ma comunitari.<br />

Ricostruendo e analizzando il pensiero e<br />

i programmi di <strong>Dragan</strong> in quest’ambito, si<br />

rimane sorpresi, perfino spiazzati, dal constatare<br />

come in un operatore economico, in<br />

un uomo di affari, in un industriale quale<br />

egli è, nonché in un teorico e studioso di<br />

marketing, sia in realtà nitidamente presente<br />

e ben operante una visione generale<br />

delle cose e una concezione dell’Europa in<br />

cui vi è, senza ombra di dubbio, un primato<br />

della sfera culturale 10 e, specificatamente,<br />

9 Ibidem.<br />

10 Non stupisce che, in ambito economico, in<br />

veste di industriale e di presidente della Federazione<br />

Internazionale di Marketing, <strong>Dragan</strong><br />

abbia sostenuto che “non solo nella mia qualità<br />

di professore, ma anche di operatore economico,<br />

che ha intrapreso delle iniziative e ha creato


Fig. 7 – Chiesa d’Europa, Ecumenismo, Europeismo:<br />

Atti dell’inaugurazione della sede romana della <strong>Fondazione</strong><br />

<strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong> (29 aprile 1969).<br />

spirituale-religiosa sulla sfera economica<br />

e politica 11 . E tale primato è affermato e<br />

dei posti di lavoro, devo dire che esiste una convinzione<br />

tra gli economisti: ed è che la cultura<br />

è diventata il primo capitolo dell’economia”,<br />

a cui aggiunge che “La prima preoccupazione<br />

di qualsiasi industria è adesso la cultura […].<br />

Considerando l’essere umano come la prima<br />

struttura di qualunque impresa o istituzione,<br />

la formazione dell’uomo diventa dunque il nostro<br />

primo impegno”. Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>,<br />

Allocuzione del 23 settembre 1971 alla riunione<br />

di esperti convocata presso la <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong><br />

<strong>Dragan</strong> per discutere della creazione di<br />

una tele-università europea, Roma, <strong>Fondazione</strong><br />

<strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>, 1971.<br />

11 Altrove ho già avuto modo di documentare,<br />

dopo una ricostruzione e analisi biografica del<br />

Nostro, che “semplificando all’estremo, cultura<br />

e industria sono due settori in cui egli lascia<br />

un segno di grandezza. Amore per la cultura e<br />

passione imprenditoriale sono i due lati della<br />

ribadito senza soluzione di continuità, oltre<br />

che sviluppato anche dalla sua nuova<br />

creatura, Azione Ecumenica <strong>Europea</strong>.<br />

3. Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> crea una<br />

<strong>Fondazione</strong> al servizio dell’Europa e<br />

dell’ecumenismo: la <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong><br />

<strong>Dragan</strong> (1968)<br />

Tra il 1967 a il 1968 Iosif Constantin<br />

<strong>Dragan</strong> costituisce la <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong><br />

<strong>Dragan</strong>. Il 29 aprile del 1967 inaugura la<br />

sede di Roma creando la <strong>Fondazione</strong> de<br />

facto.<br />

Ma la registrazione ufficiale e la creazione<br />

de jure, come specifica lo stesso fondatore,<br />

avviene solo l’anno dopo in Spagna.<br />

A Palma di Maiorca nel giugno del 1968<br />

avviene quindi l’inaugurazione ufficiale<br />

della <strong>Fondazione</strong>, che aprirà poco dopo al-<br />

stessa medaglia nella storia del professor Giuseppe<br />

Costantino <strong>Dragan</strong>. Né va mai dimenticato<br />

che egli venne in Italia dalla Romania per<br />

motivi di studio. E in tutta la sua successiva<br />

vita di imprenditore non trascurerà mai gli<br />

studi scientifici e gli interessi culturali, proprio<br />

perché la cultura è alla base della sua azione,<br />

per poi diventarne anche il fine. L’impresa ne è il<br />

mezzo. In una società moderna in cui tutto viene<br />

monetizzato questa è una delle grandi lezioni di<br />

Giuseppe Costantino <strong>Dragan</strong>”. Mi permetto di<br />

rimandare al profilo Giuseppe Costantino <strong>Dragan</strong>:<br />

una biografia speciale pubblicato ora sul<br />

sito della <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong> (www.<br />

fondazionedragan.org) nell’area dedicata al<br />

presidente-fondatore. Si confronti la stessa<br />

affermazione di <strong>Dragan</strong>, evidentemente proferita<br />

in ambienti economici e di marketing:<br />

“Parliamo continuamente di economia, di industria<br />

e di sviluppo del commercio. Purtroppo<br />

non abbiamo ancora capito che tutto ciò dipende,<br />

in fondo, dall’evoluzione sociale, culturale e<br />

spirituale. Gli stessi fatti economici non possono<br />

essere né pienamente compresi, né adeguatamente<br />

concepiti solo sulla base delle mere<br />

leggi economiche”. Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>,<br />

Cǎlǎtorie în timp. Viaggio nel tempo. Journey<br />

through time, op. cit.<br />

9


tre sedi operative. Nel solo 1969 vengono<br />

aperte le sedi di Atene, Monaco di Baviera<br />

e Parigi, oltre che Milano.<br />

Nel 1970 è la volta di Madrid e Salisburgo.<br />

Nel corso degli anni saranno aperte,<br />

ma in parte anche chiuse, altre sedi, tra<br />

cui anche una a Venezia e una a Boston<br />

nel 1981, oltre a quelle successive al 1990<br />

in Romania. Sulle vicissitudini delle sedi<br />

della <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong> non ci<br />

soffermiamo qui 12 . Ciò che, invece, ci preme<br />

evidenziare in queste righe è che l’ecumenismo<br />

diventa, fin dall’inizio, uno degli<br />

interessi principali e delle attività della<br />

nuova struttura creata da <strong>Dragan</strong>, la <strong>Fondazione</strong><br />

di carattere europeo che è intitolata<br />

al padre.<br />

Si tratta di una <strong>Fondazione</strong> per lo sviluppo<br />

di una comunità culturale europea<br />

e la formazione di una coscienza europea<br />

in cui, secondo lo spirito e l’impronta conferita<br />

del presidente-fondatore, il ruolo<br />

dell’ecumenismo costituisce un elemento<br />

irrinunciabile e decisivo 13 .<br />

Per occuparsi personalmente di questo,<br />

<strong>Dragan</strong> delega a manager di sua fiducia<br />

ampie facoltà in campo aziendale, il che gli<br />

permette di dedicarsi alle attività culturali<br />

proprie della <strong>Fondazione</strong>, all’europeismo<br />

e all’azione ecumenica europea che ne rappresenta<br />

un elemento costitutivo 14 .<br />

12 Per un profilo sintetico si veda <strong>Fondazione</strong><br />

<strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>. Cronologia essenziale, “Bulletin<br />

européen”, n. 697, giugno 2008, pp. 13-23.<br />

13 Per una sintesi della sua visione ecumenica<br />

si veda L’action œcumenique. Conférence<br />

donnée par le prof. Joseph Constantin <strong>Dragan</strong>.<br />

Grand Arconte Référendarie de l’Eglise ortodoxe<br />

œcumenique – Constantinopole. Athénes, le 5<br />

février 1979.<br />

14 “Ceea ce îmi permite sǎ mǎ ocup de Fundaţia<br />

<strong>Europea</strong>nǎ Drǎgan, de Buletinul <strong>Europea</strong>n şi de<br />

Acţiunea ecumenicǎ europeanǎ care reprezintǎ<br />

o completare a acestora”. Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>,<br />

Despre Succes. Convorbiri cu Josif Constantin<br />

Drǎgan, Bucarest, Rao International<br />

Publishing Company, 2006, p. 115.<br />

10<br />

Il ruolo che l’ecumenismo ha nella <strong>Fondazione</strong><br />

viene subito precisato dal Nostro<br />

nel discorso inaugurale della sede di Roma<br />

che è significativamente intitolato Chiesa<br />

d’Europa, ecumenismo, europeismo 15 .<br />

<strong>Dragan</strong> precisa che, nell’iniziare l’attività<br />

della sede romana della <strong>Fondazione</strong>,<br />

ha ritenuto opportuno “incominciare con<br />

un tema che tocca una delle nostre maggiori<br />

preoccupazioni: l’unità spirituale e la<br />

coscienza religiosa europea” 16 .<br />

L’importanza di tale questione, sia per<br />

una comunione e armonia tra le confessioni<br />

e religioni in senso lato, sia, più specificatamente,<br />

per un’intesa spirituale più<br />

profonda, finalizzata ad un più solido processo<br />

di integrazione europea – e quindi<br />

funzionale all’europeismo professato dal<br />

presidente-fondatore – sono difficilmente<br />

sopravalutabili.<br />

Su questo punto <strong>Dragan</strong> è di una chiarezza<br />

inequivocabile: “Sono questi i problemi<br />

più importanti e forse più trascurati<br />

nella lotta per l’indispensabile unificazione<br />

europea in un unico Stato continentale<br />

di 400 milioni di abitanti” 17 .<br />

Il processo di integrazione europea per<br />

<strong>Dragan</strong> deve avvenire sotto profili diversi:<br />

economica e politica certamente – e<br />

quest’ultima sotto forma federale oppure<br />

15 I testi integrali dei discorsi di Giuseppe Pella,<br />

G. Campili, Henri Brugmans, Giorgio Del<br />

Vecchio, oltre che di Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>,<br />

e una sintesi degli interventi di Aurelio Rauta,<br />

Costantin Vereketi, Edvige Bestazzi, Matilda<br />

Sandovici, Mons. Adone Terzariol e altri, presenti<br />

il Cardinale Eugène Tisserant e Denis de<br />

Rougement, André François Poncet e altre personalità,<br />

sono pubblicati in AA.VV., <strong>Fondazione</strong><br />

<strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>. Inaugurazione della sede romana<br />

al Foro Traiano. Chiesa d’Europa, Ecumenismo,<br />

Europeismo, Roma, 29 aprile 1967.<br />

16 AA.VV., <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>. Inaugurazione<br />

della sede romana al Foro Traiano,<br />

op. cit., p. 23.<br />

17 Ibidem.


confederale 18 – ma anche<br />

“unificazione spirituale” 19 .<br />

Il termine di unificazione<br />

spirituale non significa<br />

certamente livellamento o<br />

omologazione, né comporta<br />

la rimozione delle differenze<br />

e delle pluralità proprie del<br />

continente europeo, anzi esse<br />

sono da valorizzare in quanto<br />

espressione della ricchezza<br />

culturale dell’Europa, e del<br />

resto anche recentemente la<br />

stessa Unione europea parla<br />

di “diversità nell’unità”.<br />

Con l’espressione di unificazione<br />

spirituale il Nostro<br />

intende anzitutto un processo<br />

di coscienza con il quale gli europei si riconoscono<br />

partecipi di una cultura unitaria<br />

europea e, nello specifico, di una condivisa<br />

spiritualità la quale ha il suo fondamento<br />

nella Cristianità.<br />

In questa direzione anche i laici sono<br />

chiamati a dare il loro contributo, non<br />

solo i religiosi in senso stretto. Al proposito,<br />

precisa <strong>Dragan</strong>, i cittadini devono<br />

intervenire per fornire il loro contributo<br />

per una “attuazione effettiva dei princìpi<br />

dell’ecumenismo, enunciati dal tanto<br />

amato Papa Giovanni XXIII e decisi dal<br />

Concilio Vaticano II” 20 , e continua, “Tra le<br />

diverse affermazioni di verità, nelle diverse<br />

encicliche e realizzazioni di questo secolo,<br />

quella dell’ecumenismo credo sia una<br />

18 La scelta della soluzione federale o confederale<br />

conosce formulazioni diverse nel pensiero<br />

di <strong>Dragan</strong> su cui non ci addentriamo in questa<br />

sede.<br />

19 Op. cit., p. 24. Anche Luigi Castoldi, trattando<br />

dell’europeismo di <strong>Dragan</strong> scrive “Ogni<br />

autentica cultura non può che esser interiore.<br />

Un’Europa unita deve reggersi su valori spirituali”,<br />

Luigi Castoldi, Il romeno d’Italia. La<br />

lunga storia di Costantino <strong>Dragan</strong>, Gribaudo,<br />

2004, pp. 199-200.<br />

20 Op. cit., p. 25.<br />

Fig. 8 – Il Cardinale Eugène Tisserant alla cerimonia di inaugurazione<br />

della sede di Palma di Maiorca della <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong><br />

(18 giugno 1968).<br />

delle più grandi, delle più eccelse, delle più<br />

imperative” 21 .<br />

Nel pensiero di <strong>Dragan</strong> rimane costante<br />

l’idea che in Europa, e per l’Europa stessa,<br />

l’ecumenismo può e deve giocare un ruolo<br />

irrinunciabile per superare le incomprensioni,<br />

oltrepassare le divisioni, ridestare<br />

una coscienza spirituale comunitaria, ricomporre<br />

l’unità.<br />

L’ecumenismo per <strong>Dragan</strong> è pertanto<br />

un elemento decisivo del collante della spiritualità<br />

europea: “L’unione spirituale degli<br />

europei è oggi più necessaria che mai.<br />

Circa le modalità, la risposta della Chiesa<br />

è già stata data, l’enunciazione è già stata<br />

fatta: ecumenismo” 22 .<br />

Nel suo pensiero, l’ecumenismo non è<br />

solo un confronto tra i rappresentati delle<br />

diverse confessioni cristiane e non è una<br />

mera questione teologica, ma è un processo<br />

che riguarda la coscienza dei cittadini.<br />

In questo ambito, <strong>Dragan</strong> ritorna a più<br />

riprese nell’auspicare l’apporto che possono<br />

conferire i laici: non a caso, in apertura<br />

a questo lavoro ho riportato l’affermazione<br />

seguente di <strong>Dragan</strong>: “l’ecumenismo non<br />

21 Op. cit., pp. 25-26.<br />

22 Op. cit., p. 30 (corsivo nostro).<br />

11


diventerà mai una realtà se viene sostenuto<br />

soltanto dal clero, mentre noi laici non<br />

agiamo in maniera decisiva.”<br />

Dal canto suo, come intende agire <strong>Dragan</strong><br />

in quest’ambito? Il suo programma,<br />

delineato già nella fase di progettazione<br />

della <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>, si sviluppa<br />

attraverso una serie di iniziative<br />

concrete, che coinvolgono i cittadini, e fa<br />

uso di conferenze, convegni, pubblicazioni,<br />

incontri, dibattiti, funzioni in comune nonché,<br />

aggiunge <strong>Dragan</strong>, visite e ospitalità<br />

in modo che chiunque, venendo per esempio<br />

a Roma, “non si senta forestiero nella<br />

Chiesa di qualcuno, ma fratello in Chiesa<br />

propria” 23 . Nel corso della storia europea, il<br />

Cristianesimo ha svolto un ruolo “catalizzatore,<br />

polarizzatore delle coscienze europee”.<br />

E oggi, continua <strong>Dragan</strong>: “Per avere<br />

un’Europa forte e unita spiritualmente,<br />

abbiamo bisogno di una Chiesa unita e forte,<br />

quale elemento di coesione”.<br />

A tale proposito, egli svolge come esempio<br />

un riferimento alle vicende polacche,<br />

secondo cui la Polonia ci può indicare e insegnare<br />

che “nonostante decenni di comunismo,<br />

l’elemento più solido, più duraturo,<br />

la cultura più resistente a tutte le trasformazioni<br />

ed epurazioni è quella data dalla<br />

Chiesa” 24 .<br />

4. Lo speciale rapporto con il Patriarcato<br />

Ecumenico di Costantinopoli. I contatti<br />

con il Vaticano. Altre iniziative per i rapporti<br />

tra ortodossi e cattolici e lo sviluppo<br />

dell’ecumenismo<br />

Nel corso del 1968, Iosif Constantin<br />

<strong>Dragan</strong> avvia i rapporti con il Patriarca<br />

di Costantinopoli, Athenagoras I 25 , con il<br />

quale instaura subito un’intesa e una “co-<br />

23 Ibidem.<br />

24 Op. cit., p. 35.<br />

25 Si veda Valeria Martano, Athenagoras, il patriarca<br />

(1886-1972). Un cristiano fra crisi della<br />

coabitazione e utopia ecumenica, Bologna, il<br />

12<br />

munione di vedute sui problemi inerenti<br />

alla riunificazione cristiana” 26 . <strong>Dragan</strong> ha<br />

modo di esporre, nel corso di diversi collo-<br />

qui a Istanbul con Athenagoras – colloqui<br />

che sono oggetto di puntuale documentazione<br />

del periodico Azione Ecumenica <strong>Europea</strong><br />

– alcuni suoi progetti che suscitano<br />

vivo interesse da parte del Patriarca ecumenico.<br />

Un primo progetto è quello di creare un<br />

seminario ecumenico a livello di preparazione<br />

secondaria per la formazione del clero,<br />

destinato alla minoranza romena dello<br />

spazio balcanico, allora priva di una sufficiente<br />

assistenza religiosa27 .<br />

Un secondo progetto, che sta molto a<br />

cuore a <strong>Dragan</strong>, e che viene definito come<br />

una “iniziativa di fondamentale importanza<br />

per una tabella di marcia ecumenica” 28 Fig. 9 – Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> e il Patriarca Ecumenico<br />

di Costantinopoli, Athenagoras I.<br />

,<br />

e che discute personalmente con il Patriarca<br />

Athenagoras, è quello dell’istituzione di<br />

facoltà teologiche ecumeniche ove studenti<br />

cattolici, ortodossi, anglicani e di altri<br />

Mulino, 1996, irrinunciabile testo di riferimento<br />

sulla figura di Athenagoras.<br />

26 Si veda l’editoriale A colloquio con il Patriarca<br />

Atenagora, “Azione Ecumenica <strong>Europea</strong>”,<br />

anno XIV, n. 146, novembre 1968, p. 1 seg.<br />

27 Ibidem.<br />

28 Ibidem.


Fig. 10 – Lettera del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli,<br />

Athenagoras, a Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> (21<br />

novembre 1968).<br />

riti possano avere l’opportunità di portare<br />

a compimento la loro formazione religiosa<br />

e di approfondire la reciproca conoscenza<br />

delle Chiese cui appartengono, “in un’atmosfera<br />

di più aperta cooperazione nella<br />

ricerca della verità unica” 29 . Naturalmente<br />

<strong>Dragan</strong> è consapevole che tale iniziativa<br />

deve comportare un esame approfondito,<br />

oltre che il benestare da parte del Vaticano<br />

e dei responsabili delle altre Chiese cui<br />

viene sottoposto il progetto. È pur vero che<br />

<strong>Dragan</strong> agisce da laico e intende diffondere<br />

lo spirito e la coscienza ecumenica tra<br />

i laici, ma al contempo è consapevole che<br />

soltanto da un clero “formato nella mentalità<br />

ecumenica” si può aspettare un’azione<br />

efficace per la riunificazione delle Chiese.<br />

Di qui il suo impegno per il progetto di<br />

una facoltà teologica ecumenica oltre al<br />

29 Ibidem.<br />

concreto sostegno per la realizzazione di<br />

seminari e corsi di teologia ecumenica in<br />

collaborazione con il Patriarcato Ecumenico<br />

di Costantinopoli.<br />

La ragione dello stretto rapporto che<br />

<strong>Dragan</strong> ha cercato e immediatamente<br />

trovato con Athenagoras risiede nel fatto<br />

che egli ha visto nel Patriarca una figura<br />

particolarmente sensibile e attiva<br />

per la promozione dell’ecumenismo, oltre<br />

che un possibile tramite tra Ortodossia e<br />

Cattolicesimo, “un personaggio veramente<br />

provvidenziale in un ‘epoca drammaticamente<br />

divisa’ e che è riuscito a creare<br />

le premesse di un dialogo di carità tra le<br />

Chiese divise da nove secoli di reciproca<br />

incomprensione” 30 .<br />

In questo contesto, <strong>Dragan</strong> prende contatti<br />

e intesse rapporti con diverse personalità<br />

impegnate nel dialogo ecumenico,<br />

tra cui il Metropolita Melitone di Calcedonia,<br />

decano del Santo Sinodo dei Metropoliti<br />

ortodossi, oltre che naturalmente con<br />

il Vaticano.<br />

Purtroppo, la scomparsa del Cardinale<br />

Agostino Bea, presidente sin dalla sua istituzione<br />

del Segretariato per l’Unione dei<br />

Cristiani, avvenuta nel 1968 31 e, pochi anni<br />

dopo, la perdita di Athenagoras (1972) co-<br />

Fig. 11 – Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> con Dimitrios di<br />

Grecia.<br />

30 Op. cit., p. 2.<br />

31 Una grave perdita per l’ecumenismo, “Azione<br />

Ecumenica <strong>Europea</strong>”, novembre 1968, p. 5.<br />

13


stituiscono un duro colpo al processo ecumenico,<br />

privandolo di due dei principali<br />

protagonisti.<br />

In ogni caso, i contatti di <strong>Dragan</strong> con il<br />

Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli,<br />

straordinariamente intensi e fecondi tra<br />

il 1968 e il 1972, ossia proprio nell’ultimo<br />

periodo di Athenagoras, con la scomparsa<br />

di quest’ultimo non vengono meno, continuano<br />

con Dimitrios e, dal 1991 con Bartolomeo<br />

I – che, tra l’altro, celebrerà<br />

nel 1995 le nozze religiose<br />

a Istanbul di Iosif Constantin<br />

<strong>Dragan</strong> con Veronica Gusa.<br />

Nonostante questa continuità,<br />

rimane, tuttavia, un rimpianto<br />

per una straordinaria<br />

stagione ecumenica, vissuta<br />

in prima persona da <strong>Dragan</strong> e<br />

dalla allora recente <strong>Fondazione</strong><br />

da lui creata, proprio nel periodo<br />

di Athenagoras, dovuta alla<br />

eccezionale personalità e sensibilità<br />

dello stesso Athenagoras<br />

ma anche a quel periodo storico<br />

particolarmente propizio per il<br />

risveglio ecumenico che ci deve<br />

far sperare in nuove stagioni di<br />

rilancio del processo avviato.<br />

In quella fase, la <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong><br />

<strong>Dragan</strong> ai suoi primi passi organizza alla<br />

fine degli anni Sessanta tavole rotonde e<br />

convegni per la discussione dei temi ecumenici,<br />

invitando teologi cattolici e ortodossi<br />

e rappresentanti di altre confessioni<br />

cristiane.<br />

Nel 1968 <strong>Dragan</strong> prepara a Roma due<br />

tavole rotonde sull’ecumenismo in Europa,<br />

mentre l’anno successivo ad Atene32 la<br />

32 “În Grecia, am organizat o primă manifestare<br />

ecumenică care a constat în a prezenta, în<br />

cadrul unei conferinţe, fotografii ale diverselor<br />

întâlniri ale papei cu patriarhul Athenagoras.”<br />

Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>, Despre Succes, op. cit.<br />

p. 202.<br />

14<br />

<strong>Fondazione</strong> svolge due simposi ecumenici<br />

di ampia risonanza.<br />

Per i suoi meriti ecumenici, lo stesso<br />

<strong>Dragan</strong> viene insignito del titolo di Grande<br />

Arconte Referendario presso lo stesso<br />

Patriarcato Ecumenico. Il suo anelito ecumenico<br />

rimarrà un elemento costante e<br />

fondamentale della sua azione. Anche per<br />

questo, gli perverranno senza soluzione di<br />

continuità richieste di aiuto e sostegno da<br />

Fig. 12 – Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> con il Patriarca Iustin a Bucarest.<br />

sacerdoti e Chiese di confessioni diverse<br />

di cui esiste copiosa documentazione negli<br />

archivi della <strong>Fondazione</strong>.<br />

Non a tutti è noto l’impegno di Iosif Costantin<br />

<strong>Dragan</strong> per una ripresa dei contatti<br />

tra lo Stato romeno e il Vaticano nel<br />

periodo del regime di Nicolae Ceauşescu.<br />

In effetti, di sua iniziativa, come del resto<br />

era nel costume del personaggio, <strong>Dragan</strong>,<br />

all’inizio degli anni Ottanta, avanza proposte<br />

rivolte allo Stato romeno, e direttamente<br />

anche all’allora presidente della<br />

Repubblica Socialista di Romania, Nicolae<br />

Ceauşescu, affinché la Romania riprendesse<br />

i rapporti con il Vaticano.<br />

In pratica <strong>Dragan</strong> si propone, sia presso<br />

il Vaticano, sia presso lo Stato romeno,<br />

come mediatore, in quanto elemento terzo,<br />

esterno sia alla sfera del regime romeno sia


Fig. 13 – Il Cardinale Carlo Maria Martini con Iosif Constantin<br />

<strong>Dragan</strong>.<br />

al Vaticano, per riavviare questi rapporti 33 .<br />

In questo contesto si inseriscono i contatti<br />

con il Segretario di Stato Vaticano, il Cardinale<br />

Agostino Casaroli. In quest’azione<br />

la sua preoccupazione di fondo è quella di<br />

far sì che anche nella sua terra di origine<br />

possa ritornare la piena libertà religiosa,<br />

soffocata da tempo 34 .<br />

Al contempo egli cerca a più riprese di<br />

acquistare un edificio di culto, una vera e<br />

propria chiesa, sia a Roma, sia a Milano.<br />

Nella città lombarda la proposta è<br />

avanzata al Cardinale Carlo Maria Martini.<br />

Ciò che ha in animo <strong>Dragan</strong> è vedere<br />

adibita una chiesa al culto per la comunità<br />

romena (sia ortodossa, sia cattolica),<br />

pur precisando che tali chiese devono rimanere<br />

strettamente legate alla Chiesa<br />

cattolica romana o ambrosiana.<br />

Nei progetti di <strong>Dragan</strong> la chiesa a<br />

Milano avrebbe dovuto essere legata al<br />

Centro Ecumenico SS. Vito e Casciano,<br />

33 Cfr. Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>, Oscilantele<br />

relaţii ale României cu Vaticanul, in Despre<br />

Succes, op. cit., pp. 44-46.<br />

34 Pamfil Şeicaru, Religious Freedom in Romania,<br />

Data, Facts and Realities, <strong>Dragan</strong> <strong>Europea</strong>n<br />

Foundation, 1987.<br />

sostenuto e emanato dalla stessa<br />

<strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>.<br />

In quel periodo egli svolge anche i<br />

preparativi per la creazione dell’Associazione<br />

Biserica Română Unită<br />

(“Chiesa Romena Unita”), e contemporaneamente<br />

fa uscire il bollettino<br />

Biserica Românească (“La Chiesa<br />

romena”), pubblicato con regolarità<br />

dal 1976 al 1992.<br />

Questa rivista, a differenza di<br />

Pro Azione Cattolica Romena, viene<br />

scritta e stampata a Milano e muove<br />

da un punto di vista ortodosso in<br />

quanto si presenta come una pubblicazione<br />

di carattere religioso e<br />

culturale della Comunità ortodossa<br />

romena in Italia con lo scopo di rappresentare<br />

un punto di riferimento per gli ortodossi<br />

romeni nel Paese.<br />

Tuttavia, in essa vengono trattate tematiche<br />

legate ai problemi e alle prospettive<br />

dell’ecumenismo e del dialogo religioso, al<br />

dialogo teologico con la Chiesa cattolica,<br />

Fig. 14 – Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> con l’Archimandrita<br />

Ieronimos in una fase del Simposio ecumenico di Atene<br />

(27 gennaio 1969).<br />

alla vita religiosa in Romania e in Italia,<br />

ai contributi della Chiesa ortodossa nella<br />

formazione della cultura romena. Notevoli<br />

sono i temi culturali trattati, oltre che<br />

di teologia e di spiritualità, con contributi,<br />

per esempio, di Vasile Alecsandri, Oli-<br />

15


ver Clement, Zoe Dumitrescu-Buşulenga,<br />

Ioan Petru Culianu, Mircea Eliade, George<br />

Lăzărescu. Dalla rivista emerge l’impegno<br />

e la responsabilità dell’ortodossia nel dialogo<br />

ecumenico, con una precisa documentazione<br />

sui rapporti instaurati in quegli<br />

anni con i rappresentanti del cattolicesimo<br />

e, in particolare, con l’Arcivescovo di Milano,<br />

il Cardinale Carlo Maria Martini.<br />

Se, come si è cercato di argomentare, con<br />

il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli<br />

il rapporto che instaura <strong>Dragan</strong> assume<br />

un rilievo particolare, va precisato che la<br />

Chiesa Cattolica Apostolica Romana rimane,<br />

per il Nostro, il punto di riferimento<br />

insostituibile e necessario per la Cristianità<br />

in senso lato, oltre che per il processo<br />

ecumenico, e che i suoi princìpi, tra cui<br />

quello dell’infallibilità del Pontefice, non<br />

sono per il Nostro oggetto di dibattito ma<br />

di incondizionata adesione.<br />

5. Les pacificateurs: un atto d’amore per<br />

la verità 35 e per la pace<br />

L’impegno della <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong><br />

<strong>Dragan</strong> in campo ecumenico e gli stretti<br />

rapporti del presidente-fondatore con il<br />

Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli<br />

permettono anche la realizzazione di Les<br />

Pacificateurs. Jean XXIII – Athénagoras,<br />

Paul VI – Dimitrios, opera di sicura importanza<br />

sulla strada del dialogo tra la Chiesa<br />

Cattolica e le Chiese orientali, oltre che<br />

per la documentazione dei rapporti tra<br />

Giovanni XXIII, Athenagoras, Paolo VI e<br />

Dimitrios.<br />

L’opera, corredata da un eccezionale<br />

materiale documentario e iconografico,<br />

curata da Aristide Panotis, alto dignitario<br />

del Patriarcato Ecumenico e un pioniere<br />

del nuovo incontro tra Oriente e Occidente<br />

35 “Ce livre est un acte d’amour pour la vérité!”<br />

Aristide Panotis, Les Pacificateurs. Jean<br />

XXIIII, Athénagoras, Paul VI, Dimitrios, Atene,<br />

Fondation Européenne <strong>Dragan</strong>, 1974, p. 9.<br />

16<br />

che risponde all’appello dell’unione delle<br />

Chiese, viene pubblicata dalla sede di<br />

Atene della <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong><br />

in una prima edizione in lingua greca nel<br />

1971, oggi pressoché esaurita, e soltanto<br />

successivamente, nel 1974, seguirà l’edizione<br />

in lingua francese. Si tratta di un<br />

lavoro concepito e realizzato per illustrare<br />

“la beauté de la novelle rencontre entre les<br />

deux centres du Christianisme, la Vaticane<br />

e le Phanar: il est dédié aux grands prélats<br />

de notre siècle, qui ont ouvert toutes grandes<br />

les portes de la paix à la Chrétienté et<br />

à l’Humanité: à Jean XXIIII, Athénagoras,<br />

Paul VI et Dimitrios, les véritables artisans<br />

de la paix à notre époque” 36 .<br />

Il nome pacificateurs – si argomenta nel<br />

volume – deriva dalla considerazione che<br />

la pace e l’unità della Chiesa sono in stretta<br />

correlazione con la pace e l’unità degli<br />

uomini, che a sua volta non può prescin-<br />

Fig. 15 – Copertina dell’edizione greca del volume<br />

Les Pacificateurs. Jean XXIIII, Athénagoras, Paul VI,<br />

Dimitrios, edito dalla <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong><br />

(Atene, 1971).<br />

36 Op. cit., p. 5.


Fig. 16 – L’editoriale del Bulletin européen dedicato<br />

all’incontro tra Paolo VI e Athenagoras I.<br />

dere dallo spirito di un’Europa anch’essa<br />

pacifica e unita.<br />

Papa Paolo VI e il Patriarca ecumenico<br />

ortodosso di Costantinopoli, Athenagoras<br />

I, hanno segnato con le loro iniziative ecumeniche<br />

un momento storico sul cammino<br />

della riunificazione delle Chiese cristiane.<br />

La grandezza spirituale di questi “pacificatori”<br />

si è rivelata anche nei gesti simbolici<br />

che hanno commosso tutto il mondo<br />

cristiano, qui documentati anche con un<br />

eccezionale repertorio fotografico.<br />

Il volume presenta una sintesi del passato<br />

delle relazioni fra ortodossi e cattolici,<br />

come pure la cronaca degli avvenimenti<br />

che si sono svolti dal 1958 al 1972, per segnalare<br />

la progressiva rinascita della “fraternità<br />

in Cristo”.<br />

L’opera contiene e irradia l’apertura<br />

ecumenica che ha reso i “pacificatori”,<br />

Giovanni XXIII e Paolo VI, Atenagoras e<br />

Dimitrios, protagonisti del rilancio ecumenico<br />

nella seconda metà del XX secolo.<br />

La premessa è che la vita della Chiesa<br />

di Cristo continua, si evolve: non deve rimanere<br />

inviluppata e immobilizzata nelle<br />

divisioni e nelle divergenze, né la teologia<br />

deve diventare un’arte di suscitare problemi:<br />

“nois avons fait de la théologie l’art<br />

de créer des problèmes” ammonisce Panotis<br />

37 .<br />

Lo stesso Panotis riconosce l’importanza<br />

dello sforzo e, per riprendere il titolo di<br />

questo lavoro, dell’amore senza frontiere<br />

di Iosif Costantino <strong>Dragan</strong> per la vita ecumenica<br />

dei popoli e, precisamente, “pour<br />

son travail historique de mobilisation<br />

œcuménique des croyants laïcs du monde<br />

entier” 38 .<br />

È per questo motivo che l’autore può dire<br />

che “notre génération et les générations<br />

qui suivront n’oublieront jamais l’apport<br />

de sa Fondation” 39 e, al contempo, che tale<br />

opera rappresenta “un acte d’amor pour<br />

la véritè!”, un atto d’amore per la verità e,<br />

come tale, per la pace.<br />

L’Osservatore Romano, nella sua edizione<br />

del 9-10 dicembre 1971, pubblica la recensione<br />

di Eleuterio Fortino, riconoscendo<br />

che la pubblicazione della <strong>Fondazione</strong><br />

<strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong> “offre oggi la più precisa<br />

e documentata cronaca dei recenti sviluppi<br />

dei rapporti fra Roma e Costantinopoli<br />

(1958-1971) di cui Paolo VI e Athenagoras I<br />

sono i maggiori protagonisti”.<br />

La precisione e l’ampiezza della documentazione<br />

– fa sapere il recensore – sono<br />

state possibili in quanto l’autore, che collabora<br />

con il Patriarcato di Costantinopoli,<br />

oltre ad aver partecipato personalmente<br />

alla gran parte degli eventi principali, ha<br />

potuto utilizzare anche gli archivi del Patriarcato<br />

stesso e ciò gli ha permesso di ri-<br />

37 Op. cit., p. 9.<br />

38 Op. cit., p. 11.<br />

39 Ibidem.<br />

17


portare episodi e documenti assolutamente<br />

inediti 40 .<br />

6. Un concreto passo ecumenico: l’unificazione<br />

della Pasqua<br />

Lo spirito pragmatico di Iosif Constantin<br />

<strong>Dragan</strong> lo spinge a focalizzare l’attenzione<br />

su obiettivi pratici da raggiungere<br />

e anche nel campo ecumenico egli si pone<br />

Fig. 17 – Atti di Un concreto passo ecumenico: l’unificazione<br />

della Pasqua, Tavola Rotonda indetta da<br />

Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> (Roma, 10 maggio 1969).<br />

mete concrete da perseguire. Un passo in<br />

avanti sulla strada del percorso ecumenico<br />

viene individuato da <strong>Dragan</strong> nella proposta<br />

dell’unificazione della data della Pasqua.<br />

Al Nostro sembra inconcepibile che la<br />

morte e la resurrezione di Cristo continuino<br />

ad essere celebrate da ortodossi e da<br />

40 Cfr. Paolo VI e Athenagoras I per la riconciliazione,<br />

“Azione Ecumenica <strong>Europea</strong>”, n. 180,<br />

Anno XVI, dicembre 1971, pp. 1-2.<br />

18<br />

cattolici in due date diverse: “che divisione<br />

più inopportuna di quella di far crocifiggere<br />

Cristo due volte a distanza di qualche<br />

tempo” 41 .<br />

A Roma nel maggio del 1968 <strong>Dragan</strong> organizza<br />

la prima tavola rotonda per la discussione<br />

di questo progetto ecumenico cui<br />

partecipano alti prelati, studiosi e rappresentanti<br />

del mondo cattolico e ortodosso 42 .<br />

Il progetto ha la benedizione di Athenagoras<br />

I, oltre che dell’Archimandrita Ieronimos,<br />

capo delle Chiesa Ortodossa della<br />

Grecia continentale.<br />

Nel 1969 si avvia la prima di una serie<br />

di incontri, tavole rotonde e simposi su<br />

questo tema, che rimarrà costante nella<br />

azione ecumenica perseguita da <strong>Dragan</strong> e<br />

dalla <strong>Fondazione</strong> da lui creata.<br />

Le tavole rotonde prevedono un’apertura<br />

e partecipazione del pubblico. In effetti,<br />

sebbene pone problemi da trattare nelle<br />

sfere dei più alti responsabili delle Chiese,<br />

al contempo la “questione pasquale” è un<br />

tema con il quale la <strong>Fondazione</strong> mira a suscitare<br />

nell’opinione pubblica “un interesse<br />

attivo per la dolorosa quanto incresciosa<br />

divisione delle due grandi Chiese – la<br />

cattolica e la ortodossa” proprio sulla festa<br />

che racchiude in sé l’essenza della missione<br />

salvifica del Cristianesimo.<br />

Come è immaginabile, la problematica<br />

è tutt’altro che semplice, entrando in gioco,<br />

tra l’altro, diverse questioni teologiche<br />

di fondo, aspetti che hanno la loro origine<br />

nei decreti sulla Pasqua del Concilio<br />

di Nicea, complicazioni dovute all’uso del<br />

calendario giuliano piuttosto che gregoriano.<br />

Non necessariamente l’individuazione<br />

41 Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>, Chiesa d’Europa,<br />

in AA.VV., <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>. Inaugurazione<br />

della sede romana al Foro Traiano,<br />

op. cit., p. 27.<br />

42 Si veda la pubblicazione AA.VV., Un concreto<br />

passo ecumenico: l’unificazione della Pasqua,<br />

<strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>, Tavola Rotonda,<br />

Roma 10 maggio 1968.


Fig. 18 – Riproduzione del messaggio di Athenagoras ad<br />

una tavola rotonda organizzata da Iosif Constantin <strong>Dragan</strong><br />

sulla unificazione della data della Pasqua.<br />

di una data unica per la celebrazione della<br />

Pasqua significa che si deve raggiungere<br />

un’interpretazione unica e concorde del<br />

mistero pasquale.<br />

Tuttavia, <strong>Dragan</strong> è convinto che la celebrazione<br />

della Pasqua a date differenti<br />

costituisce un elemento che accentua non<br />

solo la differenza, ma anche la divisione,<br />

tra cattolici e ortodossi, i quali invece per<br />

molti secoli avevano celebrato unitariamente<br />

il mistero pasquale.<br />

Mentre la differenza di per sé non rappresenta<br />

un elemento problematico, la<br />

divisione è invece di ostacolo sulla via<br />

dell’ecumenismo e della comunione delle<br />

Chiese e dei popoli.<br />

Le tavole rotonde indette da <strong>Dragan</strong> e<br />

organizzate nelle sedi di Roma e di Atene<br />

della <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong> hanno<br />

coinvolto studiosi, teologi, autorità e rappresentanti<br />

religiosi, con riunioni riservate<br />

agli addetti ai lavori e con sessioni<br />

di discussione aperte al pubblico.<br />

I documenti sono stati presentati sia<br />

in sede cattolica, sia ortodossa e protestante<br />

e sottoposti al Segretariato per<br />

l’Unione dei Cristiani, alla Conferenza<br />

panortodossa, al Consiglio Mondiale delle<br />

Chiese e a diversi altri enti predisposti<br />

e interessati.<br />

Lo stesso Athenagoras, dal canto suo,<br />

accoglie con gioia la proposta, e ribadisce<br />

che “la celebrazione di questa Festa<br />

solenne deve essere una e comune” e formula<br />

l’augurio: “nel rivolgersi ai nostri<br />

fratelli, i venerabili capi e pastori di tutte<br />

le Chiese e confessioni cristiane, e a<br />

tutti i cristiani della terra, formuliamo<br />

Fig. 19 – Articolo de L’Osservatore Romano sull’incontro<br />

per l’unificazione della data della Pasqua.<br />

la preghiera che, in uno spirito di carità<br />

e di responsabilità, ci dedichiamo attiva-<br />

19


Fig. 20 – Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> in un incontro ecumenico<br />

(gennaio 1970).<br />

mente al compito di ricercare e di trovare il<br />

mezzo di concelebrare nell’avvenire, nella<br />

stessa domenica, la festa di Pasqua, la più<br />

solenne di tutta la cristianità” 43 .<br />

Nel corso degli anni la <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong><br />

<strong>Dragan</strong> svilupperà il dibattito sulla<br />

Pasqua organizzando sessioni di studio sugli<br />

aspetti diversi di tale festività cristiana,<br />

che comprendono l’aspetto teologico,<br />

liturgico, ecclesiologico ma anche letterario,<br />

artistico, folklorico, culturale in senso<br />

lato. Sulla base del suo spirito pragmatico,<br />

Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> non si illudeva né<br />

pretendeva di poter arrivare alla riunificazione<br />

della Pasqua con facilità, ma si è<br />

impegnato con continuità per discutere e<br />

sollevare la questione della differenza delle<br />

date della Pasqua presso le Chiese e la<br />

comunità dei fedeli, non ponendolo come<br />

problema e ostacolo, ma come occasione<br />

43 Op. cit., p. 26.<br />

20<br />

e stimolo per giungere ad un dialogo nel<br />

reciproco rispetto e mutua conoscenza: già<br />

questo, indipendentemente dal momento<br />

scelto per la celebrazione pasquale, rappresenta<br />

un concreto passo ecumenico e<br />

se le date rimangono ancora oggi distinte,<br />

questo dialogo, invero, è stato iniziato.<br />

7. La promozione, svolta in ottica ecumenica,<br />

della conoscenza, studio e valorizzazione<br />

di personalità religiose<br />

dell’Oriente cristiano<br />

A più riprese Iosif Constantin <strong>Dragan</strong><br />

organizza iniziative culturali, editoriali e<br />

promozionali per diffondere la conoscenza<br />

di aspetti e di personalità della spiritualità<br />

cattolica romena che possano avere un interesse<br />

non solo locale ma più ampio.<br />

Non esita ad intervenire anche presso<br />

il Vaticano, anche attraverso il Cardinale<br />

Eugène Tisserant, per rivolgere e sostenere<br />

richieste come la beatificazione del monaco<br />

romeno Geremia il Valacco (1556-1625),<br />

proporre a Papa Paolo VI la candidatura di<br />

Monsignor Iuliu Hossu a Cardinale della<br />

Chiesa Cattolica; sollecitare la traslazione<br />

delle vestigia di Inocenţiu Micu-Klein<br />

(1692-1768) dal cimitero ucraino di Roma<br />

nella città natale di Blaj.<br />

Di Geremia il Valacco, al secolo Ion Costist<br />

Stoica, nato nel 1556 a Sasca 44 , in<br />

Romania 45 , si era quasi persa la memoria,<br />

al di fuori dell’ordine dei Frati Minori e,<br />

anche solo per il modo curioso della sua<br />

“riscoperta”, val la pena fare una rapida<br />

menzione.<br />

Egli venne a piedi in Italia, ancora molto<br />

giovane, attirato dalla Chiesa di Roma e<br />

dalla fama di spiritualità che ivi intendeva<br />

rintracciarvi tanto che, opportunamente,<br />

Cesare Alzati ha scritto che “la vita di S.<br />

44 Il nome della località è riportato in dizioni<br />

diverse, tra cui Tzatzo, Zazo e varianti.<br />

45 La regione era quella della Valacchia Minore,<br />

corrispondente oggi alla Moldavia inferiore.


Geremia il Valacco dimostra compiutamente<br />

quale venerazione e quale rispetto<br />

essi [i fedeli romeni] nutrissero in quegli<br />

anni, non solo per la sede romana, ma per<br />

l’intera Chiesa latina” 46 . Geremia il Valacco<br />

si trasferì in seguito da Roma a Napoli<br />

ove prese l’abito cappuccino 47 , dedicandosi<br />

interamente all’assistenza dei poveri e dei<br />

malati. Era solito assistere i malati più bisognosi<br />

e gravi, quelli senza speranza, con<br />

piaghe ripugnanti e infetti, o paralitici e<br />

pazzi. Egli visse gli ultimi 47 anni della<br />

sua vita, come documenta Francesco Saverio<br />

Toppi nella sua ricostruzione Il beato<br />

Geremia Stoica da Valacchia: un invito<br />

all’unità 48 “in mezzo ai malati e non si arrogò<br />

altro privilegio che quello di assistere<br />

gli ammalati più difficili e di riservarsi gli<br />

uffici più umili e faticosi”. Morì nel 1625<br />

dopo essere stato contagiato da un ammalato<br />

che assisteva.<br />

46 Cesare Alzati, Terra romena tra oriente e occidente.<br />

Chiese ed etnie nel tardo ’500, Milano,<br />

Jaca Book, 1981, p. 209.<br />

47 Si veda Emil Dumea, Un sfânt moldovean<br />

printre italieni: Ieremia Valahul, in Istoria<br />

Bisericii Catolice din Moldova, Iaşi, Editura<br />

Sapientia, 2006, pp. 83-86; Ch. Karalevkij,<br />

Relaţiunile dintre domnii români şi Sfântul<br />

Scaun, în a doua jumătate a secolului al XVIlea,<br />

după documente inedite din arhivele Vaticanului,<br />

in “Revista Catolică” 2 (1913), pp.<br />

175-207; 411-426; 570-581; 3 (1914), pp. 46-60;<br />

176-209; George Lăzărescu, Nicolae Stoicescu,<br />

Ţările Române şi Italia pînă la 1600, Bucurest,<br />

1972; Francesco Saverio Toppi, Dall’Oriente un<br />

testimone della carità: il venerabile Geremia da<br />

Valacchia, in Santi e santità nell’Ordine Cappuccino.<br />

I: Il Cinque e Seicento, Roma, Postulazione<br />

Generale dei Cappuccini, 1980, pp. 189-<br />

206; Francesco Saverio Toppi, Il beato Geremia<br />

Stoica da Valacchia: un invito all’unità, Napoli,<br />

Campania Serafica, 2 ed. 1983; Teodosio da Voltri,<br />

Ion Kostist (Ven. fra Geremia di Valacchia),<br />

laico cappuccino, Genova, Scuola Tipografica<br />

Opera SS. Vergine di Pompei, 1961.<br />

48 Francesco Saverio Toppi, Il beato Geremia<br />

Stoica da Valacchia: un invito all’unità, op. cit.<br />

Nella Napoli sotto il dominio spagnolo,<br />

fra Geremia diventa una sorta di patrono<br />

della gente più derelitta, servendo intanto<br />

la sua comunità nei compiti meno gradevoli.<br />

Le virtù che aveva praticato non passarono<br />

inosservate, colpirono i cittadini<br />

e i religiosi i quali, alla sua morte, fecero<br />

istituire una causa di beatificazione, approvata<br />

da Urbano VIII nel 1627 che, per<br />

varie vicende, non andò avanti. Col passare<br />

del tempo di Geremia di Valacchia non<br />

si parlò più e si sarebbero perdute le tracce<br />

senza l’opera di un suo contemporaneo, il<br />

frate Francesco Severini che scrisse una<br />

Vita di Fra Geremia Valacco dell’Ordine<br />

dei Frati Minori 49 , in seguito ripresa anche<br />

dal filosofo Francesco Orestano che la utilizzò<br />

per la sua opera Un eroe romeno in<br />

terra italiana. La cosa curiosa è che la causa<br />

di beatificazione “molto probabilmente<br />

sarebbe rimasta sepolta negli archivi se<br />

alcuni romeni” 50 , non solo ortodossi ma an-<br />

49 Il titolo completo è Vita di Fra Geremia Valacco<br />

dell’Ordine dei Frati Minori detti Cappuccini,<br />

scritta da Fra Francesco Severini napolitano<br />

del medesimo Ordine, e pubblicata in Napoli<br />

dalla Stamperia di Giacinto Passaro, l’anno<br />

1670.<br />

50 Egidio Picucci, L’umile frate romeno riscoperto<br />

dagli ortodossi, “L’Osservatore Romano”,<br />

7 giugno 2008. “Il desiderio di ricordarlo più<br />

ampiamente fu soffocato dalla seconda guerra<br />

mondiale, dopo la quale il libro finì nella biblioteca<br />

dell’Università di Cluj, di cui era direttore<br />

il professor Barbu, cattolico, che lo passò al sacerdote<br />

don Ilie Daianu, già vice-presidente del<br />

Senato, il quale scrisse un articolo per una rivista<br />

romena. Qualcuno dovette leggerlo, se vescovi<br />

e nunzi apostolici succedutisi a Bucarest<br />

inoltrarono la domanda per la riesumazione<br />

della causa, domanda dimenticata in qualche<br />

cassetto della Congregazione, anche perché si<br />

era sparsa la voce che non c’era più traccia della<br />

tomba di fra Geremia. Essa fu trovata il 16<br />

giugno 1947 sotto un ripostiglio della chiesa di<br />

San Eframo a Napoli dal prof. ortodosso Grigore<br />

Manoilescu, anche lui romeno. I resti furono<br />

prima portati nella chiesa di San Lorenzo da<br />

21


che cattolici, come lo stesso Iosif Constantin<br />

<strong>Dragan</strong>, non lo avessero riscoperto al<br />

contempo promuovendone la conoscenza e<br />

adoperandosi per il riconoscimento del suo<br />

ruolo.<br />

In verità, il primo di questi romeni è<br />

Gheorghe Sion che ritrova la biografia di<br />

Geremia di Valacchia in un antiquario di<br />

Roma nel 1905. La biografia passa quindi<br />

nelle mani del noto storico romeno Nicolae<br />

Iorga 51 , il quale studia il testo, approfondisce<br />

le ricerche e presenta la figura di Geremia<br />

all’Accademia di Romania.<br />

In seguito la vicenda è nuovamente dimenticata,<br />

anche a causa dei due conflitti<br />

mondiali, e attraversa tutta una serie di<br />

vicissitudini da romanzo giallo, anche perché<br />

“nel frattempo si era sparsa la voce<br />

che non c’era più traccia della tomba di fra<br />

Geremia” 52 , come scrive Egidio Picucci su<br />

L’Osservatore Romano.<br />

Non a tutti è noto che Iosif Constantin<br />

<strong>Dragan</strong> 53 ripetutamene si interessa alla<br />

causa di Geremia di Valacchia, anzitutto<br />

Brindisi a Roma, dove Manoilescu fece di tutto<br />

per riavviare la causa di beatificazione: poi,<br />

nel 1961, furono riportati a Napoli nella chiesa<br />

dell’Immacolata di Piedigrotta dove sono<br />

rimasti fino all’8 maggio 2008, quando, con un<br />

cammino a ritroso rispetto a quello fatto 434<br />

anni prima, sono stati riportati in Romania per<br />

essere sistemati nella chiesa di Oneşti”. Sulla<br />

vicenda, e sul ruolo svolto dal prof. Grigore<br />

Manoilescu, si veda anche la sintesi di Simona<br />

Paula Dobrescu, Frà Geremia il beato errante,<br />

“Azione Francescana”, Anno LVI, n. 4, dicembre<br />

2008, pp. 16-17.<br />

51 Nicolae Iorga descrive il ritrovamento della<br />

biografia nell’antiquario di Roma in Câteva<br />

lămuriri nouă cu privire la istoria Românilor<br />

(III) – Un Sfânt român în Italia ‘San Geremia<br />

Valacco’, “Analele Academiei Române, Memoriile<br />

secţiunii istorice”, XXXVIII, 1914-1915,<br />

pp. 274-278.<br />

52 Ibidem.<br />

53 Si veda Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>, Sfinţirea<br />

lui Ieremia Valahul (“La beatificazione di Geremia<br />

il Valacco”), in P. Francesco Severini,<br />

22<br />

Fig. 21 – Articolo relativo ad una iniziativa ecumenica<br />

della <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong> (marzo 1971).<br />

per migliorarne la conoscenza, e a questo<br />

proposito fa ripubblicare, tradurre e diffondere<br />

la sua biografia scritta da Francesco<br />

Severini nel XVII secolo, accompagnata<br />

da una ricostruzione delle vicende della<br />

memoria storica del personaggio e del processo<br />

di beatificazione.<br />

Contestualmente <strong>Dragan</strong> intraprende<br />

anche una campagna di sensibilizzazione<br />

o, come dichiara in L’Azione Cattolica romena<br />

e la beatificazione di Geremia il Valacco,<br />

testo che fa parte di una più ampia<br />

intervista al Nostro 54 , una “battaglia” per<br />

Ieremia Valahul. Un călugăr român în Italia,<br />

Montréal, Nagard, 1982, pp. VII-X.<br />

54 Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>, L’Azione Cattolica<br />

romena e la beatificazione di Geremia il Valacco


la beatificazione del monaco romeno<br />

Geremia il Valacco. Del resto<br />

anche il Vaticano si stava interessando<br />

alla questione: già nel 1959<br />

con il Discorso del Santo Padre<br />

Giovanni XXIII col quale proclama<br />

le virtù eroiche dei venerabili<br />

Geremia di Valacchia ed Elisabetta<br />

Bayley Seton, Papa Giovanni XXIII<br />

sottolinea la straordinaria figura di<br />

Geremia.<br />

Le “virtù eroiche” evidenziate dal<br />

Pontefice trovano il loro fondamento<br />

nella sua semplicità che in lui fa<br />

tutt’uno di pensiero e azione: “Tutto<br />

il segreto della santificazione di<br />

quest’anima sta nella semplicità<br />

del pensare, del decidere, dell’operare” 55 .<br />

Bisognerà tuttavia aspettare il 30 ottobre<br />

del 1983 affinché Giovanni Paolo II lo proclami<br />

Beato. Ciò che qui preme sottolineare<br />

è il richiamo ecumenico che emerge con<br />

forza nel discorso di beatificazione di Giovanni<br />

Paolo II: “Geremia da Valacchia, un<br />

figlio della Romania, la nobile Nazione che<br />

porta nella lingua e nel nome l’impronta<br />

di Roma.<br />

La glorificazione di questo servo fedele<br />

del Signore, dopo tre secoli di misterioso<br />

nascondimento è riservata ai nostri giorni,<br />

segnati dalla ricerca dell’ecumenismo e<br />

della solidarietà tra i popoli a livello internazionale.<br />

Il Beato Geremia da Valacchia<br />

venendo dalla Romania in Italia, riallacciò<br />

nella sua vicenda storica Oriente e Occidente,<br />

lanciando un emblematico ponte<br />

tra i popoli e tra le Chiese cristiane” 56 .<br />

Soltanto recentemente, nel maggio del<br />

2008, Geremia ha potuto far ritorno nella<br />

costituisce un paragrafo contenuto in Giuseppe<br />

C. <strong>Dragan</strong>, Intervista, (a cura di Traian Filip),<br />

Palma di Maiorca, 1991, p. 33-34.<br />

55 Giovanni XXIII, op. cit., il discorso è pronunciato<br />

il 17 dicembre 1959.<br />

56 Giovanni Paolo II in “L’Osservatore Romano”,<br />

31 ottobre – 1 novembre 1983, p. 2.<br />

Fig. 22 – Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> con il Patriarca Teoctist (Bucarest,<br />

aprile 1988).<br />

terra natale. I resti del primo romeno che<br />

ascende ufficialmente agli onori degli altari<br />

57 , in “una storia bimillenaria pur ricca di<br />

tanti valori e di fede” 58 , con un cammino a<br />

ritroso dopo 434 anni, sono stati riportati<br />

in terra romena dove hanno trovato sistemazione<br />

e riposo nella Chiesa di Oneşti.<br />

L’impegno di Iosif Constantin <strong>Dragan</strong><br />

per la vicenda di Geremia di Valacchia è<br />

paradigmatica del suo interesse per l’Europa<br />

e, in particolare per “la înţelegere şi<br />

unire între popoarele cu sânge latin, între<br />

popoarele civilizate ale Europei” 59 e per la<br />

sua sensibilità ai valori dello spirito: “Prosperitatea<br />

materială a epocii nostre nu poa-<br />

te fi confundată cu evoluţia gândirii şi cu<br />

perfecţiunea umană” 60 . Altrettanto emblematiche<br />

sono le altre attività intraprese<br />

da <strong>Dragan</strong> in questa direzione. Altrove ho<br />

ricordato gli impegni da lui intrapresi per<br />

la conoscenza di Dionigi il Piccolo 61 .<br />

57 Andreas Resch, Die Seligen Johannes Pauls<br />

II, Innsbruck, Resch Verlag, 2000.<br />

58 Giovanni Paolo II, op. cit.<br />

59 Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>, Sfinţirea lui Ieremia<br />

Valahul, op. cit., p. X.<br />

60 Ibidem.<br />

61 Guido Ravasi, Il ruolo di Dionigi il romeno<br />

nella cronologia universale e nella cultura eu-<br />

23


Fig. 23 – L’incontro con uno dei grandi del nostro tempo:<br />

Giovanni Paolo II.<br />

In apertura a questo capitolo ho accennato<br />

anche all’impegno per onorare<br />

Inocenţiu Micu-Klein 62 , tra cui anche la<br />

traslazione delle sue vestigia da un cimitero<br />

a Roma a Blaj, la sua città natale, in<br />

Romania.<br />

In tal modo – come ricorda Giovanni<br />

Paolo II nella sua omelia nel corso del suo<br />

viaggio apostolico in Romania – “ai piedi<br />

della splendida iconostasi della vostra cattedrale<br />

hanno trovato finalmente riposo<br />

le spoglie del venerato Vescovo Inochentie<br />

Micu Klein, altra figura che amò e difese<br />

con generosità e coraggio la sua cattolici-<br />

ropea, “Quaderni di Studi Italiani e Romeni”, n.<br />

3, 2007, pp. 197-216 con bibliografia selettiva.<br />

Tale studio su Dionigi il romeno, noto come Dionigi<br />

il Piccolo (Dionysius Exiguus), era già apparso<br />

nel Bulletin européen in due fasi. Si veda:<br />

Dionigi il Romeno, creatore dell’era cristiana,<br />

“Bulletin européen”, n. 607, dicembre 2000 e<br />

Dionigi il Romeno, precursore dell’Unione culturale<br />

europea, “Bulletin européen”, gennaio<br />

2001. Sull’importanza, non solo scientifica, di<br />

Dionysius Exiguus si veda anche Antonino Zichichi,<br />

L’irresistibile fascino del tempo. Dalla<br />

Resurrezione di Cristo all’universo subnucleare,<br />

Nuove Edizioni tascabili, 2002.<br />

62 Corneliu Albu, Pe urmele lui Ion-Inocenţiu<br />

Micu-Klein, Patru Maior, Târgu-Mureş, 1997.<br />

24<br />

tà, strettamente unita alla sua identità di<br />

romeno.<br />

Di tale feconda sintesi è una prova il<br />

fatto che nella vostra Chiesa il bell’idioma<br />

romeno entrò nella liturgia e che i Romeni<br />

greco-cattolici molto operarono per il rinnovamento<br />

intellettuale e il rinforzarsi<br />

della stessa identità nazionale” 63 .<br />

Anche in questo caso, non a tutti è noto<br />

l’impegno profuso da <strong>Dragan</strong>, spesso svolto<br />

in silenzio, senza pubblicità e sempre<br />

con rispetto delle decisioni ecclesiastiche,<br />

per far sì che la terra natale di Inocenţiu<br />

Micu-Klein potesse ricevere le sue spoglie.<br />

Non si tratta, per il Nostro, soltanto di riportare<br />

al luogo natio un romeno, come lui<br />

vissuto altrove.<br />

Ma si tratta anche e soprattutto di far<br />

in modo che la comunità di origine possa<br />

beneficiare del ritorno in patria delle vestigia<br />

di una personalità che rappresenta un<br />

legame tra la Romania e Roma 64 , un ponte<br />

tra Cristianità d’Oriente e d’Occidente,<br />

63 Giovanni Paolo II, Celebrazione della Divina<br />

Liturgia Bizantina con i Vescovi, il clero e i religiosi,<br />

Cattedrale di San Giuseppe, Bucarest, 8<br />

maggio 1999, Libreria Editrice Vaticana, 1999.<br />

64 Si veda anche il seguente volume edito dalla<br />

<strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>: AA.VV., Trei<br />

sute de ani de la unirea Bisericii Româneşti din<br />

Transilvania cu Biserica Romei, Dacia Europa<br />

Nova, Lugoj, 2001. Nell’ambito dell’anno santo<br />

2000, la Chiesa romena unita con la Chiesa<br />

romana (greco-cattolica), ha festeggiato i 300<br />

anni da quando ad Alba Iulia, il 7 maggio 1700,<br />

si era svolto il sinodo della Chiesa romena di<br />

Transilvania, che aveva concluso il percorso per<br />

giungere all’unione con la sede papale di Roma,<br />

iniziato qualche anno prima. Quell’intesa conteneva<br />

la volontà dei vescovi, dei sacerdoti e dei<br />

fedeli che vedevano così compiuta l’unione con<br />

Roma, mantenendo il rito orientale, il calendario,<br />

la lingua liturgica dei romeni e le abitudini<br />

tradizionali. In questo volume sono raccolti gli<br />

Atti del Simposio, tenutosi a Lugoj, città natale<br />

di Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>, il 16 dicembre<br />

2000, nell’ambito delle manifestazioni in onore<br />

di questa ricorrenza.


un veicolo dell’ecumenismo, giacché, come<br />

ha scritto lo stesso Giovanni Paolo II, con<br />

esplicito riferimento anche alla figura di<br />

Micu Klein, “il mistero dell’unità segna in<br />

modo particolare il popolo romeno” 65 .<br />

65 Val la pena riportare un ampio passo del<br />

Santo Padre: “Il mistero dell’unità segna in<br />

modo particolare il popolo romeno. Sappiamo,<br />

e qui lo ricordo con profonda venerazione, che<br />

Cristo risorto, attraverso la predicazione apostolica<br />

si è unito al cammino storico del vostro<br />

popolo già in epoca paleocristiana e ha ad esso<br />

affidato un peculiare impegno nel prezioso servizio<br />

dell’unità. I nomi dell’apostolo Andrea,<br />

fratello di Pietro, di Niceta di Remesiana, di<br />

Giovanni Cassiano e di Dionigi il Piccolo sono,<br />

in questo senso, emblematici […]. I Romeni, infatti,<br />

restando un popolo latino, si sono aperti<br />

ad accogliere i tesori della fede e della cultura<br />

bizantina. Malgrado la ferita della divisione,<br />

quest’eredità rimane condivisa dalla Chiesa<br />

greco-cattolica e dalla Chiesa ortodossa di Romania.<br />

Sta qui la chiave interpretativa della<br />

vicenda storica della vostra Chiesa. Essa si è<br />

dipanata entro le tensioni drammatiche sviluppatesi<br />

tra l’Oriente e l’Occidente cristiano […].<br />

Questo anelito all’unità fu vissuto in maniera<br />

singolare dalla Chiesa romena in Transilvania,<br />

soprattutto dopo la tragedia della divisione tra<br />

la cristianità d’Oriente e quella d’Occidente<br />

[…]. Grazie all’opera di illustri Vescovi come<br />

Atanasio Anghel (+1713), Giovanni Innocenzo<br />

Micu-Klein (+1768) e Pietro Paolo Aron (+1764)<br />

e di altri benemeriti Presuli, sacerdoti e laici, la<br />

Chiesa greco-cattolica di Romania rafforzò la<br />

propria identità e conobbe in breve tempo un<br />

significativo sviluppo. […] Merito insigne della<br />

vostra Chiesa è stato, in particolare, quello di<br />

aver mediato tra Oriente ed Occidente, assumendo<br />

da una parte i valori promossi in Transilvania<br />

dalla Santa Sede; e comunicando, dall’altra,<br />

a tutta la cattolicità i valori dell’Oriente<br />

cristiano, che a causa della divisione esistente<br />

erano poco accessibili. La Chiesa greco-cattolica<br />

divenne perciò una testimonianza eloquente<br />

dell’unità di tutta la Chiesa, mostrando come<br />

essa includa in sé i valori delle istituzioni, riti<br />

liturgici, tradizioni ecclesiastiche risalenti per<br />

vie diverse alla stessa tradizione apostolica (cfr.<br />

Orientalium Ecclesiarum, 1)”. Giovanni Paolo<br />

8. L’impulso al dialogo tra le diverse<br />

culture e tra le differenti religioni, non<br />

solo dell’ecumene cristiano<br />

Persuaso che l’unità culturale del vecchio<br />

continente si debba realizzare anche<br />

attraverso l’unità delle Chiese, Iosif Constantin<br />

<strong>Dragan</strong> si è adoperato, sino all’ultimo,<br />

per la diffusione dell’ecumenismo,<br />

organizzando convegni e altre iniziative<br />

ma sempre dissertando e confrontandosi<br />

con personalità della Chiesa Cattolica e<br />

Ortodossa. Tra le sue relazioni in questo<br />

ambiente abbiamo ricordato quella con<br />

i Cardinali Agostino Casaroli, Eugène<br />

Tisserant, già Decano del Collegio cardinalizio,<br />

Carlo Maria Martini, il Patriarca<br />

Ecumenico Athenagoras, il Metropolita<br />

Fig. 24 – Tavola rotonda su Ebraismo, Cristianesimo,<br />

Islam alla <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong> con rappresentanti<br />

dei tre monoteismi (Roma, 22 ottobre 2002).<br />

Meliton di Calcedonia, il Patriarca Bartolomeo<br />

I, ma ci siamo limitati ad una scelta<br />

puramente indicativa, per evitare una enumerazione<br />

di nomi. Un analogo impegno<br />

<strong>Dragan</strong> sviluppa per il dialogo non solo tra<br />

le confessioni cristiane, ma anche tra le tre<br />

grandi religioni monoteistiche. Da quanto<br />

si è detto risulta evidente che il dialogo, la<br />

reciproca conoscenza, la cultura, sono con-<br />

II, Per il terzo centenario dell’unione della Chiesa<br />

greco-cattolica di Romania con la Chiesa di<br />

Roma, Lettera Apostolica del 7 maggio 2000,<br />

Città del Vaticano.<br />

25


cepiti da <strong>Dragan</strong> come<br />

elementi insostituibili<br />

nel suo rapporto con<br />

l’Altro.<br />

Essi divengono i cardini<br />

dell’azione della<br />

<strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong><br />

<strong>Dragan</strong> che ne raccoglie<br />

il lascito e ne prosegue<br />

l’azione anche in<br />

questo campo.<br />

Ma il dialogo va esteso<br />

alla maggior parte<br />

possibile delle culture e<br />

delle fedi presenti non<br />

solo in Europa e non limitate<br />

alle confessioni<br />

cristiane, ma alle diverse<br />

religioni, da quelle<br />

monoteistiche alle<br />

altre 66 . Per esempio il<br />

rapporto tra Occidente<br />

e Islam veniva già posto<br />

nei programmi della<br />

<strong>Fondazione</strong> fin dai suoi inizi. Così nella<br />

sede di Salisburgo, il professor Alexander<br />

Von Randa, agli inizi degli anni Settanta,<br />

incoraggiato da Iosif Costantin <strong>Dragan</strong> e<br />

sviluppando le sue indicazioni, analizzava<br />

questo rapporto in un lavoro – che conserva<br />

ancora oggi la sua attualità – tracciando<br />

un quadro delle relazioni euro-islamiche,<br />

sia in tempo di guerra, sia in tempo di<br />

pace, ponendo l’accento sugli episodi della<br />

tolleranza islamica. Già allora <strong>Dragan</strong> e la<br />

<strong>Fondazione</strong> si preoccupavano di presentare<br />

la prospettiva di una futura e reciproca<br />

comprensione tra Occidente e Islam 67 . In<br />

questa direzione si muove tuttora la Fon-<br />

66 Al proposito si veda anche Alfredo Canavero,<br />

Jean-Dominique Durand (a cura di), Il fattore<br />

religioso nell’integrazione europea, Milano,<br />

Unicopli, 1999.<br />

67 Alexander von Randa, Europe and Islam<br />

with Regard to International History, Fondation<br />

Européenne <strong>Dragan</strong>, 1972.<br />

26<br />

Fig. 25 – Pubblicazione del Centro UNESCO<br />

Milano, presieduto da Iosif Constantin<br />

<strong>Dragan</strong>, sul Dialogo tra le religioni (2004).<br />

dazione che ha approntato<br />

attività mirate al<br />

riguardo.<br />

Senza cadere in una<br />

sterile enumerazione,<br />

ne esemplifichiamo alcune<br />

particolarmente<br />

significative.<br />

Nell’impegno della<br />

<strong>Fondazione</strong> nella promozione<br />

del dialogo tra<br />

le religioni, particolare<br />

rilievo hanno le tavole<br />

rotonde su Ebraismo,<br />

Cristianesimo, Islam:<br />

dialogo tra religioni e<br />

incontro delle civiltà,<br />

con la partecipazione di<br />

autorevoli rappresentanti<br />

delle tre religioni<br />

monoteistiche.<br />

Le relative pubblicazioni<br />

degli atti, con<br />

scritto del Pontefice,<br />

hanno ricevuto il plauso del Ministero degli<br />

Interni, impegnato nella creazione della<br />

Consulta islamica in Italia per favorire<br />

la convivenza pacifica con gli immigrati di<br />

fedi diverse ed impedire la strumentalizzazione<br />

delle religioni 68 .<br />

Altri incontri su questa tematica vengono<br />

svolti non solo presso la sede romana<br />

della <strong>Fondazione</strong>, ma anche presso la sede<br />

di Milano, dove da tempo <strong>Dragan</strong> aveva<br />

stabilito il suo headquarter.<br />

Ivi la <strong>Fondazione</strong> coinvolge in alcune<br />

sue iniziative culturali il Centro Ecumeni-<br />

68 In particolare, si segnala Il dialogo interreligioso:<br />

fattore di coesione sociale in Europa e<br />

strumento di pace nell’area mediterranea con<br />

contributi di Giuseppe Pisanu, Athanasios<br />

Chatzopoulus, Dalil Boubakeur, Antonio Cañizares<br />

Llovera, Charlotte Knobloch, Christopher<br />

Herbert, inserito negli atti AA.VV., Ebraismo,<br />

Cristianesimo, Islam. Dialogo tra le religioni e<br />

incontro delle civiltà, Milano, Nagard, 2004.


co Europeo per la Pace di Milano. Fecondi<br />

sono anche i contatti con l’Unione delle Comunità<br />

Ebraiche Italiane, lo stesso Amos<br />

Luzzato, in veste di Presidente dell’Unione,<br />

ha avuto modo di avviare la sessione di<br />

incontri su “Alla ricerca di valori comuni<br />

per la costruzione dell’Europa” 69 svoltasi<br />

alla <strong>Fondazione</strong>.<br />

Nei dibattiti intervengono anche rappresentanti<br />

diplomatici e ambasciatori<br />

dello Stato di Israele 70 , ma anche di Paesi<br />

arabi.<br />

Ben avviata e foriera di ulteriori sviluppi<br />

è, altresì, la collaborazione con la Pontificia<br />

Università Gregoriana e l’Istituto<br />

Jacques Maritain – Unesco Chair “Peace,<br />

Cultural Development and Cultural Policies”<br />

– per la realizzazione di corsi per<br />

diplomatici dei Paesi dell’area del Mediterraneo<br />

e del Medio Oriente, ampiamente<br />

documentata nell’opera di Franco Imoda e<br />

Roberto Papini sulla Chiesa Cattolica e la<br />

politica internazionale della Santa Sede 71 .<br />

Tale collaborazione per corsi per diplomatici<br />

è stata estesa ai Paesi dell’Africa e<br />

dell’Asia, i cui Atti sono di prossima pubblicazione.<br />

Insigni studiosi di università italiane<br />

(“Sapienza” Università di Roma, “Università<br />

di Venezia “Ca’ Foscari”, Pontificia<br />

Università Gregoriana, Università di<br />

Roma Tre ecc.) e alti rappresentanti di enti<br />

quali il Pontificio Consiglio della Cultura,<br />

il Pontificio Comitato di Scienze Storiche,<br />

la Comunità di Sant’Egidio si sono ritrovati,<br />

nel corso del 2009, a sviluppare un ciclo<br />

di incontri di storia del Cristianesimo e del<br />

dialogo ecumenico che ha preso il titolo ge-<br />

69 Si veda, nello specifico, la III sessione contenuta<br />

in AA.VV., L’Unione europea tra processo<br />

costituzionale e una nuova identità politica, Milano,<br />

Nagard, 2006.<br />

70 Cfr. AA.VV., Tra Europa e Islam: Geopolitica<br />

del Mediterraneo, Milano, Nagard, 2008.<br />

71 Franco Imoda, Roberto Papini (eds.), The<br />

Catholic Church ad the International Policy of<br />

the Holy See, Milano, Nagard, 2008.<br />

nerale di “I due polmoni dell’Europa”: Cristianesimo<br />

tra Oriente e Occidente.<br />

È un ritorno a temi importanti cari al<br />

presidente-fondatore che attualmente,<br />

seppur in contesti culturali e geopolitici<br />

in continuo mutamento, la <strong>Fondazione</strong> ripropone<br />

e sviluppa per continuare il suo<br />

impegno e la sua volontà.<br />

Questa azione culturale, unitamente<br />

al processo ecumenico, per <strong>Dragan</strong> sono<br />

tanto più necessari quanto più virulenti<br />

si presentano i fanatismi e i particolarismi<br />

nell’alzare le barriere tra gli uomini,<br />

di cui l’Europa è ancora oggi tutt’altro che<br />

immune: “O altă tematică de care se ocupă<br />

Fundaţia este ecumenismul. Există mult<br />

fanatism în lume, în special în Europa” 72 .<br />

9. Conclusioni<br />

Nelle pagine precedenti si è cercato, pur<br />

sommariamente e per selezione di aspetti,<br />

di evidenziare l’impegno di Iosif Constantin<br />

<strong>Dragan</strong> nel campo ecumenico e come<br />

esso rappresenti un necessario completamento<br />

del suo europeismo.<br />

L’azione di <strong>Dragan</strong>, sviluppatosi per<br />

oltre mezzo secolo in questa direzione, ha<br />

lasciato tracce considerevoli.<br />

Erede di questa azione è la <strong>Fondazione</strong><br />

<strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>, il cui scopo, ha ribadito<br />

ancora recentemente il Nostro, “è quello<br />

di contribuire ad una migliore conoscenza<br />

degli europei e della loro cultura e civiltà,<br />

al fine di rafforzare la loro coscienza comune,<br />

e anche la loro vita spirituale, in uno<br />

spirito ecumenico di grande respiro” 73 .<br />

Per concludere, ritengo opportuno rifarmi<br />

nuovamente alle sue parole contenute<br />

proprio nel discorso di inaugurazione della<br />

<strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>.<br />

72 Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>, Despre Succes, op.<br />

cit., p. 202.<br />

73 Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>, Cǎlǎtorie în timp.<br />

Viaggio nel tempo. Journey through time, Milano,<br />

2008, s.p.<br />

27


Sono parole che non rischiano di diventare<br />

superate, anche perché siamo<br />

consapevoli che ancora molto vi è da fare<br />

nel campo da lui indicato: “Troppo è stato<br />

scritto per mettere in rilievo ciò che ci divide,<br />

poco è stato detto su ciò che ci unisce, su<br />

ciò che abbiamo in comune” 74 .<br />

74 Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>, Chiesa d’Europa,<br />

op.cit., p. 21.<br />

28<br />

Per ciò che egli ha realizzato in tutta<br />

la sua vita, per il suo impegno che non si<br />

poneva limiti o confini di alcun tipo, per il<br />

messaggio che ci ha lasciato, credo che il<br />

titolo affidatomi per questa testimonianza<br />

da S.E. Cardinale Fiorenzo Angelini – Iosif<br />

Constantin <strong>Dragan</strong>: testimone di amore<br />

senza frontiere per la vita ecumenica dei<br />

popoli – non poteva rivelarsi più appropriato.<br />

Fig. 26 – Una immagine di Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> tra la “famiglia ecumenica”<br />

(Atene, 1970).<br />

* Testimonianza al Tredicesimo Congresso Internazionale “Il volto delle creature<br />

ad immagine e somiglianza di Cristo”, Roma, Pontificia Università Urbaniana,<br />

10-11 ottobre 2009. Nelle pagine 30-31 il programma completo del Congresso.


La storia di realtà espresse da Gesù nel<br />

Discorso delle Beatitudini – tema dello scorso<br />

Congresso – attuate nella vita di alcuni<br />

personaggi del nostro tempo e da alcuni altri<br />

che, anche se di diversa estrazione culturale<br />

e religiosa, sono viva espressione della<br />

spiritualità della presenza del Volto di Cristo,<br />

è il tema generale che il XIII Congresso<br />

di quest’anno si propone di affrontare.<br />

Il tema congressuale, inoltre, che vedrà<br />

alternarsi nella ricerca insigni docenti e<br />

scrittori, vuol rispondere a due interrogativi:<br />

Che significa, in concreto, essere contemplatori<br />

del Volto di Cristo? e, Come essere<br />

trasparenza del Volto di Cristo?<br />

Nel contemplare il Volto di Gesù e nel<br />

renderLo visibile attraverso la nostra testimonianza<br />

di fede e di opere, noi ci collochiamo<br />

nel cuore stesso della Chiesa il cui<br />

compito – come scriveva il Servo di Dio Giovanni<br />

Paolo II – “è riflettere la luce di Cristo<br />

in ogni epoca della storia, farne risplendere<br />

il Volto” (Nova Millennio Ineunte, 16).<br />

iS t i t u t o in t E r n a z i o n a l E di ri c E r c a<br />

Su l Vo l t o di cr i S t o<br />

IL VOLTO DELLE CREATURE<br />

AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI CRISTO<br />

Tredicesimo Congresso Internazionale<br />

10-11 <strong>Ottobre</strong> 2009<br />

Roma – Pontificia Università Urbaniana<br />

Essere trasparenza del Volto di Cristo<br />

vuol dire essere persone di fede che nel pregare,<br />

nell’agire, nel rendere testimonianza<br />

a Cristo riescono a far trasparire il suo Volto,<br />

che è Volto di bontà e di misericordia; di<br />

perdono e di invito ad amare; di comunione<br />

e non di divisione; di incontro con tutti;<br />

di instancabile sforzo di far conoscere il<br />

Signore con la fede e con le opere concrete<br />

di giustizia e carità verso tutti e, in modo<br />

particolare, verso coloro che sono più bisognosi<br />

nell’anima e nelle necessità della vita:<br />

i malati, i poveri, i disoccupati, i senza casa,<br />

coloro che sono in cerca di una nuova terra<br />

per poter sopravvivere.<br />

Il mondo ci chiede questo; per credere e<br />

per amare Gesù, abbiamo bisogno di vederlo;<br />

siamo noi cristiani che dobbiamo vivere<br />

ed operare dando testimonianza di essere<br />

creature a Sua immagine e somiglianza.<br />

Fiorenzo Cardinale Angelini<br />

29


30<br />

IL VOLTO DELLE CREATURE<br />

AD IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI CRISTO<br />

Sa b a t o 10 ottobre 2009<br />

Apertura del Congresso<br />

Card. Fiorenzo Angelini<br />

Serafino di Sarov (1759-1833).<br />

Santo russo e Padre spirituale<br />

del popolo<br />

Card. Tomas Spidlik<br />

Professore emerito della Spiritualità<br />

dell’Oriente cristiano<br />

Pontificio Istituto Orientale<br />

Mahatma Gandhi (1869-1948).<br />

Fortezza universale della spiritualità<br />

S.E. Mons. Stanley Roman<br />

Vescovo di Quilon (India)<br />

Alcide De Gasperi (1881-1954).<br />

Umanità e sacralità del cristiano<br />

Giulio Andreotti<br />

Senatore a vita della Repubblica Italiana<br />

Edith Stein (1891-1942).<br />

L’amore eroico alla verità<br />

affronta anche la morte<br />

S.E. Mons. Vincenzo Bertolone, S.d.P.<br />

Vescovo di Cassano allo Ionio<br />

Mat Maria (1891-1945).<br />

Madre e testimone di libertà cristiana<br />

in una Europa in crisi<br />

Prof.ssa Michelina Tenace<br />

Docente di Teologia dogmatica<br />

Pontificia Università Gregoriana<br />

e di Antropologia nel Pontificio Istituto Orientale<br />

Massimiliano M. Kolbe (1894-1941).<br />

Morire per salvare la vita<br />

P. Edoardo Scognamiglio, O.F.M. Conv.<br />

Professore di Teologia<br />

Facoltà di Missiologia<br />

Pontificia Università Urbaniana<br />

Ildebrando Gregori (1894-1985).<br />

Evangelizzatore nel mondo<br />

del Volto di Cristo<br />

S.E. Mons. Divo Zadi<br />

Vescovo emerito di Civitacastellana (VT)<br />

Pontificia Università Urbaniana – Roma<br />

10-11 ottobre 2009<br />

Igino Giordani (1894-1980).<br />

Segno di contraddizione<br />

Prof. Alberto Lo Presti<br />

Professore di Storie delle Dottrine politiche<br />

e Dottrina sociale cristiana<br />

Pontificie Università Angelicum e Gregoriana<br />

Pier Giorgio Frassati (1901-1925).<br />

Impegnato sulle vette del Gran Paradiso<br />

Prof. Giulio Alfano<br />

Docente di Etica politica<br />

Pontificia Università Lateranense<br />

Luigi Gedda (1902-2000).<br />

Una vita maturata<br />

nello spirito del Getsemani<br />

P. Lucio Migliaccio<br />

Giorgio La Pira (1904-1977).<br />

Il cristianesimo non è utopia<br />

P. Alberto Viganò, OP<br />

Maestro d’arte, Promotore nazionale F.L.D.<br />

Carlo Carretto (1910-1988).<br />

Tra azione e contemplazione:<br />

il fascino del deserto<br />

Prof. Emilio Lonero<br />

Direttorio del Laboratorio di Lezioni d’Autore<br />

Libera Università Maria Santissima Assunta<br />

(LUMSA) – Roma<br />

Do m e n i c a 11 ottobre 2009<br />

Teresa di Calcutta (1910-1997).<br />

La ricchezza della povertà<br />

P. Stefano De Fiores S.M.M.<br />

Professore di Mariologia<br />

Pontificia Università Gregoriana<br />

Enrico Medi (1911-1974).<br />

La contemplazione di Cristo Dio<br />

nella ricerca scientifica<br />

Prof. Vittorio De Marco<br />

Professore di Storia contemporanea<br />

Università del Salento<br />

Nando Venier (1914-1943).<br />

Una morte sempre viva di giovinezza<br />

Mons. Elio Venier<br />

Canonico on. di S. Maria Maggiore


Mario Luzi (1914-2005).<br />

Mente e cuore sulle melodie<br />

dell’arpa umana e cristiana<br />

Prof. Don Manlio Sodi<br />

Professore ordinario Facoltà di Teologia<br />

Pontificia Università Salesiana – Roma<br />

Marcello Candia (1916-1983).<br />

Da ricco, povero per la gente<br />

P. Piero Gheddo<br />

PIME<br />

Aldo Moro (1916-1978).<br />

Spezzarsi, non piegarsi:<br />

l’eroismo della vita<br />

ad immagine di Cristo<br />

Prof. Andrea Riccardi<br />

Professore di Storia contemporanea<br />

Università “Roma Tre”,<br />

Fondatore e Presidente della Comunità di S. Egidio<br />

Chiara Lubich (1920-2008).<br />

Il primato del soprannaturale<br />

per l’armonia delle creature<br />

P. Heinrich Pfeiffer<br />

Professore di Storia dell’Arte cristiana<br />

Facoltà di Storia e dei Beni Culturali della Chiesa<br />

Pontificia Università Gregoriana<br />

France Balantič (1921-1943).<br />

Dalla poesia una ispirazione<br />

per la vita cristiana<br />

P. Marko Ivan Rupnik<br />

Pittore, Professore di Teologia orientale<br />

Pontificio Istituto Orientale<br />

e di Missiologia Pontificia Università Gregoriana,<br />

Direttore del “Centro Studi e Ricerche E. Aletti”<br />

Il Bulletin européen è una tribuna libera fondata nel 1950<br />

da J. Constantin <strong>Dragan</strong> per lo sviluppo del dibattito sull’Europa.<br />

Le opinioni, liberamente espresse dagli autori,<br />

non necessariamente corrispondono a quelle del giornale.<br />

Bulletin européen<br />

ISSN 0407-8438<br />

Edizioni Nagard s.r.l.<br />

Poste italiane Spa - Spedizione in abb. post. - D.L. 353/2003<br />

(conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano<br />

Direttore Responsabile: Guido Ravasi<br />

Direzione e Redazione: Via Larga 9 - 20122 Milano<br />

Tel. 02 58371400 - Fax 02 58304790 - bulletineuropeen@fondazionedragan.org<br />

Registrazione Tribunale Milano n. 390 del 3-6-1998<br />

Stampa: Litografia Solari - Peschiera Borromeo (MI)<br />

Associato all’U.S.P.I.<br />

Chiuso in redazione: 25 agosto 2009<br />

Vittorio Bachelet (1926-1980).<br />

Sul calvario per testimonianza di vita<br />

Prof. Mario Casella<br />

Professore di Storia contemporanea<br />

e Scienza dellaformazione all’Università di Lecce<br />

Jerome Lejeune (1926-1944).<br />

Il cantore della vita<br />

P. Bonifacio Honings, O.C.D.<br />

Professore Emerito di Teologia Morale<br />

nelle Pontificie Università Lateranense<br />

e Urbaniana<br />

L’Uomo di Gerico.<br />

Il fratello ignoto e il Buon Samaritano<br />

Erri De Luca<br />

Scrittore<br />

Vladimir Ghika (1873-1954).<br />

Principe, Sacerdote e Martire.<br />

Il Messaggero delle Beatitudini<br />

proclamate da Gesù<br />

Prof. Andrei Brezianu<br />

Scrittore<br />

Luigia Tincani (1889-1976)<br />

Insegnare per vivere<br />

Prof.ssa Maria Grazia Bianco<br />

Docente di Letteratura cristiana antica,<br />

greca e latina<br />

Libera Università Maria Santissima Assunta<br />

(LUMSA) – Roma<br />

Iosif Constantin <strong>Dragan</strong> (1917-2008)<br />

Testimone di amore senza frontiera<br />

per la vita ecumenica dei popoli<br />

Guido Ravasi<br />

Segretario generale<br />

della <strong>Fondazione</strong> <strong>Europea</strong> <strong>Dragan</strong>


... si la Communauté économique européenne est la base de l’unification de l’Europe,<br />

la Communauté culturelle en permettra sa réalisation durable.<br />

SOMMARIO<br />

Guido Ravasi: Iosif Constantin <strong>Dragan</strong>. Testimone di amore<br />

senza frontiere per la vita ecumenica dei popoli............................. ..................... 1<br />

Fiorenzo Card. Angelini: Il volto delle creature ad immagine<br />

e somiglianza di Cristo ........................................................................................ 29<br />

Pontificia Università Urbaniana: Programma<br />

del XIII Congresso Internazionale ...................................................................... 30

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