2006 - 03 - Ex Allievi di Padre Arturo D'Onofrio

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Padre Arturo nel suo 68° anniversario redenzione - 12 di Sacerdozio Nel 1938, quando il mondo iniziava a tremare per colpa della pazza violenza e dell'odio che stavano portando l'umanità alla seconda guerra mondiale, un umile giovane di Visciano di Napoli, si trovava a Tortona (Alessandria), nel Santuario del Sacro Cuore, per ricevere l'imposizione delle mani da parte di Mons Egisto Melchiorri e diventare così sacerdote per sempre. Il giovane era Arturo D'Onofrio e in quel 12 marzo sigillava un contratto d'amore con Dio disposto a servire il suo gregge Sono passati sessant'otto anni e la grazia di quel giorno ha prodotto frutti abbondanti; oggi ormai alla soglia dei 92 anni, è circondato da un innumerevole gruppo di figli e figlie spirituali. Il 12 Marzo scorso, a Visciano è venuto il Nunzio Apostolico Mons. Luigi Travaglino per presiedere la celebrazione di ringraziamento al Signore per gli incalcolabili benefici che ha fatto a tutti noi lungo questi 68 anni di sacerdozio di padre Arturo. S.E. ha fatto l'omelia sul vangelo della domenica che ci offriva il testo della Trasfigurazione. Ci ha parlato della trasfigurazione come momento speciale della manifestazione del Signore; nel cammino quaresimale è importante meditare sulla trasfigurazione perché ricordare che la croce non è mai fine a se stessa ma sempre cammino alla salvezza: "Per Crucem ad Lucem". Ma di Sua Eccellenza ci è rimasto particolarmente impresso ciò che ha detto di Padre Arturo affermando che la sua vita era espressione viva di una totale DO- CILITA' CREATIVA. Con due sole parole ha saputo fare un compendio di tutta una vita da Buon Pastore.
Padre Arturo anzitutto docile: si docile alla grazia di Dio, ai superiori che di Dio, gli mostravano volta a volta la volontà. Ma Padre Arturo è stato docile anche nella comunione con la chiesa in generale e locale, sempre molto ossequiente verso il Papa, i vescovi e i sacerdoti in generale. Ricordo di aver avuto molte volte la fortuna di accompagnarlo nei suoi viaggi, ebbene sempre voleva, in ogni paese o diocesi dove arrivavamo, andare a visitare il vescovo o il parroco locale. Padre Arturo creativo!? pensiamo alla fondazione della Piccola Opera della Redenzione, poi alla congregazione delle suore, le Piccole Apostole della Redenzione, ed infine ai Missionari della Divina Redenzione, tre fondazioni con un solo obiettivo: servire i piccoli orfani ed abbandonati offrendo loro una casa, un alimento, ed anzitutto una formazione integrale. E' stato sempre attento e irrequieto cercando di inventarsi nuove forme di carità per servire, da quando andava alla questua con il sacco sulle spalle fino alle molteplici fondazioni in diverse nazioni e continenti. Oggi osserviamo nel suo voltola serenità del dovere compiuto, infatti nonostante la malattia quel volto ci dice che il cuore è contento, sta in pace. Senza dubbio è la fede profonda quella che ha alimentato tutta la sua vita e gli ha permesso di non arrendersi mai. Si può dire di Padre Arturo quanto dice Jacques Philippe nel suo libro La Pace del Cuore: "I fondatori di ordini religiosi procedono con audacia in questo spirito di fede, acquistano case senza avere un soldo, accolgono poveri pur non avendo di che nutrirli. E Dio compie miracoli per essi: arrivano gli aiuti economici, si riempiono i granai ecc." Si solo la fede autentica quella che gli ha permesso di fare tante cose, quella fede che ho ha accompagnato fin dagli inizi, infatti cosi scriveva lo stesso Padre Arturo nel novembre del 1943 prima di iniziare a fondare l'opera, in una lettera indirizzata all'allora vescovo di Nola, Mons. Michele Camerlengo e conservata per noi dal Don Mario Fabbrocini: "Umanamente parlando è pazzesco (stava chiedendo il permesso per iniziare la fondazione della Piccola Opera) -ndr- perché io, certo, rinunzio a una vita piuttosto agiata, senza eccessive preoccupazioni e fastidi mentre iniziando questa piccola Opera ed obbedendo alla Divina ispirazione mi metto sulla via del Calvario, dal distacco assoluto da quanto possa formare una lecita aspirazione, per seguire Gesù, nell'umiltà e nella carità, la più disinteressata, unicamente a Gloria di Dio e per il bene delle anime e della chiesa." Si ben sappiamo che la croce non è mancata, le sofferenze non sono mancate, ma quella croce di ieri e di oggi lo fa più vicino a Gesù, a quel Gesù che si trasfigurò davanti un gruppo di apostoli per dare loro la forza di superare lo scandalo della croce. A padre Arturo i nostri auguri e la vicinanza della nostra preghiera. P. Vito Terrin Docilità Creativa Coon duee soolee paaroolee Moons. Traavaagliinoo haa saaputoo faaree un coompeendiioo dii tuttaa unaa viitaa daa BBuuoonn PPaassttoorree redenzione - 13
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