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Luigi Secco - Dipartimento di Fisica e Astronomia

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Rapporto Scienza-Trascendenza<br />

<strong>Luigi</strong> <strong>Secco</strong><br />

E-mail address:secco@unipd.it<br />

<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Astronomia</strong>, Vicolo Osservatorio, 2 -35122 Padova<br />

1 Premesse<br />

Sono due domini in contrasto o si tratta semplicemente <strong>di</strong> uno pseudo contrasto generato<br />

da vicende storiche e culturali? Questa e’ la domanda cruciale che ha accompagnato<br />

quasi tutta la vita <strong>di</strong> Dallaporta e a cui Egli ha cercato <strong>di</strong> dare una risposta per tutti<br />

noi percorrendo un lunghissimo cammino interiore. Lasciatemi ricostruire per idee, con<br />

una certa liberta’ questo cammino, sperando <strong>di</strong> non incorrere nel pericolo <strong>di</strong> cui parlavo<br />

stamattina.<br />

Aveva capito che per trovare una soluzione non era possibile annaspare solo dentro la<br />

<strong>Fisica</strong>, da una parte, o avere semplicemente un approccio filosofico-teologico, dall’altra.<br />

Occorreva avere un quadro metafisico della Realta’ le cui basi provenissero da Colui<br />

che la Realta’ l’ha fatta cioe’ dalla Rivelazione con cui Dio ha parlato a tutti i popoli<br />

attraverso le gran<strong>di</strong> religioni tra<strong>di</strong>zionali 1 abramiche e non dove giacciono i Semi del<br />

Verbo 2 [1,2,3,4].<br />

C’e’ in Dallaporta una impostazione del problema del rapporto Scienza-Trascendenza<br />

globalizzante, monolitica: una visione della Realta’ tutta, nella convinzione che facendo<br />

ritagli del Reale non si giunga ad alcuna soluzione <strong>di</strong> problemi profon<strong>di</strong>. Nel contempo<br />

non c’e’ mai alcuna pretesa, da parte Sua, <strong>di</strong> avere una visione definitiva. In Lui c’e’<br />

costantemente il senso del ”Mistero <strong>di</strong> Dio”, da un lato, e dei ”balbettamenti” Suoi e<br />

dell’uomo, in generale, dall’altro.<br />

Scorgo in questa Sua posizione qualche cosa <strong>di</strong> tipico assorbito dal pensiero orientale<br />

che, piu’ che definire e precisare, e’ teso invece a ben collocare.<br />

Egli si e’ chiesto quin<strong>di</strong>: c’e un nucleo <strong>di</strong> Verita’ basilari rintracciabile come denomi-<br />

natore comune (senza sincretismi) nelle gran<strong>di</strong> Religioni suddette?<br />

1 Cristianesimo, Ebraismo, Islamismo, Induismo, Taoismo, Buddhismo.<br />

2 Cfr. Nostra Aetate, Ad Gentes, del concilio Vaticano II [5].


La risposta e’ affermativa (v. ruolo avuto dal Fratello Spiro) e riguarda il Principio<br />

Supremo, il Manifestato e l’Uomo.<br />

Ma prima <strong>di</strong> affrontare dall’alto il problema, ve<strong>di</strong>amolo a partire dal dominio della<br />

<strong>Fisica</strong>, che era lo specifico Suo campo <strong>di</strong> ricerca.<br />

Ci sono almeno due <strong>di</strong>sagi che Egli registrava.<br />

Quando un fisico parla <strong>di</strong> grandezze fisiche, da’ <strong>di</strong> esse definizioni operative che declina<br />

in modo <strong>di</strong>verso, a volte molto raffinato ed elegante come per la forza nella teoria dei<br />

campi, ma non sa rispondere alla domanda <strong>di</strong> che cosa esse siano. Basti pensare allo<br />

spazio-tempo. La Relativita’ generale ci ha insegnato come non solo le proprieta’ dello<br />

spazio-tempo influiscono sui fenomeni ma, reciprocamente, per un principio <strong>di</strong> solidarieta’,<br />

i fenomeni influiscono a loro volta sulle proprieta’ dello spazio-tempo. Che cosa e’ quin<strong>di</strong><br />

lo spazio-tempo?<br />

Gia’ l’aveva capito Newton, la cui grandezza sta non solo nell’aver scoperto la forza<br />

<strong>di</strong> gravitá ma anche nell’aver avuto la lucida consapevolezza <strong>di</strong> non sapere esattamente<br />

<strong>di</strong> che cosa si trattasse. Prima ancora <strong>di</strong> lui S.Agostino nei riguar<strong>di</strong> del tempo cosi’ si es-<br />

primeva: ”Cosa e’ il tempo? Chi saprebbe spiegarlo in forma piana e breve? Chi saprebbe<br />

formarsene anche solo il concetto nella mente per poi esprimerlo a parole? Eppure quale<br />

parola piu’ familiare e nota del tempo ritorna nella nostra conversazione?...Cosa e’ dunque<br />

il tempo? Se nessuno m’interroga, lo so; se volessi spiegarlo a chi mi interroga, io non lo<br />

so.” 3 . Nemmeno il fisico moderno lo sa.<br />

Qui si pone un problema dei limiti intrinseci della Scienza, un problema <strong>di</strong> auto-<br />

referenzialita’, che ha forti analogie con quel che si incontra nella matematica (v. Teo-<br />

rema <strong>di</strong> Goedel [6,7]). Il limite dell’impianto scientifico sta nella non riducibilita’ della<br />

Scienza a se stessa. Heisenberg, quando <strong>di</strong>ce ” ci muoviamo sopra un grande abisso” ha<br />

perfettamente ragione. Chiuso nel suo laboratorio, convinto <strong>di</strong> aver a che fare con verita’<br />

auto-referenziali, in realta’ il fisico vive l’illusione neo-positivista <strong>di</strong> Hilbert, <strong>di</strong> Russel <strong>di</strong><br />

Whitehead definitivamente fallita nel 1931 [7].<br />

Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> indagare la collocazione, ad es. delle forze, rispetto al piano della<br />

corporeita’, dove si svolge la Scienza. La forza e’ dentro la materia? Sostenere che lo sia,<br />

costituisce per Dallaporta il fondamento del materialismo. Se cosi’ fosse ci troveremmo<br />

<strong>di</strong> fronte ad un comportamento ambiguo da parte della materia: passivo, come corrispon-<br />

dente alla massa inerziale, attivo, come sorgente della gravita’[2]. Vedremo, al riguardo,<br />

3 S.Agostino, Le Confessioni.


il ruolo degli archetipi che si rifrangono fino al livello della corporeita’ e la dotano delle<br />

proprieta’ che conosciamo senza per questo essere dentro lo stretto dominio della Scienza.<br />

Tale <strong>di</strong>sagio cresce ulteriormente a partire dall’interno stesso del <strong>di</strong>scorso scientifico<br />

non appena la medesima descrizione che lo scienziato riesce a dare della Natura faccia<br />

emergere un quid <strong>di</strong> Armonia, legata ad una inspiegabile capacita’ <strong>di</strong> riconduzione <strong>di</strong> tutta<br />

una svariata gamma <strong>di</strong> aspetti relativi ad una certa classe <strong>di</strong> fenomeni naturali, ad al-<br />

cuni pochi elementi essenziali, dai quali e’ possibile poi passare alla generalizzazione, alla<br />

preve<strong>di</strong>bilita’ ed unificazione con altri aspetti apparentemente lontani e scollegati. Questo<br />

fa sperimentare allo scienziato l’apparente paradosso: l’insieme degli aspetti quantitativi<br />

della Realta’che cadono entro il dominio della Scienza, possiede un connotato tipica-<br />

mente non quantitativo. Cio’ ha come effetto <strong>di</strong> riportare dentro lo scenario della Scienza<br />

proprio quella cifra indecifrabile che a priori era stata esclusa:la Bellezza. Ad Einstein<br />

non e’ sfuggito questo aspetto che lo ha indotto a considerare ”.... con profondo senso<br />

<strong>di</strong> religiosita’ l’armonia che... si manifesta” nella Natura [8]. Di fronte all’esperienza<br />

dell’Armonia e della Bellezza l’uomo <strong>di</strong> Scienza puo’ essere pervaso dal dubbio che la sua<br />

analisi quantitativa abbia escluso qualche cosa che, alla sua intuizione, si presenta essere<br />

affatto marginale.<br />

A tal proposito sappiamo quanto stesse a cuore a Dallaporta proprio la ricerca <strong>di</strong> un<br />

quadro unitario del Reale, capace <strong>di</strong> includere la Bellezza e quanto cio’ abbia giocato<br />

quale spinta interiore.<br />

2 Veritábase<br />

A partire dalla visuale unitaria della Realta’ [1, pg.85], insita nel comune denominatore <strong>di</strong><br />

tutte le gran<strong>di</strong> Religioni Tra<strong>di</strong>zionali, <strong>di</strong> cui Egli assume come prototipo l’Induismo perche’<br />

piu’ sistematico, che costituisce la Metafisica integrale [1,2,3,4], ogni aspetto del cosmo<br />

puo’ essere considerato sia dal lato della sua essenzialita’ che da quello della sostanzialita’.<br />

Questa dualita’ costitutiva e’ rispecchiata in occidente, come ben noto, dalla dualita’<br />

aristotelica 4 che si traduce nella <strong>di</strong>stinzione fra forma e materia. Nell’ambito del quadro<br />

tra<strong>di</strong>zionale questa dualita’ precede la produzione <strong>di</strong> tutto il Manifestato, valea<strong>di</strong>re<br />

l’intero Cosmo, e si origina dalla polarizzazione stessa del Supremo Principio in Purusha<br />

4 In polemica con Platone, Aristotele ha sostenuto che la forma non e’ nell’iperuranio ma e’ componente<br />

strutturale delle cose, dentro la Realta’ medesima.


e Prakriti, principi non manifestati e trascendenti.<br />

Purusha svolge il ruolo <strong>di</strong> polo attivo, maschile, pur non agente ma che induce<br />

all’azione, su Prakriti chesvolgeunruolopassivo,femminile, fornendo la sostanza prim-<br />

igenia su cui l’azione pura <strong>di</strong> Purusha imprime il marchio dell’essenza. In termini biblici<br />

queste due polarita’ vengono identificate negli scritti <strong>di</strong> N.Dallaporta [1,2,3,4], con rifer-<br />

imento al racconto della Genesi, come la Terra informe e vuota, Prakriti, eloSpirito <strong>di</strong><br />

Dio, Purusha che aleggia sulla superficie delle acque (altra denominazione <strong>di</strong> Prakriti).<br />

La sostanza 5 ,ilsinolo, <strong>di</strong>rebbe Aristotele, come risultato nel Manifestato <strong>di</strong> tale azione<br />

plasmatrice, ha dunque in se’ questi due aspetti complementari, costitutivi della Realta’:<br />

materia e forma.<br />

Il Principio Supremo si manifesta creando l’intero mondo caratterizzato da una in-<br />

finita’ <strong>di</strong> livelli che passano da quelli piu’alti, puramente spirituali, per proseguire poi<br />

in quelli psichico-animistici fino a quelo inferiore della pura corporeita’. L’Uomo, parte<br />

anch’esso del Manifestato e pure costituito dalle tre porzioni che caratterizzano la creazione:<br />

corporea, psichica, spirituale, ”deve considerarsi come il vertice della Creazione, e come<br />

l’essenziale rappresentante <strong>di</strong> essa, al punto <strong>di</strong> poter erigersi quale simbolo microscopico<br />

del macrocosmo intero”.<br />

3 Dominio della Scienza-dominio della Trascendenza<br />

Lo schema geometrico inerente al modello Metafisico adottato dal pensiero <strong>di</strong> Dallaporta,<br />

e’ quello che coniuga insieme la in<strong>di</strong>pendenza con la complementarieta’ dei due domini,<br />

ben espresso da due rette fra loro perpen<strong>di</strong>colari.<br />

Piu’ precisamente: con riferimento allo schema a cerchi concentrici con i rispettivi<br />

raggi che la Metafisica integrale prospetta per la Realta’ [2,3], possiamo <strong>di</strong>re che gli<br />

aspetti sostanziali 6 si sviluppano lungo le circonferenze mentre gli aspetti essenziali lungo<br />

i raggi che puntano tutti <strong>di</strong>rettamente al Supremo Principio. La Realta’ appare quin<strong>di</strong><br />

articolata in due domini <strong>di</strong>versi, fra loro complementari: il dominio della quantita’ e<br />

quello della qualita’, quello della sostanza e quello dell’essenza, vale a <strong>di</strong>re quello della<br />

Scienza e quello della Metafisica. Due tipi <strong>di</strong> conoscenze <strong>di</strong>stinte ma correlate, anche se<br />

5Denominata anche materia secunda [2, pg.128; 3, pg.104].<br />

6Qui usiamo sostanza come sinonimo <strong>di</strong> materia, non necessariamente corporea ma come elemento<br />

costitutivo che con la forma da’ luogo al sinolo aristotelico anche al <strong>di</strong> la’ del livello della corporeita’.


non commutabili, nel senso che l’ortogonalita’ geometrica <strong>di</strong> due rette puo’ esprimere, in<br />

contrapposizione al parallelismo delle medesime. Quando mi muovo su <strong>di</strong> un dominio<br />

non mi muovo al tempo stesso sull’altro ortogonale, pur costituendo i due domini idue<br />

occhi 7 in grado <strong>di</strong> fornire ”il massimo <strong>di</strong> conoscenza che viene dato alla nostra mente,<br />

onde orientarsi nell’infinito Mistero entro il quale l’Intelligenza <strong>di</strong>vina ha voluto costruire<br />

il mondo.” [2, pg.13]. Raggi e cerchi hanno quei punti d’innesto l’uno nell’altro garanti<br />

dell’unita’ essenziale della Realta’ e <strong>di</strong> quella del microcosmo che la osserva: l’Uomo, la<br />

cui unita’ interiore e’ riflessa in quella cosmica [3]. L’una e l’altra poggiando solidamente<br />

sull’unita’ stessa <strong>di</strong> Dio [2, pg.3].<br />

All’interno <strong>di</strong> questo quadro complessivo della Realta’ descritta dall’insieme continuo<br />

<strong>di</strong> cerchi e raggi, le scienze della Natura, inerenti ai suoi aspetti <strong>di</strong> corporeita’, occupano<br />

il cerchio piu’ esterno, <strong>di</strong> modo che sono proprio gli attributi della quantita’ ad essere<br />

completamente marginali . Cio’ tuttavia non significa che la valenza della Scienza sia<br />

marginale. Secondo il quadro tra<strong>di</strong>zionale [3], c’e’ infatti una specie <strong>di</strong> rifrazione dai<br />

livelli piu’ alti (cioe’ piu’ spirituali, piu’ vicini al Supremo Principio) fino ai livelli della<br />

corporeita’, (v. raffigurazione dei veli [3, pg.229]) delle medesime Realta’ metafisiche in<br />

modo tale che ”ogni livello traspare attraverso quelli inferiori in una serie <strong>di</strong> successive<br />

immanenze, nel fondo delle quali traluce lo stesso Atma” 8 in modo che ”ogni filo d’erba,<br />

ogni sassolino del cosmo....<strong>di</strong>venta una teofania” [4, pg.110].<br />

Se la Scienza mantiene la sua collocazione corretta, essa permette <strong>di</strong> essere una via<br />

che porta da un universale, sperimentabile da tutti, alle realta’ piu’ alte e profonde del<br />

Manifestato con un rimando ad uno svolgimento verticale esattamente opposto all’ appi-<br />

attimento sul piano corporeo come vorrebbe lo scientismo.<br />

Come ben ha detto Goethe, a suprema conclusione del secondo Faust: ”Alles Ver-<br />

gaengliche ist nur ein Gleichnis” 9 [1, pg.101].<br />

4 Punti d’intersezione<br />

Ma quali sono i punti d’innesto fra i due domini, l’uno perpen<strong>di</strong>colare all’altro ma dotati<br />

d’intersezioni in modo da garantire, da una parte, l’unita’ della Realta’ e, al tempo<br />

7 Le due ali come <strong>di</strong>ceva Giovanni Paolo II [9].<br />

8 L’aspetto immanente del Brahma Saguna, valea<strong>di</strong>rel’Essere.<br />

9 ”Tutto l’effimero non e’ che un simbolo”.


stesso, la loro non-sovrapponibilita’, senza il rispetto della quale si giunge a tante tragiche<br />

incomprensioni come il caso Galileo?<br />

In questo modello metafisico della Realta’ ci sono gli archetipi, cioe’ le Idee <strong>di</strong> Dio<br />

che scendendo dall’alto plasmano il Manifestato a partire da livelli <strong>di</strong>versi e da questi si<br />

rifrangono ai livelli sottostanti fino a quello della corporeita’ cioe’l’ambito della Scienza.<br />

Quali sono?<br />

Ad.es. le forze, il tempo, i Principi fondamentali della <strong>Fisica</strong> (I principi variazionali,<br />

quello <strong>di</strong> Pauli, quello Antropico [10,11]), la tetravalenza del Carbonio, gli archetipi che<br />

innervano i complessi cellulari delle proprieta’ basilari, ecc., ecc. Pren<strong>di</strong>amo come esempio<br />

la forza: qual’e’ per questo archetipo il significato dell’intersezione?<br />

Essa <strong>di</strong>viene punto d’incontro dell’aspetto operativo della <strong>Fisica</strong>, l’aspetto sostanziale,<br />

con l’aspetto essenziale, archetipale della Metafisica. Li’ si compone la sua duplice natura<br />

raggiungendo la completezza. E tutto avviene semplicemente perche’ la Natura sia dotata<br />

<strong>di</strong> quei connotati <strong>di</strong> Armonia e <strong>di</strong> Bellezza che per lei vuole il suo Creatore.<br />

5 Verso la Metafisica dell’Amore<br />

Come si puo’ implementare questo quadro metafisico tra<strong>di</strong>zionale? Partiamo dall’obiezione<br />

da parte <strong>di</strong> Mons. P.Coda al Prof. N.Dallaporta. La domanda era se, alla luce della<br />

venuta <strong>di</strong> Cristo, il Verbo <strong>di</strong> Dio fatto carne, sia ”ancora possibile mantenere immutato<br />

il quadro iniziale <strong>di</strong> verita’ metafisiche gia’ date...., se Dio resti l’Essere inconoscibile,<br />

insieme impersonale (Brahma Nirguna) e personale (Brahma Saguna)” oseinvece”Gesu’<br />

Cristo, in quanto Verbo incarnato entra nella ”definizione” del Nome <strong>di</strong> Dio rivelandocelo<br />

come il Padre e il Figlio uniti e <strong>di</strong>stinti nello Spirito Santo...” [4, pg.11], il Professore<br />

rispondeva nel Cap.XXVII del libro Sum, ergo cogito [3]: ”.....la Persona del Figlio, <strong>di</strong><br />

per se’ inconcepibile ed irragiungibile, per un acca<strong>di</strong>mento unico nella storia, ha voluto<br />

incarnarsi in sembianze umane. E per l’unicita’ <strong>di</strong> un tale evento, rompendo colla linea <strong>di</strong><br />

tutti gli altri gran<strong>di</strong> Inviati, e’ venuta a costituire un fatto singolo ed irrepetibile; poiche’<br />

Colui che in tal modo si e’ manifestato e rivelato e niente<strong>di</strong>meno che il Non-rivelabile ,<br />

il Non- manifestabile <strong>di</strong> per Se’.<br />

Questo, a nostro parere, costituisce l’eccezionalita’ vera del Cristianesimo...... l’”unicum”<br />

del Cristianesimo e’ che questo inconoscibile mistero si sia manifestato in un essere<br />

umano, soggetto pertanto a tutte le vicende della vita....”


Partirei proprio da queste Sue parole per cercare <strong>di</strong> aggiungere cio’ che manca a questo<br />

quadro metafisico. Lo spunto e’ venuto da uno stupendo saggio <strong>di</strong> L.Sartori: ”Per una<br />

metafisica dell’Amore” [12].<br />

”Dio e’ Amore” [13] e l’Amore e’ fondante, riveste ed include ogni aspetto della Realta’<br />

descritto nella Metafisica tra<strong>di</strong>zionale. 10 L’Amore precede il Sum [3] cosi’ come il Cogito<br />

<strong>di</strong> cartesiana memoria.<br />

Lo schema metafisico tra<strong>di</strong>zionale si arricchisce <strong>di</strong> una terza <strong>di</strong>mensione che lo ri-<br />

interpreta. Sono debitore a Padre Matthias Vereno <strong>di</strong> cui parlera’ Sarti, della sintesi cosi’<br />

espressa:<br />

”Cogitor, Sum ergo Cogito.” Valea<strong>di</strong>re: Sono conosciuto, sono quin<strong>di</strong> conosco. Si<br />

tratta del: ”...ti conosco, ti ho tessuto nel seno <strong>di</strong> tua madre...” del Salmo 138.<br />

Dio Trino, che Cristo ci rivela, porta dentro il quadro della Realta’ il para<strong>di</strong>gma della<br />

Relazione.<br />

”L’essere vero della persona e’ essere <strong>di</strong> comunione” [12]. La Scienza si interfaccia<br />

quin<strong>di</strong> sia con ogni piano del Reale che la sovrasta attraverso i raggi, secondo lo schema<br />

tra<strong>di</strong>zionale, sia con la <strong>di</strong>mensione dell’Amore-Relazione.<br />

Dice Sartori: ” Dio Padre....sembra esprimere solo la <strong>di</strong>sponibilita’a dare, a darsi;<br />

mentre Dio Figlio sottolinea che e’ <strong>di</strong>vino il ricevere...” Quin<strong>di</strong> l’Universo si evolve sotto<br />

lo sguardo <strong>di</strong> Dio che, a Sua volta, riceve dal medesimo Suo capolavoro elementi nuovi <strong>di</strong><br />

creativita’. Quin<strong>di</strong> non e’ gia’ tutto pre<strong>di</strong>sposto ma tutto <strong>di</strong>namicamente libero. C’e’ un<br />

estendersi creativo della liberta’ <strong>di</strong> Dio alla Natura fino all’Uomo, apice del Creato.<br />

6 La Bellezza<br />

E’ da questa eterna offerta verso l’Uomo che scaturisce l’interna tensione del cosmo, ed e’<br />

da questa gratuita’ del Suo dono che il cosmo tutto assume quella cifra indecifrabile che<br />

e’ la Bellezza. Tale connotato e’ gia’ dentro i Semi del Verbo in tutte le gran<strong>di</strong> religioni<br />

tra<strong>di</strong>zionali. Ed e’ ancora Dallaporta che ne parla definendola ”lafirmadell’Artista”[3],<br />

sottolineando essere proprio la Bellezza che ci rivela l’intenzionalita’ piu’ nascosta <strong>di</strong> Dio,<br />

quella che potremmo cercare <strong>di</strong> esprimere con termini, sia pure sempre impropri, quale<br />

10Nell’induismo esiste la via d’amore o della devozione amorosa, la religiosita’ Bakthi che ha prodotto<br />

il capolavoro della Bhagavad-Gita che tuttavia manca del vero fondamento che e’ l’incarnazione stessa <strong>di</strong><br />

Dio [5, pg.78].


gratuita’, dono, liberta’ incon<strong>di</strong>zionata d’Amare..., senza cui l’Amore non sarebbe tale.<br />

La Bellezza non e’ l’Amore anche se ne e’ un connotazione fondamentale. La Bellezza<br />

viene incontro, si offre. Ha in se’ il tratto della gratuita’[3,14].<br />

E, come <strong>di</strong>ce bene Moran<strong>di</strong>ni [15]: ” Il dono del Creatore e’ tanto puro nella sua gra-<br />

tuita’...” da non porsi nemmeno in una logica ”dell’evidenza che costringe al riconosci-<br />

mento, ma quella del vento delicato, che solo un ascoltatore attento puo’ cogliere”.<br />

Possiamo <strong>di</strong>re allora, con Dallaporta [2, Cap.VIII]: una simmetria fisica iniziale che<br />

si rompe e’ ”‘un colpo <strong>di</strong> maglio”’ che genera Bellezza perche’ sbozza la Natura <strong>di</strong>fferen-<br />

ziandola e la offre quin<strong>di</strong> piu’ ricca, piu’ varia a colui che ne sara’ il destinatario: l’Uomo.<br />

Quella rottura <strong>di</strong> simmetria deve allora conservare la vibrazione da cui e’ scaturita, deve<br />

avere la traccia dell’Amore che in essa si e’ offerto. La Natura che l’accoglie si riveste<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bellezza.<br />

Ecco allora perche’ la teoria della stato stazionario dell’Universo e’ fallita. Si trattava<br />

<strong>di</strong> una semplificazione, <strong>di</strong> una economia mentale dell’uomo. Il <strong>di</strong>venire del cosmo e’ un<br />

tuttuno con la sua Bellezza, con la tensione creativa che lo pervade.<br />

Ecco perche’ allora ”il tutto non e’ mai la somma delle parti” [1]: l’atomo non e’ la<br />

semplice somma dei suoi nucleoni ed elettroni; le molecole non sono la somma degli atomi<br />

che le compongono; l’Universo non e’ il semplice insieme che va dai pianeti ai superclus-<br />

ter, cosi’ come la Vita non e’ l’insieme dei suoi organismi. C’e’ un elemento <strong>di</strong> novita’<br />

connaturale alla liberta’ assoluta <strong>di</strong> Dio che accompagna continuamente la complessita’<br />

cosmica caratterizzata, dal punto <strong>di</strong> vista fisico, dalla <strong>di</strong>ssipazione che, anziche’ essere un<br />

elemento <strong>di</strong> negativita’ garantisce, secondo una bella intuizione <strong>di</strong> Prigogine [16] la vera<br />

<strong>di</strong>namica evolutiva, portatrice del nuovo, al contrario <strong>di</strong> quella conservativa, cherisulta<br />

essere solo una <strong>di</strong>namica apparente. Tale <strong>di</strong>namica sempre nuova, puo’ essere colta anche<br />

nella quoti<strong>di</strong>anita’ osservando la continua <strong>di</strong>versita’ <strong>di</strong> un’alba e <strong>di</strong> un tramonto. C’e’<br />

una bella lettura teologica della teoria della complessita’ [15] quale spazio <strong>di</strong> Dio che<br />

non si e’ estraniato dopo aver avviato l’Universo con le sue leggi ma che tiene per Se’<br />

continuamente questa liberta’ d’intervento, pure rispettosa delle leggi della Natura, ma<br />

capace d’imprimere una svolta continua <strong>di</strong> novita’, una tenerezza, ogni mattina ed ogni<br />

sera <strong>di</strong>versa, alle sue creature [17].<br />

C’e’ uno struggimento <strong>di</strong> Dio nel Cosmo per l’Uomo, svelato dalla Bellezza che ci<br />

rivela il segreto nascosto nelle sue profon<strong>di</strong>ta’. Ben <strong>di</strong>ce Giovanni Paolo II nelle ”Lettera<br />

agli Artisti” [19] che la chiama ”cifradelmistero”d’Amore.


Le conseguenze allora <strong>di</strong>vengono:<br />

-la Realta’ cosi’ configurata non e’ mai riducibile al puro schema geometrico piano fatto<br />

dell’insieme <strong>di</strong> cerchi e raggi, tipico delle gran<strong>di</strong> religioni tra<strong>di</strong>zionali, che pure conserva<br />

un altissimo grado <strong>di</strong> valore simbolico, rispettando le collocazioni dei vari aspetti della<br />

Realta’, specie quelle decisive del rapporto fra Scienza e Trascendenza. Pur basato sulla<br />

Rivelazione e sull’intuizione intellettuale, dote somma dell’intelletto umano, tale quadro<br />

da solo e’ mancante della straor<strong>di</strong>naria valenza della <strong>di</strong>mensione dell’Amore cosi’ come<br />

Cristo ce l’ha rivelato.<br />

-La Realta’ non e’, a maggior ragione, riducibile ai soli aspetti collocati sul cerchio<br />

piu’ marginale della scienza, su cui lo scientismo avrebbe la pretesa <strong>di</strong> appiattire tutto lo<br />

schema piano tra<strong>di</strong>zionale.<br />

Il Cosmo fisico con la sua valenza quantitativa ci rimanda alle ragioni della trascen-<br />

denza, ma con la sua Bellezza ci rivela il segreto d’Amore nascosto nelle sue profon<strong>di</strong>ta’.<br />

Segreto che non sta nemmeno nella Vita ma nel Dono della Vita; il Cosmo e’ Bello perche’<br />

e’ Dono, e’ il segno dell’Amore appassionato <strong>di</strong> Dio per l’Uomo [18]. Ma poiche’”Chiunque<br />

ama Colui che genero’, ama anche il generato da Lui” [13] davvero l’esperienza della<br />

Bellezza del Cosmo <strong>di</strong>viene un’esperienza <strong>di</strong> trascendenza, che, rovesciando i termini, ha<br />

in se’ la capacita’ <strong>di</strong> ”salvare il mondo” [19].<br />

Padova, 30/10/09<br />

7 Bibliografia<br />

<strong>Luigi</strong> <strong>Secco</strong><br />

[1] N.Dallaporta: La qualita’ nella <strong>Fisica</strong>, in Nicolo’ Dallaporta: Scienza,<br />

Metascienza e Metafisica, ed.Cedam, 1994.<br />

[2] N.Dallaporta Xy<strong>di</strong>as: Scienza e Metafisica, uno pseudo contrasto fra due domini<br />

complementari, ed.CEDAM, Padova 1997.<br />

[3] N.Dallaporta Xy<strong>di</strong>as: Sum, ergo cogito- Dalle fonti della conoscenza<br />

alla teologia della natura, ed.Il Segno dei Gabrielli, Negarine (Vr), 2002.<br />

[4] N.Dallaporta Xy<strong>di</strong>as: Semi del Verbo nelle Gran<strong>di</strong> Religioni Tra<strong>di</strong>zionali,<br />

ed. Gregoriana, Padova 2000.<br />

[5] R.Cantalamessa: Abbiamo visto la Sua gloria- Il mistero


dell’incarnazione, ed. Ancora, 1982.<br />

[6] M.Cini: Un para<strong>di</strong>so perduto, ed. Feltrinelli, Milano, 1994.<br />

[7] L.<strong>Secco</strong>: L’umilta’ della Scienza, Convegno su ”Dominare la terra o<br />

prendersene cura?”, Crespano, 2003.<br />

[8] P.Straneo, in Cinquant’anni <strong>di</strong> Relativita’, pg.104, ed.Giuntine & Sansoni,<br />

Firenze, 1955.<br />

[9] Giovanni Paolo II, Lett.enc., Fides et Ratio (14 settembre, 1998).<br />

[10] N.Dallaporta, L.<strong>Secco</strong> :Il principio antropico in fisica ed in<br />

cosmologia, Giornale <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>, Vol.XXXIV, N.3, pp.163-192, 1993.<br />

[11] A.Ortolan e L.<strong>Secco</strong> :Il principio antropico fra il dominio della scienza<br />

e quello della filosofia, Giornale <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong>,Vol.XXXVII, N.4, pp.243-276, 1996.<br />

[12] L.Sartori: Per una metafisica dell’Amore, StPat, 50, 25, 2003.<br />

[13] I a Lettera <strong>di</strong> S. Giovanni.<br />

[14] N.Dallaporta Xy<strong>di</strong>as, Bellezza ed Arte nell’ambito dei mon<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionali, ine<strong>di</strong>to.<br />

[15] S.Moran<strong>di</strong>ni: Il mondo della scienza e l’agire <strong>di</strong> Dio:<br />

modelli nella teologia anglofona, Stu<strong>di</strong>a Patavina,....<br />

[16] I.Prigogine: La nascita del tempo, ed.Bompiani, 1988<br />

[17] L.<strong>Secco</strong>: Scienza, bellezza e poesia, in Un Futuro per l’Uomo, pg.9,<br />

N.1, ed. Il Segno dei Gabrielli, Negarine (Vr), 2002.<br />

[18] L.<strong>Secco</strong>: Oltre la quantita’, in Per una Metafisica dell’Amore, autori vari, pg.215,<br />

ed. I.S.E., Venezia, 2005.<br />

[19] Giovanni Paolo II, Lettera agli Artisti, Libreria E<strong>di</strong>trice Vaticana, 1999,<br />

Citta’ del Vaticano.

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