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Vela<br />
50<br />
Moby Lines 30 al Mondiale IMS.<br />
tannico Laurent Giles, per lunghi<br />
anni di stanza in Sardegna,<br />
casa e lavoro del suo precedente<br />
armatore, Michele Amorosi.<br />
Splendidamente restaurato di<br />
recente dal nuovo proprietario, è<br />
stato affidato alla Veteran a<br />
Michele Amorosi, fiducia evidentemente<br />
ben riposta. A coadiuvarlo<br />
nelle scelte tattiche<br />
Roberto Rubio da Casteddu.<br />
E dopo le vecchie signore, forza<br />
con titanio e spectra, dai con<br />
PBO e fibre, chissà, forse anche<br />
ottiche: fiocchi autoviranti e<br />
scottoni, tutto idraulico, elettrico,<br />
computerizzato, bello, bellissimo,<br />
lucidato. Di un lusso sfre-<br />
nato. Arrivano i Wally, il nuovo<br />
status symbol della vela globalizzata,<br />
belli, puliti, rapidi e costosi,<br />
par di toccar giuncata.....Alla<br />
Maxi Rolex Cup se ne contavan<br />
undici, la maggior parte di quelli<br />
costruiti.<br />
Ammiratissimo il Tiketitan di<br />
Luca Bassani, WallyMan, chiglia<br />
basculante, piazzetina a<br />
poppa con vetri a specchio,<br />
fumé: velocissimo. Inquietante,<br />
robotico, posthuman il Wally B.<br />
Nero nerissimo e grigio.<br />
Bellissimi Magic Carpet e Genie<br />
of the Lamp, Wally gemelli.<br />
Insieme a loro, classe Cruising,<br />
c’erano anche Alejandra e Adela,<br />
Il Karuba III a scogli<br />
sull’Isola della Bisce.<br />
stile classico, 42 metri cadauna,<br />
una bianca e una blu. E in questa<br />
classe ha vinto il Wally<br />
Genie of the Lamp, uno dei due<br />
77 piedi, di proprietà dell’armatore<br />
bolognese Vacchi. Secondo<br />
il Kauris II, terzo lo Yam, a bordo<br />
del quale ha regatato Odo<br />
Giordo, di Porto Torres, che<br />
ormai da qualche tempo collabora<br />
con la Wally Yachts. Ma la<br />
Maxi è stata soprattutto la sfida<br />
tra i quattro ILC, Sayonara,<br />
Boomerang, Alexia e Sagamore.<br />
E dentro questa sfida un’altra<br />
sfida, quella tra due giganti della<br />
vela: Paul Cayard, sul<br />
Boomerang di George<br />
Coumantaros; Chris Dickson, al<br />
comando del Sayonara di Larry<br />
Ellison, boss della Netscape.<br />
Bellissima l’ultima regata, con<br />
Sayonara subito al comando e in<br />
testa sino alla fine, nonostante i<br />
continui attacchi del<br />
Boomerang, diretti da Paul<br />
Cayard. Durante una fase della<br />
gara, disputata su un percorso a<br />
bastone, si è assistito ad un vero<br />
e proprio duello da America’s<br />
Cup: Boomerang e Sayonara,<br />
vicinissime al giro di boa, si<br />
impegnavano in una serie di<br />
virate continue, con la barca<br />
inseguitrice, il Boomerang, che<br />
cercava di mettere in difficoltà il<br />
Sayonara. Niente da fare.<br />
Sayonara, il più estremo e bello<br />
tra i quattro ILC, vinceva. E vinceva<br />
anche nella classe IMS,<br />
alla quale partecipavano anche i<br />
quattro ILC. Secondo il<br />
Boomerang, terzo il Rrose<br />
Selavy di Riccardo Bonadeo,<br />
timonato da Mauro Pellaschier<br />
e vincitore dell’ultima regata.<br />
Tra gli IMS anche il nuovissimo<br />
My Song di Loro Piana. A bordo<br />
c’è Andrea Mura, che ci racconta<br />
(vedi riquadro) barca e gara E<br />
dopo i Maxi, via al mondiale<br />
IMS, 27 barche per nove paesi:<br />
Italia, Germania, Olanda,<br />
CAMPIONATO MONDIALE MAXI 99<br />
Dal 5 al 11 Settembre si sono svolti, a Porto Cervo, i<br />
Campionati del Mondo Maxi Yacht.<br />
Per l’occasione ero imbarcato, come tattico, sul nuovissimo<br />
super Maxi My Song di Pier Luigi Loro Piana, una<br />
barca stupenda di 84 piedi, 27 metri fuori tutto, costruita<br />
in carbonio in Nuova Zelanda dal cantiere Cokson.<br />
Una barca da regata, con interni componibili interamente<br />
in carbonio e coperta da crociera, progettata dallo<br />
statunitense Jim Pugh su specifiche richieste dell’armatore.<br />
Appena arrivata, via cargo, da Auckland a La<br />
Spezia, 40 giorni di navigazione, e’ stata<br />
armata e trasferita in Sardegna per le regate<br />
dal navigatore oceanico Guido Maisto. Un<br />
esordio quindi, quello di Porto Cervo, che è<br />
stato soprattutto un test di collaudo, dedito<br />
alla messa a punto di una barca così complessa<br />
e estrema. Bisogna tener conto infatti<br />
che My Song è una barca fuori misura. Con<br />
i suoi 84 piedi non è un Maxi ma un mega Maxi: 230<br />
m2 di randa, un albero di 37 metri, più alto di quello di<br />
un Coppa America. In equipaggio c’erano i principali<br />
costruttori: albero, scafo, vele e impiantistica, che hanno<br />
avuto il loro bel daffare. Con una barca di tali dimensioni<br />
è normale, in fase di messa a punto, avere dei problemi<br />
e, a Porto Cervo, le avarie non sono mancate: rot-<br />
Spagna, Germania, Austria,<br />
Croazia, Grecia e Messico. Tre i<br />
campioni mondiali a fine gara,<br />
uno per ciascuna classe ammessa.<br />
Forse un vincitore assoluto<br />
non avrebbe guastato. Nella<br />
classe A, barche più grandi, vittoria<br />
dell’olandese Innovision,<br />
affidato al californiano Dee<br />
Smith. Una barca velocissima,<br />
diversa dalle altre: molto semplice,<br />
senza volanti, tre crocette<br />
senza diamante in testa. Dietro<br />
Innovision Brava Q8, di<br />
Pasquale Landolfi, con Flavio<br />
Favini al timone, e terza Merit<br />
Cup, Vasco Vascotto al comando.<br />
Nel gruppo B primo<br />
Winterthur Yah Man, con<br />
Tommaso Chieffi alla barra,<br />
seguito dal Silver Age e dai tedeschi<br />
di Struntje Light. Tra i piccoli<br />
della classe C Alberto<br />
Manfredini ha portato al successo<br />
il Firts 40.7 Drake. A seguire<br />
una altro 40.7, Malinda Clarion<br />
My song, nuovo<br />
super maxi di Loro<br />
Piana.<br />
tura della centralina idraulica, rottura delle due ruote<br />
del timone, il tecnico del cantiere ha lavorato due notti<br />
per ripararle, un lavoro ingrato, resinando carbonio sotto<br />
vuoto; nella penultima regata rottura della testa d’ albero,<br />
per un eccessivo carico al patarazzo, che ci ha obbligati<br />
al ritiro dalle regate. Un vero peccato. A bordo una<br />
fusion di 4 consorzi di Coppa America e un totale di 24<br />
persone di equipaggio e 3 ospiti.<br />
E che barca! Con 6.5 nodi di reale viaggiavamo di bolina<br />
stretta a 10 nodi!<br />
Velocita’ non molto diversa al lasco con i 510 mq. di<br />
spinnaker. Certo è ancora da mettere a punto.<br />
Indubbiamente è molto veloce di bolina con<br />
vento leggero, ma abbiamo avuto problemi con<br />
vento forte e nelle andature di poppa.<br />
Ora My Song e’ ad Antibes per le riparazioni,<br />
in preparazione del prossimo appuntamento.<br />
Grande successo per la manifestazione, una<br />
regata molto valida, uno spettacolo fantastico,<br />
una grande opportunità per la Sardegna. A<br />
mio avviso la Maxi Yacht Rolex Cup può essere<br />
un veicolo promozionale unico. La Costa Smeralda,<br />
come sempre, non ha deluso le aspettative. Regatare in<br />
queste acque ha un fascino indimenticabile che lascia il<br />
segno e spinge gli armatori a ritornare. E’ un paradiso<br />
della vela d’altura.<br />
Andrea Mura<br />
di Masi, terzo Don Alvaro. Moby<br />
Lines 30, il piccolo ILC di<br />
Vincenzo Onorato, affidato al<br />
tosco-cagliaritano Roberto<br />
Pardini, sostituito da Onorato<br />
nelle ultime due regate, terminava<br />
in quarta posizione. A<br />
bordo anche i cagliaritani<br />
Giancarlo Piroddi e Giandomenico<br />
Murru, l’olbiese Marco<br />
Piredda, e l’oriundo napoletano,<br />
naturalizzato cagliaritano, Nello<br />
Stinca. Altri velisti sardi impe-<br />
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