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LA GRANDE VELA - Mare Nostrum

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Vela<br />

U n<br />

settembre così chi se<br />

lo ricorda? Sotto molti<br />

aspetti. Non ultimo<br />

quello meteo-marino. Scirocco e<br />

caldo, greco e un po’ di tramontana,<br />

mai il maestrale, nemmeno<br />

di termica. Mai. Solo per qualche<br />

minuto, rabbioso, quarantacinque<br />

nodi, forse più, ma alternato<br />

al libeccio, al ponente e<br />

qualcos’altro ancora di sicuro,<br />

durante il groppo che ha fatto<br />

naufragare il Karuba III°, al<br />

mondiale IMS a metà mese. Tre<br />

settimane di regate tre, cominciate<br />

il 31 di<br />

agosto con la<br />

decima edizione<br />

della<br />

Veteran Boat<br />

Rally, quest’annosponsorizzata<br />

dal<br />

marchio<br />

Prada, e terminate<br />

il 19<br />

di settembre<br />

con il campionatomondiale<br />

IMS,<br />

sponsorizzato<br />

dalla Rolex.<br />

48<br />

E, in mezzo il mondiale Maxi,<br />

sempre Rolex. Un settembre<br />

così........Mariette, azzurro cupo<br />

lo scafo sul mare e vele tante,<br />

naviga bene, ed è ben navigata<br />

da un equipaggio di marinai, ha<br />

vinto il raduno delle barche d’epoca<br />

nel gruppo Veteran, le barche<br />

d’annata vere e proprie, mai<br />

prima del 1950. Tra le Classic,<br />

anche dopo il ‘50 ma mai prima<br />

del ‘74, sempre in ossequio ai<br />

canoni costruttivi della tradizione,<br />

successo del bellissimo<br />

Capricia, uno Sparkman & Ste-<br />

Testo e foto di<br />

Antonio Mannu<br />

<strong>LA</strong> <strong>GRANDE</strong> VE<strong>LA</strong><br />

Cerida, uno splendido Giles, per anni di stanza in Sardegna.<br />

phens della Marina Militare<br />

Italiana, condotto in regata dal<br />

Tenente di Vascello Luigi Cau. Il<br />

Mariette, una goletta aurica del<br />

1915, disegnata da Nathaniel<br />

Herreshoff, di proprietà dello<br />

statunitense Tom Perkins, ha<br />

tagliato per prima il traguardo in<br />

tutte le prove. Dietro il Mariette<br />

un altro gioiello: l’Avel di<br />

Alessandra e Allegra Gucci, una<br />

barca disegnata da Charles E.<br />

Nicholson nel 1896. Terzo il<br />

Marjatta, vincitore della passata<br />

edizione. Tra le classiche invece,<br />

dietro al<br />

Capricia dalle<br />

rosse vele,<br />

un’altro<br />

gioiello della<br />

Marina, la<br />

Stella Polare,<br />

seguito dal<br />

piccolo<br />

Mania. Nella<br />

c l a s s e<br />

Veteran B<br />

primo posto<br />

per il Cerida,<br />

uno scafo del<br />

1938 dell’architetto<br />

bri-<br />

il Mariette.


Vela<br />

50<br />

Moby Lines 30 al Mondiale IMS.<br />

tannico Laurent Giles, per lunghi<br />

anni di stanza in Sardegna,<br />

casa e lavoro del suo precedente<br />

armatore, Michele Amorosi.<br />

Splendidamente restaurato di<br />

recente dal nuovo proprietario, è<br />

stato affidato alla Veteran a<br />

Michele Amorosi, fiducia evidentemente<br />

ben riposta. A coadiuvarlo<br />

nelle scelte tattiche<br />

Roberto Rubio da Casteddu.<br />

E dopo le vecchie signore, forza<br />

con titanio e spectra, dai con<br />

PBO e fibre, chissà, forse anche<br />

ottiche: fiocchi autoviranti e<br />

scottoni, tutto idraulico, elettrico,<br />

computerizzato, bello, bellissimo,<br />

lucidato. Di un lusso sfre-<br />

nato. Arrivano i Wally, il nuovo<br />

status symbol della vela globalizzata,<br />

belli, puliti, rapidi e costosi,<br />

par di toccar giuncata.....Alla<br />

Maxi Rolex Cup se ne contavan<br />

undici, la maggior parte di quelli<br />

costruiti.<br />

Ammiratissimo il Tiketitan di<br />

Luca Bassani, WallyMan, chiglia<br />

basculante, piazzetina a<br />

poppa con vetri a specchio,<br />

fumé: velocissimo. Inquietante,<br />

robotico, posthuman il Wally B.<br />

Nero nerissimo e grigio.<br />

Bellissimi Magic Carpet e Genie<br />

of the Lamp, Wally gemelli.<br />

Insieme a loro, classe Cruising,<br />

c’erano anche Alejandra e Adela,<br />

Il Karuba III a scogli<br />

sull’Isola della Bisce.<br />

stile classico, 42 metri cadauna,<br />

una bianca e una blu. E in questa<br />

classe ha vinto il Wally<br />

Genie of the Lamp, uno dei due<br />

77 piedi, di proprietà dell’armatore<br />

bolognese Vacchi. Secondo<br />

il Kauris II, terzo lo Yam, a bordo<br />

del quale ha regatato Odo<br />

Giordo, di Porto Torres, che<br />

ormai da qualche tempo collabora<br />

con la Wally Yachts. Ma la<br />

Maxi è stata soprattutto la sfida<br />

tra i quattro ILC, Sayonara,<br />

Boomerang, Alexia e Sagamore.<br />

E dentro questa sfida un’altra<br />

sfida, quella tra due giganti della<br />

vela: Paul Cayard, sul<br />

Boomerang di George<br />

Coumantaros; Chris Dickson, al<br />

comando del Sayonara di Larry<br />

Ellison, boss della Netscape.<br />

Bellissima l’ultima regata, con<br />

Sayonara subito al comando e in<br />

testa sino alla fine, nonostante i<br />

continui attacchi del<br />

Boomerang, diretti da Paul<br />

Cayard. Durante una fase della<br />

gara, disputata su un percorso a<br />

bastone, si è assistito ad un vero<br />

e proprio duello da America’s<br />

Cup: Boomerang e Sayonara,<br />

vicinissime al giro di boa, si<br />

impegnavano in una serie di<br />

virate continue, con la barca<br />

inseguitrice, il Boomerang, che<br />

cercava di mettere in difficoltà il<br />

Sayonara. Niente da fare.<br />

Sayonara, il più estremo e bello<br />

tra i quattro ILC, vinceva. E vinceva<br />

anche nella classe IMS,<br />

alla quale partecipavano anche i<br />

quattro ILC. Secondo il<br />

Boomerang, terzo il Rrose<br />

Selavy di Riccardo Bonadeo,<br />

timonato da Mauro Pellaschier<br />

e vincitore dell’ultima regata.<br />

Tra gli IMS anche il nuovissimo<br />

My Song di Loro Piana. A bordo<br />

c’è Andrea Mura, che ci racconta<br />

(vedi riquadro) barca e gara E<br />

dopo i Maxi, via al mondiale<br />

IMS, 27 barche per nove paesi:<br />

Italia, Germania, Olanda,<br />

CAMPIONATO MONDIALE MAXI 99<br />

Dal 5 al 11 Settembre si sono svolti, a Porto Cervo, i<br />

Campionati del Mondo Maxi Yacht.<br />

Per l’occasione ero imbarcato, come tattico, sul nuovissimo<br />

super Maxi My Song di Pier Luigi Loro Piana, una<br />

barca stupenda di 84 piedi, 27 metri fuori tutto, costruita<br />

in carbonio in Nuova Zelanda dal cantiere Cokson.<br />

Una barca da regata, con interni componibili interamente<br />

in carbonio e coperta da crociera, progettata dallo<br />

statunitense Jim Pugh su specifiche richieste dell’armatore.<br />

Appena arrivata, via cargo, da Auckland a La<br />

Spezia, 40 giorni di navigazione, e’ stata<br />

armata e trasferita in Sardegna per le regate<br />

dal navigatore oceanico Guido Maisto. Un<br />

esordio quindi, quello di Porto Cervo, che è<br />

stato soprattutto un test di collaudo, dedito<br />

alla messa a punto di una barca così complessa<br />

e estrema. Bisogna tener conto infatti<br />

che My Song è una barca fuori misura. Con<br />

i suoi 84 piedi non è un Maxi ma un mega Maxi: 230<br />

m2 di randa, un albero di 37 metri, più alto di quello di<br />

un Coppa America. In equipaggio c’erano i principali<br />

costruttori: albero, scafo, vele e impiantistica, che hanno<br />

avuto il loro bel daffare. Con una barca di tali dimensioni<br />

è normale, in fase di messa a punto, avere dei problemi<br />

e, a Porto Cervo, le avarie non sono mancate: rot-<br />

Spagna, Germania, Austria,<br />

Croazia, Grecia e Messico. Tre i<br />

campioni mondiali a fine gara,<br />

uno per ciascuna classe ammessa.<br />

Forse un vincitore assoluto<br />

non avrebbe guastato. Nella<br />

classe A, barche più grandi, vittoria<br />

dell’olandese Innovision,<br />

affidato al californiano Dee<br />

Smith. Una barca velocissima,<br />

diversa dalle altre: molto semplice,<br />

senza volanti, tre crocette<br />

senza diamante in testa. Dietro<br />

Innovision Brava Q8, di<br />

Pasquale Landolfi, con Flavio<br />

Favini al timone, e terza Merit<br />

Cup, Vasco Vascotto al comando.<br />

Nel gruppo B primo<br />

Winterthur Yah Man, con<br />

Tommaso Chieffi alla barra,<br />

seguito dal Silver Age e dai tedeschi<br />

di Struntje Light. Tra i piccoli<br />

della classe C Alberto<br />

Manfredini ha portato al successo<br />

il Firts 40.7 Drake. A seguire<br />

una altro 40.7, Malinda Clarion<br />

My song, nuovo<br />

super maxi di Loro<br />

Piana.<br />

tura della centralina idraulica, rottura delle due ruote<br />

del timone, il tecnico del cantiere ha lavorato due notti<br />

per ripararle, un lavoro ingrato, resinando carbonio sotto<br />

vuoto; nella penultima regata rottura della testa d’ albero,<br />

per un eccessivo carico al patarazzo, che ci ha obbligati<br />

al ritiro dalle regate. Un vero peccato. A bordo una<br />

fusion di 4 consorzi di Coppa America e un totale di 24<br />

persone di equipaggio e 3 ospiti.<br />

E che barca! Con 6.5 nodi di reale viaggiavamo di bolina<br />

stretta a 10 nodi!<br />

Velocita’ non molto diversa al lasco con i 510 mq. di<br />

spinnaker. Certo è ancora da mettere a punto.<br />

Indubbiamente è molto veloce di bolina con<br />

vento leggero, ma abbiamo avuto problemi con<br />

vento forte e nelle andature di poppa.<br />

Ora My Song e’ ad Antibes per le riparazioni,<br />

in preparazione del prossimo appuntamento.<br />

Grande successo per la manifestazione, una<br />

regata molto valida, uno spettacolo fantastico,<br />

una grande opportunità per la Sardegna. A<br />

mio avviso la Maxi Yacht Rolex Cup può essere<br />

un veicolo promozionale unico. La Costa Smeralda,<br />

come sempre, non ha deluso le aspettative. Regatare in<br />

queste acque ha un fascino indimenticabile che lascia il<br />

segno e spinge gli armatori a ritornare. E’ un paradiso<br />

della vela d’altura.<br />

Andrea Mura<br />

di Masi, terzo Don Alvaro. Moby<br />

Lines 30, il piccolo ILC di<br />

Vincenzo Onorato, affidato al<br />

tosco-cagliaritano Roberto<br />

Pardini, sostituito da Onorato<br />

nelle ultime due regate, terminava<br />

in quarta posizione. A<br />

bordo anche i cagliaritani<br />

Giancarlo Piroddi e Giandomenico<br />

Murru, l’olbiese Marco<br />

Piredda, e l’oriundo napoletano,<br />

naturalizzato cagliaritano, Nello<br />

Stinca. Altri velisti sardi impe-<br />

51


Vela<br />

gnati nel mondiale<br />

IMS: il<br />

palaese Camillo<br />

Zucconi, reduce<br />

dalla recente vittoria<br />

del Giro<br />

d’Italia a Vela,<br />

sul Moby Lines<br />

49, e il sassarese<br />

Michele Satta, a<br />

bordo dello spagnolo<br />

Valencia-<br />

Terra Y Mar, col<br />

ruolo di prodiere.<br />

Ma il campionatomondiale<br />

IMS 1999<br />

sarà ricordato da<br />

regatanti, giudici,<br />

giornalisti e quant’altri erano<br />

a mare mercoledì 15 settembre,<br />

per una vera e propria mini-tempesta.<br />

Mini perché di breve<br />

durata. Dieci minuti, forse qualcosa<br />

in più. Per chi si trovava in<br />

mezzo al passo delle Bisce, tra<br />

l’omonima isola e Capo Ferro,<br />

Brava Q8 sotto la pioggia.<br />

Ancora 60 secondi e si scatenerà<br />

un inferno di acqua e vento.<br />

son stati momenti di panico. E<br />

per il Karuba III la regata si è<br />

conclusa sugli scogli dell’isola.<br />

Esemplari nel comportamento i<br />

marinai croati di Darko<br />

Haidinjak. Appena possibile, tra<br />

i cardi e le rocce, piegavano ordinatamente<br />

la randa, mettevan<br />

Moya alla<br />

Veteran con<br />

vento teso e<br />

onda formata.<br />

dei cuscini sotto lo scafo, alcuni<br />

passavano la notte sull’isola<br />

insieme alla barca. Recuperata,<br />

con danni meno ingenti del previsto,<br />

il giorno dopo, solo grazie<br />

all’intervento di un pontone con<br />

gru, trainato in loco da La<br />

Maddalena.<br />

ABBONARSI<br />

non<br />

CONVIENE<br />

((<br />

a chi odia il mare,<br />

le barche, la pesca,<br />

le immersioni<br />

e tutta la nautica<br />

Anno 1 - Numero 1 - luglio/settembre 1999 - £ 8.000 - Sped. abb. post. 70% - Filiale di Sassari<br />

MARE ARE<br />

nostrum<br />

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POLTU QUATU<br />

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Anno 1 - Numero 2 - ottobre/dicembre 1999 - £ 8.000 - Sped. abb. post. 70% - Filiale di Sassari<br />

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Immersioni<br />

Isola<br />

Acqua limpidissima, falesie<br />

precipiti che si tuffano<br />

in un mare blu cobalto,<br />

grotte sommerse e secche<br />

sperdute popolate da un<br />

numero straordinario di pesci,<br />

crostacei, molluschi ed organismi<br />

sessili. Per i Fenici fu<br />

Enosim, per i Greci Hieracon,<br />

per i Romani Accipitrum<br />

Insula. Per il popolo degli<br />

appassionati di immersione<br />

subacquea, l’isola di S. Pietro è<br />

semplicemente un sogno ad<br />

occhi aperti.<br />

Solo recentemente “scoperte”<br />

dal turismo subacqueo, le<br />

acque che circondano l’isola<br />

più occidentale d’Italia contano<br />

più di trenta siti di immersione<br />

in ambienti estremamente vari,<br />

tutte in grado di offrire motivi<br />

di interesse sempre diversi.<br />

Guidati da Ornella Girosi<br />

dell’Isla Diving Center di<br />

Carloforte, che ringraziamo per<br />

la preziosa collaborazione,<br />

abbiamo visitato sei punti di<br />

immersione fra i più interessanti<br />

offerti da questo tratto di<br />

mare.<br />

1 - Punta delle Oche di fuori<br />

Sulla costa settentrionale dell’isola<br />

di S. Pietro, le falesie di<br />

vulcaniti sono scavate da piccoli<br />

fiordi le cui pareti cadono<br />

verticali fino a 15 metri di<br />

profondità, mentre le punte<br />

proseguondo sotto il livello del<br />

mare creano ampi tavolati e<br />

dorsali e disegnano un paesaggio<br />

subacqueo molto movimen-<br />

54<br />

tato. Il punto di immersione<br />

proposto si trova in corrispondenza<br />

della Punta delle Oche,<br />

scura e molto frastagliata. Ci si<br />

àncora ad un centinaio di metri<br />

dalla costa su un fondale di 17<br />

metri, in prossimità della dorsale<br />

che è la naturale prosecuzione<br />

della punta. Scesi sul<br />

fondo si inizia l’immersione<br />

controcorrente per non avere<br />

difficoltà nel ritornare all’ancora.<br />

Sia verso est sia verso ovest<br />

il fondale è molto interessante<br />

con tavolati rocciosi fessurati e<br />

spaccati e grossi massi. Si<br />

incontrano bellissimi spirografi,<br />

alcuni dei quali alti più di 50<br />

centimetri, ottimi soggetti per<br />

eventuali riprese. Si arriva<br />

quindi ad una pettata che cade<br />

fino ai 39 metri con spacche e<br />

profonde fessurazioni, su una<br />

Testo e foto di Giampiero Dore<br />

di San Pietro<br />

Nelle acque dell’isola di S. Pietro è ancora possibile incontrare il<br />

Tritone, un grosso mollusco divenuto quasi introvabile a profondità<br />

consentite dall’immersione sportiva.<br />

interessante franata. In alcune<br />

giornate il pesce è poco numeroso<br />

e, ad esclusione di banchi<br />

di salpe, occhiate e degli onnipresenti<br />

tordi, non si riesce a<br />

vedere altro. Nei giorni “giusti”<br />

invece sono numerosi i saraghi,<br />

le tanute e piccole orate. Fuori<br />

dalla punta sono molto spesso<br />

presenti i lucci mediterranei (<br />

Sphiraena sphiraena ), occhio<br />

quindi alla superficie !<br />

Nella pagina a fianco.<br />

I nudibranchi, numerosi e coloratissimi,<br />

rappresentano un ottimo<br />

soggetto per la macrofotografia.


<strong>LA</strong> STORIA<br />

Uno stretto braccio di mare separa la Sardegna da S. Pietro, eppure,<br />

una volta messo piede sull’isola, si ha la netta sensazione di essere<br />

approdati in una terra lontana. La lingua parlata ha un altro suono,<br />

sconosciuto e molto musicale, diverse sono le costruzioni e le strade.<br />

Tutto è molto solare. La sensazione che si avverte trova, tuttavia, una<br />

spiegazione nella storia della colonizzazione dell’Isola. Poche popolazioni<br />

trapiantate in luoghi lontani hanno infatti saputo conservare<br />

inalterata la propria cultura e identità come da oltre 4 secoli hanno<br />

fatto i pescatori di Pegli che fondarono Carloforte.<br />

Nel 1541, una comunità di un migliaio di persone proveniente da<br />

Genova si insedia sull’isola di Tabarka, a largo di Tunisi, per dedicarsi<br />

alla pesca del corallo. Circa duecento anni più tardi, dato l’impoverimento<br />

dei banchi coralliferi, la comunità decide di abbandonare<br />

Tabarka e di trasferirsi sull’isola di San Pietro che il re Carlo<br />

Emanuele III, in un più ampio progetto riguardante le isole minori,<br />

vuole ripopolare.<br />

Verso la fine del 1700 Carloforte subisce due invasioni, la prima dai<br />

Francesi e la seconda, drammatica, da parte dei pirati tunisini che<br />

prendono circa 800 ostaggi, liberati dopo ben cinque anni di prigionia<br />

grazie all’intervento di Carlo Emanuele IV. Ancora oggi il 15<br />

Novembre si festeggia la Madonna dello Schiavo per ricordare la loro<br />

liberazione. Agli inizi dell’800 si dà inizio ai lavori di fortificazione dell’abitato<br />

con fortini e mura di cinta. Il 2 di Agosto del 1808,<br />

Carloforte guadagna il titolo di Città e la comunità conosce, grazie<br />

alla sua grande operosità nei traffici commerciali, un periodo di pace<br />

e prosperità giungendo nel tempo ad una popolazione di 11.000 persone.<br />

Ai primi del Novecento Carloforte vanta ancora il primato fra i<br />

porti della Sardegna.<br />

2 - Secco dello Spalmatore<br />

Il punto di immersione è situato<br />

a circa metà strada sulla<br />

linea congiungente le due<br />

punte che delimitano Cala<br />

dello Spalmatore. Ci si àncora<br />

su un fondale di 18 metri e si<br />

inizia la discesa in direzione<br />

sud-ovest incontrando quasi<br />

immediatamente la caduta verticale<br />

che giunge sul detrito a<br />

36 metri di profondità. La parete<br />

è ricchissima di spacche,<br />

tutte da esplorare, e ricchissime<br />

di organismi sessili.<br />

Navigando ad una decina di<br />

metri dal fondo, ci si dirige<br />

I platelminti, spesso scambiati<br />

con i più noti nudibranchi, sono<br />

frequenti, specialmente nelle<br />

immersioni notturne.<br />

ancora verso sud-ovest, fino ad<br />

individuare una serie di massi<br />

isolati che si ergono dal fondale<br />

con Posidonia oceanica e<br />

“grotto”. Arrivati sul fondo si<br />

trova una vera e propria oasi di<br />

vita con belle aragoste, saraghi<br />

e grandi corvine. Data la<br />

profondità, il tempo di permanenza<br />

sul fondo sarà obbligatoriamente<br />

breve e per sfruttare<br />

al massimo il tempo rimasto,<br />

converrà ritornare verso l’imbarcazione<br />

esplorando la parete<br />

della caduta esposta a nord,<br />

ricca di interessanti spunti per<br />

macrofotografia.<br />

3 - Grotta della Cattedrale<br />

Il punto di immerssione è<br />

situato 50 metri a sud dell’isolotto<br />

del Corno, dove dal fondo<br />

di sabbia e ciottoli si elevano<br />

diversi panettoni il cui sommo<br />

arriva mediamente sui 20<br />

metri. Data la straordinaria trasparenza<br />

dell’acqua, già dopo i<br />

primi metri di discesa si inizierà<br />

a distinguere chiaramente<br />

il fondale. La sommità degli<br />

immensi blocchi rocciosi è<br />

molto frastagliata e merita<br />

sicuramente un’attenta esplorazione.<br />

Oltre ad una miriade<br />

di castagnole, si possono trovare<br />

nudibranchi e tante murene.<br />

Fra due titanici panettoni si<br />

apre un grande tunnel molto<br />

interessante sia per la bellezza<br />

del luogo in sé, sia per la quantità<br />

di vita che ospita. La volta<br />

è interamente tappezzata dal<br />

madreporario solitario<br />

Leptosammia pruvoti e da ciò<br />

che rimane di un bel popolamento<br />

di corallo rosso, depredato<br />

negli ultimi anni da parte<br />

di subacquei poco sensibili e<br />

certamente poco intelligenti. Il<br />

corallo rosso di quelle dimensioni<br />

non ha infatti alcun valore<br />

commerciale. Nelle spacche<br />

che si aprono sulle pareti trovano<br />

ospitalità aragoste e cicale<br />

non grandi ma numerose. Sul


fondo sono frequenti scorfani<br />

rossi e mustelle. Nelle parti<br />

dove il fondo è costituito da<br />

detrito fine, è frequente vedere<br />

l’astice rintanato nei recessi<br />

più bui. Ed ancora cerianti dei<br />

quali uno, molto grande, ha<br />

vicino una Pinna nobilis ed è<br />

spesso circondato dalle<br />

mustelle. All’esterno del tunnel<br />

è possibile vedere qualche<br />

esemplare di cernia bruna di<br />

dimensioni interessanti.<br />

A sinistra:<br />

La Galatea, un meraviglioso<br />

crostaceo amante degli<br />

ambienti oscuri.<br />

L’AMBIENTE NATURALE<br />

Flora<br />

La flora conta circa 500 specie diverse fra le quali sono da ricordare<br />

per il grande interesse botanico Helicodiceros muscivorus e<br />

Astragalius marittimus. L’Isola è quasi interamente ricoperta da<br />

rigogliosa macchia mediterranea composta da lentischio, mirto,<br />

corbezzolo, lillatro ed erica. Le zone più esposte ai venti, spesso<br />

molto intensi, sono colonizzate da rosmarino, ginestre spinose,<br />

cisto, euforbia e palme nane. Sono ancora presenti in buon numero<br />

il ginepro macrocarpa ed il ginepro fenicio.<br />

Fauna<br />

Un tempo non troppo lontano l’isola ospitava popolazioni di Lepri,<br />

Daini, Caprioli e Mufloni, estintesi probabilmente a causa di una<br />

eccessiva azione venatoria. All’estinzione ha invece resistito il<br />

Coniglio selvatico, la cui presenza è tuttora numerosa. Altri vertebrati<br />

presenti sull’isola sono il Colubro, il Biacco, la Lucertola ed<br />

il Gongilo.<br />

La fauna avicola è molto numerosa ed annovera specie di particolare<br />

interesse come il Falco della regina ed il Falco pellegrino, che<br />

nidificano sulle alte falesie della costa occidentale. La presenza di<br />

altri rapaci come la Poiana, il Gheppio e l’Astore ha sicuramente<br />

ispirato il nome di Accipitrum insula. Altre specie nidificanti sono<br />

i Piccioni selvatici, i Rondoni, la Berta maggiore e la Berta minore<br />

ed il Gabbiano corso.<br />

L’isola conta anche delle zone umide popolate da Fenicotteri rosa,<br />

Aironi cinerini, Garzette, Avocette e rari Cavalieri d’Italia.<br />

Da segnalare ancora è un bellissimo coleottero endemico di colore<br />

blu-violetto dalle grandi mandibole, la Cincidela campestris<br />

saphirina.<br />

59


Immersioni<br />

4 – La Nave<br />

A dispetto del nome che<br />

potrebbe far pensare ad una<br />

immersione su un relitto, “La<br />

Nave” è invece una grande roccia<br />

sommersa che ricorda il<br />

profilo di un vascello. Il punto<br />

di immersione è situato a poca<br />

distanza da Capo Sandalo, in<br />

direzione nord-ovest. Si scende<br />

su un pianoro roccioso a 18<br />

metri di profondità, colonizzato<br />

da Posidonia oceanica e molto<br />

frastagliato. L’immersione<br />

diventa immediatamente interessante<br />

per la grande quantità<br />

di pesce presente. Procedendo<br />

verso nord si trova la caduta da<br />

capogiro che arriva fino al fondale<br />

di sabbia, roccia e detrito a<br />

43 metri. Si attraversa il canale<br />

sabbioso e si giunge alla roccia<br />

che dà il nome all’immersione,<br />

abbastanza uniforme ma ricca<br />

di vita bentonica, in special<br />

modo di nudibranchi. Nel fondale<br />

attorno alla “Nave” è possibile<br />

fare un eccezionale<br />

incontro con il tritone<br />

(Charonia lampas) il grosso<br />

mollusco un tempo molto diffuso<br />

ed ormai diventato rarissimo.<br />

Si risale esplorando la<br />

parete nord della caduta, molto<br />

interessante soprattutto per la<br />

grande varietà di microfauna<br />

che colonizza ogni spazio possibile.<br />

60<br />

INFORMAZIONI<br />

5 - Lo Scoglio del Corno<br />

Poco al largo di Capo Sandalo,<br />

sormontato dal faro, emerge un<br />

isolotto non molto esteso chiamato<br />

scoglio del Corno. Il<br />

Corno offre le immersioni più<br />

interessanti dell’Isola di S.<br />

Pietro e merita senza<br />

dubbio svariate<br />

immersioni. La sua<br />

conformazione, con<br />

pareti immediatamente<br />

scoscese, consente<br />

di fare belle<br />

immersioni in parete.<br />

Restando a profondità<br />

comprese fra i 12 ed i<br />

20 metri sarà possibile<br />

circumnavigarlo<br />

trovando le situazioni<br />

più varie. Il versante<br />

più interessante è<br />

sicuramente quello<br />

esposto a nord ovest.<br />

Ci si ancora su un<br />

fondale di 10 metri a<br />

poca distanza dall’isolotto.<br />

Dopo aver controllato<br />

la bontà dell’ancoraggio,<br />

ci si dirige<br />

verso nord ovest dove il fondale<br />

cade ripidamente fino a<br />

raggiungere la sabbia a circa 38<br />

metri. Tenendosi ad un paio di<br />

metri dal fondo di detrito, si<br />

costeggia la parete ricca di<br />

buchi e piccoli anfratti da dove<br />

fanno capolino le antenne di<br />

numerose piccole aragoste. Si<br />

ASSOCIAZIONE PRO-LOCO<br />

Corso Tagliafico, 1 tel. 0781/854009 (0039 0781 854009)<br />

Associazione Operatori Turistici e dei Servizi di Carloforte - La Verde<br />

Isola<br />

Tel/Fax: +39 0781856722 - via Roma, 6 -09014 CARLOFORTE<br />

(Sardinia-ITALY)<br />

prosegue verso est, percorrendo<br />

un canalone il cui fondo è<br />

circa a trenta metri di profondità,<br />

con grandi massi accatastati<br />

che creano passaggi suggestivi.<br />

Grandi placche di spugne<br />

incrostanti si alternano ad<br />

estese colonie di Parazoanthus<br />

IL CLIMA<br />

L’Isola di San Pietro gode del dolce<br />

clima Mediterraneo, con caratteristiche<br />

meteo marine tipiche delle medie<br />

latitudini, una ventilazione notevole,<br />

predominanza di giornate serene<br />

(mediamente nell’isola di San Pietro si<br />

contano 250 giornate serene o poco<br />

nuvolose contro 85 piovose) ed una<br />

scarsa umidità relativa. Il Maestrale è<br />

il vento dominante con una frequenza<br />

del 35%, seguito dai venti del II e III<br />

quadrante con un 15%, concentrati in<br />

primavera ed autunno.<br />

axinellae. Si trovano qua e là<br />

concentrazioni di ricci diadema<br />

(Centrostephanus longispinus)<br />

che in quest’area sembrano<br />

essere tutt’altro che rari. La vita<br />

è realmente esplosiva, soprattutto<br />

quando c’è corrente.<br />

Tutto attorno è un turbinio di<br />

pesci grandi e piccoli, dalle<br />

donzelle ai saraghi, dalle castagnole<br />

alle occhiate, dalle cernie<br />

ai barracuda mediterranei.<br />

L’immersione prosegue risalendo<br />

progressivamente di quota<br />

fino ad arrivare alla cima dell’ancora<br />

dove ci aspetta una<br />

sicura decompressione.


Immersioni<br />

Caccia fotosub<br />

Trofeo Stella Maris a Marina di Arbus<br />

Testo e foto di Angelo Fiori<br />

L o<br />

scorso 20 giugno si è<br />

svolto a Marina di Arbus<br />

il primo Trofeo Stella<br />

Maris, gara di caccia fotografica<br />

subacquea, valida come<br />

prova di selezione per il campionato<br />

italiano di categoria. La<br />

manifestazione, organizzata dal<br />

circolo subacquei Arbus, è<br />

stata caratterizzata da condizioni<br />

meteomarine sfavorevoli: un<br />

forte vento da nord-ovest in<br />

aumento rendeva impossibile<br />

lo svolgimento della gara nel<br />

campo prescelto. La competizione<br />

si è svolta comunque<br />

regolarmente nel campo gara di<br />

riserva, in un ridosso poco<br />

distante. Nelle quattro ore a<br />

disposizione i concorrenti<br />

hanno dovuto fare i conti con<br />

acqua torbida e una forte corrente,<br />

determinanti sulla qualità<br />

del “carniere”. La giuria,<br />

presieduta da Alberto Sechi,<br />

tenuto conto delle indubbie<br />

difficoltà incontrate dagli atleti,<br />

dopo un’attenta visione delle<br />

62<br />

diapositive presentate, decretava<br />

la vittoria di Angelo Fiori del<br />

Club il Pescatore di Alcamo,<br />

con 1434 punti e 22 specie<br />

valide. Al secondo posto, con<br />

1006 punti, Palla del Circolo<br />

Subacquei Arbus (CISA),<br />

seguito da Turano, del Club il<br />

Golfo di Palermo, con 982<br />

punti. Quarto Concas del<br />

C.I.S.A, 5° Sardu, C.I.S.A., 6°<br />

Sechi, Corallo Sub Alghero, 7°<br />

Lobrano, Corallo Sub Alghero,<br />

8° Sotgiu, Corallo Sub Alghero.<br />

Hanno vigilato sulla sicurezza<br />

della manifestazione i<br />

Carabinieri Subacquei ed un<br />

ambulanza dei Volontari del<br />

soccorso di Arbus.<br />

La caccia fotosub, affascinante<br />

sport subacqueo, nasce dal<br />

matrimonio tra la pesca sub e<br />

la fotografia. Scopo della competizione<br />

e quello di immortalare<br />

il maggior numero di specie<br />

ittiche, avendo a disposizione<br />

quattro ore di tempo ed una<br />

pellicola da 36 fotogrammi. Al<br />

Triglia di scoglio (mullus surmuletus).<br />

termine della gara i rullini<br />

impressionati sono sviluppati e<br />

restituiti ai concorrenti per la<br />

scelta delle diapositive da presentare<br />

alla giuria. Le foto valide<br />

devono essere perfettamente<br />

a fuoco ed esposte correttamente;<br />

inoltre il soggetto deve<br />

occupare almeno un quarto del<br />

fotogramma. Il regolamento<br />

divide le specie dei pesci in tre<br />

gruppi, in base alle difficoltà di<br />

reperimento e ripresa delle<br />

medesime, attribuendo i coefficienti<br />

2, 4 e 6. La giuria è composta<br />

da cinque giudici che<br />

esprimono una votazione da<br />

zero a 10 per ogni foto valida; la<br />

somma dei voti è poi moltiplicata<br />

per il coefficiente di specie.<br />

Addizionando i punteggi<br />

delle singole foto si ottiene il<br />

punteggio finale. L’attrezzatura<br />

base del cacciatore fotosub<br />

consiste in una macchina fotografica<br />

reflex con un obbiettivo<br />

macro (da 90 a 105mm), una<br />

custodia stagna ed un buon<br />

flash. Per ottenere buoni risultati<br />

non è tuttavia sufficiente<br />

conoscere le regole ed avere<br />

una buona attrezzatura; occorre<br />

unire, alle doti atletiche e di<br />

acquaticità, un’ottima conoscenza<br />

del mondo marino e dei<br />

suoi abitanti, affrontando l’ambiente<br />

subacqueo con profondo<br />

amore e rispetto.<br />

Seppia (sepia officinalis).<br />

A destra.<br />

Scorfanotto (scorpanea notata)


Pesca<br />

Dentice<br />

Testo e foto di Paolo Pintus<br />

Dentex Dentex<br />

Dentul<br />

S e<br />

c’è un pesce che assomiglia<br />

agli abitanti<br />

umani della nostra isola,<br />

questo è il Dentice.<br />

Lunatico, sguardo sereno,<br />

aggressivo e potente.<br />

Alla pesca del Dentice, che<br />

può agevolmente superare i 10<br />

Kg di peso, ho applicato diverse<br />

tecniche ed è sicuramente la<br />

traina quella che mi ha dato<br />

maggiori risultati, con esche<br />

che possono essere vive o artificiali.<br />

In Sardegna, alcune zone, sono<br />

particolarmente interessanti<br />

per i devoti di queste prestigiose<br />

prede. Ad esempio, le coste<br />

della Sardegna del Nord e<br />

Nord-Ovest hanno una conformazione<br />

tale che fornisce un<br />

habitat ideale per i nostri voraci<br />

predatori: infatti, l’alternanza<br />

di promontori, alte coste,<br />

spiagge, rapide cadute di fondale<br />

vicino alla costa e, soprattutto,<br />

secche molto isolate, alle<br />

volte molto al largo, favoriscono<br />

la circolazione delle correnti<br />

e la ossigenazione delle<br />

acque. Tutti elementi indispensabili<br />

per il fenomeno<br />

della mangianza, la presenza di<br />

piccoli pesci che sono le abituali<br />

prede del Dentice.<br />

Queste coste sono difatti ricche<br />

di numerosi esemplari. Il<br />

Dentice si fa portare dalle correnti,<br />

in branco, attraverso il<br />

Mediterraneo, e si disperde<br />

dagli<br />

altri<br />

quando incontra coste, come<br />

le nostre, ricche di cibo. Le<br />

zone indicate sulla cartina evidenziano<br />

le acque solitamente<br />

più frequentate dalla nostra<br />

potenziale preda.<br />

I Dentici, come la maggior<br />

parte dei pesci, sono molto<br />

sensibili alle variazioni di temperatura<br />

e, in linea di princi-<br />

pio, cercano gli strati d’acqua nei quali la temperatura<br />

è più alta. In estate e in autunno ad una<br />

profondità da 0-50 metri, in inverno e in primavera<br />

ad una profondità che va dai 40 ai 100<br />

metri. Con una sola eccezione: un periodo dell’anno,<br />

compreso tra marzo e aprile, in cui l’acqua<br />

è particolarmente fredda: allora i Dentici si<br />

portano sottocosta: mi è capitato di pescare dentici<br />

in tre metri d’acqua. Ma la vera stagione dei<br />

dentici inizia a manifestarsi a giugno, con un crescendo<br />

di possibilità di cattura fino a novembre.<br />

I pazienti agguati che il Dentex Dentex tende ai<br />

pesci e ai cefalopodi di cui si nutre, devono far<br />

riflettere il pescatore che voglia catturarlo.<br />

64 65


Barche<br />

Logulentu<br />

di Luigi Scotti<br />

Splendida barca<br />

per la crociera<br />

costiera<br />

con una punta<br />

di snobbismo.<br />

L ogulentu”<br />

è una piccola<br />

barca di taglio classico,<br />

lunga 6 metri e 90,<br />

costruita in legno di cedro a<br />

ordinate e fasciame, armata a<br />

sloop con randa al terzo, adatta<br />

alla crociera costiera estiva.<br />

Per noi italiani, popolo di<br />

motoscafisti di plastica dell’ultim’ora,<br />

si tratta di uno<br />

scafo piuttosto inusuale, ma<br />

basta sfogliare una qualsiasi<br />

rivista inglese o francese<br />

come “Classic Boat” o<br />

“Chasse <strong>Mare</strong>e”, per trovare<br />

tante foto e disegni di barche<br />

che le assomigliano.<br />

Ci sono piccoli cutter con<br />

armo aurico completo di randa<br />

e controranda, conotti bretoni<br />

armati al terzo come le famose<br />

“Bisquines”, e molte altre barche<br />

tradizionali, riprodotte in<br />

versione da diporto, spesso<br />

costruite in vetroresina ma<br />

senza mai rinunciare alle rifiniture<br />

di legno ed alla linea<br />

classica.<br />

“Logulentu”, che mi sono<br />

divertito a progettare e costruire<br />

in un angolo della campagna<br />

sassarese da cui prende il<br />

nome, è una libera interpreta-<br />

66<br />

zione, in chiave mediterranea,<br />

di questo genere di barca.<br />

Rispetto ai modelli inglesi e<br />

bretoni, fedeli ai tipi tradizionali<br />

locali ed adatti alla navigazione<br />

nel mare del Nord e<br />

nella Manica, “Logulentu” è<br />

più mediterranea: ha un dislocamento<br />

più leggero, un piano<br />

velico generoso per sfruttare le<br />

nostre brezze, ma facilmente<br />

riducibile in caso di improvvise<br />

sventolate, e le linee d’acqua<br />

più lunghe possibile, per<br />

abbreviare gli inevitabili tra-<br />

sferimenti a motore.<br />

Chiglia lunga con zavorra<br />

esterna (250 kg) e basso<br />

pescaggio (70 cm) ma senza<br />

deriva mobile per una maggiore<br />

semplicità costruttiva e per<br />

non sacrificare gli interni: queste<br />

le caratteristiche salienti<br />

del progetto.<br />

Nell’architettura degli interni<br />

e della coperta, sono state privilegiate<br />

le zone aperte, con<br />

un pozzetto molto ampio, invidiabile<br />

anche da imbarcazioni<br />

di dimensioni ben maggiori, e<br />

spazi liberi in coperta per<br />

sdraiarsi al sole.<br />

All’interno trovano posto due<br />

comode cuccette (2m x 70<br />

cm!) un tavolo da<br />

carteggio con cassetti,<br />

una zona cucina<br />

con fornello, ripostiglio<br />

ed ampia ghiacciaia.<br />

Per i servizi,<br />

non essendovi gli<br />

spazi per un locale<br />

separato, ho optato<br />

per il più spartano<br />

(ma forse più igienico)<br />

secchio; ciò non<br />

toglie che un wc<br />

marino a scomparsa<br />

possa essere sistemato<br />

sotto il piano<br />

delle cuccette.<br />

Costruita a tempo di<br />

record e varata nel<br />

luglio ‘99, “Logulentu” non ha<br />

deluso le aspettative, dimostrandosi<br />

stabile di rotta,<br />

capace di risalire il vento con<br />

sicurezza e buon passo nonostante<br />

l’assenza di una deriva<br />

profonda, e di ottimi spunti<br />

velocistici nelle andature portanti.<br />

Il motore entrobordo,<br />

un Vetus bicilindrico da 10 cv,<br />

assicura una velocità di crociera<br />

di 6 nodi e mezzo, più<br />

che rispettabile per una barca<br />

che non arriva ai 7 metri di<br />

lunghezza.<br />

Con mare formato, grazie al<br />

dislocamento leggero ad ai<br />

generosi volumi, si solleva sull’onda<br />

con facilità, mantenendosi<br />

relativamente asciutta.<br />

67


Barche<br />

68<br />

LOGULENTU<br />

“LOGULENTU”<br />

CARATTERISTICHE<br />

Lunghezza dello scafo<br />

m 6.90<br />

Larghezza massima<br />

m 2.50<br />

Immersione<br />

m 0.70<br />

Dislocamento<br />

kg 1400<br />

Superficie velica<br />

mq 34.0<br />

Motore entrobordo<br />

cv 10<br />

Testo di Sergio Casano<br />

Foto di Sandro Re<br />

Rombano<br />

al Poetto<br />

Al Poetto rombano i motori.<br />

Per il secondo anno; il 5 e il 6<br />

giugno, lo stabilimento<br />

dell’Associazione Neptune<br />

Club ha fatto da scenario alla<br />

terza prova del campionato ita-<br />

liano di moto d’acqua, inserita<br />

nella settimana degli sport<br />

motoristici acquatici.<br />

La spettacolare manifestazione,<br />

che ha richiamato sull’arenile<br />

tantissimi appassionati, è<br />

stata patrocinata dall’assessorato<br />

allo sport<br />

della Regione,<br />

dal<br />

Comune di<br />

Q u a r t u<br />

Sant’Elena e<br />

dalla Federazioneitaliana<br />

e internazionale<br />

di<br />

motonautica.<br />

Per alcuni<br />

giorni, il tratto<br />

di mare e<br />

la spiaggia<br />

adiacente al<br />

Margine<br />

Rosso si sono<br />

trasformati in<br />

un vero e<br />

proprio vil-<br />

laggio, con<br />

box, gazebo e<br />

camper dei vari team giunti da<br />

ogni parte d’Italia: “Il mare di<br />

Quartu è ormai diventato un<br />

campo ideale per le moto d’acqua<br />

- dice Fabio Petruzzo, presidente<br />

del Neptune Club,<br />

pilota e delegato regionale della<br />

Federazione - che, se inserite<br />

nel contesto giusto, vengono<br />

apprezzate anche da coloro che<br />

le ritenevano elemento di<br />

disturbo. In Sardegna, come<br />

accaduto lo scorso anno, sono<br />

giunti tutti i big della specialità,<br />

offrendo uno spettacolo<br />

mozzafiato nelle varie gare che<br />

si sono via via susseguite<br />

durante tutta la settimana”.<br />

Al Poetto era presente il ghota<br />

delle moto d’acqua, con in testa<br />

i piloti lombardi, grandi protagonisti<br />

nella classe Stock 785.<br />

A confermarsi campione è<br />

Motonautica<br />

stato il milanese Cesare<br />

Vismara. Vittorioso nella seconda<br />

manche della Ski Stock 785<br />

anche Fabio Petruzzo, pilota<br />

sardo da cui ci si aspettava di<br />

più, quinto in classifica generale.<br />

In campo femminile, invece,<br />

Alessia Idà, campionessa<br />

europea, napoletana, portacolori<br />

della Canottieri Irno, ha<br />

dominato nella classe Ski<br />

Limited.<br />

Grande entusiasmo, infine, tra<br />

il pubblico per le evoluzioni del<br />

free style, specialità inserita per<br />

la prima volta nella manifestazione,<br />

nella quale si è imposto<br />

il romano Federico Buffacchi.<br />

Soddisfazione per gli organizzatori,<br />

che per l’anno prossimo,<br />

sperano di portare in Sardegna<br />

il campionato europeo.


La Posta<br />

dei Lettori<br />

SINTESI DI UN’OPERAZIONE<br />

EDITORIALE<br />

Ho avuto modo di avere fra le<br />

mani la vostra rivista che ho<br />

trovato nuova, fresca, compatta<br />

e semplicemente piacevole.<br />

Lo sforzo editoriale non è certo<br />

di poco peso ma la grafica e la<br />

lettura semplice ed immediata<br />

non potrà che essere recepita<br />

dal lettore meno esperto e più<br />

scafato di cose del<br />

mare…nostrum e tutto perché<br />

rimanga mare di tutti.<br />

Auguri, congratulazioni e in<br />

chiappa alla balena.<br />

Giuseppe Bassu<br />

Questa non è una lettera alla<br />

redazione, è una sintesi analitica<br />

dell’operazione editoriale di<br />

<strong>Mare</strong> nostrum.<br />

Il gentile lettore ha toccato in<br />

cinque righe tutti gli aspetti e le<br />

problematiche della nostra rivista.<br />

Tecnici, redazionali e perfino<br />

cabalistici, in chiappa alla<br />

balena, ultimo ma non trascurabile<br />

elemento che rientra nell’economia<br />

del discorso su una iniziativa<br />

editoriale come questa.<br />

COL<strong>LA</strong>BORAZIONE TECNICA<br />

Caro <strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong>,<br />

Nonostante non viva in<br />

Sardegna ad essa sono particolarmente<br />

legato praticamente<br />

da sempre. Devo complimentarmi<br />

per la bella rivista e per<br />

l’ancor più utile sito internet che<br />

mi legano alla mia Sardegna<br />

mentre sono qui (a Genova) a<br />

lavorare. Spero che la diffusione<br />

nel tempo possa crescere e che<br />

la rivista diventi un punto di riferimento<br />

per chi come me si<br />

sente parte di un circolo velico<br />

sardo pur non potendolo frequentare<br />

assiduamente (ho particolarmente<br />

gradito l’articolo<br />

sullo YC Alghero).<br />

Ho notato che state cercando<br />

collaboratori e ritengo che<br />

attraverso l’elettronica anch’io<br />

da qui possa offrire il mio contributo.<br />

Visto che sono fresco di<br />

studi (mi sono laureato in ingegneria<br />

navale un anno fa) posso<br />

offrire un supporto tecnico<br />

magari cercando di spiegare<br />

senza troppe formule matematiche<br />

o complicati algoritmi<br />

come funziona una vela, come<br />

sta a galla una barca o come si<br />

calcola la sua resistenza al<br />

moto.<br />

Buon vento<br />

Cesare Mario Rizzo<br />

Ricevere i complimenti da un<br />

esperto o neo esperto<br />

(Ingegnere navale da un anno)<br />

è, per noi, una conferma e un<br />

incoraggiamento verso la strada<br />

che abbiamo intrapreso.<br />

Speriamo in un prossimo futuro<br />

di riuscire ad attivare una prolifica<br />

collaborazione col nostro lettore<br />

per arricchire <strong>Mare</strong><br />

nostrum di articoli tecnici in<br />

grado di soddisfare i lettori più<br />

attenti. Per individuare quali<br />

sono gli interessi dei lettori che<br />

ci seguono è importante che ci<br />

scriviate, domandando, affermando<br />

o semplicemente<br />

discorrendo con noi.<br />

SPONSOR WANTED<br />

Cerco sponsor per la stagione<br />

di regate dell’anno 2000 nella<br />

classe olimpica laser. Il mio programma<br />

prevede: 1) partecipazione<br />

alle regate regionali che si<br />

svolgeranno nei mesi che vanno<br />

da Marzo a Ottobre in otto località<br />

della Sardegna, comprese<br />

Alghero e Stintino; 2) partecipazione<br />

al Campionato Italiano<br />

Classi Olimpiche che si svolgerà<br />

a Cagliari ai primi di Giugno del<br />

prossimo anno, con la presenza<br />

dei più quotati atleti Italiani che<br />

Domande, suggerimenti,<br />

contestazioni, novità, curiosità?<br />

Aspettiamo le vostre lettere per<br />

pubblicarle su queste pagine…<br />

andranno alle Olimpiadi di<br />

Sidney. 2000. 3) partecipazione<br />

alle regate nazionali di Italia<br />

Cup e alle tappe Italiane del circuito<br />

Olimpico Europeo di<br />

Anzio e Andora. Il mio programma<br />

di allenamento prevede tre<br />

giorni alla settimana di allenamento<br />

in barca nelle acque di<br />

Alghero.<br />

I miei risultati degli ultimi anni<br />

sono:<br />

Anno 1997: Seconda posizione<br />

nel Campionato Regionale con<br />

8 podi su 8 prove; nel dettaglio,<br />

1 primo, 4 secondi e 3 terzi;<br />

Anno 1998: Terza posizione nel<br />

Campionato Regionale con 5<br />

podi su 8 prove; 1 primo nella<br />

regata di Alghero, 1 secondo e<br />

2 terzi.<br />

Secondo posto nel Campionato<br />

Regionale Mach Race Laser<br />

(stessa formula uno contro uno<br />

con cui si correrà la America’s<br />

Cup 1999-2000).<br />

Sesto posto con un primo parziale<br />

nel Campionato Italiano<br />

Universitario Laser a Palermo<br />

nelle giornate dal 23/3 al 26/3.<br />

Anno 1999: Seconda posizione<br />

provvisoria, ad una prova dalla<br />

fine, nel Campionato Regionale<br />

con 6 podi su 7 prove disputate;<br />

1 primo nella prova di Alghero,<br />

2 secondi e 3 terzi.<br />

Primo classificato come timoniere<br />

dell’equipaggio di<br />

Economia alla prima edizione<br />

della Regata delle Facoltà organizzata<br />

dal CUS Sassari e che si<br />

è svolta nelle acque di Fertilia.<br />

Per contattarmi il numero di Tel.<br />

è 0349-5877842 e l’ indirizzo di<br />

posta elettronica è HYPERLINK<br />

mailto:amasal@tiscalinet.it<br />

SCRIVETECI<br />

<strong>Mare</strong> nostrum editrice<br />

Via P. Iolanda, 77 - 07100 Sassari<br />

E-mail: lettori@marenostrum.it<br />

Pagine<br />

di mare<br />

GENTE DI MARE IN SARDEGNA<br />

L’impegno scientifico di<br />

Gabriella Mondardini Morelli,<br />

antropologa dell’Università di<br />

Sassari, per l’antropologia<br />

marittima e la cultura del mare<br />

della Sardegna è noto. I lavori<br />

che ha dedicato a questo<br />

tema dimostrano, oltre l’impegno<br />

scientifico, un sicuro<br />

amore per il mare.<br />

Questo volume si colloca<br />

come tappa importante di<br />

questo percorso conoscitivo.<br />

Descrive, in una prima parte,<br />

l’etnografia dei mestieri del<br />

mare, nasse, reti, e palamiti e i<br />

saperi che intervengono.<br />

Nella seconda sezione,<br />

“antropologia dei saperi dei<br />

luoghi e dei corpi”, analizza i<br />

tre elementi che intervengono<br />

nella pesca: la barca, i maestri<br />

d’ascia, il territorio mare, le<br />

abilità corporee del pescatore.<br />

Il discorso sulla corporeità<br />

è articolato e argomentato<br />

con sensibilità rara: “con o<br />

senza rappresentazione verbale,<br />

la pedagogia dei pescatori<br />

possiede un campo<br />

semantico professionale che<br />

si esprime in un sapere speciale<br />

dei sensi, come quel<br />

saper vedere e quel saper<br />

sentire di cui si è detto”.<br />

Un libro scientifico che<br />

appassiona.<br />

Angolo di recensioni<br />

e letture<br />

L’AMBIENTE MARINO DEL<strong>LA</strong> SARDEGNA<br />

Il formato tascabile di<br />

questo volume dei<br />

Quaderni di Natura apre<br />

con un’introduzione dedicata<br />

al rapporto che l’uomo,<br />

in Sardegna, ha sempre<br />

avuto con il mare nel<br />

corso dei millenni.<br />

Il libro racconta il mare<br />

con bellissime immagini<br />

dedicate alle coste della<br />

Egidio Trainito<br />

L’ambiente marino della<br />

Sardegna<br />

Collana “Quaderni di<br />

natura” diretta da Renato<br />

Brotzu<br />

Edizioni Il Maestrale –<br />

Nuoro<br />

Lire 25.000<br />

Sardegna con le sue spiagge,<br />

le piccole isole, i suoi abitanti<br />

marini e la presenza oramai<br />

diventata mito della foca<br />

monaca.<br />

E’ una guida divulgativa alla<br />

natura marina che si distingue<br />

per la qualità, fotografica,<br />

grafica e redazionale.<br />

Le schede dedicate alla presenza<br />

dei grandi Cetacei, sino<br />

ai minuscoli organismi che<br />

abitano quel profondo orizzonte<br />

che separa la luce dal<br />

buio dell’abisso, sono leggibili<br />

e piacevoli senza trascurare<br />

il rigore contenutistico.<br />

Questo libro di Egidio<br />

Trainito coniuga utilità e bellezza,<br />

contenuti e facilità di<br />

lettura.<br />

Gabriella Mondardini Morelli<br />

Gente di <strong>Mare</strong> in Sardegna<br />

Antropologia dei saperi dei<br />

luoghi e dei corpi<br />

Istituto Superiore Regionale<br />

Etnografico Lire 25.000


Circoli<br />

e Associazioni<br />

Notiziario<br />

Cari soci, quest’estate il nostro<br />

club ha marciato con una<br />

buona brezza che ci ha<br />

permesso di raggiungere<br />

dei significativi<br />

risultati.<br />

Innanzi tutto l’affiliazione<br />

alla F.I.V.,<br />

ottenuta all’inizio<br />

dell’anno. Il nostro<br />

primo socio a rappresentare<br />

il circolo<br />

alle regate è stato<br />

Alessandro Scancella, 13 anni,<br />

che ha partecipato, insieme<br />

con Marco Federici del CNT, al<br />

Campionato Zonale Optimist<br />

di Porto Rotondo del 18 e 19<br />

settembre. In secondo luogo<br />

l’apertura della sede sociale a<br />

Sassari, in via 4 Novembre 45,<br />

che sarà pienamente operativa<br />

al momento della stampa di<br />

questo numero di <strong>Mare</strong><br />

<strong>Nostrum</strong>, un piccolo spazio<br />

che rimarrà aperto due volte<br />

alla settimana per consentire<br />

ai soci di incontrarsi, informarsi<br />

sulle nostre attività, e partecipare<br />

anche in prima persona<br />

all’organizzazione<br />

delle attività sociali.<br />

Per quel che riguarda<br />

l’orario si pensa al<br />

martedì e giovedì<br />

dalle 19 alle 21, ma gli<br />

orari definitivi saranno<br />

decisi secondo le<br />

disponibilità dei soci<br />

e verranno indicati<br />

nella bacheca, mentre<br />

negli altri giorni la<br />

sede sarà a disposizione<br />

per corsi ed<br />

altre attività. La<br />

Scuola Vela, organizzata<br />

in collaborazione<br />

con il Circolo Nautico<br />

Torres presso la<br />

nostra base nautica<br />

nel porticciolo dell’Ancora, a<br />

Stintino, ha funzionato dai<br />

primi di maggio a pieno ritmo,<br />

sostenuta dall’impegno dei<br />

due istruttori Paolo<br />

Ajello e Dino<br />

C o n c a s .<br />

Un’ottantina di<br />

allievi suddivisi nei<br />

due circoli. Questi<br />

hanno seguito sia<br />

i corsi per bambini<br />

su Optimist che<br />

quelli per ragazzi<br />

e adulti su 4.20,<br />

Flying Junior, Vaurien, Topper<br />

e Laser. Tutte le domeniche<br />

sono stati organizzati degli<br />

allenamenti in Laser, in pratica<br />

delle vere e proprie regatine,<br />

che hanno conseguito un<br />

discreto successo, e che<br />

potranno continuare per gran<br />

parte dell’anno. Anche un<br />

gruppo di laseristi del Nord<br />

Sardegna ha deciso di allenarsi<br />

nelle nostre acque attirato<br />

dalle favorevoli condizioni<br />

meteomarine, e ha ottenuto la<br />

nostra ospitalità, costituendo<br />

per i nostri soci un ottima<br />

occasione di emulazione e<br />

Per inviare il materiale<br />

<strong>Mare</strong> nostrum editrice<br />

Via P. Iolanda, 77 - 07100 Sassari<br />

E-mail: circoli@marenostrum.it<br />

miglioramento.<br />

I programmi per i prossimi<br />

mesi vertono essenzialmente<br />

su due punti: da un lato proseguire<br />

le attività in mare nei fine<br />

settimana a Stintino con la<br />

scuola vela per derive e cabinati,<br />

proseguendo anche il servizio<br />

di accompagnamento<br />

per bambini e ragazzi da<br />

Sassari e P. Torres, e dando vita<br />

a due gruppi agonistici per<br />

Optimist e Laser che possano<br />

partecipare alle regate e agli<br />

allenamenti regionali e che si<br />

allenino con continuità.<br />

Dall’altro avviare una attività<br />

continuativa a terra, presso la<br />

nostra sede, consistente in<br />

incontri, conferenze e corsi. A<br />

questo proposito sono già in<br />

cantiere i corsi di meteorologia<br />

nautica, di regolamento e<br />

tattica basilare di regata e di<br />

patente nautica. Chi fosse<br />

interessato può rivolgersi presso<br />

la sede o contattare Paolo<br />

Ajello allo 03389400906 o<br />

0336413917. Rimane inoltre<br />

attivo il nostro recapito di<br />

posta elettronica:<br />

ycsassari@tiscalinet.itx<br />

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con<br />

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Eventi<br />

Circoli<br />

Charter<br />

Mercato nautico<br />

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News letter<br />

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