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in sovraccoperta: Elaborazione della Gioconda di ... - Giano Bifronte

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un'<strong>in</strong>formazione così importante che la sua protezione era la ragione dell'esistenza stessa <strong>della</strong><br />

fratellanza.<br />

«Quando avremo <strong>in</strong> mano la chiave <strong>di</strong> volta» <strong>di</strong>sse il Maestro «saremo a un solo passo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza<br />

dal nostro obiettivo.»<br />

«Siamo più vic<strong>in</strong>o <strong>di</strong> quanto lei non pensi. La chiave <strong>di</strong> volta è qui a Parigi.»<br />

«Parigi? Incre<strong>di</strong>bile. Sembra pers<strong>in</strong>o troppo facile.»<br />

Silas riferì gli ultimi avvenimenti <strong>della</strong> notte; come tutt'e quattro le vittime, negli istanti<br />

precedenti la morte, avessero <strong>di</strong>speratamente cercato <strong>di</strong> ricomprarsi la loro vita senza Dio<br />

raccontando il loro segreto. Ciascuno aveva detto a Silas la stessa cosa: che la chiave <strong>di</strong> volta era<br />

astutamente nascosta <strong>in</strong> un punto preciso <strong>di</strong> una delle antiche chiese <strong>di</strong> Parigi, quella <strong>di</strong> Sa<strong>in</strong>t-<br />

Sulpice.<br />

«Dentro una casa del Signore!» esclamò il Maestro. «Quanto si prendono gioco <strong>di</strong> noi!»<br />

«Come hanno fatto per secoli.»<br />

Il Maestro tacque, come per godersi appieno il trionfo <strong>di</strong> quel momento. Inf<strong>in</strong>e parlò: «Hai reso<br />

un grande servizio a Dio. Abbiamo atteso per secoli questo momento. Devi recuperare la pietra<br />

per me. Imme<strong>di</strong>atamente. Questa notte stessa. Tu sai qual è la posta».<br />

Silas sapeva che la posta era <strong>in</strong>estimabile, ma quanto gli chiedeva il Maestro gli pareva<br />

impossibile. «Quella chiesa è una fortezza, soprattutto <strong>di</strong> notte. Come faccio a entrare?»<br />

Con il tono sicuro <strong>di</strong> sé delle persone importanti, il Maestro gli spiegò che cosa dovesse fare.<br />

Quando Silas chiuse la comunicazione, la sua pelle fremeva nell'attesa.<br />

"Un'ora" ripeté a se stesso, lieto che il Maestro gli avesse concesso il tempo <strong>di</strong> fare la necessaria<br />

penitenza, prima <strong>di</strong> entrare <strong>in</strong> una casa <strong>di</strong> Dio. "Devo purgare la mia anima dei peccati <strong>di</strong><br />

quest'oggi." I peccati da lui commessi avevano uno scopo santo. Le azioni <strong>di</strong> guerra contro i nemici<br />

<strong>di</strong> Dio si effettuavano da secoli. Il perdono era assicurato.<br />

Eppure, come Silas sapeva, l'assoluzione richiedeva un sacrificio.<br />

Dopo avere chiuso gli scuri, si spogliò e si <strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhiò al centro <strong>della</strong> stanza. Guardando <strong>in</strong> basso,<br />

osservò il cilicio legato alla coscia. Tutti i veri seguaci <strong>della</strong> Via portavano quello strumento, una<br />

fascia <strong>di</strong> cuoio irta <strong>di</strong> unc<strong>in</strong>i metallici che <strong>in</strong>cidevano la pelle come cont<strong>in</strong>uo memento delle<br />

sofferenze <strong>di</strong> Cristo. Il dolore causato dagli unc<strong>in</strong>i aiutava anche a v<strong>in</strong>cere i desideri <strong>della</strong> carne.<br />

Sebbene Silas, quel giorno, avesse portato il cilicio per più delle due ore richieste, sapeva che si<br />

trattava <strong>di</strong> una giornata particolare. Prese la fibbia e la str<strong>in</strong>se <strong>di</strong> un foro, serrando i denti<br />

quando gli unc<strong>in</strong>i gli entrarono ancora più profondamente nella carne. Esalando lentamente il fiato,<br />

assaporò il dolore come rito <strong>di</strong> purificazione.<br />

"Il dolore è buono" sussurrò fra sé, ripetendo le sacre parole <strong>di</strong> padre Josemaría Escrivàààà, il<br />

Maestro dei Maestri. Anche se Escrivààààà era morto nel 1975, la sua saggezza era<br />

sopravvissuta, le sue parole erano ancora sussurrate da migliaia <strong>di</strong> servitori fedeli, <strong>in</strong> tutto il<br />

globo, quando si <strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhiavano per terra ed eseguivano la sacra pratica nota come<br />

"mortificazione corporale".<br />

Silas rivolse ora l'attenzione a una grossa corda annodata, arrotolata con precisione sul<br />

pavimento accanto a lui. La "<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a". I no<strong>di</strong> erano sporchi <strong>di</strong> sangue rappreso. Ansioso <strong>di</strong><br />

giungere alla purificazione attraverso il dolore, Silas recitò una breve preghiera. Poi, afferrata la<br />

corda, chiuse gli occhi e si sferzò con violenza la schiena, <strong>in</strong> modo da sentire i no<strong>di</strong> ferirgli la<br />

pelle. Una seconda sferzata gli lacerò la carne. Poi un'altra e un'altra.<br />

"Castigo corpus meum."<br />

E <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e sentì scorrere il sangue

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