ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio
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L’imbocco della cava <strong>di</strong> pietra ollare Fratelli<br />
Gaggi, all’Alpe Pirlo, l’unica ancora in attività.<br />
Foto C. Bedogné.<br />
A destra: veduta <strong>di</strong> una cava <strong>di</strong> Granito <strong>di</strong> San<br />
Fedelino nei pressi <strong>di</strong> Novate Mezzola. Foto E.<br />
Sciesa.<br />
razione ed insieme con un certo <strong>di</strong>sappunto al più straor<strong>di</strong>nario ritrovamento<br />
<strong>di</strong> minerali da collezione mai effettuato in Valmalenco: «L’amico Ing. Luigi<br />
Magistretti, desideroso <strong>di</strong> possedere qualche bel campione <strong>di</strong> Demantoide, volle<br />
recentemente far eseguire delle apposite ricerche in località da me in<strong>di</strong>cata, ricerche<br />
che gli fruttarono l’insperata fortuna <strong>di</strong> possedere ora i cristalli <strong>di</strong> Demantoide<br />
più belli e più grossi a mia conoscenza». Le ricerche furono compiute nel 1947<br />
da alcuni minatori <strong>di</strong> Lanzada, sotto la guida <strong>di</strong> un impresario <strong>di</strong> Tresivio, A.<br />
Gianoncelli, nella impervia miniera <strong>di</strong> amianto dello Sferlùn. Alcuni degli eccezionali<br />
campioni che vennero raccolti sono ora esposti presso la Sezione <strong>di</strong><br />
Mineralogia del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra dell’Università <strong>di</strong> Milano.<br />
Il Sigismund, in un articolo pubblicato sulla Rassegna Economica della C.C.I.A.A.<br />
<strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong> nel 1953, elenca 114 minerali <strong>di</strong>versi rinvenuti in provincia, oltre a<br />
numerose varietà. La sua collezione, dettagliatamente descritta in un volume<br />
curato da C. M. Gramaccioli, docente all’Università <strong>di</strong> Milano, è ora esposta in<br />
un corridoio del Politecnico Federale <strong>di</strong> Zurigo ed, in parte, al Museo Etnografico<br />
<strong>di</strong> Chiesa. È gra<strong>di</strong>to ricordare che anche un appassionato ricercatore valtellinese,<br />
purtroppo scomparso prematuramente, G. Miotti, su <strong>di</strong> un numero de<br />
La Valtellina traccia un quadro della geologia della Valmalenco e delle località<br />
mineralogiche allora conosciute. L’opera <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione del Sigismund e del<br />
Miotti viene continuata da alcuni articoli, opuscoli e guide a firma <strong>di</strong> collezionisti<br />
sondriesi, come G. Guicciar<strong>di</strong> e F. Benetti.<br />
La ricchezza mineralica della Valchiavenna e della Val Masino comincia a delinearsi<br />
intorno al 1960, per merito <strong>di</strong> alcuni infaticabili ricercatori locali. G. Perego,<br />
pioniere della mineralogia della Val Masino, rifornisce <strong>di</strong> importanti campioni i<br />
Musei <strong>di</strong> Morbegno e <strong>di</strong> San Martino. R. Tam, autore <strong>di</strong> significative scoperte in<br />
Val Bregaglia italiana, quello del Para<strong>di</strong>so <strong>di</strong> Chiavenna. D. Colzada cede l’intera<br />
collezione della Val Codera, con alcune straor<strong>di</strong>narie acquemarine, al Museo<br />
Civico <strong>di</strong> Storia Naturale <strong>di</strong> Milano. Il materiale da loro raccolto consente la stesura<br />
<strong>di</strong> numerosi articoli e <strong>di</strong> due guide mineralico-turistiche, gli «Itinerari mineralogici<br />
della Val Masino e bassa Valtellina» del Perego e gli «Itinerari mineralogici<br />
della Val Codera» <strong>di</strong> S. Ghizzoni. Di grande rilievo scientifico è soprattutto la<br />
definizione della chiavennite, scoperta nelle pegmatiti <strong>di</strong> Tanno, poco a monte<br />
<strong>di</strong> Chiavenna, quale minerale nuovo in natura (BONDI et al., 1983).<br />
In questi ultimi anni vengono compiuti stu<strong>di</strong> per “addetti ai lavori” che definiscono<br />
la natura <strong>di</strong> alcuni tra i minerali più rari della provincia, come la cancrinite-vishnevite<br />
(CRESPI et al., 1981), la calzirtite, la milarite e la compreignacite<br />
(BOSCARDIN et al., 1982), la lizar<strong>di</strong>te (MELLINI, 1984), le geikielite ed altri minerali<br />
<strong>di</strong> contatto (GIERÈ, 1986), varie specie manganesifere (MOTTANA et al., 1987), la<br />
helvite (CALLEGARI et al., 1990) e la tiragalloite (CALLEGARI et al., 1992). Alcuni <strong>di</strong><br />
questi articoli vengono pubblicati su «Il Naturalista Valtellinese - Atti del Mu<br />
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