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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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Nei detriti ai pie<strong>di</strong> della Piattagrande, a sud <strong>di</strong><br />

Sondalo, sono stati rinvenuti niti<strong>di</strong> cristalli <strong>di</strong><br />

brookite ed anatasio. Foto C. Bedogné.<br />

Nella pagina a fianco: un giacimento <strong>di</strong> ferro<br />

e rame si trova tra il secondo ed il terzo<br />

laghetto <strong>di</strong> Sassersa. Alcuni pozzi ed il rudere<br />

<strong>di</strong> una baracca ricordano gli antichi lavori <strong>di</strong><br />

escavazione mineraria. Foto C. Bedogné.<br />

Il filone del Dosso dei Cristalli, al Monte Motta<br />

in Valmalenco, racchiude cavità ricoperte da<br />

straor<strong>di</strong>nari cristalli <strong>di</strong> quarzo e <strong>di</strong> magnesite.<br />

Foto C. Bedogné.<br />

Nella pietra ollare affiorante presso il laghetto<br />

dell’Alpe Pirlo, in Valmalenco, sono stati<br />

rinvenuti niti<strong>di</strong> cristalli <strong>di</strong> ilmenite e <strong>di</strong><br />

anatasio. Foto C. Bedogné.<br />

Sasso <strong>di</strong> Chiesa: «I gruppi tabulari <strong>di</strong> ilmenite <strong>di</strong> Valle Malenco sono davvero notevoli<br />

per la loro bellezza. Le gran<strong>di</strong> facce splendono <strong>di</strong> un terso grigio acciaio<br />

caratteristico mentre un tenue velo iridescente riveste <strong>di</strong> colori vivi le più minute<br />

faccette che brillano <strong>di</strong> colori rosso-violacei, azzurri, ver<strong>di</strong>». A. Pelloux, capitano<br />

degli alpini che seppe meritarsi la libera docenza in mineralogia, stu<strong>di</strong>a<br />

gli insoliti cristalli <strong>di</strong> anatasio tabulare color miele raccolti nei pressi del laghetto.<br />

Persone bene informate riferiscono che il Magistretti vide brillare su <strong>di</strong> un<br />

sasso incastrato nel muro <strong>di</strong> una baita altri piccolissimi cristalli <strong>di</strong> anatasio.<br />

Dopo lunghe vicissitu<strong>di</strong>ni riuscì a rintracciare il proprietario della baita, la<br />

acquistò ad un prezzo <strong>di</strong> affezione, poi demolì il muro e potè finalmente recuperare<br />

gli agognati anatasi. Osservandoli al microscopio, si accorse che avevano<br />

un abito bipiramidale acuto, e non tabulare, per cui ritenne opportuno<br />

descriverli in un’altra monografia. Il Mauro, nel frattempo laureatosi in ingegneria,<br />

segnala sul Bollettino del C.A.I. i primi ritrovamenti in Valmalenco <strong>di</strong> vesuvianite<br />

e <strong>di</strong> rame nativo.<br />

In bassa Val Chiavenna conduce alcune campagne <strong>di</strong> ricerca E. Repossi, che si<br />

occupa del Granito <strong>di</strong> San Fedelino, dei calcefiri <strong>di</strong> San Giorgio e <strong>di</strong> Brugo, delle<br />

pegmatiti del Monte Matra, e rinviene alcuni minerali nuovi per la provincia,<br />

come la dumortierite ed il berillo. Importante è ancora il contributo svizzero,<br />

fornito questa volta da uno dei geologi più celebri, R. Staub, che tra il 1918 ed<br />

il 1924 approfon<strong>di</strong>sce le conoscenze del plutone Masino-Bregaglia e dell’aureola<br />

<strong>di</strong> contatto che l’avvolge.<br />

Negli anni tra le due guerre sulla mineralogia della provincia sembra comunque<br />

calare il silenzio. Vengono pubblicate solo le monografie dell’Artini sulla<br />

nesquehonite <strong>di</strong> Campo Franscia, <strong>di</strong> A. Cavinato sulla morenosite <strong>di</strong> Primolo,<br />

come minerale nuovo per l’Italia, e <strong>di</strong> M. A. De Angelis sulla vesuvianite dei giacimenti<br />

amiantiferi malenchi. È tuttavia in questo periodo che il Sigismund<br />

compie in Valmalenco e, spora<strong>di</strong>camente, in altre zone della provincia, le sue<br />

sistematiche ricerche; in quattro memorie, ricche <strong>di</strong> annotazioni cristallografiche,<br />

e<strong>di</strong>te tra il 1947 ed il 1949, segnala il ritrovamento <strong>di</strong> numerose località<br />

e specie nuove. Nella memoria su «Granato e Vesuvianite» accenna con ammi­<br />

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