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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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Civetta in località «Macello» a <strong>Sondrio</strong> alcuni<br />

anni fa. Sotto: piccione e, a destra, riccio che<br />

scende titubante le scale.<br />

Nella pagina a fianco: anche nelle nostre città<br />

ni<strong>di</strong>ficheranno le cicogne?<br />

In basso: faina sorpresa <strong>di</strong> notte.<br />

Animali in città «Niente <strong>di</strong>stingue gli uccelli<br />

dall'uomo più del modo in cui essi<br />

riescono a costruire lasciando<br />

indenne il paesaggio».<br />

R.S. Lynd<br />

Ci sono più persone o più animali nelle nostre città? La domanda, apparentemente<br />

scontata, ha una risposta inequivocabile e univoca: ci sono più animali.<br />

Intendendo naturalmente per animali quelli più in alto nella scala biologica,<br />

altrimenti la domanda è del tutto banale se si pensa che sulla pelle del nostro<br />

corpo vivono milioni <strong>di</strong> esseri microbici. Sto parlando <strong>di</strong> uccelli e mammiferi,<br />

<strong>di</strong> quella folla cioè <strong>di</strong> animali dei quali l’uomo citta<strong>di</strong>no spesso non si accorge<br />

neppure se passa loro accanto quoti<strong>di</strong>anamente.<br />

Tutti sanno però che in città vivono piccioni torraioli e passeri, a volte fasti<strong>di</strong>osi<br />

per le deiezioni che sporcano auto, davanzali e monumenti. Sono sotto i nostri<br />

occhi anche ron<strong>di</strong>ni, balestrucci e rondoni, e qualcuno <strong>di</strong> noi scruta ansiosamente<br />

il cielo in primavera per accertarsi che siano ancora <strong>di</strong> ritorno dalle aree<br />

<strong>di</strong> svernamento africane e siano anche numerosi rassicurandoci così sullo stato<br />

<strong>di</strong> salute dell’aria che ogni giorno «dopotutto» respiriamo, sull’abbondanza <strong>di</strong><br />

insetti dei quali si nutrono e che con pestici<strong>di</strong> e veleni sterminiamo.<br />

Ma quanti <strong>di</strong> noi si sono accorti che nei paraggi della piazza centrale o dei giar<strong>di</strong>ni<br />

pubblici un giorno stava passando una volpe, una faina, una donnola?<br />

Oppure che una civetta svolazzava in cerca <strong>di</strong> topi?<br />

Eppure ciò accade, anche se per questi animali è <strong>di</strong> rigore la «circolazione» a<br />

notte molto inoltrata. A mano a mano che ci si allontana dal centro comunque<br />

la concentrazione della popolazione animale aumenta: i merli si fanno frequenti,<br />

così ricci, arvicole, pipistrelli, storni, pettirossi, cincie, cardellini, qualche<br />

sparviero e gheppio.<br />

Ma quali sono le ragioni <strong>di</strong> questo inurbamento in zone dove la natura è più o<br />

meno cancellata, l’ambiente è ostico, rumoroso e super affollato dal nemico più<br />

avverso? In primo luogo perché ogni essere vivente, uomo compreso e a maggior<br />

ragione perché dotato <strong>di</strong> mezzi superiori, tende a <strong>di</strong>ffondersi occupando<br />

tutti gli spazi che siano compatibili con la propria presenza. Inoltre in periferia<br />

c’è una certa resistenza da parte degli animali all’invasione dei loro spazi<br />

che la crescita urbana comporta.<br />

In città, visto lo spreco che fa l’uomo, c’è cibo in abbondanza: panini abbandonati,<br />

spazzatura riposta in malo modo, becchime sparso a profusione, e questo<br />

è uno dei fattori più importanti. E da ultimo… non c’è la caccia: l’uomo si<br />

presenta più innocuo, inoffensivo e più generoso. Sono da ricordare comunque<br />

anche i gran<strong>di</strong> inconvenienti dell’abitare in città: fili tirati un po’ ovunque mietono<br />

numerosissime vittime tra gli uccelli; auto schiacciano ricci e uccelli; gatti<br />

acchiappano ni<strong>di</strong>acei…Con tutto ciò una cosa è certa: la popolazione animale<br />

in tutte le città sembra in costante espansione… o sono le città che si espandono?<br />

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