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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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«Non fu l’uomo a tessere la trama<br />

della vita, egli non è che un filo <strong>di</strong><br />

questa trama. Tutto ciò che fa alla<br />

trama lo fa a se stesso. Egli tratta<br />

sua madre, la terra, e suo fratello, il<br />

cielo, come cose che si comprano,<br />

si saccheggiano, si vendono. La sua<br />

voracità <strong>di</strong>vorerà la terra e lascerà<br />

<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé solo il deserto».<br />

Un capo pellerossa<br />

Lepre alpina in ottobre in muta autunnale e,<br />

sotto, lepre alpina in inverno (gennaio).<br />

Il mimetismo negli animali <strong>di</strong> alta montagna<br />

Alcuni animali che vivono permanentemente in montagna - aquila, sordone,<br />

fringuello alpino, arvicola - pur subendo un processo <strong>di</strong> rinnovamento stagionale<br />

delle penne o dei peli (muta), non variano granché il loro colore esterno.<br />

Altri invece assumono colorazioni abbastanza <strong>di</strong>fferenti da stagione a stagione;<br />

ne è un esempio il camoscio, bruno in estate e nero d’inverno, o il capriolo,<br />

rosso-bruno nella bella stagione e grigiastro con la neve e il freddo.<br />

Quattro animali abitanti delle altitu<strong>di</strong>ni fanno ben <strong>di</strong> più: «fondono» il loro colore<br />

con il terreno che li ospita attuando così un perfetto camuffamento. Sono<br />

un uccello e tre mammiferi: la pernice bianca (Lagopus mutus), la lepre alpina<br />

(Lepus timidus), l’ermellino (Mustela erminea) e la donnola (Mustela nivalis). Ma<br />

qual è la ragione <strong>di</strong> mute stagionali così drastiche? La maggior parte degli animali,<br />

se vuole sopravvivere e moltiplicarsi, deve <strong>di</strong>fendersi dai nemici, e il<br />

possedere sempre, o quasi, la stessa colorazione del substrato sul quale vivono<br />

- omocromia - rappresenta senz’altro una strategia <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa in più da aggiungere<br />

alle poche a loro <strong>di</strong>sposizione quali la repentina fuga e l’occultamento.<br />

Non sempre questo complicato meccanismo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa funziona; in alta montagna<br />

«il paesaggio» può passare dal verde al bianco in poche ore, ma l’abito dei<br />

quattro meravigliosi animali non può essere cambiato così repentinamente;<br />

supplirà l’astuzia che consiglierà loro <strong>di</strong> nutrirsi, se non sono bianchi, in prossimità<br />

<strong>di</strong> pareti rocciose libere dalla neve - pernice -, oppure <strong>di</strong> muoversi prevalentemente<br />

<strong>di</strong> notte - lepre, ermellino e donnola - quando il numero dei loro<br />

predatori in circolazione è minore.<br />

A volte, specie in autunno, accade il contrario; la neve tarda a venire e loro sono<br />

già completamente can<strong>di</strong><strong>di</strong>, <strong>di</strong>ventando così molto evidenti: i rischi che corrono,<br />

per un periodo che può essere anche molto lungo - due-tre mesi - in questo<br />

caso sono notevoli. La muta della pernice bianca è più graduale e complicata<br />

<strong>di</strong> quella degli altri tre animali. La sua omocromia in ogni stagione è tale da<br />

renderla del tutto invisibile e l’uomo non riuscirebbe mai a scorgerla, a meno<br />

<strong>di</strong> calpestarla, se anche lei non avesse un grave «<strong>di</strong>fetto»: arrivati a una certa<br />

<strong>di</strong>stanza - <strong>di</strong>eci-quin<strong>di</strong>ci metri - purtroppo si muove e... qualche cosa che si<br />

muove si vede facilmente. Pernice, lepre ed ermellino conservano per tutto<br />

l’anno una piccola porzione del loro corpo perfettamente nera. La lepre, d’inverno,<br />

all’avvicinarsi <strong>di</strong> un predatore, si preoccupa <strong>di</strong> abbassare sulla schiena<br />

le lunghe orecchie per nascondere le visibilissime punte nere; superata però<br />

una certa <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> fuga - minimo tre metri - sceglie <strong>di</strong> rintanarsi o <strong>di</strong> darsi a<br />

una precipitosa corsa.<br />

La coda nera della pernice serve come segnale <strong>di</strong> pericolo per le compagne<br />

quando la più scaltra ha preso il volo. E quel buffo pennello nero all’apice della<br />

coda dell’ermellino a cosa servirà? E perché la donnola, del tutto simile, a<br />

parte le <strong>di</strong>mensioni, non lo possiede? Il bianco dei due musteli<strong>di</strong> sarà loro utile<br />

sia per non farsi scorgere sulla neve dalle prede - topi, arvicole, uccelli - sia<br />

dai loro predatori - aquila, gufo, sparviero, astore, faina -.<br />

La donnola, il più piccolo carnivoro d’Europa, muta il colore del mantello solo<br />

quando vive a quote molto alte - da duemila metri in su - come ho potuto constatare<br />

alcune volte nel gruppo del Bernina, mentre ad altitu<strong>di</strong>ni inferiori o su<br />

versanti esposti a sud, e quin<strong>di</strong> con poca neve anche in inverno, mantiene il<br />

colore bruno durante tutto l’anno. Va ricordato che il cambiamento <strong>di</strong> colore<br />

sia autunnale sia primaverile dei quattro animali descritti è influenzato sia dalla<br />

temperatura che da altri fattori più o meno conosciuti e stu<strong>di</strong>ati tra cui, soprattutto,<br />

la luminosità e la durata del giorno.<br />

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