ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

«Dell’aquila, esempio di liberalità,
si dice che non ha mai si gran
fame, che non lasci parte della sua
preda a quelli uccelli che le son
dintorno; i quali, non potendosi per
sé pascere, è necessario che sieno
corteggiatori d’essa aquila, perché
in tal modo si cibano».
Leonardo da Vinci
I rapporti con l’uomo
Simbolo di fierezza, di solitudine, di
ampi spazi e di cieli alti, l’aquila fa
parte del nostro immaginario come
presenza temibile per gli animali
domestici e anche per l’uomo. Una
cattiva fama in parte immeritata
nonostante l’aquila reale, a differenza
di altre specie dello stesso genere,
possa rivelarsi aggressiva e pericolosa.
Al contrario, vi sono aquile, come la
«gridatrice» e l’aquila di mare, che
catturate da giovani possono essere
addomesticate e impiegate, come i
falconi, per la caccia.
Inutile dire quanto sia diffusa
l’immagine di questo stupendo volatile
nell’araldica o nella numismatica, tanto
che si chiamarono «aquile», le monete
coniate dai re cattolici di Spagna, dai re
svevi di Sicilia e dal governo
messicano.
Ancora oggi, negli Stati Uniti d’America,
hanno questo nome i dieci dollari in
oro.
Del resto, l’emblema del Presidente
degli Usa è proprio la famosa aquila di
mare dalla testa bianca, che si
distingue da altre specie, come l’aquila
reale, per le abitudini acquatiche e la
colorazione del piumaggio. L’aquila di
mare dalla testa bianca è diffusa nel
nord America; i pellirosse nutrono per
questo animale forte e fiero, una sorta
di venerazione.
L’aquila ama gli ampi spazi
(Aquila chrysaëtos)
La reale è «l’aquila» per eccellenza tra le dieci specie di aquile conosciute. Il suo
aspetto imponente ha affascinato l’uomo sin dall’antichità e molti popoli l’hanno
eletta a simbolo delle loro più alte aspirazioni: i Greci la chiamavano il satellite
di Zeus; i pellirosse facevano con le sue penne un ornamento (emblema
delle loro gesta) che dalla testa scendeva, a volte, fino a terra; e ancor oggi, pur
essendo rigorosamente protetta, è loro concesso di ucciderne qualche capo
all’anno, in omaggio all’antica tradizione. Le tribù dell’Asia Centrale ammaestrano
ancora le aquile per la caccia alla puzzola, alla volpe, alla marmotta e
addirittura al lupo. Ma nella nostra Valtellina ci sono ancora aquile? E quante
sono? Ecco le domande che qualche conoscente a volte mi porge.
Basterebbe guardare un po’ di più... al cielo e ci si accorgerebbe che, più spesso
di quanto si possa immaginare, aquile reali volano sopra di noi.
In tutta la Valle vivono circa 10-12 coppie. I nidi sono ubicati su rocce inaccessibili,
a un'altitudine compresa tra 1800-2100 m. Ogni coppia ne possiede un
certo numero (2-5) che occupa alternativamente di anno in anno.
Impressionanti e spettacolari sono le parate nuziali con voli a festoni, special­
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