ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

«Tutti gli animali nascono uguali
davanti alla vita ed hanno gli stessi
diritti all’esistenza».
Carta dei diritti degli animali art. I
I rapporti con l’uomo
Fra gli ornitologi è risaputo che basta
una sola penna staccatasi dai fianchi
dell’Alectoris graeca a far riconoscere
senza ombra di dubbio questa specie e
le sue sottospecie.
Tra i Fasianidi, la coturnice è quella
che vanta il piumaggio dalle sfumature
più belle, con striature nere del tutto
particolari e un assortimento cromatico
in ogni parte del corpo difficile da
descrivere.
È chiamata anche pernice maggiore,
ma non deve essere confusa con la
pernice rossa.
È un uccello che si presta a essere
allevato in grandi voliere, ma il suo
habitat è fra le alte vallate dell’Europa
meridionale e si spinge verso Est sino a
raggiungere l’Asia minore, l’Asia
centrale e la Manciuria.
Particolarmente interessante il
comportamento della coturnice
nostrana durante la cattiva stagione,
quando gelo e mancanza di insetti la
costringono a cibarsi soltanto di gemme
di pino, indebolendo la sua resistenza.
In questa situazione la coturnice soffre
particolarmente il freddo e, allora, si
avvicina ai centri abitati e si ripara nei
granai o presso i comignoli.
Pur essendo un buon volatore questo
uccello preferisce sostare nel
sottobosco, «pedonando» alla ricerca di
molluschi, ragni, formiche e così via,
senza disdegnare qualche bacca
matura.
A fianco: astore che «spiuma» una coturnice
appena catturata (m 2200), gennaio 1986. A
destra, in alto: maschio in estate (m 2500) e,
in basso: femmina in primavera.
La coturnice, dalla livrea inconfondibile
(Alectoris graeca)
Dove vive questo splendido uccello? Se chiedete notizie a qualche contadino
di una certa età vi racconterà che coturnici poco timorose vivevano un tempo
nelle vicinanze dell’uomo, spigolando in campi coltivati e vigneti assolati, e vi
nidificavano divenendo sempre più numerose. Ora non più. Le dovete cercare
lassù, sopra i 2000 m di altitudine tra pietraie calcinate dal sole, sempre più
rare, sempre più preziose. La coturnice è un altro dei numerosi animali della
fauna valtellinese che non ha sopportato l’invadenza distruttiva dell’uomo, la
caccia insensata e dannosa. In «punta di piedi», discretamente, si è ritirata nelle
ultime roccheforti; ed è lì che possiamo ancora ammirarla, in primavera quando
fa udire il suo strano canto metallico, quando cammina elegantemente con
le caratteristiche zampe rosse tra i massi rivestiti di licheni, quando si arrampica
su rocce scoscese tenendosi sempre in perfetto equilibrio per quanto
possano essere lisce.
A metà maggio la femmina depone le uova che possono essere addirittura in
numero di 16 e, mentre cova, il maschio, poco lontano, sorveglia, pronto ad
attrarre l’attenzione su di sé, cantando, se si avvicina qualche intruso. Uno
spettacolo bellissimo è l’osservazione (da lontano e col binocolo) della numerosissima
famiglia che comincia l’avventura della vita. Ammireremo la cura e
l’assoluta dedizione riservata ai piccoli dai genitori nell’insegnamento su cosa
mangiare, nell’avvertimento di un imminente pericolo, nel proteggerli dalle
intemperie... mondo meraviglioso che ci affascina e che non potremo mai penetrare
appieno.
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