ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

«È pigra e solenne, proprio come
cercasse di imitare l’altera postura
della nobile aquila cui tanto
rassomiglia».
Pietro Fusari
I rapporti con l’uomo
Nella tradizione contadina della Valle
Padana, dal numero e dalla grandezza
dei nidi di poiana che sono visibili in
inverno tra la nebbia, in cima ai
pioppi, si traggono predizioni sul
«freddo», sull’andamento della
stagione, sul futuro raccolto. In base a
quali criteri non è ben chiaro, ma così
avviene da tempi remoti, da quando
nell’immaginario popolare la poiana
ha meritato una fama negativa, quasi
potesse portare sfortuna.
Qualche volta, è indubbio, la poiana
attacca i piccoli animali da cortile, ma
di fronte a questo piccolo danno sta la
sua benefica attività venatoria, contro i
roditori che distruggono i raccolti e
anche gli animali selvatici ammalati.
Nell’equilibrio ecologico, dunque, il
Buteo buteo ha non pochi meriti che,
tuttavia, non sono sufficienti a
togliergli la nomea di essere un uccello
pigro, soltanto perché ama starsene
tranquillo in cima a un albero o su uno
sprone roccioso a controllare il
«territorio».
L’inverno è spesso fatale per questo
grosso falconide che a stento riesce a
cibarsi, mentre in estate gode di
condizioni ideali e compie ampi voli
planati che si possono anche arrestare
a mezz’aria, proprio come fa il
gheppio.
La poiana, controfigura dell'aquila
(Buteo buteo)
Osservando le immagini qui riprodotte di questo
splendido rapace, penserete senz’altro che le abbia
effettuate in chissà quale sperduta località della nostra
Valle. Dovete ricredervi perché le ho scattate in
Sondrio e precisamente nella periferia occidentale della
città.
Infatti le poiane, durante gli inverni con neve molto
abbondante, hanno difficoltà ad alimentarsi e sono costrette
a scendere dai boschi di media altitudine (800­
1000 m) fino al piano, e a frequentare assiduamente il
corso dell’Adda spingendosi nelle vicinanze di case e
pollai per catturare qualche passeraceo. In questi periodi
di carestia i rapaci non disdegnano il carcame e sapendo
di questa loro abitudine è stato facile, nutrendoli
assiduamente con scarti di pollo, fotografarli a distanza
ravvicinata.
Così facendo ho contribuito ad alleviare loro la fame
e forse a salvarli date le condizioni di precarietà in cui
si trovavano. E in aprile avrò qualche probabilità in più
di sentire il loro richiamo amoroso, che è una specie
di selvaggio miagolio lanciato nell’aria primaverile durante
il volo effettuato in larghe spirali sopra il luogo
della nidificazione.
Non sarà facile però trovare il nido, ben nascosto com’è
tra le fronde di un castagno o su un aghiforme, raramente
sulla roccia. La femmina cova per poco più di un
mese ed è rifornita giornalmente di topi dal maschio.
La prole viene allevata con dedizione ed amore da entrambi
i genitori per un mese e mezzo. I piccoli (2-3)
sono assistiti anche dopo l’involo ed educati pazientemente
alla caccia di roditori. Anche gli insetti non
sono rifiutati per l'alimentazione e a volte capita di vedere
un giovane, spinto dalla fame, camminare goffamente
tra l’erba di un prato per catturare grilli e cavallette.
Nel tardo autunno gran parte delle poiane abbandonano
le nostre montagne in cerca di siti migliori per l’alimentazione:
ritorneranno a nidificare in primavera.
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