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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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«C’è chi la ritiene apportatrice <strong>di</strong><br />

fortuna e chi la ad<strong>di</strong>ta come fonte<br />

<strong>di</strong> malocchio, ma superando queste<br />

superstizioni si può trasformare<br />

questo grazioso mustelide in un<br />

piacevole compagno.»<br />

Saverio Nicolosi<br />

I rapporti con l’uomo<br />

Anche la Mustela nivalis entra nelle<br />

credenze popolari sin dall’antichità<br />

quando le si attribuivano, a seconda dei<br />

luoghi, poteri benefici o malefici. Ad<br />

esempio, si riteneva che la sua<br />

presenza presso una casa esorcizzasse<br />

gli spiriti maligni; in altre zone si<br />

<strong>di</strong>ceva che la sola vista <strong>di</strong> una donnola<br />

facesse gonfiare il viso e portasse alla<br />

cecità. Presso qualche etnia nella<br />

corona delle Alpi, si ipotizzava che il<br />

suo alito avesse il potere <strong>di</strong> uccidere.<br />

Mangiare il suo cuore dava il potere <strong>di</strong><br />

indovinare il futuro e bere il suo sangue<br />

guariva l’epilessia.<br />

Superstizioni, ovviamente, che<br />

purtroppo sono bastate a incrementare<br />

la caccia <strong>di</strong> questo grazioso animale<br />

che ha il merito <strong>di</strong> liberare boschi e<br />

prati dai ro<strong>di</strong>tori nocivi. A contrastare<br />

questo dato positivo, le incursioni della<br />

donnola nei pollai, nei ni<strong>di</strong> e anche<br />

nell’acqua dove nuota veloce e riesce<br />

ad afferrare anche pesci <strong>di</strong> notevole<br />

peso. Una Mustela nivalis catturata da<br />

cucciolo può essere allevata con facilità<br />

e addomesticata perfettamente sino a<br />

partecipare alla vita del padrone con<br />

allegri giochi, proprio come fanno un<br />

cagnolino o un gattino, senza che la<br />

donnola possa <strong>di</strong>menticare la sua<br />

indole, la sua natura <strong>di</strong> animale<br />

selvatico con istinto da predatore.<br />

Da sinistra: tracce sulla sabbia in riva<br />

all'Adda. La figura intera dell'animale mostra<br />

la coda corta che, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quella<br />

dell'ermellino, non ha il lungo pennello<br />

terminale nero.<br />

La donnola, astuta cacciatrice<br />

(Mustela nivalis)<br />

Il mio primo incontro con il più piccolo carnivoro d’Europa è stato anche quello<br />

che me ne ha fatto scoprire un comportamento assai curioso.<br />

È tardo autunno e mi trovo in Val <strong>di</strong> Togno. Durante la salita, lungo un ripido<br />

sentiero che si perde tra nocciòli e betulle, ecco sbucare tra le foglie secche, a<br />

pochi metri da me, un animaletto «a una sola <strong>di</strong>mensione» dalla gola can<strong>di</strong>da,<br />

il dorso e il musetto bruno e occhi a spillo: la donnola. Alzo la macchina fotografica<br />

e guardo attraverso il teleobiettivo, ma la sagoma del mustelide, che un<br />

attimo prima era lì, è ora scomparsa come inghiottita dal terreno. Non c’è traccia<br />

<strong>di</strong> buchi o ingressi <strong>di</strong> tana ma il solido tappeto <strong>di</strong> foglie ingiallite.<br />

Rinuncio a fotografarla e mi <strong>di</strong>verto a vederla sbucare e scomparire innumerevoli<br />

volte. Poi mi avvicino e spendo molto tempo a trovare l’ingresso della tana.<br />

Infatti ogni volta che l’animale rientrava in «casa» chiudeva accuratamente l’ingresso<br />

con... una foglia.<br />

Questo comportamento l’ho potuto riscontrare anche in animali lontani dalla<br />

famiglia della donnola, cioè nei topi, che per altro costituiscono la sua preda<br />

più comune.<br />

È meno curiosa dell’ermellino e quin<strong>di</strong> meno facile da osservare. Abbastanza<br />

facile invece è vederla <strong>di</strong> sfuggita attraversare stradette <strong>di</strong> campagna o <strong>di</strong><br />

montagna, specialmente all’imbrunire, date le sue abitu<strong>di</strong>ni crepuscolari e<br />

notturne. In estate, specie in alta montagna (dove l’ho incontrata a 2400 m d’altitu<strong>di</strong>ne)<br />

e se vista <strong>di</strong> sfuggita come il più delle volte capita, si può scambiare<br />

con l’ermellino; in con<strong>di</strong>zioni migliori <strong>di</strong> osservazione, molti particolari completamente<br />

<strong>di</strong>versi nelle due specie non lasceranno dubbi sull’identificazione.<br />

La parte del corpo più importante e facilmente riscontrabile che <strong>di</strong>fferenzia i<br />

due animali è senz’altro la coda che nella donnola è corta e senza il pennello<br />

nero all’estremità. Inoltre il sottogola è quasi sempre bianco invece che paglierino<br />

e le <strong>di</strong>mensioni sono <strong>di</strong> un terzo più piccole dando l’impressione che il<br />

corpo sia più allungato. Talmente allungato che se l’uomo avesse le stesse<br />

proporzioni tra larghezza e lunghezza sarebbe alto ben sei metri.<br />

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