ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio
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«Dal giar<strong>di</strong>no e dal bosco mi<br />
raggiunge il tuo richiamo un po’<br />
triste; i tuoi colori mi incantano e la<br />
tua piccola anima è parte del mio<br />
mondo, della mia vita.»<br />
Lin-Hony-Shu<br />
Sotto: un maschio. A destra: coppia in<br />
atteggiamento amoroso e, sopra, un piccolo.<br />
Il ciuffolotto dai bei colori<br />
(Pyrrhula pyrrhula)<br />
La voce del ciuffolotto è inconfon<strong>di</strong>bile ed è anche quella tra gli uccelli che ci<br />
colpisce <strong>di</strong> più perché la interpretiamo come un lamento malinconico.<br />
È un pio-piuu... che serve a questo grazioso uccello come richiamo e che<br />
senz’altro allieta i propri simili ma noi lo traduciamo nel nostro co<strong>di</strong>ce e a volte<br />
siamo indotti a credere che il nostro non abbia da mangiare o abbia freddo<br />
nel rigido inverno. In effetti non ha molti problemi <strong>di</strong> alimentazione provvisto<br />
com’è <strong>di</strong> un robusto becco <strong>di</strong> forma del tutto speciale che gli consente <strong>di</strong> alimentarsi<br />
con ogni sorta <strong>di</strong> semi, frutta, bacche e anche gemme tanto che in Valtellina<br />
è chiamato col significativo nome <strong>di</strong> «gemun».<br />
Pure il freddo non gli crea problemi visto che indossa un piumino piuttosto<br />
lungo e fitto tanto da farlo sembrare molto più grosso <strong>di</strong> quanto sia in effetti.<br />
Tra i <strong>di</strong>versi soprannomi che si è «meritato» c’è anche quello <strong>di</strong> «babbeo» come<br />
lo chiamano in Germania. È facile infatti indurlo a venirci vicino imitandone la<br />
voce ma non lo fa per mancanza <strong>di</strong> intelligenza, tutt’altro; è un uccello molto<br />
socievole e fiducioso anche verso l’uomo che purtroppo lo ha sempre mal ripagato.<br />
In primavera (maggio) femmina e maschio, dopo aver scelto un territorio adatto,<br />
costruiscono il nido - che non è troppo complicato né grande - su un abete<br />
ad altezza che va da poche decine <strong>di</strong> centimetri fino a 3 m circa.<br />
La femmina cova le 4-5 uova deposte per 14 giorni e il maschio provvede alla<br />
sua alimentazione.<br />
Il nutrimento dei piccoli è fatto ogni mezz’ora circa dai genitori che arrivano<br />
sempre in coppia e si annunciano con il caratteristico suono malinconico. Il<br />
cibo è costituito da semi (ad esempio <strong>di</strong> tarassaco) semi<strong>di</strong>geriti e rigurgitati<br />
sotto forma <strong>di</strong> pasta bianca. È veramente uno spettacolo assistere all’operazione<br />
<strong>di</strong> raccolta del cibo. Sotto lo sguardo vigile del partner la femmina sfoglia un<br />
soffione staccando un seme alla volta; libera il seme stesso dal setoso paracadute,<br />
lo macina, impastandolo con la saliva, e ripete con pazienza infinita l’operazione<br />
innumerevoli volte.<br />
I piccoli frattanto non sono sempre al sicuro. L’averla piccola, uccello migratore<br />
grande poco più del ciuffolotto, a volte non fa fatica a scoprire il nido e le<br />
conseguenze sono funeste come ho potuto constatare personalmente. La <strong>di</strong>sperazione<br />
che provano i genitori nel trovare il nido vuoto è indescrivibile. Ogni<br />
giorno per almeno una settimana si presentano più volte sconsolati sul posto,<br />
nella speranza <strong>di</strong> rivedere i piccoli e il loro suono lamentoso in questo caso<br />
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