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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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«Ho visto sul tronco <strong>di</strong> un abete i<br />

segni del suo passaggio, ho scorto i<br />

graffiti incisi dalle sue corna e ho<br />

capito <strong>di</strong> essere entrato nel regno,<br />

nel suo territorio. In silenzio mi sono<br />

allontanato, ma so che dal folto dei<br />

cespugli il suo sguardo dolce e<br />

profondo mi ha seguito a lungo».<br />

Fernando Rini<br />

I rapporti con l’uomo<br />

Purtroppo le splen<strong>di</strong>de corna <strong>di</strong> questo<br />

nobile animale hanno costituito sin dai<br />

tempi più remoti un ambito trofeo <strong>di</strong><br />

caccia e già nelle caverne gli uomini<br />

della Preistoria hanno raffigurato il<br />

cervo accanto al segno dell’arco.<br />

Ritenuto dapprima sacro a Diana la<br />

figura del Cervus elaphus o cervo<br />

nobile, ricorre spesso anche nelle<br />

rappresentazioni sacre e, comunque<br />

nella pittura rinascimentale e<br />

ottocentesca firmata da Corot, Bruegel e<br />

Dürer.<br />

Il cervo è legato alla leggenda <strong>di</strong><br />

sant’Eustachio, accanito cacciatore che<br />

dopo aver visto brillare una croce fra le<br />

corna <strong>di</strong> un Cervus che stava per<br />

abbattere, abbandonò per sempre<br />

l’attività venatoria e si <strong>di</strong>ede alla<br />

me<strong>di</strong>tazione.<br />

Simbolo <strong>di</strong> generosità e nobiltà d’animo,<br />

il cervo entra in molti stemmi nobiliari a<br />

testimoniare le antiche origini della<br />

famiglia, ed è presente nello stemma <strong>di</strong><br />

alcune città: Cervia, Cervignano del<br />

Friuli, Co<strong>di</strong>goro, Mortara, Cervinala,<br />

Venaria reale; Brin<strong>di</strong>si che si fregia<br />

soltanto delle corna dell’animale che,<br />

nella tra<strong>di</strong>zione popolare significano<br />

fortuna in quanto possiedono la facoltà<br />

<strong>di</strong> ricrescere se un incidente ne<br />

determina la rottura. Anche in<br />

Giappone, Cina e Perù il cervo è tenuto<br />

in grande considerazione quale<br />

apportatore <strong>di</strong> longevità e ricchezza.<br />

Nel salmo XLI è scritto che l’anima<br />

anela a Dio così come il cervo desidera<br />

l’acqua e non sono mancati poeti e<br />

letterati che si sono ispirati a questo<br />

animale; fra tutti spicca Gabriele<br />

d’Annunzio con la splen<strong>di</strong>da Morte del<br />

cervo.<br />

Il cervo, nobile e antico<br />

(Cervus elaphus)<br />

Il particolare che colpisce <strong>di</strong> più quando si vede per la prima volta un cervo è<br />

il suo incedere elegante ed armonioso sia che si muova appena appena, o trotti<br />

o sia lanciato in una corsa sfrenata. Tanta solennità è forse spiegata dall’enorme<br />

stupendo palco che sovrasta a mo’ <strong>di</strong> corona il suo capo? Probabilmente<br />

sì. Ma non è per vanità («virtù» conosciuta solo dalla specie umana) bensì per<br />

la ragione che siffatta corona <strong>di</strong> corna ramificate, che può raggiungere ben 18<br />

kg, necessita <strong>di</strong> un tale portamento per essere in perfetto equilibrio.<br />

La femmina infatti, priva delle corna, è molto meno «nobile» nelle sue movenze;<br />

scorgerla tuttavia in una radura, mentre accompagna amorevolmente il<br />

piccolo insegnandogli quali erbe deve mangiare, è uno spettacolo veramente<br />

piacevole a vedersi e <strong>di</strong>fficile da <strong>di</strong>menticare.<br />

Non è facile però poter osservare questo animale, anche dove è presente in<br />

<strong>di</strong>screto numero, data la sua prudenza del tutto eccezionale, coa<strong>di</strong>uvata da<br />

sensi molto sviluppati, che lo fa stare nella parte del bosco meno frequentata<br />

dall’uomo; quest’ultimo suo ormai unico nemico (dopo la scomparsa della lince<br />

e del lupo), la cui immagine è stampigliata da sempre nella sua mente e tramandata<br />

per via cromosomica <strong>di</strong> generazione in generazione. Non tutti infatti sono<br />

sensibili alla sua maestosità; ma lo sono più prosaicamente al gruzzolo che<br />

ricavano dalla ven<strong>di</strong>ta dei suoi 200 e più chilogrammi <strong>di</strong> carne e dal trofeo.<br />

All’epoca degli amori (settembre, metà ottobre) i due sessi, che hanno vissuto<br />

separati in piccoli branchi durante il resto dell’anno, si riuniscono e non è<br />

<strong>di</strong>fficile scorgerli e u<strong>di</strong>re i gri<strong>di</strong> d’amore rauchi e sonori dei maschi. Si hanno<br />

anche i combattimenti molto rituali e quin<strong>di</strong> incruenti in modo che il più forte<br />

abbia la possibilità <strong>di</strong> trasmettere ai <strong>di</strong>scendenti tale caratteristica, che però<br />

oggi non serve contro l’unico nemico rimastogli che non mira a eliminare<br />

senz’altro l’animale più debole, anzi.<br />

In inverno i cervi mal sopportano le gran<strong>di</strong> nevicate, per cui scendono a valle,<br />

laddove il luogo non sia troppo antropizzato, alla ricerca <strong>di</strong> cibo costituito da<br />

gemme, rametti ed anche corteccia <strong>di</strong> svariate piante.<br />

A marzo i maschi perdono le corna e si fanno ancora più cauti e sospettosi es­<br />

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