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Valle del Davaglione in comune di Montagna:
piramide con “cappello” e “calanchi”.
Piramidi di terra
La carreggiabile che risale, a monte di Postalesio, verso Pra Montesanto conduce
a un ampio maggengo, denominato «Il Prato». Dove l’orlo del terrazzo
morenico rompe verso la forra del Caldenno, si ergono alte ed eleganti piramidi
di terra, sormontate a guisa di «cappello» da grandi massi erratici.
Il pallore spettrale e l’aspetto quasi innaturale delle guglie conferiscono al
paesaggio uno strano fascino.
Strutture simili, per quanto insolite, esistono anche in altre località dell’arco
alpino, in Val Cembra non lontano da Trento o a Cislano lungo la sponda orientale
del lago d’Iseo.
La genesi delle piramidi di terra si spiega con l’erosione operata dalle acque
dilavanti su di una scarpata morenica, costituita da massi erratici immersi in
un limo glaciale ad avanzato grado di cementazione.
Le acque selvagge, scorrendo lungo il
pendio, asportano il limo e scavano profondi
solchi intorno ai massi di dimensioni più cospicue.
Con un lavorio di secoli scolpiscono
esili cuspidi cilindriche, leggermente rastremate,
alte anche parecchi metri.
Quando il cappello protettore crolla, la guglia
viene rapidamente demolita dagli agenti di
degradazione meteorica e, con altre vicine,
forma strutture che ricordano i calanchi appenninici.
Ben evidenti «calanchi» ed alcune
rare, massicce piramidi a fungo si possono
osservare lungo le pendici occidentali della
Valle del Davaglione, poco sopra la carreggiabile
che collega Santa Maria a San Giovanni ed
alla confluenza della Val Ladrogno con la Val
Codera.
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