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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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La frana della Val Pola nella primavera del<br />

2000. In 14 anni le rocce si sono arrugginite,<br />

per ossidazione superficiale, ed il luogo va<br />

lentamente perdendo il suo aspetto spettrale.<br />

Il denudamento delle rocce affioranti <strong>di</strong> fronte<br />

alla frana della Val Pola.<br />

Nella pagina a fianco: la frana della Val Pola<br />

fotografata nell’estate del 1987.<br />

to una coltre <strong>di</strong> materiale molto fratturato, relitto <strong>di</strong> una paleofrana caduta a<br />

seguito del ritiro dei ghiacciai quaternari. Le numerose sorgenti che scaturivano<br />

ai pie<strong>di</strong> della paleofrana erano in<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> rilevanti infiltrazioni d’acqua in profon<strong>di</strong>tà.<br />

Le anomale con<strong>di</strong>zioni meteorologiche che funestano la Valtellina nel<br />

luglio del 1987 innescano su questo bacino idrografico potenzialmente instabile<br />

una catena <strong>di</strong> eventi <strong>di</strong> sconvolgente drammaticità. Tra il 17 ed il 19 luglio,<br />

con lo zero termico intorno ai 4000 metri che favorisce la fusione delle nevi<br />

perenni e dei ghiacciai, a seguito <strong>di</strong> brevi, ma intensissimi, piovaschi, cadono<br />

circa 200 mm d’acqua, 1/5 della piovosità me<strong>di</strong>a annua. Il torrente che scende<br />

dalla valle moltiplica a <strong>di</strong>smisura la sua portata ed erode l’alveo, approfondendone<br />

il solco <strong>di</strong> quasi 30 metri. Deposita poi i detriti sul fondovalle, creando un<br />

conoide che avanza progressivamente fino a sbarrare il corso dell’Adda. La sera<br />

del 18 luglio comincia a formarsi un lago che sommerge il paese <strong>di</strong> Sant’Antonio<br />

Morignone. Il giorno seguente l’Adda sormonta e taglia per un tratto la <strong>di</strong>ga,<br />

riducendo l’estensione del lago. Il 24 luglio dalle pen<strong>di</strong>ci della Val Pola <strong>di</strong>ventano<br />

frequenti le cadute <strong>di</strong> massi, anche <strong>di</strong> cospicue <strong>di</strong>mensioni. Il 25 luglio al<br />

piede della paleofrana si evidenzia una sinistra spaccatura, che rapidamente<br />

raggiunge una lunghezza <strong>di</strong> 900 metri. Il 28 luglio, alle ore 7.23, tra i 2250 ed i<br />

1700 metri, si stacca una imponente massa <strong>di</strong> detriti, che coinvolge tanto la<br />

paleofrana quanto le rocce del substrato. Circa 35 milioni <strong>di</strong> metri cubi raggiungono<br />

in poco più <strong>di</strong> 20 secon<strong>di</strong> il fondovalle, con una velocità stimata in 200 Km/<br />

h. I sismografi delle stazioni <strong>di</strong> rilevamento più vicine registrano una scossa<br />

piuttosto intensa, conseguenza e non causa del <strong>di</strong>ssesto. La frana, abbattendosi<br />

sul lago, solleva un’ondata d’acqua che rade al suolo le case <strong>di</strong> Sant’Antonio<br />

Morignone, <strong>di</strong> Poz e <strong>di</strong> Tirindrè, evacuate da alcuni giorni. In modo forse impreve<strong>di</strong>bile<br />

raggiunge, 2300 metri più a nord, anche la frazione <strong>di</strong> Aquilone, provocando<br />

la tragica morte <strong>di</strong> 27 persone. La valanga detritica, con spessori tra<br />

i 30 ed i 90 metri, riempie il fondovalle, cancellando la morfologia originaria ed<br />

ogni traccia <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento umano per una lunghezza <strong>di</strong> quasi 4 km, fino a<br />

raggiungere verso sud il Ponte del Diavolo. Risale anche sul versante opposto<br />

per oltre 200 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello, <strong>di</strong>gitandosi in due tronconi, che sembrano<br />

chiudere in una morsa la chiesa <strong>di</strong> San Bartolomeo <strong>di</strong> Castelàz. L’alveo dell’Adda<br />

viene <strong>di</strong> nuovo sbarrato e lentamente cresce un altro lago, molto più esteso<br />

e profondo. Le successive mo<strong>di</strong>ficazioni morfologiche del territorio sono<br />

state indotte dall’intervento dell’uomo. Per evitare potenziali ulteriori sciagure<br />

si è provveduto soprattutto ad abbassare il livello del lago, fino a totale prosciugamento,<br />

me<strong>di</strong>ante lo scavo <strong>di</strong> due bypass, l’installazione <strong>di</strong> stazioni <strong>di</strong> pompaggio<br />

e la demolizione della soglia.<br />

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