ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

Morene «vive» del ghiacciaio dei Forni in alta
Valfurva. - Sotto: morene laterali e morena
mediana nel gruppo Scais-Redorta delle Alpi
Orobie.
Nella pagina a fianco: i calanchi di Migiondo
vicino a Sondalo.
Morene
Risalendo da Tiolo verso Bolladore, dove la valle
si stringe e la strada diviene pianeggiante, si
osserva sulla sinistra, al piede delle case di Migiondo,
un ripido scoscendimento, solcato da
calanchi ed irto di tozze piramidi di terra.
La conformazione del luogo si spiega con
l’azione erosiva operata dall’Adda su una coltre
di materiale morenico, deposta dal ghiacciaio
valtellinese in fase di ritiro per l’esaurirsi
dell’ultima glaciazione, detta di Würm, alcune
decine di migliaia di anni or sono.
Un esame dei materiali che costituiscono la
scarpata consente di mettere a fuoco i caratteri
distintivi dei depositi morenici. Frammenti
rocciosi eterogenei, spesso arrotondati, anche
di cospicue dimensioni, sono immersi, insieme
con ciottoli più minuti, entro una sorta di cemento
limoso-argilloso, così da definire una
struttura che ricorda il torrone. Un ghiacciaio, a
differenza di un corso d’acqua o del vento, non
esercita alcuna selezione granulometrica sul
materiale trasportato.
Manca inoltre una qualsiasi forma di stratificazione,
a delineare una tessitura amorfa, e su
molti dei frammenti litoidi sono presenti sottili
striature a decorso parallelo.
Anche lungo le valli laterali, che sfociano in
Valtellina e in Valchiavenna, si riconosce una
sequenza di depositi morenici, spesso allungati
e leggermente arcuati, che documentano
successivi periodi di stasi durante il ritiro dei
ghiacciai würmiani.
Inoltrandosi in Valmalenco si incontra il terrazzo
morenico di Arquino e Mossini deposto dal
ghiacciaio del Bernina in un periodo di tempo
subito successivo al distacco dal collettore
abduano.
Le morene di Chiesa e di Caspoggio testimoniano
la successiva disgiunzione tra le lingue
del Mallero e del Lanterna.
L’imponente coltre di San Giuseppe e quella,
piuttosto esile, di Chiareggio ricordano periodi
di stasi sempre più recenti nel corso del regresso
würmiano.
Gli apparati morenici ubicati poco a valle delle
attuali fronti glaciali, tuttora brulli o appena
colonizzati da licheni e piante pioniere, si sono
invece formati a seguito di una oscillazione
glaciale denominata napoleonica, perché raggiunse
l’acme negli anni a cavallo del 1800.
Lungo i ghiacciai si osserva infine la disposizione
delle morene «vive», alimentate dall’esarazione
del substrato roccioso e dal distacco di
materiali dalle pendici montuose incassanti.
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