ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

Foto grande: lago Palù in Val Malenco.
Sotto: lago delle Rosole nei pressi del Rifugio
Branca (Valfurva, ghiacciaio dei Forni).
Laghi alpini
In provincia di Sondrio, oltre a numerosissime
pozze, si contano tuttora oltre 250 laghi naturali
situati tra i 1800 ed i 2700 metri di altitudine, in
gran parte di origine glaciale.
La conca lacustre è stata scolpita dall’esarazione
glaciale entro la roccia viva oppure è delimitata da
un cordone di materiale morenico che chiude un
pianoro verso valle.
Le rocce serpentinose della Valmalenco e anche
gli scisti della fascia orobica o del settore Val Viola-Val
Grosina ospitano numerosi bacini lacustri,
a differenza dei graniti affioranti in Val Masino e
Val Codera, più difficilmente erodibili.
I laghi glaciali sono spesso riuniti in gruppi e disposti
a corona, come in Val Viola, o allineati a
differenti livelli lungo l’asta di un torrente, come
in Sassersa o al Porcile.
Più rari sono invece i laghi di frana e di origine
carsica.
La soglia del Lago Palù è costituita in gran parte
da materiale detritico franato dal Monte Roggione.
Laghetti carsici alloggiano, in ambiente calcareo,
sul fondo di alcune doline degli Andossi.
I laghi alpini hanno di norma vita piuttosto breve:
agendo da bacini di decantazione del torrente
immissario, vengono gradualmente interrati e, se
l’altitudine non è eccessiva, invasi dalla vegetazione,
che li trasforma in torbiere, come all’Acquanegra
o al Pian del Gembro.
Inoltre un abbassamento del livello delle acque è
provocato dall’erosione regressiva operata sulla
soglia dal torrente emissario.
Talvolta la scomparsa di un lago si verifica in
modo brusco ed improvviso. Nel 1927 il regresso
del ghiacciaio di Scerscen causò lo svuotamento
subitaneo di un laghetto situato nei pressi del
vecchio cimitero degli alpini, che era chiamato
«dei Seracchi», perché nella tarda estate vi galleggiavano
imponenti blocchi di ghiaccio.
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