ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

La muraglia della Reit,
costituita da un pacco di
rocce sedimentarie
compatte.
Nella pagina a fianco: le
cime della Valmasino,
aspre e dirupate, sono
incise entro il duro
ghiandone.
Rocce e paesaggio
Esiste una stretta relazione tra la natura delle formazioni rocciose affioranti ed
i lineamenti del paesaggio.
L’ossatura dell’intero territorio provinciale è costituita da una sequenza di
scisti cristallini, rocce facilmente suddivisibili in lastre o scaglie.
Gli agenti di degradazione meteorica erodono in profondità i micascisti e le
filladi, imprimendo al paesaggio un aspetto morbido, poco acclive, con ricca
copertura detritica minuta, come si può rilevare risalendo il versante sinistro
della Val Viola o le pendici del Monte Sobretta. Gli gneiss, più compatti e massicci,
evidenziano forme più aspre e levigate, con pareti a picco e frane di crollo
a grandi blocchi, come in Valle di San Giacomo tra Chiavenna e Campodolcino.
Pure metamorfiche, ma di età geologica e composizione del tutto diverse, sono
le serpentine che affiorano soprattutto a livello del settore centrale della Valmalenco.
In genere tenaci e scolpite in forme dirupate, diventano localmente
lamellari e friabili. Per alterazione atmosferica dei minerali di ferro contenuti
si ricoprono di una patina rosso brunastra, che pare incendiarsi con le luci
dell’alba o del crepuscolo.
La compagine metamorfica è lacerata da due rilevanti corpi intrusivi ascrivibili
al ciclo magmatico alpino. Il plutone che dalla Val Masino si estende verso
le valli adiacenti è costituito da rocce chiare durissime, Serizzo, Ghiandone,
Granito di San Fedelino, che l’erosione ha modellato in pareti e creste ardite e
grandiose. L’ammasso gabbrico verde scuro che emerge tra Verzedo e la Val
Pola è stato inciso dall’acqua e dai ghiacciai in forre aspre e cupe.
Nel bormiese e nell’alta Valle di San Giacomo lo zoccolo scistoso è ricoperto
da una coltre di rocce sedimentarie marine di età mesozoica. I calcari sono
riconoscibili anche a distanza perché formati da strati chiari, talora orizzontali
ed impilati come le pagine di un libro, talora ripiegati e contorti. Dove il territorio
è pianeggiante, come agli Andossi o alle Platigliole, compaiono i lineamenti
che definiscono il paesaggio carsico: una successione di dossi brulli, cosparsi
di pietre simili ad ossa calcinate, privi di corsi d’acqua e di vegetazione arborea,
scavati in conche ad imbuto o a scodella. Le dolomie, giallastre o grigiastre,
sono in genere più compatte e possono ergersi in vertiginose muraglie, come
lungo il versante destro della Val Zebrù.
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