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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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Giacimenti minerari<br />

nel territorio della Val Venina<br />

In Val Venina ed in Val d’Ambria esistono non trascurabili giacimenti <strong>di</strong> minerali<br />

ferrosi, che furono oggetto <strong>di</strong> escavazione dal tardo Me<strong>di</strong>o Evo fin verso la<br />

fine del secolo scorso.<br />

Nella relazione inviata da un «Guicciar<strong>di</strong>, podestà <strong>di</strong> Ponte» a Melchiorre Gioia,<br />

come contributo alla Discussione Economica sul Dipartimento del Lario, che<br />

era stata e<strong>di</strong>ta a Milano nel 1804, si precisa quale era nei primi anni del secolo<br />

scorso la consistenza <strong>di</strong> tali attività estrattive.<br />

Il numero degli addetti, <strong>di</strong>stinti in carbonai, minatori, mulattieri, portantini,<br />

magazzinieri, contabili e «mastri <strong>di</strong> forno», doveva superare le cento unità.<br />

Nelle gallerie si lavorava anche d’inverno «provveduti gli operai de’ necessari<br />

alimenti allorché per l’abbondanza delle nevi è tolta ogni comunicazione con<br />

l’abitato».<br />

Il minerale veniva trasportato fino al forno «collocato nel luogo propriamente<br />

denominato Vedello... Ivi l’aspetto è tetro e le alte vette che signoreggiano la<br />

valle impe<strong>di</strong>scono al sole <strong>di</strong> farvi longa <strong>di</strong>mora».<br />

Come combustibile si utilizzava il legname, peccio, larice e persino «marossi»,<br />

ricavati dai vicini boschi comunali.<br />

Per quanto riguarda l’ubicazione delle miniere e la qualità del minerale estratto,<br />

notizie più precise si possono desumere dal Trattato <strong>di</strong> Geologia <strong>di</strong> Giulio<br />

Curioni, e<strong>di</strong>to a Milano nel 1877.<br />

Un primo giacimento era ubicato in Val Venina «a Sud del lago <strong>di</strong> detto nome,<br />

nel sito denominato La Colera» ed era costituito da un banco <strong>di</strong> siderite, <strong>di</strong>sseminato<br />

<strong>di</strong> granuli <strong>di</strong> pirite con tracce <strong>di</strong> rame.<br />

Il giacimento «che ha l’apparenza <strong>di</strong> costituire un filone molto potente si <strong>di</strong>lata<br />

nella profon<strong>di</strong>tà finora raggiunta sino ad 8 metri, mentre nelle parti superiori<br />

non eccedeva i 4 metri». «Escavato anticamente, ne furono ripresi i lavori nel<br />

1866».<br />

Di ancor più <strong>di</strong>fficile accesso era la «Cava Cime» presso la sommità del Monte<br />

Brunone, lungo lo spartiacque tra la valle <strong>di</strong> Agneda e la Val Seriana. Lenti<br />

«molto estese e <strong>di</strong>sposte quasi verticalmente» <strong>di</strong> siderite venivano coltivate sui<br />

due versanti della montagna.<br />

Più imprecise sono invece le notizie riguardanti l’ubicazione <strong>di</strong> «una estesa<br />

galleria» scavata «entro le quarziti micacee, dalla quale vennero nei tempi andati<br />

estratti bellissimi campioni <strong>di</strong> piriti, che in<strong>di</strong>cano esistere ivi un abbondante<br />

giacimento <strong>di</strong> questo minerale».<br />

Tale galleria dovrebbe trovarsi in val d’Ambria «poco sopra l’abitato» e al tempo<br />

stesso «in luogo lontano da facili vie <strong>di</strong> comunicazione».<br />

Altre notizie si possono ricavare dal volume «I tesori sotterranei d’Italia» <strong>di</strong><br />

Guglielmo Jervis, e<strong>di</strong>to a Torino nel 1873.<br />

Una miniera <strong>di</strong> ferro spatico era «situata in Val d’Ambria, tra il Pizzo Zerno e il<br />

Pizzo del Diavolo, versante Nord» ed era «coltivata per alimentare gli alti forni<br />

<strong>di</strong> Prema<strong>di</strong>o presso Bormio».<br />

Il minerale era una siderite manganesifera «<strong>di</strong> color chiaro con ganga silicea e<br />

serpentinosa», costituente «un banco della saldezza <strong>di</strong> metri 8, avente per letto<br />

il gneiss a grana fina». «Diede all’analisi 40,46% <strong>di</strong> ferraccio e 1,36% <strong>di</strong> carbonato<br />

<strong>di</strong> manganese».<br />

Altrove si legge <strong>di</strong> una miniera pure <strong>di</strong> ferro esistente «in Scigola» e <strong>di</strong> una miniera<br />

<strong>di</strong> rame che si incontra «avvanzandosi in detta valle».<br />

In generale le mineralizzazioni costituiscono banchi, <strong>di</strong>scretamente <strong>di</strong>ffusi lungo<br />

tutta la catena orobica, interposti agli scisti arenacei e porfirici della formazione<br />

<strong>di</strong> Collio, <strong>di</strong> probabile età permiana.<br />

Il minerale estratto è quasi sempre costituito da siderite, carbonato ferroso <strong>di</strong><br />

origine se<strong>di</strong>mentaria palustre, con impurezze <strong>di</strong> manganese, considerate utili<br />

per ottenere acciai resistenti all’abrasione.<br />

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