ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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Differenziati filoniani acidi affioranti nei dintorni dell’Acqua Fraggia a Borgonuovo di Piuro in Valchiavenna. Pegmatiti e apliti I massi erratici e le pareti granitiche della Val Masino e della Val Codera sono spesso solcati da nitidi filoni bianchi, di potenza variabile da pochi centimetri a qualche decina di metri, costituiti da rocce estremamente acide, denominate pegmatiti o apliti in funzione della grana, che è grossolana nelle prime, più minuta, spesso finissima, nelle altre. La genesi di questi filoni appare legata alle ultime fasi di raffreddamento del magma intrusivo, che ha originato il massiccio del Masino-Bregaglia. Si ritiene che nel residuo fuso del magma si attui una concentrazione delle sostanze più facilmente volatili, in modo da determinare un progressivo aumento della pressione gassosa. Quando questa raggiunge un certo valore limite, si verifica l’iniezione ed il successivo consolidamento del residuo fuso entro le fessure delle rocce incassanti. Pegmatiti ed apliti sono costituite da quarzo vitreo, feldspato bianco o roseo, muscovite in lamine argentee, con granato rosso e tormalina nera tra gli accessori più comuni. Spesso tuttavia compaiono minerali altrove rari, contenenti elementi chimici di raggio ionico troppo piccolo o troppo grande per venire «intrappolati» nelle rocce granitiche, che si sono consolidate in precedenza. Così ad esempio il berillo ed il crisoberillo contengono berillio, la columbite niobio, lo zircone zirconio, l’uraninite e la betafite uranio, la monazite cerio, lantanio e talvolta torio. Filoni pegmatitici di considerevole potenza affiorano anche in altre zone della provincia, come alle pendici del Monte Matra nel Chiavennasco e lungo la fascia di contatto Val Sissone-Passo del Muretto. In Val Dombastone, presso Mondadizza, un rilevante affioramento pegmatico è stato oggetto di escavazione per ricavarne il feldspato, materia prima dell’industria ceramica. Tracce di lavori di coltivazione mineraria si riscontrano anche in Val Finale, poco a monte di Berbenno e in Val Grosina. 174
Strati calcarei verticali a sud del lago di S. Giacomo. Calcari e dolomie Il più esteso affioramento di rocce calcaree e dolomitiche del territorio provinciale occupa quasi per intero il settore ubicato a Nord della linea che congiunge il Passo di Cassana alla frazione Santa Maria di Livigno, a Premadio, al Passo della Bottiglia. Piuttosto rilevante è anche la fascia che corre dal Passo dello Spluga, attraverso gli Andossi e Fraciscio, fino alle falde meridionali del Pizzo Galleggione e che emerge, sul versante destro della valle di San Giacomo, all’altezza di Starleggia. 175
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