ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

Sotto e nella pagina accanto: l’aspetto
aspro e dirupato delle rocce gabbriche fra
Mondadizza e Le Prese.
Gabbro
La valle dell’Adda, nel tratto che va da Verzedo alla frana della Val Pola, presenta
una marcata strozzatura, resa evidente dall’asprezza dei versanti, intagliati dal
ghiaccio e dalle acque entro un ammasso di rocce intrusive compatte molto resistenti
all’erosione. Vecchi toponimi come Ponte del Diavolo, Serravalle, Mala
sottolineano l’aspetto cupo e dirupato del luogo.
Il nucleo dell’ammasso intrusivo, denominato plutone di Sondalo, è costituito
da un gabbro a plagioclasio labradoritico grigio ed orneblenda bruna con biotite
ed augite accessori. La roccia, di colore nel complesso molto scuro fino a
quasi nero, basica e pesante, è piuttosto diffusa in Italia nell’Appennino ligure
ed anche nelle Alpi occidentali. Insolita, se non unica per l’ltalia, è invece una
varietà affiorante nei dintorni di Le Prese, ricca di grumi verdi, traslucidi e ben
rilevati, di olivina.
Lungo la fascia periferica del plutone, ad esempio in Val di Rezzalo ed alla sommità
dei Monti Serottini, il gabbro sfuma verso rocce più chiare di tipo dioritico,
piuttosto simili al Serizzo della Val Masino.
Interessante è osservare alcuni lembi di rocce scistose, inclusi entro la diorite
e «digeriti» solo parzialmente, cioè con conservazione di molti dei loro caratteri
originari.
Altri affioramenti di gabbri si incontrano ad Eita, in alta Val Grosina, e lungo le
pendici del Monte Masuccio, sopra Tirano, affioramenti che si possono forse
interpretare come emergenze isolate di un unico ammasso intrusivo profondo.
Secondo le più recenti ipotesi i gabbri dell’alta Valtellina si sarebbero consolidati
entro la zona di volta dei ricoprimenti scistosi durante una fase distensiva
verificatasi nel corso dell’era mesozoica. Il plutone di Sondalo sarebbe quindi
più antico rispetto al plutone del Masino-Bregaglia.
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