ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio
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La Sassa d’Entova a destra, il Pizzo Malenco<br />
al centro e il Pizzo Tremogge (m 3436) a<br />
sinistra con la caratteristica parte summitale<br />
biancastra. A destra: la Val Sissone – con il<br />
ghiacciaio del Monte Disgrazia – una delle più<br />
importanti zone mineralogiche della provincia<br />
<strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong>.<br />
Calcefiri<br />
La cresta del Pizzo Tremogge in Valmalenco è costituita da una bancata bianco-giallastra,<br />
chiaramente riconoscibile anche da <strong>Sondrio</strong>.<br />
L’origine della roccia è legata alle profonde trasformazioni, indotte da alte temperature<br />
e forti pressioni, subite nel corso dell’orogenesi alpina dai se<strong>di</strong>menti<br />
calcarei, che rivestivano i fondali <strong>di</strong> antichi mari mesozoici o paleozoici.<br />
Rocce simili, talora molto ricche <strong>di</strong> minerali accessori formatisi per contatto<br />
con un magma incandescente, costituiscono un’aureola che orla il plutone<br />
granitico del Masino-Bregaglia ed affiorano dal passo del Muretto alla Val Sissone,<br />
in numerose località della Val Masino e della Valchiavenna.<br />
Anche in alta Val Zebrù, nel Parco dello Stelvio, all’altezza della bastionata che<br />
sorregge il ghiacciaio della Miniera, l’emergenza <strong>di</strong> un filoncello gabbro-<strong>di</strong>oritico<br />
appare contornata da una sequenza <strong>di</strong> rocce calcaree metamorfosate per<br />
contatto e <strong>di</strong>sposte ad anelli concentrici.<br />
La composizione chimica e mineralogica <strong>di</strong> queste rocce, che vengono genericamente<br />
denominate calcefiri, <strong>di</strong>pende dalla eventuale presenza <strong>di</strong> impurezze<br />
entro il calcare originario. Un calcare puro infatti subisce solo una mo<strong>di</strong>ficazione<br />
<strong>di</strong> struttura, trasformandosi in un marmo saccaroide, composto da un mosaico<br />
<strong>di</strong> granuli equi<strong>di</strong>mensionali <strong>di</strong> calcite. Impurezze silicee comportano invece<br />
la formazione <strong>di</strong> silicati <strong>di</strong> calcio, come il <strong>di</strong>opside e la wollastonite. La presenza<br />
<strong>di</strong> allumosilicati o <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> magnesio, quali il granato e lo spinello, testimonia<br />
poi una derivazione genetica da calcari marnosi e, rispettivamente,<br />
da calcari dolomitici. Talora questi minerali <strong>di</strong> neoformazione <strong>di</strong>ventano così<br />
abbondanti che la calcite appare del tutto accessoria. È il caso delle granatiti<br />
e delle epidositi della Val Sissone, che spesso imprigionano cristalli niti<strong>di</strong> e<br />
lucenti.<br />
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