ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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Una curiosa spaccatura nelle rocce gabbriche affioranti in Valle Scala nei pressi di Sondalo. catazona, le filladi in prossimità della superficie, i micascisti in corrispondenza di un livello intermedio. In provincia di Sondrio, soprattutto in bassa Valchiavenna, in Valle di San Giacomo ed in Valmalenco, sono tuttora attive numerose cave di gneiss, che forniscono materiali noti come «beole» e «quarziti verdi», adatti per pavimentazione o per rivestimenti a spacco. 158
Tipiche metamorfiti sono anche le rocce verdi che affiorano in corrispondenza del nucleo centrale della Valmalenco per una estensione di 170 kmq, e, più limitatamente, presso i Bagni di Masino e lungo le pendici del Mottaccio in Valchiavenna. Rappresentano un frammento del mantello superiore terrestre e costituiscono un lastrone con spessore massimo di circa 2 km. Il tipo litologico più diffuso è il serpentino, costituito in prevalenza da silicati idrati di magnesio con magnetite accessoria. In genere compatto e massiccio, assume localmente una tessitura marcatamente scistosa, in modo da fornire tegole sottili e di estrema durevolezza. La compagine serpentinosa è talvolta interrotta da lenti o vene di talcoscisti e cloritoscisti, attivamente coltivate per l’estrazione del talco e della pietra ollare. Lungo la fascia periferica il nucleo serpentinoso sfuma invece verso rocce anfibolitiche simili, anche se geneticamente diverse, a quelle affioranti in Val Grosina o a Sud di Tovo di Sant’Agata. Molto limitati come estensione, ma numerosi sono poi gli affioramenti di un marmo bianco o giallastro, saccaroide, originatosi per ricristallizzazione di rocce calcaree mesozoiche o paleozoiche. Di una estrema eterogeneità, per l’alternarsi di granatiti con epidositi e pirosseniti, sono infine le metamorfiti di contatto, che formano un’ampia aureola intorno al plutone del Masino-Bregaglia o intorno ad un filone dioritico dell’alta Val Zebrù. Rocce intrusive Le ipotesi tradizionali collegano la genesi delle rocce intrusive ad un consolidamento di masse fuse, che si verifica con estrema lentezza all’interno della crosta terrestre. Teorie più recenti sottolineano invece l’azione di soluzioni calde circolanti a grande profondità, in un ambiente metamorfico sottostante alla catazona. I «graniti» affioranti in provincia di Sondrio si possono attribuire a due cicli orogenetici diversi: il corrugamento ercinico, verificatosi verso la fine dell’era paleozoica, ed il corrugamento alpino di età cenozoica. Le rocce intrusive erciniche, come le dioriti del Bernina e le gabbro-dioriti della Val Fontana, sono inserite entro rocce metamorfiche e, insieme con queste, hanno subìto evidenti dislocazioni durante il cenozoico. Le rocce intrusive alpine costituiscono invece due ammassi principali, oltre ad un corteo di emergenze minori a questi collegato: il plutone di Sondalo, con nucleo gabbrico ed alone periferico dioritico, ed il plutone del Masino-Bregaglia, a chimismo più acido. I gabbri dell’alta Valtellina si sarebbero consolidati entro la zona di volta dei ricoprimenti scistosi durante una fase distensiva verificatasi nel corso dell’era mesozoica. I graniti e le quarzodioriti di Val Codera e Val Masino sarebbero invece solidificati durante le fasi tardive del ciclo orogenetico alpino, con incorporazione, lungo il contatto, delle rocce incassanti. Avrebbero successivamente subito uno scorrimento rispetto alla collocazione originaria e anche una parziale ricristallizzazione, in grado, ad esempio, di spiegare la presenza dei megacristalli di ortoclasio entro il Ghiandone. Una distinzione a prima vista tra le rocce intrusive è resa possibile dal colore, che riflette la composizione chimica. I graniti della bassa Val Codera sono di un grigio molto chiaro, le granodioriti e le quarzodioriti della Val Masino sono più scure, i gabbri di Sondalo quasi neri. Con l’incupire del colore varia anche la composizione mineralogica: scompare il quarzo, il plagioclasio assume una maggior basicità, anfiboli e pirosseni diventano predominanti rispetto alle miche. Oggetto di escavazione per estrarre materiali eleganti e tenacissimi, adatti per pavimentazione, rivestimento e cordonatura stradale, sono soprattutto il granito di San Fedelino, il Serizzo ed il Ghiandone di Val Masino. Le rocce intrusive sono spesso solcate da filoni bianchi di pegmatite e di aplite, in qualche caso coltivati per ricavarne il feldspato, materia prima per l’industria ceramica e vetraria. Anche la grande lente di quarzo compatto che si scorge poco a monte del villaggio sanatoriale è geneticamente connessa con il plutone di Sondalo. Entro il basamento metamorfico delle Orobie e le falde scistose dell’alta Valtellina sono invece più frequenti differenziati filoniani scuri e a grana minuta. Le valli scolpite dal ghiaccio e dalle acque entro rocce intrusive presentano forme quanto mai aspre e dirupate. 159
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