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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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«Un profilo <strong>di</strong> monti e su una<br />

roccia, controluce, la sagoma <strong>di</strong> un<br />

camoscio, solitario e fiero, quasi<br />

una sentinella del silenzio e dello<br />

spazio.»<br />

Bruno Barabino<br />

I rapporti con l’uomo<br />

L’estrema timidezza <strong>di</strong> questa specie<br />

sembra escludere qualsiasi possibilità<br />

<strong>di</strong> addomesticamento, ma se un piccolo<br />

camoscio viene catturato in tenera età<br />

si abitua alla vicinanza dell’uomo, fa<br />

comunella con gli altri animali della<br />

fattoria e gioca con il cane o i gatti e<br />

corre incontro al padrone all’ora del<br />

pasto per prendere il cibo dalle sue<br />

mani. Almeno per quanto riguarda il<br />

passato purtroppo il maggior contatto<br />

con l’uomo riguarda un’attività<br />

considerata negativa da naturalisti e<br />

ambientalisti: la caccia. Ad<strong>di</strong>rittura si<br />

parla <strong>di</strong> un record nell’abbattimento <strong>di</strong><br />

questi nobili animali, record detenuto<br />

da un certo Marco Colani, vissuto nel<br />

XIX secolo, che ne uccise ben<br />

duemilaottocento.<br />

Per considerare un argomento più<br />

gradevole, ricor<strong>di</strong>amo che l’immagine<br />

del camoscio ricorre assai spesso nella<br />

simbologia aral<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> molte famiglie<br />

italiane <strong>di</strong> origine settentrionale.<br />

Vi sono ad<strong>di</strong>rittura dei cognomi che<br />

ricordano il Rupicapra rupicapra, nella<br />

traduzione comune, come i Camozzi <strong>di</strong><br />

Bergamo.<br />

Inoltre, non bisogna <strong>di</strong>menticare che il<br />

camoscio è stato uno degli elementi<br />

figurativi più tipici della pittura<br />

ottocentesca interessata a scene <strong>di</strong><br />

caccia o a romantiche visioni alpestri<br />

suggerite dal <strong>di</strong>ffondersi dell’alpinismo<br />

e dalle prime esperienze sportive nel<br />

campo dello sci.<br />

Il camoscio, sentinella dei monti<br />

(Rupicapra rupicapra)<br />

Per i profani il camoscio può anche essere confuso con una capra, se, in<strong>di</strong>sturbato,<br />

viene osservato quando, con andatura un po’ pesante, è alla ricerca <strong>di</strong><br />

erbette saporite. Ma se lo scorgete l’attimo dopo quando, accortosi della vostra<br />

presenza, fugge danzando tra le rocce, avrete capito che è solo un lontano<br />

parente della capra domestica; che esso è rimasto sempre lontano dall’uomo<br />

addomesticatore <strong>di</strong> animali; che la sua forma, il suo colore, il suo movimento,<br />

veloce e sicuro, sono in armonia con l’ambiente in cui vive.<br />

Non vi sarà stato nemmeno tanto <strong>di</strong>fficile avvicinarlo, se avrete avuto l’accortezza<br />

<strong>di</strong> procedere in vostro favore <strong>di</strong> vento, cautela in<strong>di</strong>spensabile poiché il<br />

camoscio ha un olfatto eccezionale; è meno infallibile invece nell’u<strong>di</strong>to ed è in<br />

possesso <strong>di</strong> una vista non portentosa.<br />

Può accadere, sia pure raramente, che un maschio non scappi davanti a voi, ma<br />

batta nervosamente il terreno con una zampa anteriore, sibilando col naso<br />

quasi a riven<strong>di</strong>care il possesso del territorio o a volervi intimorire.<br />

Sarete ancora più fortunati se due «giovincelli» inesperti, sottrattisi alla sorveglianza<br />

materna, vi saranno venuti incontro per osservarvi da vicino. Eccezionale,<br />

invece, ma esilarante, osservarli sdrucciolare per puro <strong>di</strong>letto su canaloni<br />

<strong>di</strong> neve in estate.<br />

Il camoscio, così come lo stambecco, appartiene alla famiglia dei bovi<strong>di</strong>, sottofamiglia<br />

caprini. Il maschio può raggiungere un peso fino a 50 kg; la femmina<br />

è invece generalmente più piccola.<br />

Un carattere <strong>di</strong>stintivo tra i due sessi, oltre alla mole, è la forma delle corna, nei<br />

maschi più robuste e incurvate.<br />

In Valtellina è <strong>di</strong>ffuso un po’ dappertutto; raggiunge una concentrazione <strong>di</strong>screta<br />

nelle riserve e nelle zone <strong>di</strong> ripopolamento e a<strong>di</strong>acenze. La <strong>di</strong>stribuzione<br />

altitu<strong>di</strong>nale va da 400 m. (solo per alcuni fondovalle come in Val del Liri) a<br />

3000 m.<br />

È animale che ama vivere in branchi che, nel periodo amoroso (novembre), possono<br />

raggiungere anche una consistenza eccezionale. Nel branco vige un regime<br />

<strong>di</strong> matriarcato, comandando una vecchia femmina sulle altre femmine e sui<br />

piccoli fino a tre anni; i maschi stanno<br />

solitamente appartati tranne il periodo<br />

degli amori.<br />

Con l’approssimarsi dell’inverno il mantello<br />

cambia: i peli estivi <strong>di</strong> colore ruggine<br />

sono sostituiti da altri più lunghi e <strong>di</strong><br />

colore nerastro che proteggono meglio<br />

dal freddo l’animale che, tuttavia, sembra<br />

insensibile alle basse temperature,<br />

soffrendo piuttosto per il caldo estivo.<br />

Il nutrimento nella stagione invernale è<br />

costituito da ben poca cosa: scavando<br />

nella neve trova e mangia rametti, cortecce<br />

<strong>di</strong> alberi, ra<strong>di</strong>ci, ginepri e rododendri.<br />

In primavera tarda, maggio e giugno, la<br />

femmina partorisce: un piccolo – raramente<br />

due – che è in grado <strong>di</strong> seguirla<br />

dopo poche ore dalla nascita. La giovane<br />

femmina <strong>di</strong>venta fertile già al secondo<br />

anno <strong>di</strong> vita.<br />

Il camoscio può raggiungere l’età <strong>di</strong> 20<br />

anni.<br />

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