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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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Fenomeni carsici all’Acqua Fraggia in<br />

Valchiavenna.<br />

Nella pagina a fianco: rocce scistose esarate<br />

dal ghiacciaio <strong>di</strong> Fellaria orientale.<br />

Le rocce della provincia <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong><br />

I detriti che ingombrano l’alveo del Mallero tra San Giuseppe e Chiareggio testimoniano<br />

la straor<strong>di</strong>naria eterogeneità litologica del territorio provinciale.<br />

Scaglie friabili, rugginose <strong>di</strong> scisti, lastroni verde cupo <strong>di</strong> serpentino, massi<br />

grigi, arrotondati, compatti <strong>di</strong> Serizzo e Ghiandone sono frammisti con ciottoli<br />

bianchi <strong>di</strong> marmo, rossi <strong>di</strong> granatite, verde bottiglia <strong>di</strong> epidosite.<br />

I caratteri che guidano una classificazione delle rocce e consentono <strong>di</strong> formulare<br />

ipotesi sulla loro origine sono soprattutto la struttura e la composizione<br />

chimico-mineralogica.<br />

Rocce metamorfiche<br />

Traggono origine da trasformazione <strong>di</strong> rocce preesistenti sottoposte all’azione<br />

<strong>di</strong> alte pressioni e temperature nell’interno della crosta terrestre o per contatto<br />

con un magma incandescente.<br />

Costituiscono l’ossatura dell’intero territorio provinciale e sono riconoscibili<br />

per l’evidente scistosità: sono cioè sud<strong>di</strong>visibili secondo superfici parallele.<br />

Le più antiche, con una età valutabile in centinaia <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> anni, risalgono<br />

al precarbonifero, se non ad<strong>di</strong>rittura all’arcaico, e prendono nome <strong>di</strong> gneiss,<br />

micascisti e filla<strong>di</strong>. Hanno composizione chimica e mineralogica sensibilmente<br />

costante, con prevalenza <strong>di</strong> miche, quarzo e feldspati ad in<strong>di</strong>care una forte<br />

aci<strong>di</strong>tà, sottolineata dalle frequenti intercalazioni <strong>di</strong> vene quarzitiche bianche.<br />

Gli gneiss si sud<strong>di</strong>vidono in lastre massicce, i micascisti in sottili lamine, le filla<strong>di</strong><br />

in scagliette fogliacee luccicanti. Mentre gli gneiss imprimono al paesaggio<br />

un aspetto aspro e severo, i micascisti e le filla<strong>di</strong> consentono forme più dolci<br />

con ricca copertura detritica minuta.<br />

La più accre<strong>di</strong>tata tra le interpretazioni petrografiche spiega queste <strong>di</strong>fferenze<br />

<strong>di</strong> scistosità e <strong>di</strong> compattezza in funzione dell’entità del metamorfismo. Gli<br />

gneiss si sarebbero formati a grande profon<strong>di</strong>tà, in un ambiente definito come<br />

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