ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

Quarzo verde di 12 centimetri con «fantasmi»
interni rinvenuto nei pressi di Tornadri in Val
Lanterna. Coll. F. Bedogné - Foto M. Mairani.
Drusa di cristalli ialini di 2-8 centimetri del
Dosso dei Cristalli. Coll. F. Bedogné
Foto M. Mairani.
Quarzo
Una remota credenza, che attinge ad alcuni geografi greci e dura quasi incontrastata
fino alle soglie dell’età moderna, configura il quarzo, cristallo per antonomasia,
come una forma di ghiaccio indurita in modo permanente. In realtà il quarzo,
modificazione trigonale stabile del biossido di silicio, è un minerale molto diffuso
soprattutto nella regione alpina ed alcuni giacimenti si trovano in pieno ambiente
nivale.
In provincia di Sondrio è ben conosciuto l’affioramento del Dosso dei Cristalli, lungo
le pendici del Monte Motta in Valmalenco, da cui provennero splendide druse
di cristalli perfettamente limpidi, a viva lucentezza vitrea, lunghi, in qualche
raro caso, fino ad una trentina di centimetri, spesso incrostati, con magnifico effetto,
da magnesite giallo bruna.
L’abito tipico è quello del Delfinato o a becco di flauto, con una delle facce del romboedro
di terminazione molto più sviluppata delle altre. Non mancano cristalli biterminati
ed altri con ben definiti «fantasmi» interni, ad indicare un accrescimento
a strappi successivi.
E. Artini in una memoria apparsa nel 1888 evidenzia l’aspetto peculiare dei quarzi
di Val Malenco e riconosce nove forme semplici nuove per il minerale.
Durante l’ultima guerra mondiale il giacimento venne coltivato, sotto la guida di
tecnici tedeschi, per ricavarne lamine dotate di proprietà piezoelettriche.
Non meno attraenti sono i campioni
che vennero rinvenuti, una quindicina
di anni or sono, entro un filone
di calcite spatica affiorante a ridosso
di Tornadri. Cristalli limpidi
e lucenti, lunghi anche diversi centimetri,
parzialmente ricoperti da
un materiale bacillare o squamoso
verde, appaiono impiantati su di
una matrice di bianca calcite traslucida.
Spettacolari druse di prismi ialini o
grigiastri nitidamente terminati, a
volte in paragenesi con minerali
rari, sono state anche recentemente
rinvenute nell’alta Valle di San
Giacomo, lungo una fascia che da
Starleggia, attraverso la Val Loga,
raggiunge Madesimo.
Più minuti, ma eleganti per la forma
e la struttura talvolta a scettro,
sono poi i cristalli della Piattagrande,
la rupe che sovrasta a meridione
la piana di Bolladore.
Spesso entro i quarzi della provincia
di Sondrio sono inclusi altri minerali,
come aghetti di rutilo, squame di
clorite o di ematite, cubi di pirite.
Oltre alle comuni varietà ialine e lattee,
si rinvengono anche, nei pressi
di Mondadizza, masse compatte
rosee e, alla cava di beola di Isolato,
eccellenti cristalli affumicati con riflessi
bronzei, suscettibili di taglio
come gemme di discreto pregio.
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