ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

Lamine di molibdenite incluse nel quarzo
rinvenute in Val Sissone.
Coll. e foto F. Bedogné.
Molibdenite
La molibdenite, solfuro di molibdeno cristallizzato nel sistema esagonale e
trigonale, è un componente accessorio di rocce granitiche, gneiss, vene di
quarzo e anche di alcuni differenziati filoniani acidi.
Si presenta in aggregati lamellari molto facilmente sfaldabili, teneri quasi come
la grafite, flessibili ma non elastici, di colore grigio piombo, che ricordano per
l’aspetto la carta stagnola. Costituisce un apprezzato lubrificante secco ed è il
più importante minerale per l’estrazione del molibdeno.
Nelle vene di quarzo e nelle apliti a grana minutissima affioranti in Val Sissone
sono stati rinvenuti, insieme con cubetti di pirite e spalmature di altri solfuri,
alcuni notevoli cristalli a nitido contorno esagonale, molto lucenti, fino ad un
paio di centimetri di diametro, tra i più eleganti delle Alpi.
Tra gli sfasciumi morenici e di frana dell’anfiteatro del Pizzo di Zocca, in alta
Val Masino, compaiono massi di quarzo rugginoso ricchi di una molibdenite
parzialmente alterata in grumi ocracei ed in aghetti giallo senape di ferrimolibdite
associati a rari cristalli di zolfo.
Ancora più insolito è il ritrovamento di esili lamelle di molibdenite entro le
rocce carbonatiche di contatto a spinello ed a silicati di calcio del Ciatée di Vazzeda
o del Passo del Muretto.
Oltre i confini del plutone Masino-Bregaglia e della sua aureola metamorfica il
minerale diviene più raro. Piccoli cristalli vengono segnalati nel distretto di
Sondalo, soprattutto alla Piattagrande, la rupe che chiude a Sud la piana di
Bolladore, in Val Grosina e nei dintorni del Passo Gavia.
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