ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio
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Cristalli fino a 7 mm con «apatite» e<br />
clinocloro, rinvenuti nel 1911 presso l’Alpe<br />
Pirlo da L. Magistretti.<br />
Coll. F. Bedogné - Foto R. Appiani.<br />
A destra: cristallo <strong>di</strong> 3 x 2 cm nella calcite,<br />
raccolto presso la capanna Cristina.<br />
Coll. F. Bedogné - Foto R. Appiani.<br />
Ilmenite<br />
L’ilmenite, ossido <strong>di</strong> ferro e titanio trigonale, si rinviene in lamelle microscopiche<br />
come accessorio <strong>di</strong> numerose rocce della provincia <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong>. Cristalli ben<br />
definiti sono tuttavia piuttosto rari ed apparentemente limitati alla Valmalenco,<br />
dove sono stati rinvenuti campioni tra i migliori delle Alpi e, forse, in natura.<br />
L. Magistretti, in una monografia del 1912, descrive quasi con entusiasmo le<br />
ilmeniti della pietra ollare del Sasso <strong>di</strong> Chiesa: «I gruppi tabulari <strong>di</strong> Ilmenite <strong>di</strong><br />
Valle Malenco sono davvero notevoli per la loro bellezza. Le gran<strong>di</strong> facce splendono<br />
<strong>di</strong> un terso grigio acciaio caratteristico mentre un tenue velo iridescente<br />
riveste <strong>di</strong> colori vivi le più minute faccette che brillano <strong>di</strong> colori rosso-violacei,<br />
azzurri, ver<strong>di</strong>. Annidati tra i prismi vitrei <strong>di</strong> apatite, essi acquistano sullo<br />
sfondo verde vellutato delle minutissime lamelle <strong>di</strong> clorite un particolare<br />
risalto, cosicché gli esemplari del Sasso <strong>di</strong> Chiesa sono certo, per l’Ilmenite, tra<br />
i migliori che si conoscano».<br />
Cristalli altrettanto niti<strong>di</strong> e lucenti, ben rilevati sul bianco niveo della matrice,<br />
sono racchiusi nelle cavità dei livelli <strong>di</strong> marmo a contatto con i filoni <strong>di</strong> talco<br />
della Val Lanterna. Nella collezione M. Nana si può ammirare un cristallo sciolto<br />
<strong>di</strong> 30x9 mm, nero ebano e vivamente metallico, proveniente dalle cave della Val<br />
Brutta.<br />
Lungo il sentiero che dal Sasso dell’Agnello risale verso la Capanna Cristina, nel<br />
serpentino presso il contatto con i micascisti, affiora un banco <strong>di</strong> calcite spatica<br />
che include ilmeniti <strong>di</strong> abito da tabulare tozzo a romboedrico, anche centimetriche,<br />
insieme con grumi a sciami <strong>di</strong> calcopirite. Cristalli simili, ma associati<br />
con clinocloro e perovskite, erano stati rinvenuti da A. Gianoncelli, una<br />
cinquantina <strong>di</strong> anni or sono, sul versante occidentale del Monte delle Forbici.<br />
Il giacimento sembrava così ricco che si valutò l’opportunità <strong>di</strong> una coltivazione<br />
mineraria per ricavarne il titanio.<br />
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