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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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Prisma lungo 3 mm. Monte del Forno.<br />

Coll. F. Bedogné - Foto R. Appiani.<br />

Cristallo <strong>di</strong> 9 x 6 mm, rinvenuto al Parco delle<br />

Marmitte dei Giganti (Chiavenna).<br />

Coll. F. Bedogné - Foto R. Appiani.<br />

Apatiti<br />

Le apatiti costituiscono un complesso gruppo <strong>di</strong> fosfati, in<strong>di</strong>stinguibili tra loro<br />

senza un’analisi chimica quantitativa. La prevalenza dell’ossidrile, piuttosto<br />

che del fluoro o del cloro, determina l’attribuzione ad una delle tre specie fondamentali<br />

della serie, denominate rispettivamente idrossiapatite, fluorapatite<br />

e clorapatite. Idrossiapatite e fluorapatite compaiono come accessori in numerose<br />

rocce e sono quin<strong>di</strong> i fosfati più <strong>di</strong>ffusi entro la crosta terrestre.<br />

Le apatiti formano cristalli tabulari o prismatici, anche molto allungati, a simmetria<br />

<strong>di</strong>stintamente esagonale, con una particolare lucentezza vitrea volgente all’untuosa,<br />

talvolta vivamente fluorescenti in giallo o in rosa<br />

salmone ai raggi ultravioletti. C. M. Gramaccioli nel 1962 rileva<br />

che nella collezione P. Sigismund sono presenti apatiti <strong>di</strong> tre<br />

sole località valtellinesi, la Val Dombastone (Sondalo), la Corna<br />

Rossa (Val Torreggio) e l’Alpe Pirlo (Chiesa Valmalenco). In<br />

questi ultimi decenni apatiti in cristalli ben visibili, ed in qualche<br />

caso spettacolari, sono state rinvenute in almeno altre 30<br />

località della provincia <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong>. Particolarmente nitido è un<br />

cristallo prismatico roseo violetto, limpido, <strong>di</strong> 6x4x4 mm, annidato<br />

in una cavità della pegmatite <strong>di</strong> Tanno (Chiavenna), ora<br />

nella collezione del Museo Naturalistico Provinciale.<br />

Recente è il ritrovamento, effettuato in una vecchia cava <strong>di</strong><br />

pietra ollare del Parco delle Marmitte, tra Chiavenna e Prosto,<br />

<strong>di</strong> alcuni giganteschi cristalli giallini o verde olio, inclusi nella<br />

roccia, e <strong>di</strong> altri trasluci<strong>di</strong>, ricchi <strong>di</strong> facce terminali, fino ad<br />

un paio <strong>di</strong> centimetri, impiantati nelle cavità.<br />

Nelle fessure delle anfiboliti del Monte del Forno, a ovest del<br />

Passo del Muretto, compaiono cristalli incolori o azzurrini,<br />

anche trasparenti, molto allungati, insieme con titanite, prehnite<br />

ed epidoto.<br />

Straor<strong>di</strong>nariamente limpi<strong>di</strong> e lucenti sono i cristalli tabulari incolori<br />

adagiati sulle superfici <strong>di</strong> frattura dei marmi del Monte<br />

Motta, dell’anfiteatro Malenco-Tremogge e della Val <strong>di</strong> Scerscen.<br />

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