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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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Cristalli <strong>di</strong> demantoide, fino a 15 mm <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ametro, con amianto su serpentino, rinvenuti<br />

nella cava dello Sferlùn presso Campo<br />

Franscia in Val Malenco.<br />

Coll. e foto F. Bedogné.<br />

Andra<strong>di</strong>te varietà demantoide<br />

Il demantoide, varietà verde oliva <strong>di</strong> andra<strong>di</strong>te, granato a calcio e ferro ferrico<br />

prevalenti, è il minerale più spettacolare e ricercato della Val Malenco.<br />

Le località <strong>di</strong> ritrovamento sono <strong>di</strong>sposte in massima parte lungo una fascia<br />

arcuata che da Campo Franscia si protende a SW verso il Monte Motta e a SSE<br />

verso l’Alpe Acquanegra.<br />

Entro la cava dello Sferlùn, sita in una impervia località che incombe sul vallone<br />

del Cengiaccio, furono rinvenuti, inclusi nell’amianto o impiantati sui litoclasi<br />

del serpentino in aggregati a rosetta e in cordoni subparalleli, straor<strong>di</strong>nari<br />

cristalli definiti da facce piane a viva lucentezza vitrea, fino a oltre 20 mm <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ametro.<br />

L’estrema limpidezza <strong>di</strong> taluni cristalli consente <strong>di</strong> ricavarne gemme molto<br />

attraenti per il colore, che dal verde oliva sfuma verso il verde pisello o il verde<br />

smeraldo, con toni più vivaci rispetto ai demantoi<strong>di</strong> russi, e per il «fuoco»,<br />

che deriva da un elevatissimo in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione della luce.<br />

Frequenti sono le inclusioni <strong>di</strong> magnetite in granuletti e <strong>di</strong> amianto in fibre riunite<br />

a fascio d’erba o a coda <strong>di</strong> cavallo. Anche la durezza delle pietre è sufficiente<br />

per garantire una buona resistenza alla scalfittura ed al logorio.<br />

Campioni incre<strong>di</strong>bili vennero rinvenuti nel 1947 da A. Gianoncelli su commissione<br />

dell’ing. L. Magistretti e negli anni 1966-72 da alcuni minatori <strong>di</strong> Lanzada,<br />

«setacciando» i massi che ingombravano il pavimento della cava e cioè nel<br />

materiale <strong>di</strong> scarto abbandonato a seguito dei lavori <strong>di</strong> escavazione dell’amianto,<br />

compiuti regolarmente fino al 1888.<br />

Presso la sommità della rupe che sovrasta il Ristoro <strong>di</strong> Campo Franscia si rinvengono,<br />

insieme con granati <strong>di</strong> un bel verde mela, anche gran<strong>di</strong> ma piuttosto<br />

opachi, alcuni noduli, annidati nell’amianto, costituiti da niti<strong>di</strong> cristalli a stretto<br />

contatto reciproco, che in Val Malenco vengono in<strong>di</strong>cati come «ghiande» o «semenze».<br />

Nelle <strong>di</strong>scariche delle cave o nei massi <strong>di</strong> frana del Costòn d’Acquanegra si<br />

possono tuttora raccogliere cristalli <strong>di</strong> 2-3 mm, verde pisello o giallini, talora<br />

limpi<strong>di</strong> e brillantissimi, <strong>di</strong>sposti a sciami sui litoclasi del serpentino.<br />

Quasi in contrasto con la magnificenza del demantoide, i minerali che l’accompagnano<br />

sono quasi sempre insignificanti: granuletti neri <strong>di</strong> magnetite, rare<br />

lamelle sericee <strong>di</strong> brucite, aghetti vitrei <strong>di</strong> aragonite.<br />

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