ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio
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La Valle <strong>di</strong> Vedello.<br />
no, tra l’altro, rivelato la presenza <strong>di</strong> cinabro in vene rosso vermiglione tempestate<br />
da goccioline grigie e lucenti <strong>di</strong> mercurio nativo. Il minerale primario <strong>di</strong><br />
uranio, la pechblenda, forma grumi nerastri affatto attraenti e non è contornato<br />
dai consueti minerali <strong>di</strong> alterazione intensamente colorati. La presenza dell’uranio<br />
e del mercurio, per una sorta <strong>di</strong> affinità genetica, suggerisce la stuzzicante<br />
possibilità <strong>di</strong> rinvenire campioni <strong>di</strong> oro nativo, del resto già segnalati sul versante<br />
bergamasco.<br />
Un’altra zona che, con qualche eccezione, è ancora poco conosciuta, ma che<br />
appare molto promettente, è il bacino della Mera.<br />
Basti ricordare alcuni ritrovamenti recenti.<br />
Le pegmatiti affioranti tra Tanno e Uschione, lungo le pen<strong>di</strong>ci del Mottaccio, si<br />
sono rivelate uno scrigno <strong>di</strong> specie ben cristallizzate e <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario interesse<br />
scientifico. Oltre a numerosi minerali nuovi per l’Italia e per la provincia <strong>di</strong><br />
<strong>Sondrio</strong> hanno fornito la chiavennite, fillosilicato complesso <strong>di</strong> calcio, manganese<br />
e berillio sconosciuto in natura.<br />
Le vene <strong>di</strong> quarzo che solcano gli scisti della valle <strong>di</strong> Madesimo contengono<br />
talvolta noduli e cristalli azzurro cupo <strong>di</strong> lazulite con un corredo <strong>di</strong> fosfati rari,<br />
tra cui un altro minerale sconosciuto alla scienza, che è stato denominato sigismun<strong>di</strong>te.<br />
In una monografia del Repossi, uno dei più insigni mineralogisti italiani, comparsa<br />
nei primi anni del secolo, si legge poi <strong>di</strong> numerosi ritrovamenti in località<br />
della bassa valle della Mera ora <strong>di</strong>fficilmente accessibili per la quasi impraticabilità<br />
dei sentieri, che meriterebbero la fatica ed il rischio <strong>di</strong> una visita.<br />
Buone possibilità <strong>di</strong> ritrovamento sembrano tuttora riservare le pegmatiti e le<br />
rocce <strong>di</strong> contatto della Val Masino, zona che una sola persona, l’amico G. Perego,<br />
ha avuto il merito e la perseveranza <strong>di</strong> esplorare sistematicamente. Nelle<br />
teche dei Musei naturalistici <strong>di</strong> Morbegno e <strong>di</strong> San Martino si possono ammirare,<br />
come risultato <strong>di</strong> queste ricerche, campioni anche vistosi <strong>di</strong> minerali<br />
rarissimi come la compreignacite, il policrasio - (y) e la ferrimolib<strong>di</strong>te.<br />
In Valmalenco, la zona più ricca e più dettagliatamente descritta nella letteratura<br />
mineralogica, la chiusura delle cave <strong>di</strong> amianto pregiu<strong>di</strong>ca la possibilità<br />
<strong>di</strong> rinvenire nuovi campioni del minerale più ambito, il demantoide, che all’amianto<br />
è geneticamente legato. Interessanti prospettive offrono invece le<br />
ricerche in zone inesplorate, soprattutto lungo la fascia <strong>di</strong> contatto tra il ser<br />
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