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ANIMALI, MINERALI e ROCCE - Banca Popolare di Sondrio

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chi <strong>di</strong> idromagnesite, aghetti vitrei <strong>di</strong> aragonite e, molto più raramente, ciuffetti<br />

azzurri <strong>di</strong> nakauriite.<br />

Nell’opera «Ricerche chimiche e microscopiche su rocce e minerali d’Italia»,<br />

che riassume gli stu<strong>di</strong> compiuti da A. Cossa nel periodo 1875-80, si legge: «Tra<br />

le rocce della Valtellina, raccolte nel 1879 dall’egregio prof. T. Taramelli ed inviatemi<br />

per lo stu<strong>di</strong>o chimico, era compreso un amianto che racchiude impigliati<br />

dei noduli <strong>di</strong> grossezza variabile e <strong>di</strong> forma sferoi<strong>di</strong>ca, i quali sono costituiti<br />

da un ammasso <strong>di</strong> cristallini minuti <strong>di</strong> colore verde chiaro e che a primo<br />

aspetto possono essere ritenuti per olivina».<br />

Tali noduli vengono invece riconosciuti come ascrivibili ad un granato con<br />

proprietà molto prossime a quelle dell’«adamantoide», varietà <strong>di</strong> andra<strong>di</strong>te rinvenuta<br />

pochi anni prima negli Urali.<br />

Il demantoide infatti si presenta comunemente in noduli lenticolari, a struttura<br />

tendenzialmente raggiata, gran<strong>di</strong> come una noce, in casi eccezionali come<br />

una focaccia, che i minatori chiamano «ghiande» o «semenze dell’amianto».<br />

Molto ricercati dai collezionisti sono però soprattutto i cristalli ben definiti e<br />

trasparenti, delimitati da facce nitide e piane, completamente inclusi nell’amianto.<br />

Questi infatti, se esenti da inclusioni o fratture interne, sono suscettibili<br />

<strong>di</strong> taglio come gemme, molto attraenti per il colore, variabile dal verde<br />

oliva, al verde giallastro, al verde smeraldo degli in<strong>di</strong>vidui più piccoli, e per il<br />

«fuoco», che deriva dall’alto in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rifrazione e dalla <strong>di</strong>spersione ad<strong>di</strong>rittura<br />

superiore a quella del <strong>di</strong>amante.<br />

Sembra anzi probabile che il nome demantoide <strong>di</strong>penda da queste proprietà<br />

ottiche, che lo avvicinano al <strong>di</strong>amante.<br />

Anche la durezza delle pietre tagliate è sufficientemente elevata per garantire<br />

una <strong>di</strong>screta resistenza alla scalfittura e al logorio.<br />

Molto apprezzati sono anche i cristalli che ricoprono le fessure del serpentino,<br />

sparsi irregolarmente o allineati secondo cordoni paralleli o riuniti a rosetta.<br />

I campioni più belli provengono da alcune località, spesso impervie e <strong>di</strong> assai<br />

<strong>di</strong>fficile accesso, ubicate tutte nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Campo Franscia.<br />

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